DIPINTI ANTICHI, MODERNI E DESIGN DA UN'IMPORTANTE COLLEZIONE VENEZIANA

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mercoledì 10 dicembre 2025 ore 14:30 (UTC +01:00)
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  • Michele Marieschi (Venezia 1710 - 1744) bottega di
    Lotto 73

    Michele Marieschi (Venezia 1710 - 1744) bottega di
    Studio per un Capriccio ai margini della Laguna di Venezia
    Olio su tela
    36 x 52,5 cm
    L’opera si inserisce nel ricco e importante panorama del "Capriccio" nel Veneto del Settecento, in cui primeggiarono maestri del calibro di Luca Carlevarijs, Marco Ricci, Francesco Zuccarelli, Francesco Battaglioli, Antonio Visentini, Francesco Guardi, Giuseppe Zais, Antonio Canaletto e Bernardo Bellotto. Nel caso specifico però, il nitido colorismo e la spazialità prospettica suggeriscono che l' opera sia sortita dalla bottega di Michele Marieschi, ovvero realizzata da Francesco Albotto o Apollonio Domenichini detto anche Maestro della Fondazione Langmatt.


    Michele Marieschi (Venice 1710 - 1744) workshop of
    Study for a Capriccio on the Margins of the Venetian Lagoon
    Oil on canvas
    36 x 52,5 cm
    The work belongs to the rich and significant panorama of the Capriccio in 18th-century Veneto, in which masters such as Luca Carlevarijs, Marco Ricci, Francesco Zuccarelli, Francesco Battaglioli, Antonio Visentini, Francesco Guardi, Giuseppe Zais, Antonio Canaletto, and Bernardo Bellotto excelled. In this specific case, however, the clear colorism and perspectival spatiality suggest that the work originated in Michele Marieschi’s workshop, specifically by Francesco Albotto and Apollonio Domenichini, also known as the Master of the Langmatt Foundation.

  • Michele Marieschi (Venezia 1710 - 1744) bottega di
    Lotto 74

    Michele Marieschi (Venezia 1710 - 1744) bottega di
    Studio per un Capriccio con porticciolo in Laguna di Venezia
    Olio su tela
    36 x 52,5 cm
    L’opera si inserisce nel ricco e importante panorama del "Capriccio" nel Veneto del Settecento, in cui primeggiarono maestri del calibro di Luca Carlevarijs, Marco Ricci, Francesco Zuccarelli, Francesco Battaglioli, Antonio Visentini, Francesco Guardi, Giuseppe Zais, Antonio Canaletto e Bernardo Bellotto. Nel caso specifico però, il nitido colorismo e la spazialità prospettica suggeriscono che l' opera sia sortita dalla bottega di Michele Marieschi, ovvero realizzata da Francesco Albotto o Apollonio Domenichini detto anche Maestro della Fondazione Langmatt.


    Michele Marieschi (Venice 1710 - 1744) workshop of
    Study for a Capriccio with a Small Port on the Venetian Lagoon
    Oil on canvas
    36 x 52,5 cm
    The work belongs to the rich and significant panorama of the Capriccio in 18th-century Veneto, in which masters such as Luca Carlevarijs, Marco Ricci, Francesco Zuccarelli, Francesco Battaglioli, Antonio Visentini, Francesco Guardi, Giuseppe Zais, Antonio Canaletto, and Bernardo Bellotto excelled. In this specific case, however, the precise colorism and perspectival spatiality suggest that the work originated in Michele Marieschi’s workshop, specifically by Francesco Albotto and Apollonio Domenichini, also known as the Master of the Langmatt Foundation.

