Importanti Dipinti Antichi
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Lotto 37 Attribuito a Matthys van den Bergh
(Ypres 1617-Alkmaar 1687)
RITRATTO DI NICOLAUS RITTER
olio su tela applicata su compensato, cm 70x52,5
al recto iscritto "Nicolaus Henrich Ritter / Natus: A.° 1657 13 Mai. / Pinx. A.° 1658 3 Januar" ed "M" nella riga sottostante
Provenienza: già asta Londra, 21 marzo 1973
Il dipinto é stato acquistato in un asta londinese del 1973 come Matthys van den Bergh ed é quindi probabilmente da identificare con quello segnalato come Portrait d'une petite fille in E. Bénézit, Dictionnaire critique et documentaire des peintres, sculpteurs, dessinateurs et graveurs de tous les temps et de tous les pays, II, Gründ 1999, p. 153. -
Lotto 38 Scuola inglese, fine sec. XVI-inizi XVII
RITRATTO DI EDWARD DE VERE (1540-1604), XVIII CONTE DI OXFORD
olio su tavoletta, cm 17,8x15,2 senza cornice
sul retro etichette relative all'esposizione e all'effigiato
Provenienza: già collezione John Harley
Esposizioni: Exhibition of the Royal House of Tudor, The New Gallery, Regent Street, London 1890, cat. 245 p. 76 -
Lotto 39 Scuola tedesca, secc. XV-XVI
SANT'ANTONIO ABATE
SAN SEBASTIANO
coppia di dipinti ad olio su tavola parchettata, cm 78x36 ciascuno
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I due dipinti qui presentati sono stilisticamente riconducibili alla scuola renana di Colonia che fu, nella seconda metà del secolo XV, costituita da artisti, seppur anonimi, di grande levatura, come il ‘Maestro delle Leggenda di S. Giorgio’ o il ‘Maestro della Vita di Maria’, influenzati, come l'autore del nostro dipinto dalla vicina pittura fiamminga.
Nelle due tavole, probabilmente parti di un polittico o di un complesso di più ampie dimensioni, vengono raffigurati due importanti santi taumaturghi: Sant'Antonio, identificabile grazie ai braceri, e probabilmente San Sebastiano. La raffigurazione di San Sebastiano come giovane elegantemente vestito con arco e frecce, invece della più consueta raffigurazione di giovane nudo trafitto dalle frecce, risulta relativamente insolita anche se non isolata. Nelle rappresentazioni dell'arte tedesca di questo periodo si ritrova infatti raffigurato più volte in questo modo come ad esempio nelle vetrate dell'Abbazia di San Pietro di Salisburgo e in quelle della Basilica di San Severino a Colonia. Anche nella produzione pittorica della scuola renana si possono trovare ulteriori termini di confronto per tale rappresentazione come in un dipinto della scuola di Colonia del Museo di Berlino (inv. M.33A), in una simile raffigurazione nella chiesa di Mending, databile nella seconda metà del Quattrocento, in un polittico del ‘Maestro della Sacra Parentela’ databile circa 1493-94 del Museo Walraf-Richartz, inv. 0161, e infine in un polittico in San Maria in Campidoglio a Colonia della seconda metà del secolo XV. -
Lotto 40 Seguace di Dosso Dossi, sec. XVII
RITRATTO DI ERCOLE I D'ESTE
olio su tela, cm 120x96
Riprende con varianti compositive dal dipinto di Dosso Dossi della Galleria Estense di Modena in cui l'effigiato é rappresentato a mezzo busto -
Lotto 41 Cerchia di Matthieu van Plattemberg, sec. XVII
MARE IN BURRASCA
olio probabilmente su carta riportata su tela, cm 51x59,5
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Lotto 42 Scuola veneta, fine sec. XVII-inizi XVIII
PAESAGGIO LACUSTRE CON FIGURE
PAESAGGIO CON PONTE E PESCATORE
coppia di dipinti ad olio su tela, cm 24,5x27,5 ciascuno
sul retro del telaio iscritti a inchiostro "Marshall"
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Lotto 43 Jacob van de Kerckhoven
(Anversa 1636-Venezia 1712)
NATURA MORTA CON CESTO DI PESCI, CACCIAGIONE, FAGIANO E TESTA DI CINGHIALE
NATURA MORTA CON VOLATILI E LEPRE
coppia di dipinti ad olio su tela, cm 87x106 ciascuno entro antiche ed eleganti cornici in legno intagliato a motivo di foglie e mascherone in basso al centro
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Corredato da parere scritto di Daniele Benati, Bologna, 20 febbraio 2015
I due dipinti, racchiusi entro eleganti cornici intagliate in legno di cirmolo del XVII secolo, propongono sontuose raffigurazioni di cacciagione ambientate sulla nuda terra contro un fondo scuro. L'inquadratura fortemente ravvicinata consente al pittore di indagare il pellame degli animali uccisi: il vello ispido della testa del cinghiale, le penne multicolori delle beccacce e dei germani, le squame dei pesci. La presenza delle ceste e, nel primo dei due dipinti, delle verdure alludono altresì all'imbandigione di cui i frutti della caccia e della pesca saranno fatti oggetto sulla tavola del padrone di casa, secondo un significato di abbondanza e di liberalità che nella natura morta nordica si sostituisce assai presto a quello di Vanitas, presente nei più antichi esemplari di questo genere pittorico.
