Importanti Dipinti Antichi
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Lotto 198 Pietro Longhi (Venezia 1701 - 1785) - Ritratto di gentildonna con rosa in mano,
cm 72 x 60,5
olio su tela
L'opera dispone dell'Attestato di Libera Circolazione, n. 39740 del 10/11/2022
PROVENIENZA
Finarte, Milano, 28 novembre 1995, lotto 117
Milano, collezione privata
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 199 Vittore Ghislandi, detto Fra' Galgario (Bergamo 1655 - 1743) - Ritratto di gentiluomo,
cm 80 x 62
olio su tela
numerato in basso a sinistra 330
al retro etichetta Sammlung von der Schulenburg / Hehlen, 1957 / n. 74
(restauri)
Referenze fotografiche
Fototeca Zeri, scheda n. 72303
L'opera dispone dell'Attestato di Libera Circolazione, n. 39581 del 03/10/2022
PROVENIENZA
Berlino, Collezione Von Schulenburg (come da etichetta al retro);
Verona, mercato antiquario, segnalato intorno al 1984 e prima del dicembre 1989 (come da indicazioni nella scheda della Fototeca Zeri);
Milano, collezione privata
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 200 Attribuito a Carlo Francesco Nuvolone (Milano 1609 - 1662) - Ritratto di gentildonna con figlia,
cm 183 x 115
olio su tela
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 201 Giovanni Maria Delle Piane, detto il Mulinaretto (Genova 1660 - Monticelli d'Ongina 1745) - Ritratto di gentiluomo a figura intera con il figlio,
cm 206 x 139
olio su tela
PROVENIENZA
Asta Semenzato Venezia, 28 febbraio 1988, lotto 110;
collezione privata.
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 202 Francesco Guardi (Venezia 1712 - 1793) - Papa Pio VI prende congedo dal Doge,
cm 71 x 81
olio su tela
al retro etichetta di esposizione Comune di Venezia - Direzione Belle Arti / Mostra dei Guardi - anno 1965 / 12 e altre etichette
L'opera è stata dichiarata di notevole interesse artistico e storico, ai sensi della legge 1089/39, da parte del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali in data 17 gennaio 1987.
PROVENIENZA
Londra, collezione Cavendish Bentick;
Londra, collezione Mond;
Londra, collezione Lord Melchett;
Londra, collezione Matthiesen;
Milano, collezione Astorre Mayer;
Roma, The Jewish Agency for Israel;
Sotheby’s Firenze, 24 settembre 1985, lotto 19;
collezione privata
ESPOSIZIONI
Londra, Burlington House, 1872;
Londra, Burlington Fine Arts Club, 1894-95;
Londra, Matthiesen Gallery, Venetian Paintings and Drawings, 1939 (n. 67);
Milano, Mostra del '700 veneziano, 1955 (n. 39);
Zurigo, Schönheit des 18. Jahrhunderts, 1955 (n. 132);
Venezia, Mostra dei Guardi, 1965 (n. 143);
Venezia-Milano, Vedute italiane del '700 in collezioni private italiane, 1987-1988;
Amserdam, Historisch Museum, Il crepuscolo d’oro di Venezia. Un ritratto della nobiltà veneziana nel Settecento, 1991
BIBLIOGRAFIA
G. A. Simonson, Francesco Guardi (1712-1793), Londra 1904, p. 90, n. 115, ill. p. 42;
G. Fiocco, Francesco Guardi, Firenze 1923, pp. 10, 44, 72;
K. Erdmann, Zwei neue Historienbilder von F. Guardi, in «Pantheon», 4, novembre 1929, pp. 506-510;
E. Arslan, Contributo a Francesco Guardi, in «Bollettino d’arte», 10, 1936, p. 441;
R. Pallucchini, Il Settecento veneto a Milano, in «Arte veneta», 1955, p. 267, fig. 302;
V. Moschini, Francesco Guardi, Milano 1956 (II edizione), p. 38;
E. Martini, La pittura veneziana del ‘700, Venezia 1964, p. 280, fig. 293;
R. Pallucchini, Francesco Guardi (I Maestri del Colore, n. 104), Milano 1965, tav. XIV-XV;
P. Zampetti, Mostra dei Guardi, catalogo della mostra, Venezia 1965, p. 276, n. 143;
A. Morassi, Guardi. Antonio e Francesco Guardi, Venezia 1973, vol. I.1, p. 185; vol. I.2 cat. 267, pp. 359-360; vol. II.1, fig. 296;