  • Stefano Orlandi (? 1681 - ? 1760) attribuito
    Lotto 75

    Stefano Orlandi (? 1681 - ? 1760) attribuito
    Capriccio architettonico con personaggi
    Olio su tela
    156 x 122,5 cm

    Stefano Orlandi si formò prima col padre, Odoardo Orlandi, e successivamente con Pompeo Aldrovandini, che gli insegnò la quadratura. Col suo maestro fu a Roma ove operarono per il teatro Capranica. Tornò a Bologna, dove si avvicinò allo stile dei Bibbiena e collaborò con Vittorio Bigari. Decorò molti palazzi nobiliari, sia bolognesi che sparsi nel Nord Italia: Faenza, Milano e Verona. In occasione dei lavori presso il Palazzo del Marchese Martinengo a Brescia, lavorò al fianco di Francesco Monti "bolognese". Inoltre, grazie ai contatti con Filippo Juvarra, i suoi dipinti si caratterizzarono per la sofisticata quadratura, per la loro godibilità visiva, data dall’abilità di messa in scena geometrizzante, piuttosto che dalle suggestioni archeologiche, consone a molti suoi colleghi.


    Stefano Orlandi (1681 - July 29, 1760) attributed
    Architectural Capriccio with Characters
    Oil on canvas
    156 x 122,5 cm

  • Jusepe de Ribera, Lo Spagnoletto (Xàtiva 1591 - Napoli 1652) bottega/cerchia di
    Lotto 76

    Jusepe de Ribera, Lo Spagnoletto (Xàtiva 1591 - Napoli 1652) bottega/cerchia di
    San Francesco
    Olio su tela
    75 x 64 cm

    Dopo una formazione in patria, probabilmente avvenuta sotto la guida di Francisco Ribalta, Jusepe de Ribera giunse in Italia nel 1611, passando un biennio al nord della penisola, precisamente a Cremona, Milano e Parma. Giunse a Roma nel 1613, e dopo tre anni andò a Napoli ove, nel giro di breve tempo, divenne uno degli artisti più in vista. Il suo fare pittorico amalgama il forte carattere patetico, tipicamente spagnolo, con un naturalismo esasperato di derivazione nordica e caravaggesca, arricchito con cromatismo neoveneto. Maestro indiscusso e fondamentale nell’ambito napoletano del Seicento, durante la sua felice attività artistica guidò un’importante bottega, dalla quale uscirono maestri di primaria importanza, tra i quali il primo da menzionare è Luca Giordano, che nella sua fase iniziale dimostrò tutto il suo debito verso lo Spagnoletto; poi Aniello Falcone, oggi conosciuto come autore di battaglie; lo spagnolo Juan Do, Giovanni Ricca, i fratelli pugliesi Francesco e Cesare Fracanzano e il fiammingo Hendrick van Somer e Bartolomeo Bassante.


    Jusepe de Ribera, Lo Spagnoletto (Xàtiva 1591 - Naples 1652) workshop/circle of
    Saint Francis
    Oil on canvas
    75 x 64 cm

  • Pietro Antonio Magatti (Varese 1691 - 1767)
    Lotto 77

    Pietro Antonio Magatti (Varese 1691 - 1767)
    San Sebastiano
    Olio su tela
    84 x 66 cm
    Il san Sebastiano trova riscontri continuativi nei dipinti di Magatti. Il corpo del santo, nasce dallo stesso disegno del San Domenico in Madonna del Rosario con San Domenico (Varese, chiesa di San Vittore) e ancor più chiaramente, visto il nudo, dalla medesima invenzione del Sansone in Sansone e Dalila (Milano, Pinacoteca Ambrosiana). Mentre il volto lo possiamo rivedere in figure maschili di Magatti, tra queste emblematica quella di Paolo Colonna in San Filippo Neri resuscita Paolo Colonna (Rho, Quadreria del Collegio degli Oblati Missionari).

    Magatti studiò a Bologna con Giovan Gioseffo Dal Sole, che gli impartì la lezione del classicismo, presente nelle sue prime opere. Fu comunque in grado di emanciparsi dallo stile emiliano, adottando schemi compositivi più agili e dinamici, con un chiaroscuro tramutato negli anni in un contrasto di tonalità schiarite e fredde, tanto da trasformare l'ambientazione delle sue opere da tragica e patetica a onirica. I riferimenti del Magatti maturo sono definiti sia dal costante ricordo dei maestri lombardi del Seicento, come Daniele Crespi, Morazzone, Cerano, Cairo e i Nuvolone, sia dall'influenza esercitata dai maestri del tardo Seicento e primo Settecento come Leganino, Vimercati, Carloni e Petrini. Oltre alla sua mole di opere, lasciò diversi allievi cresciuti nella sua bottega, tra questi ricordiamo Giovanni Battista Ronchelli.


