Importanti Dipinti Antichi
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Lotto 174 Bonifacio de' Pitati (Verona 1487 - Venezia 1553) - Allegoria della Fama,
cm 107 x 105
olio su tela (frammento)
entro antica cornice
(restauri)
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 175 Leandro Bassano (Bassano del Grappa 1557 - Venezia 1622) - Ritratto di gentildonna con garofano,
cm 127 x 106
olio su tela
firmato a destra LEANDER A PON [T]/ BASS. IS EQUES
PROVENIENZA
Asta Finarte Milano, 21 aprile 1988, lotto 54 (venduto a lire 73.600.000)
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
M. Natale (a cura di), Pittura italiana dal '300 al '500, Milano 1991, p. 72
L'opera è firmata LEANDER A PON / BASS. IS EQUES in basso a destra, poco sopra la mano con la quale l'effigiata tiene il ventaglio. L'appellativo eques (cavaliere) si pone come elemento fondamentale per la datazione dell'opera, permettendo di stabilire il termine post quem al 1595. Come racconta il Ridolfi, infatti, il Cavalierato di San Marco fu concesso a Leandro dal doge Marino Grimani (eletto, appunto, nel 1595); così il Rodolfi nella vita dedicata al Bassano: "E perché si predicava dall'universale la bellezza dei suoi ritratti, volle il Doge Marin Grimano essere da lui ritratto, che fu posto nelle stanze della Procuratia; del quale così quel Principe si compiacque, che lo creò suo Cavaliere" (Ridolfi, Vite dei pittori Veneti e dello Stato, Padova 1840, vol. II, p. 370). Il Ritratto del Doge Marino Grimani e quello della moglie, la Dogaressa Morosina Morosini, eseguiti verso il 1595, sono oggi conservati alla Gemäldegalerie di Dresda. Come queste due opere, anche il dipinto qui all'incanto costituisce un'importante testimonianza dell'attività ritrattistica di Leandro Bassano, genere in cui il pittore si specializzò e in cui raggiunse risultati eccelsi a partire dal 1580 circa, quando iniziò la sua produzione autonoma, distaccandosi dalla bottega del padre Jacopo, a Bassano, e trasferendosi a Venezia. Nei ritratti Leandro si fa interprete delle esigenze e della volontà di rappresentazione della nuova società borghese, mercantile e imprenditoriale, che si stava affermando a Venezia nel tardo Cinquecento. I personaggi sono infatti ritratti nella loro realtà concreta e occupano lo spazio circostante con una potenza volumetrica che indica la consapevolezza del loro status sociale. La giovane donna raffigurata, ad esempio, fissa lo spettatore con uno sguardo fiero ma allo stesso tempo anche calmo e sicuro, abbigliata secondo la moda del tempo in abiti austeri ma sfarzosi: il vestito di broccato nero, i cui ricami sono resi quasi a monocromo con leggere variazioni di scuri, e la ricca catena d'oro. Unico tocco di colore, che cattura l'attenzione dello spettatore proprio sul bel volto, è il garofano rosso, simbolo d'amore appassionato. -
Lotto 176 Andrea Vaccaro (Napoli 1604 - 1670) - Salomone adora gli idoli,
cm 143 x 193
olio su tela
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
Ringraziamo il professor Riccardo Lattuada per aver confermato la presente attribuzione dopo aver visionato l'opera dal vivo, datandola al periodo della maturità dell'artista. -
Lotto 177 Attribuito a Domenico Antonio Vaccaro (Napoli 1678 - 1745) ( ) - Diana e Ippolito,
cm 76,5 x 101,5
olio su tela
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
L'opera costituisce un'altra versione del dipinto di medesimo soggetto di Domenico Antonio Vaccaro (olio su tela, cm 75 x 101) in collezione privata.
Per confronto si veda: Nicola Spinosa, Pittura Napoletana del Settecento dal Barocco al Rococò, Napoli 1986, pp. 88, 151, n. 211, fig. 39; Riccardo Lattuada in Domenico Antonio Vaccaro: Sintesi delle Arti, Napoli 2005, pp. 53-55, 425, fig. 59. -
Lotto 178 Johannes Paulus Moreelse (Utrecht 1603 - 1634) - San Pietro,
cm 71 x 57
olio su tela
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
Il dipinto offerto nel lotto trova un confronto con il San Marco (collezione Paul Ganz, New York) e con Eraclito (Utrecht, Museo Centrale, firmato) (B. Nicolson, Caravaggism in Europe, Torino 1990, fig. 1202 e 1207). In tutte le opere si ritrovano non solo le stesse fisionomie delle figure ma anche lo stesso modo grafico di dipingere le rughe, i capelli e le barbe e la stessa atmosfera di intensa emozionalità, tipica del pittore di Utrecht. -
Lotto 179 Matthias Stomer (Amersfoort 1600 - Sicilia 1650) - Sant'Andrea,
cm 76 x 64
olio su tela
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
Ringraziamo il professor Riccardo Lattuada per aver confermato la presente attribuzione dopo aver visionato l'opera su fotografie a colori. Lo studioso ascrive il dipinto al periodo napoletano dell'artista (1633 - 1637).