L. Rossi Bortolatto, L’opera completa di Francesco Guardi, Milano 1974, p. 131 n. 696, ill. p. 129;
D. Succi, Francesco Guardi, Azzano Decimo 2021, vol. I, p. 222, fig. 11 p. 229.
Il dipinto fa parte di un importante ciclo di quattro opere dedicato alle cerimonie organizzate in onore di Pio VI durante il soggiorno che il pontefice fece a Venezia, dal 15 al 19 maggio 1782, di ritorno dal suo viaggio diplomatico a Vienna presso l'imperatore Giuseppe II.
Il ciclo ha un ruolo centrale all'interno della produzione di Francesco Guardi, sia perché pone un punto fermo in termini di cronologia (siamo, appunto, nel 1782) sia perché si tratta del primo incarico ufficiale ottenuto dall'artista, ormai settantenne, da parte del governo della Serenissima, segnando così l'apice di una gloria ormai riconosciuta.
Fu l'ispettore delle Belle Arti di Venezia, Pietro Edwards, il 21 maggio 1782, a conferire a Guardi l'incarico di realizzare quattro dipinti per ricordare gli episodi principali del soggiorno del papa, dando al pittore precisa indicazione dei soggetti, così descritti nei documenti d'archivio relativi alla commissione: 1) Arrivo di S. Santità a S. Giorgio in Alga ed incontro con il Serenissimo; 2) Pontificale nella Chiesa dei SS. Giovanni e Paolo; 3) Sua Santità in atto di scendere dal trono nella sala d'udienza per incontrare il Serenissimo nell'ultima visita di congedo; 4) La benedizione al popolo nella finta loggia alla Scuola di S. Marco.
L'opera qui presentata corrisponde alla terza scena, quella raffigurante il congedo di Pio VI dal Doge, all'epoca Paolo Renier, nel convento della chiesa dei Santi Giovanni e Paolo: un solenne corteo di senatori in toga purpurea, entrando da sinistra, si snoda nella sala dominata da un ampio soffitto dal motivo ellittico; ai lati si succedono altri dignitari, immobili, le cui linee accentuano e scandiscono la profondità dell'ambiente, insieme ai lampadari che dall'alto incombono scintillanti sulla scena; sul fondo, Pio VI, al di sotto di un alto baldacchino, si alza per ricevere l'ultimo omaggio del Doge.
Illuminando la composizione con le sue tipiche tinte soavi e armoniose, Guardi riesce a trasformare una rappresentazione storica - che rischiava di essere fredda e schematica - in una sorta di visione fantastica. A tal proposito, esplicative risultano le parole di Morassi che sottolinea come Guardi "con la magia della sua arte trasfiguratrice ha vivificato ogni elemento del quadro, architettura e personaggi, e creato una visione inebbriata di luce azzurrognola iridescente in cui i rossi roboni dei dignitari appaiono come fiamme tranquille d'un incendio cromatico" (Morassi 1973, vol. I.1, p. 185).
Come nel caso delle altre tre opere dello stesso ciclo, del dipinto è nota un'altra versione, quasi identica nella composizione - salvo che nella disposizione di alcuni personaggi - ma più piccola nelle dimensioni, oggi conservata nel Museum of Art di Cleveland. L'eccellente qualità dalla "luminosità traslucida" che caratterizza la versione qui offerta (già Milano, collezione Astorre Meyer) porta il Morassi a sottolineare la superiorità di questo esemplare rispetto a quello americano, a tal punto da considerarlo "prioritario" (Morassi 1973, vol. I.1, p. 185 e vol. I.2, p. 360). -
Lotto 203 Attribuito a Vincenzo Guarana (Venezia 1742 - 1815) ( ) - Ritratto di procuratore veneto,
cm 76,5 x 62
olio su tela
al retro etichette di esposizione Comune di Firenze / Mostra del ritratto italiano / 1911 / 460 / Alberto Giovannelli
L'opera è stata dichiarata di interesse artistico e storico particolarmente importante, ai sensi della legge 1089/39, da parte del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali in data 23 gennaio 1986.