    Pietro Antonio Magatti (Varese 1691 - 1767)
    Saint Sebastian
    Oil on canvas
    84 × 66 cm
    The theme of Saint Sebastian recurs throughout Magatti’s oeuvre. The figure of the saint derives from the same drawing used for Saint Dominic in The Madonna of the Rosary with Saint Dominic (Varese, Church of San Vittore), and even more clearly - given the nude - from the same invention as Samson in Samson and Delilah (Milan, Pinacoteca Ambrosiana). The face, on the other hand, can be recognized in several of Magatti’s male figures, most notably that of Paolo Colonna in Saint Philip Neri Reviving Paolo Colonna (Rho, Picture Gallery of the College of the Missionary Oblates).

  • Carlo Ceresa (San Giovanni Bianco 1609 - Bergamo 1679) attrbuito
    Lotto 78

    Carlo Ceresa (San Giovanni Bianco 1609 - Bergamo 1679) attribuito

    Ritratto di prelato con lettera

    Olio su tela

    87 x 71 cm

    Provenienza: Collezione Grisbergh;

    Collezione privata di Bergamo;

    Collezione privata.

    Expertise del professor Ugo Ruggeri, come Carlo Ceresa, disponibile via email;

    Expertise del professor Giuseppe Maria Pilo (fotocopia), come Carlo Ceresa, disponibile via email.

    L'opera fu esposta in occasione della mostra Da Tiziano a Van Dyck. Nel catalogo della mostra il dipinto si trova al n.40 di pag.156. Nella scheda redatta dal dottor Alejandro del Pozo Maté, il dipinto è definito autografo del maestro bergamasco, in virtù delle due expertises dei professori Giuseppe Maria Pilo (oggi disponibile in fotocopia dell'originale) e Ugo Ruggeri (in originale).


    Data la sua abilità artistica, verso la fine degli anni '20 del Seicento Carlo Ceresa entrò nella bottega di Daniele Crespi: l’apprendistato durò ben poco, poiché nel 1630 il suo maestro morì a causa della peste. Ceresa tornò in terra natia, dove fu impegnato ad eseguire ritratti per la nobiltà locale e cittadina, oltre che in commissioni ecclesiastiche. La sua pittura si prodigò tra il naturalismo lombardo e istanze coloristiche venete, raggiungendo facilmente la sensibilità del suo pubblico con un buon livello di accomodante colorismo. Nei ritratti espose ambientazioni con scarni arredi e/o tendaggi, con figure che emergono da piatti fondali con espressioni severe e pose composte, talvolta animate dalla posizione delle mani. In diversi casi gli effigiati portano al petto un oggetto, o mostrano un particolare del loro abbigliamento.



    Carlo Ceresa (San Giovanni Bianco 1609 - Bergamo 1679) attributed to

    Portrait of a Prelate with a Letter

    Oil on canvas

    87 × 71 cm

    Provenance: Grisbergh Collection;

    Private Collection, Bergamo;

    Private Collection.

    Expertise of Professor Ugo Ruggeri, as Carlo Ceresa (available via email).

    Expertise of Professor Giuseppe Maria Pilo, as Carlo Ceresa (photocopy available via email).

    The work was exhibited on the occasion of the exhibition From Titian to Van Dyck. In the exhibition catalogue, the painting is listed as no.40 on p. 156. In the entry written by Dr. Alejandro del Pozo Maté, the painting is described as an autograph work by the Bergamasque master, on the basis of two expert opinions: those of Professors Giuseppe Maria Pilo (currently available as a photocopy of the original) and Ugo Ruggeri (original).

  • Angelos Akotantos (Creta 1390 - Heraklion/Candia 1457) allievo/seguace attivo nel XV/XVI secolo
    Lotto 79

    Angelos Akotantos (Creta 1390 - Heraklion/Candia 1457) allievo/seguace attivo nel XV/XVI secolo
    Madonna Eleusa o Madonna Glicofilusa, Madre di Dio della Tenerezza
    Tempera su tavola a fondo oro
    50,5 x 39,5 cm
    L'opera si basa sull'immagine della Vergine Eleousa, conservata al Cleveland Museum of Art.

