Importanti Dipinti Antichi
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Lotto 97 Scuola veneta, sec. XVIII
PAESAGGIO CON CONTADINELLE IN FESTA
SCENA CAMPESTRE CON PASTORELLE ED ARMENTI
coppia di dipinti ad olio su tela, cm 40x58,5 ciascuno
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Lotto 98 Maestro dei fiori guardeschi
(attivo a Venezia 1730-1760)
VASO CON FIORI IN UN PAESAGGIO
olio su tela, cm 109,5x136,5
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Lotto 99 Ambito di Giuseppe Recco, sec. XVII
NATURA MORTA CON PESCI E PIATTO IN CERAMICA
olio su tela, cm 67x91 entro cornice intagliata a foglie negli angoli e dorata
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Lotto 100 Scuola romana, sec. XVIII
SANT'ANTONIO ABATE
olio su tela, cm 76,5x63
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Lotto 101 Seguace di Domenico Fetti, sec. XVII
LA MALINCONIA
olio su tela, cm 73,5x92
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Lotto 102 Attribuito a Matteo Ghidoni detto De Pitocchi
(Firenze 1626 ca.-Padova 1689)
ADORAZIONE DEI PASTORI
olio su tela, cm 73x108
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Lotto 103 Viviano Codazzi (Taleggio, Bergamo 1606 circa-Roma 1670) e Michelangelo Cerquozzi (Roma 1602-1660)
ROVINE ROMANE CON ADORAZIONE DEI PASTORI
olio su tela, cm 72x56,5
Viviano Codazzi (Taleggio, Bergamo 1606 circa-Roma 1670) e Jan Miel (Beveren-Waes, Anversa 1599-Torino 1664)
VEDUTA DELL'ARCO DI TITO CON SOSTA DI CAVALIERI
olio su tela, cm 71x56
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Provenienza: già collezione Buitoni, Perugia;
collezione privata, Livorno
Bibliografia: G. Briganti, Viviano Codazzi, in I Pittori Bergamaschi. Il Seicento, I, Bergamo 1983, p. 695, n. 64; p. 733, figg. 1-2; L. Trezzani, Jan Miel, in G. Briganti, L. Trezzani, L. Laureati, I Bamboccianti, Roma 1982, p. 110, nota 12; R.D. Marshall, Viviano and Niccolò Codazzi and the Baroque Architectural Fantasy, Milano-Roma 1993, p. 167, VC 65 e p. 245, VC 126.
Corredatati da parere scritto di Giuliano Briganti
Facenti parte in origine di una serie più ampia, i dipinti qui offerti furono attribuiti a Viviano Codazzi da Giuliano Briganti in una comunicazione privata al proprietario. Già in quell’occasione Briganti sottolineava come la coppia di tele nascesse dalla collaborazione dell’artista bergamasco con due diversi pittori di figura, riconoscendo a Jan Miel la viaggiatrice a cavallo e i viandanti nei pressi dell’arco di Tito, e a Michelangelo Cerquozzi la lavandaia e il ragazzo in primo piano tra le rovine. La presenza del pittore fiammingo, partito definitivamente da Roma nel settembre del 1658 per trasferirsi a Torino, consente di datare i dipinti nel decennio intercorso tra il ritorno da Napoli del Codazzi dopo la rivolta di Masaniello nel 1648 e, per l’appunto, la partenza di Jan Miel.
Le tele qui offerte mostrano altresì la varietà di registri del pittore bergamasco, vedutista ante litteram nella raffigurazione relativamente fedele dell’arco di Tito visto da Campo Vaccino, e abile quadraturista nel capriccio architettonico composto da frammenti disparati dell’antichità classica riadattati nell’uso moderno. Numerosi, nel primo caso, i confronti con altre immagini dell’arco, talvolta comprendenti gli adiacenti Horti Farnesiani, ma raramente completati da figurine altrettanto felici. La coppia di tele era un tempo accompagnata da tre prospettive aperte su paesaggi marini.
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Lotto 104 Scuola veneta, sec. XVIII
PAESAGGIO FLUVIALE CON ROVINE CLASSICHE E FIGURE
olio su tela, cm 96,5x149,5
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Lotto 105 Giovanni Ghisolfi
(Milano 1632-1683)
PREDICA DI UNA SIBILLA TRA LE ROVINE
olio su tela, cm 48x66
Provenienza: già Sestieri, Roma (1976);
collezione privata
Bibliografia:
A. Busiri Vici, Andrea Locatelli, Roma 1976, p. 23, figg. 23, 24; F. Arisi, Gian Paolo Panini e i fasti della Roma del 700, Roma 1986, p. 35, fig. 32; p. 239, n. 44; A. Busiri Vici, Giovanni Ghisolfi (1623-1683).Un pittore milanese di rovine romane, Roma 1992, p. 25, fig. 27 (illustrato a colori); p. 58, n. 11, ill.; D. R. Marshall, Early Panini reconsidered: the Esztergom Preaching of an Apostle and the relationship between Panini and Ghisolfi, in “Artibus et Historiae” 1997, 36, pp. 146-47; fig. 12; p. 195, nota 61.
Più volte pubblicato da Andrea Busiri Vici come opera di Giovanni Ghisolfi, il dipinto qui offerto é stato invece riferito da Ferdinando Arisi ai primi anni romani di Giovanni Paolo Panini sulla base di un’incisione settecentesca (nota peraltro anche a Busiri Vici) che ne riproduce la composizione sotto il nome del pittore piacentino. Lo stesso gruppo di personaggi compare poi nel capriccio di rovine del Musèe de la Chartreuse di Douai (F. Arisi 1986, cit. p. 239, n. 46) che ripete il nostro con la sola sostituzione del tempio di Saturno alla piramide Cestia.
Più recentemente, David Marshall ha riconsiderato globalmente il corpus di opere attribuite alla prima attività di Panini, restituendone almeno un quarto ad Alberto Carlieri e una decina, tra cui appunto il nostro dipinto, a Giovanni Ghisolfi, che lo studioso pone giustamente tra i modelli di Gian Paolo Panini. La conferma a quest’ultimo della composizione nel museo di Douai, ispirata a quella qui offerta, è un chiaro esempio di tale influenza.
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Lotto 106 Scuola veneziana, sec. XVIII
SCENE BIBLICHE
coppia di dipinti ad olio su vetro, cm 20x25 ciascuno
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Lotto 107 Da Rosalba Carriera
ALLEGORIA DELL'ESTATE
ALLEGORIA DELL'INVERNO
coppia di pastelli su carta applicati su tavola, cm 66x53 ciascuno
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I pastelli riprendono dai modelli di Rosalba Carriera che affrontò più volte le raffigurazioni delle Stagioni tra il 1720 e il 1730.