PROVENIENZA
Vicenza, eredi Canera di Salasco di Arcugnano, Vicenza;
collezione privata
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
Particolarmente complessa e incerta risulta la storia attributiva di questo Ritratto di notevole qualità e impatto visivo. Notificato dal Ministero dei beni culturali e ambientali il 23 gennaio 1986 come opera attribuita a Vincenzo Guarana, si ritrova successivamente descritto come Ritratto di procuratore veneto di Alessandro Longhi in una corrispondenza del 2001 tra il proprietario dell'epoca e la Soprintendenza.
Si segnala che nel Catalogo Generale dei Beni Culturali è, invece, riportata un'ulteriore attribuzione a Giuseppe Angeli. -
Lotto 204 Attribuito a Francesco De Mura (Napoli 1696 – 1782) ( ) - Cristo e la Samaritana,
cm 46,5 x 36,5
olio su tela
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 205 Attribuito a Francesco De Mura (Napoli 1696 – 1782) ( ) - L' Arcangelo Michele sconfigge i demoni,
cm 43 x 36
olio su tela
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 206 Attribuito a Francesco De Mura (Napoli 1696 – 1782) ( ) - Cristo nell'Orto del Getsemani,
cm 45,5 x 34,5
olio su tela
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 207 Giuseppe Lorenzo Gatteri (Trieste 1829 - 1884) - Insurrezione dei Greci contro la dominazione turca,
cm 86 x 117
olio su tela
firmato e datato in basso a destra G. L. Gatteri 1870
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
Giuseppe Lorenzo Gatteri si cimenta in questa tela di dimensioni importanti in una concitata raffigurazione di un episodio della guerra d’indipendenza greca. La composizione asimmetrica accentua il moto centripeto, animando il solido sfondo di quinte architettoniche. L’attenzione del riguardante si divide su due elementi paralleli: la croce d’oro sollevata dall’ecclesiastico a sinistra e la bandiera greca orgogliosamente sventolata da un altro prete al centro. A questo patriottismo civile e religioso si affianca quello più fieramente militaresco del combattente che, vestito dello stesso blu della bandiera, incita i rivoltosi sollevando una spada. Sul fronte opposto, le truppe turche, riconoscibili dai fez rossi e dalla bandiera con la mezzaluna, irrompono da una breccia sulla destra. Il fumo dei cannoni e dei moschetti pervade suggestivamente la scena e spiega i corpi esanimi riversi a terra in primo piano: siamo nel secondo momento di un assalto iniziato con un bombardamento che ha già impietosamente mietuto vittime civili. Lo spettatore è così trascinato nel mezzo dell’azione, nel presagio della sua sanguinosa conclusione.
La guerra d’indipendenza greca era stata vissuta in Italia come una battaglia quasi sorella a quella risorgimentale, complice quell’unione ideale fra i due popoli che per secoli avevano dominato culturalmente e non solo il bacino del Mediterraneo. Negli stessi anni in cui in Italia i moti d’indipendenza faticavano a raggiungere i loro obiettivi la Grecia appariva come un modello e un esempio. L’attualità dell’epoca si affiancava quindi per tanti pittori di storia agli episodi della tradizione classica o medievale, secondo un meccanismo di cui Francesco Hayez, che Gatteri conobbe nel 1842, fu il maestro assoluto. Per aggirare la censura austriaca si ricorreva infatti alla storia o alla cronaca estera, trasformandola in allegoria e incitamento patriottico. Non a caso Gatteri attinge spesso alle vicende riportate in Storia della rigenerazione della Grecia di F.-L. Pouqueville, testo ricevuto sempre nel 1842 in dono da Teodolinda, figlia del pittore Giovanni Migliara e pittrice essa stessa [1].
L’artista rivisita significativamente in questa tela quell’ispirazione a trent’anni di distanza in un anno fondamentale per il nostro Risorgimento, quando cioè l’unificazione d’Italia trova finalmente compimento con la presa di Roma.
[1] Cfr. P. Fasolato, Gatteri Giuseppe Lorenzo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. 52, 1999.