    Di Angelos Akotantos, abbiamo delle informazioni grazie al testamento che compose nel 1436, in vista di un viaggio per Costantinopoli. Angelos godeva di un alto livello di istruzione, come dimostrato il fatto che possedeva una grande e curata biblioteca e la capacità di scrivere il proprio testamento. Oltre a essere pittore fu un cantore e insegnante di musica, stimato anche dalle autorità veneziane che governavano l’isola. Nel clima cretese, in cui la cultura greca e veneziana si amalgamavano senza gelosie e scontri, Akotantos fu uno dei più importanti pittori greci della prima metà del XV secolo, soprattutto fu il maestro che segnò la via per il rinnovamento dell'arte bizantina verso la nascita della scuola veneto-cretese. Sotto la sua influenza o all’interno della sua scuola, si formarono artisti veneto cretesi di primissimo piano come: Ioannis Akotantos, Andreas Pavias, Andreas Ritzos e Antonios Papadopoulos, Georgios Klontzas, Teofane il Cretese, Michele Damaskinos e Doménikos Theotokópoulos detto El Greco.


    Angelos Akotantos (Crete 1390 - Heraklion/Candia 1457) pupil/follower active in the 15th/16th century
    Madonna Eleusa or Madonna Glykofilusa, Mother of God of Tenderness
    Tempera on panel with gold background
    50,5 x 39,5 cm
    The work is based on the image of the Virgin Eleousa, preserved in the Cleveland Museum of Art.

  • Nicola Maria Rossi (Napoli 1690 - 1758) attribuito
    Lotto 80

    Nicola Maria Rossi (Napoli 1690 - 1758) attribuito
    Ritratto di Nicola di Felice da Montoro
    Olio su tela
    99 x 74 cm
    Provenienza: asta di Wannenes del 26 novembre 2014 come maniera di Francesco Solimena.
    Il dipinto trova un confronto convincente nel Ritratto di Robert Jones, a tre quarti di figura, in piedi accanto ad un tavolo dorato barocco con un paesaggio classico sullo sfondo, presentato in asta da Sotheby's nel dicembre 2023.

    Nel 1706 Rossi, dopo i primi studi in legge, entrò nello studio di Francesco Solimena, in un periodo in cui il maestro partenopeo mutò il suo stile placando il verbo barocco con l’elegante influenza classicista di Carlo Maratta. Rossì fu tra i maggiori interpreti della lezione del Solimena e, dopo averne assorbito i segreti estetici e realizzativi, ebbe il merito di divulgarla sia a Napoli che nel territorio campano. Va ricordato che Corrado Giaquinto fu suo allievo.


    Nicola Maria Rossi (Naples 1690 - 1758) attributed
    Portrait of Nicola di Felice da Montoro
    Oil on canvas
    99 × 74 cm
    Provenance: Wannenes auction, 26 November 2014, listed as "manner of Francesco Solimena".
    The painting finds a convincing comparison in the Portrait of Robert Jones, a three-quarter-length figure standing beside a gilded Baroque table with a classical landscape in the background, presented at Sotheby’s in December 2023.

  • Scuola romana del XVIII secolo
    Lotto 81

    Scuola romana del XVIII secolo
    Ritratto di giovane in elegante marsina rossa
    Olio su tela
    81 x 65 cm
    Cornice del XIX secolo con profilo a gola liscia, dorata a foglia oro.


    Roman school of the 18th century
    Portrait of a Young Man in an Elegant Red Tailcoat
    Oil on canvas
    81 x 65 cm
    19th-century frame with smooth groove profile, gilded with gold leaf.