L'autore del bellissimo pendant si riconosce del resto in modo del tutto piano in Jakob van der Kerkhoven, un artista allievo ad Anversa di Jan Fyt che già nel 1663 risulta trasferito a venezia, dove il suo cognome viene italianizzato in Giacomo da Castello o, meno frequentemente ma più propriamente, Giacomo del Cimitero (tale é infatti il significato di Kerkhoven in lingua fiamminga). Malnoto fino a tempi recenti, l'artista é andato via via assumendo nel campo degli studi un rilievo sempre maggiore, grazie non soltanto ai numerosi dipinti che la critica ha potuto aggiungere ai pochi esemplari firmati, ma anche alle notizie che lo dicono a sua volta maestro di Giovanni Agostino Cassana. Forte della lezione appresa da Fyt, egli dovette di fatto imporsi ben presto in abito veneto, soddisfacendo una richiesta che attribuiva sempre maggiore importanza alla natura morta. Gli inventari sei-settecenteschi testimoniano di fatto una massiccia presenza di suoi dipinti nelle quadrerie dell'aristocrazia veneziana, per la quale il genere della cacciagione doveva costituire un'indubbia novità a fronte delle composizioni di fiori e frutta sino ad allora proposti da Bernardo Strozzi e dai suoi imitatori.
in tale veste Jakob van der Kerkhoven giunge a intervenire anche entro opere di importanti pittori di figura, se ho ragione nell riferirgli gli inserti di frutta e cacciagione della ben nota tela con Una donna che batte due cani di Guido Cagnacci, ora conservata nella collezione Borromeo all'Isola Bella (D. Benati, in Guido Cagnacci, a cura di D. Benati e M. Bona Castellotti, catalogo della mostra di Rimini, Milano 1993, pp. 152-155 n. 36). Poiché quest'ultimo dipinto deve datarsi nel corso degli anni cinquanta, quando Cagnacci lavora appunto a Venezia, il riconoscimento al suo interno della mano di van der Kerkhoven, appoggiato a una Natura morta con cacciagione firmata e datata 1661 passata anni fa sul mercato internazionale (Christie's, Londra, 25 ottobre 1985, n. 35: ripr. in E. Safarik, La natura morta nel Veneto, in La natura morta in Italia, a cura di F. Zeri, I, Milano 1989, I, fig. 422), consente altresì di anticipare di qualche tempo la data dell'arivo a Venezia del pittore anversano rispetto al 1663, in cui vi é sicuramente documentato.
Il confronto con quel dipinto risulta altresì stringente al fine di convalidare anche l'attribuzione del pendant in esame, giacchè assai simile vi appare la definizione ispida del pelame della testa del cinghiale (una costante desunta d -
Lotto 44 Cerchia di Monsù Bernardo, sec. XVIII
SUONATORE DI ZAMPOGNA
olio su tela, cm 96x134
Dal dipinto di Monsù Bernardo, Seattle Art Museum, Seattle
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Lotto 45 Pittore napoletano nella cerchia di Giuseppe Bonito, sec. XVIII
SCENA DI CONCERTO CON GENTILUOMINI E GENTILDONNE
olio su tela, cm 50x76
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Lotto 46 Pittore veneto, sec. XVIII
PAESAGGIO CAMPESTRE CON FIGURE
olio su tela, cm 54x71,5
Corredato da parere scritto di Rodolfo Pallucchini, Venezia, 19 maggio 1975, che riferisce il dipinto a Giuseppe Zais
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Lotto 47 Scuola veneta, sec. XVIII
PAESAGGIO FLUVIALE CON PESCATORI E VIANDANTI
olio su tela, cm 61,5x79
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Lotto 48 Scuola toscana, secc. XVII-XVIII
ZUCCHE, GRAPPOLI D'UVA, PESCHE, ALTRI FRUTTI E FIORI
olio su tela, cm 92x83 senza cornice
al recto numero dipinto "86"
ridotto ai margini