  • Francesco Zuccarelli (Pitigliano 1702 - Firenze 1788)
    Lotto 82

    Francesco Zuccarelli (Pitigliano 1702 - Firenze 1788)
    Paesaggio arcadico
    Olio su tela
    63 x 76 cm

    Pittore di origine toscana e formazione romana, Francesco Zuccarelli è considerato il massimo esponente veneziano e italiano della corrente arcadica del paesaggismo settecentesco. Iniziò la sua formazione artistica presso Paolo Anesi con Giorgio Morandi e Pietro Nelli. Giunse a Venezia intorno al 1732, dove si impose presso la nobiltà locale e inglese, grazie al console Joseph Smith, che nel 1762 vendette la sua collezione al re Giorgio III. La sua innovazione stilistica, che molti definirono alla francese, per l'eleganza d’oltralpe, coinvolse non solo i pittori locali (Giuseppe Zais, Giovanni Battista Cimaroli, Domenico Pecchio, Antonio Diziani, Francesco Antonio Canal e Giuseppe Zocchi), ma anche la dinastia di paesaggisti piemontesi dei Cignaroli. Soggiornò lungamente in Inghilterra e negli ultimi anni di vita divise il suo tempo tra Venezia, Parigi e Roma per poi tornare nella sua Toscana, dove morì.


    Francesco Zuccarelli (Pitigliano 1702 - Florence 1788)
    Arcadian Landscape
    Oil on canvas
    63 x 76 cm

  • Felicita Sartori Hoffmann (Pordenone o Sacile 1713 - Dresda o Sacile 1782) attribuito
    Lotto 83

    Felicita Sartori Hoffmann (Pordenone o Sacile 1713 - Dresda o Sacile 1782) attribuito
    Ritratto di dama
    Olio su tavola
    25,5 x 19,5 cm

    Felicita si formò inizialmente a Gorizia, presso il pittore Antonio Dall’Agata. Durante l'alunnato ebbe modo di conoscere Rosalba Carriera, ospite del suo maestro nel 1728. Seguì Rosalba a Venezia, dove apprese l’arte del pastello, della miniatura e dell’incisione. In laguna conobbe Franz Joseph Hoffmann, consigliere di Augusto II di Sassonia, che sposò nel 1741 e che seguì a Dresda. Qui fu una dei più apprezzati e noti artisti di corte ritraendo personaggi più in vista, oggi esposti alla Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda.


    Felicita Sartori Hoffmann (Pordenone or Sacile 1713 - Dresden or Sacile 1782) attributed
    Portrait of a Lady
    Oil on panel
    25,5 x 19,5 cm

  • Scuola inglese del XVIII/XIX secolo
    Lotto 84

    Scuola inglese del XVIII/XIX secolo
    Ritratto di leone in natura
    Olio su tela
    72,5 x 92 cm
    L'opera va iscritta alla cerchia di pittori che seguirono l'esempio di George Stubbs (Liverpool 1724 - Londra 1806).


    English school of the 18th/19th century
    Portrait of a Lion in the Wild
    Oil on canvas
    72,5 x 92 cm
    The work belongs to the circle of painters who followed the example of George Stubbs (Liverpool 1724 - London 1806).

  • Simon Renard de Saint-André (Parigi 1613 - 1677) cerchia di
    Lotto 85

    Simon Renard de Saint-André (Parigi 1613 - 1677) cerchia di
    Vanitas
    Tempera su pergamena
    53 x 36 cm

    Simon Renard fu allievo di Louis Beaubrun. Nel 1646 entrò nella corte di Francia come pittore della regina e, nello stesso anno, prese il nome di Simon Renard de Saint-André. Fu un pittore di ritratti e di nature morte con la specializzazione nelle Vanitas.


    Simon Renard de Saint-André (Paris 1613 - 1677) circle of
    Vanitas
    Tempera on parchment
    53 x 36 cm

  • Luca Giordano (Napoli 1634 - 1705) cerchia di
    Lotto 86

    Luca Giordano (Napoli 1634 - 1705) cerchia di
    Il trionfo di Galatea
    Olio su vetro
    41 x 31 cm

    Luca Giordano fu uno dei massimi interpreti del Barocco europeo. Dopo un’iniziale attività legata a Ribera, fu a Roma, Firenze e Venezia, interessandosi allo studio dei maestri del Cinquecento veneto. Il suo stile mutò quando tornò a Napoli nel 1653, allontanandosi dal naturalismo riberesco e approcciandosi al Barocco, guardando alle esperienze pittoriche di Poussin, Rubens e a Mattia Preti. Spirito libero e curioso, continuò a girovagare e a studiare i maestri romani del suo tempo, approfondendo la lezione di Pietro da Cortona e il percorso di Maratta, che riuscì a convogliare barocco e classicismo nello stesso binario. Questo bagaglio culturale permise all’artista di esercitarsi nella realizzazione di opere complesse e di grandi dimensioni, mantenendo un equilibrio compositivo e cromatico. Nel 1692 l’arte di Luca Giordano varcò i confini nazionali: egli venne chiamato dal re di Spagna Carlo II, desideroso di averlo tra i pittori di corte. Il soggiorno spagnolo durò dieci anni e vide l’artista impegnato in importanti cicli decorativi di corte, opere chiesastiche e su commissione di nobili spagnoli. Tornò a Napoli nel 1702, dove diede il via alla sua ultima fase creativa: padrone di una tecnica affinata nei decenni e di un enorme bagaglio di esperienza e sensibilità pittorica, superò il barocco e realizzò accattivanti rappresentazioni, in cui grazia ed eleganza fecero presagire l’imminente arrivo del Rococò


    Luca Giordano (Naples 1634 - 1705) circle of
    The Triumph of Galatea
    Oil on glass
    41 × 31 cm

  • Gillis van Tilborgh (Bruxelles 1625 ca. - 1678 ca.)
    Lotto 87

    Gillis van Tilborgh (Bruxelles 1625 circa - 1678 circa)
    Ritratto di famiglia
    Olio su tela
    110 x 149 cm
    Provenienza:
    Collezione David Cavender, Scozia (UK);
    Collezione torinese;
    Collezione privata lombarda;
    Per un confronto stilistico si veda il Ritratto di famiglia conservato al Gabinetto reale dei dipinti Mauritshuis (inv./cat.no. 262).

    Gillis fu un esponente importante della scuola di Anversa, ma purtroppo le notizie sulla sua vita sono scarse. Nacque intorno al 1625, quasi certamente a Bruxelles, e dai documenti giunti a noi, esercitò la professione artistica dal 1654, anno in cui fu ammesso come maestro nella Corporazione di San Luca, fino alla sua morte, sopraggiunta nel 1678. La sua formazione si deve prima al padre (di cui non si hanno notizie precise) e poi a David Teniers il Giovane. Fu un artista dalla cultura ampia e aggiornata, difatti nelle scene di vita popolare oltre al Teniers è rintracciabile anche l'influenza di altri artisti fiamminghi e olandesi, come Joos van Craesbeeck e David Ryckaert III. Nelle immagini più sobrie, dedicate ai ritratti della ricca borghesia traspare invece la conoscenza di Gonzales Coques. Infine, nelle scene di vita borghese si palesa la morbidezza eterea, cristallina e vellutata di Pieter de Hooch, Jacob Ochtervelt e del celebre Jan Vermeer.


    Gillis van Tilborgh (Brussels circa 1625 - circa 1678)
    A Family Portrait
    Oil on canvas
    110 x 149 cm
    Provenance:
    David Cavender Collection, Scotland (UK);
    Turin Collection;
    Private collection in Lombardy;
    For a stylistic comparison, see the Family Portrait kept at the Royal Picture Gallery Mauritshuis (inv./cat. no. 262).

  • David Davidsz de Heem il Giovane (Utrecht 1610 - 1669)
    Lotto 88

    David Davidsz de Heem il Giovane (Utrecht 1610 - 1669)
    Natura morta con aragosta
    Olio su tela
    82 x 119 cm
    Firmato e datato in basso a sinistra: D. Deheem 1654

    Fratello minore di Jan Davidsz fu un noto pittore di nature morte e godette di un'ottima reputazione durante la sua vita.


    David Davidsz de Heem the Younger (Utrecht 1610 - 1669)
    Still Life with Lobster
    Oil on canvas
    82 x 119 cm
    Signed and dated lower left: D. Deheem 1654

  • Bartolomeo Torreggiani (Napoli o Roma 1636 (?) - Roma 1664 o 1675)
    Lotto 89

    Bartolomeo Torreggiani (Napoli o Roma 1636 (?) - Roma 1664 o 1675)
    Paesaggio
    Olio su tela
    96 x 132 cm

    Fu, insieme a Pietro Montanini, allievo di Salvator Rosa. I primi studi si devono a Federico Zeri, che individuò i quattro paesaggi ottagonali su rame conservati alla Galleria Pallavicini e alla Galleria Spada. La sua produzione denuncia un ampio arco di conoscenze in ambito paesaggistico: la pennellata impressionistica ricorda il pittoricismo di Salvator Rosa, non mancano richiami scenici di Gaspard Dughet, scelte luministiche di Claude Lorrain e Herman van Swanevelt. Pur nel suo saldo impianto barocco, egli anticipò visioni arcadiche settecentesche che possiamo scorgere soprattutto in Alessio de Marchis.


    Bartolomeo Torreggiani (Naples or Rome 1636 (?) - Rome 1664 or 1675)
    Landscape
    Oil on canvas
    96 x 132 cm

  • Nicolas Poussin (Les Andelys 1594 - Roma 1665) cerchia di
    Lotto 90

    Nicolas Poussin (Les Andelys 1594 - Roma 1665) cerchia di
    Salomone adora gli idoli
    Olio su tela
    48,5 x 36 cm

    Di famiglia borghese, lasciò a diciotto anni la dimora familiare per imparare il mestiere della pittura a Parigi. Dopo alcuni anni, nel 1624, giunse a Roma dove grazie alla sua elevata cultura entrò velocemente nei circoli culturali più importanti. Dopo molte insistenze nel 1640 fece ritorno in patria, dove fu ricevuto con grandi onori da Luigi XIII e dal cardinale Richelieu, che gli offrirono la direzione dei lavori del Louvre e la nomina di primo pittore del re. A causa di varie congiure da parte degli artisti francesi di corte, nel 1642 decise di rientrare a Roma. All'Urbe ritrovò la pace della sua vita mesta e la possibilità di operare per oltre vent'anni costruendosi la fama di uno dei più importanti pittori di tutti i tempi. In Francia si formò una cerchia di importanti personalità artistiche influenzate dal suo stile, tra questi: Sébastien Bourdon, Nicolas Colombel, Laurent de La Hyre, Charles Le Brun, Eustache Le Sueur, Nicolas-Pierre Loir, Francisque Millet e Jacques Stella.


    Nicolas Poussin (Les Andelys 1594 - Rome 1665) circle of
    Solomon Worships the Idols
    Oil on canvas
    48,5 x 36 cm

  • Karel Dujardin (Amsterdam 1626 - Venezia 1678) attribuito
    Lotto 91

    Karel Dujardin (Amsterdam 1626 - Venezia 1678) attribuito
    Scena bucolica con veduta di città (probabilmente Verona)
    Olio su tela
    80 x 110 cm
    L'attribuzione si basa sulla presenza della mucca volta a guardare l'ipotetico spettatore. Questo piccolo particolare fu più volte utilizzato da Dujardin nelle sue opere e può essere ritenuto una sua peculiarità identificativa. La città ritratta sullo sfondo presenta molte caratteristiche che fanno propendere possa trattarsi di Verona; non è escluso che Karel l'avesse dipinta durante il soggiorno veneto degli ultimi anni di vita.

    Dopo il suo alunnato presso Nicolaes Berchem, Karel si trasferì in Italia nel 1642, dove, seppur giovanissimo, entrò nella comunità d'artisti Bentvueghels di Roma. Successivamente viaggiò e soggiornò in Francia e nei Paesi Bassi, ritornò a Roma nel 1675 per risiedere poi a Venezia fino alla morte. La sua arte è una sintesi mirabile della sua predisposizione paesaggistica e del suo interesse per la pittura bambocciante.


    Karel Dujardin (Amsterdam 1626 - Venice 1678) attributed
    Bucolic Scene with City View (Probably Verona)
    Oil on canvas
    80 x 110 cm
    The attribution is based on the presence of the cow turning to look at the hypothetical viewer. This small detail was used repeatedly by Dujardin in his works and can be considered one of his identifying hallmarks. The city depicted in the background shows many features that suggest it may be Verona; it is not excluded that Karel painted it during his Venetian stay in the final years of his life.

  • Scuola toscana del XV secolo
    Lotto 92

    Scuola toscana del XV secolo
    Resurrezione di Cristo
    Tabernacolo
    Tempera su tavola
    81 x 46 cm
    43 x 22 cm (solo porta)


    Tuscan school of the 15th century
    Resurrection of Christ
    Tabernacle
    Tempera on wood
    81 x 46 cm
    43 x 22 cm (door only)

  • Salvator Rosa (Napoli 1615 - Roma 1673) attribuito
    Lotto 93

    Salvator Rosa (Napoli 1615 - Roma 1673) attribuito
    Personaggi nei pressi di una cascata
    Olio su tela
    44 x 35,5 cm
    Sul retro reca la firma: Salvator Rosa

    Rosa si formò inizialmente con Francesco Francanzano, pittore seguace di Jusepe de Ribera, e con Aniello Falcone. Dopo un breve soggiorno a Roma tornò a Napoli e iniziò a dipingere i suoi paesaggi. Prese spunto da Paul Brill e Claude Lorrain, anche se rivisitò le loro lezioni secondo il suo animo inquieto e provocatorio, tramutando le loro visioni idilliache in un’arcadia impervia e inospitale. Nemico dei potenti si fece molte inimicizie che lo fecero allontanare da Roma, trovando rifugio a Firenze, presso i Medici. In seguito fu ancora a Napoli. Intorno al 1649 fece ritorno a Roma, dove dipinse alcune opere di carattere storico e filosofico, anche grazie alla sua profonda cultura letteraria. Per quanto concerne la sua produzione di battaglie, essa va riferita al filone romano-napoletano di Michelangelo Cerquozzi e Aniello Falcone.


    Salvator Rosa (Naples 1615 - Rome 1673) attributed
    Characters Near a Waterfall
    Oil on canvas
    44 x 35,5 cm
    Signed on the reverse: Salvator Rosa

  • Scuola toscana del XVII secolo
    Lotto 94

    Scuola toscana del XVII secolo
    Caccia al cervo
    Olio su tela
    71 x 93 cm
    L'opera si ispira ai modi di Antonio Tempesta e Jan van der Straet detto Giovanni Stradano.


    Tuscan school of the 17th century
    Deer Hunt
    Oil on canvas
    71 x 93 cm
    The work is inspired by the styles of Antonio Tempesta and Jan van der Straet, known as Giovanni Stradano.

  • Scuola austriaca del XVIII secolo
    Lotto 95

    Scuola austriaca del XVIII secolo
    Ritratto di Maria Antonietta d'Asburgo
    Olio su tela
    51 x 41 cm


    Austrian school of the 18th century
    Portrait of Marie Antoinette of Habsburg
    Oil on canvas
    51 x 41 cm

  • Pietro Bellotto o Bellotti (Volciano 1625 - Gargnano 1700)
    Lotto 96

    Pietro Bellotto o Bellotti (Volciano 1625 - Gargnano 1700)
    Ritratto di anziana signora
    Olio su tela
    75 x 62 cm
    Opera conservata in cornice d'epoca, detta "a cassetta" dipinta e dorata.

    Secondo l'Orlandi fu allievo di Girolamo Forabosco, ma il suo naturalismo venne certamente influenzato dalle caricature di Nicolas Lagneau e dai motivi popolareschi incisi da Jacques Callot. Fu rinomato per le sue mezze figure tratte con espressioni caricaturali e indagate minuziosamente. La sua pennellata incisiva e la sua materia secca fanno accostare la sua tecnica pittorica a quella di alcuni caravaggisti nordici. Molto probabilmente fu influenzato dai soggetti e dai modi pittorici di Eberhard Keil, Monsù Bernardo, grazie al quale giunsero a Venezia i soggetti di pitocchi tipici dei fiamminghi e olandesi.


    Pietro Bellotto or Bellotti (Volciano 1625 - Gargnano 1700)
    Portrait of an Elderly Lady
    Oil on canvas
    75 x 62 cm
    Work preserved in a period frame, known as a "cassetta" frame, painted and gilded.

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DIPINTI ANTICHI, MODERNI E DESIGN DA UN'IMPORTANTE COLLEZIONE VENEZIANA

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