L'intensa e ascetica figura di questo Santo trova un confronto con molte altre dipinte da Stomer, tra cui il San Girolamo oggi conservato a Nantes, Musée des Beaux - Arts, il pastore a destra nell'Adorazione a Vaduz, Liechtenstein Collection, o in quello a sinistra nell'Adorazione a Leeds, City Art Gallery, tanto da far ipotizzare l'utilizzo dello stesso modello. Anche il modo di rappresentare le mani, nodose e gonfie dalla fatica, rese con pennellate materiche, è tipica di Stomer. Il santo, illuminato con forti effetti chiaroscurali, emerge dall'ombra del fondo, in cui si intravede una croce diagonale, suo attributo iconografico. -
Lotto 180 Scuola dell'Italia settentrionale, fine secolo XVII - inizi secolo XVIII ( ) - Airone cinerino con anatra presso uno stagno,
cm 138,5 x 99,5
olio su tela
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 181 Abraham Jansz. Begeyn (Leida 1637 - Berlino 1697) - Paesaggio con cervi e volatili,
cm 82 x 90
olio su tela
PROVENIENZA
Sotheby's New York, 31 gennaio 2014, lotto 446;
collezione privata.
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 182 Giovanni Battista Bolognini (Bologna 1611 - 1688) - Giulia che riceve la veste insanguinata di Pompeo,
cm 129 x 161
olio su tela
al retro traccia di antica etichetta sul telaio con iniziali B. P.
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
Si ringrazia il professor Daniele Benati per aver avanzato la presente attribuzione.
Per un confronto stilistico si veda la pala raffigurante San Paolo davanti a Cesare, dipinta da Giovanni Battista Bolognini per la chiesa di San Paolo a Bologna, intorno al 1642. -
Lotto 183 Raffaele Badaracco (Genova 1648 - 1726) - Ulisse riconosce Achille tra le figlie di Licomede,
cm 170 x 213
olio su tela
PROVENIENZA
Asta Christies's Roma, 7 aprile 1987, lotto 19;
collezione privata
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 184 Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane (Venezia 1548 - Venezia 1628) - Cristo alla colonna,
cm 100 x 170
olio su tela
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
Il dipinto è corredato da una perizia di Ferdinando Bologna, disponibile in copia, datata 7 luglio 1966, che conferma la presente attribuzione.
Lo studioso data l'opera al 1590 circa, definendola "...fra i maggiori risultati di tutta l'opera del Palma, ma altresì dell'intera pittura veneziana allo scadere del secolo XVI; sicchè non credo di esagerare scrivendo anche che essa ha i caratteri di un dipinto miliare, da non aver potuto non costituire un punto di riferimento e orientamento per gli sviluppi successivi". Lo studioso, a sostegno di quanto afferma, pone a confronto il Cristo alla colonna di Domenichino, datato 1603, che ripropone effettivamente la stessa composizione di Palma, come dimostrazione dell'importanza e della notorietà che questa opera ebbe anche per i pittori della generazione successiva. -
Lotto 185 Attribuito a Antonio d'Enrico, detto Tanzio da Varallo (Alagna Valsesia 1582 - 1633) ( ) - Davide con la testa di Golia,
cm 92 x 71
olio su tela
PROVENIENZA
Asta Christie's Roma, 26 novembre 1986, lotto 57;
collezione privata.
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
Per il presente dipinto è stata proposta un'attribuzione alternativa a Giuseppe Vermiglio (Alessandria 1585 - 1635). -
Lotto 186 Carlo Manieri (attivo a Roma 1662 - 1700) ( ) - Natura morta con statua, armi e strumenti musicali in un interno con letto a baldacchino,
cm 130 x 180
olio su tela, senza cornice
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 187 Pittore fiammingo attivo in Italia, secolo XVII ( ) - Natura morta di frutta con scimmia, porcellino d'india e volatili,
cm 120 x 142
olio su tela
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 188 Giacomo Francesco Cipper, detto il Todeschini (Feldkirch 1664 - Milano 1736) - Giovane donna che lavora ai ferri,
cm 69 x 55
olio su tela
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 189 Francesco Solimena (Canale di Serino 1657 - Barra 1747) - Ritratto di gentiluomo a tre quarti di figura, con lettera in mano,
cm 128 x 99,5
olio su tela, in ovale, senza cornice
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 190 Massimo Stanzione (Orta di Atella 1585 - Napoli 1656) - Incredulità di San Tommaso,
cm 127 x 153
olio su tela
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
Ringraziamo il professor Riccardo Lattuada per aver confermato la presente attribuzione dopo aver visionato l'opera dal vivo. Lo studioso ritiene il dipinto qui offerto la migliore versione finora nota di questa composizione, di cui sono note altre versioni, a dimostrazione della grande fortuna raggiunta dall'artista. Il dipinto è databile agli anni 1620-30, durante il soggiorno romano del pittore o al suo ritorno a Napoli.
Sono evidenti i richiami al celebre dipinto omonimo di Caravaggio oggi a Potsdam, di cui Stazione riprende il numero, la disposizione e la posa dei personaggi, ma con una conduzione narrativa meno irruenta. Fortemente naturalistici restano i volti degli apostoli, con le vesti caratterizzate da una pennellate dense e materiche. Gli accentuati contrasti chiaroscurali e le corpose stesure cromatiche, dai toni prevalentemente foschi e bituminosi, si accendono nei brani colpiti dalla luce che cade dall'alto a sinistra. Tuttavia nel dipinto già si possono notare i primi influssi reniani, verso la ricerca di un classicismo neoveneto, nell'utilizzo dei blu e degli ocra e nella figura del Cristo, dalla bellezza elegante e malinconica. -
Lotto 191 Attribuito a Massimo Stanzione (Frattamaggiore o Orta di Atella 1585 – Napoli 1656) ( ) - Sacrificio a Bacco (bozzetto),
cm 30 x 43
olio su carta applicata su tela
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
Il bozzetto è in relazione con il dipinto di Massimo Stanzione oggi conservato a Madrid, Museo del Prado. La grande tela fu commissionata dal re Filippo IV per il palazzo del Buen Ritiro. -
Lotto 192 Giovan Battista Spinelli (Chieti 1613 - Ortona 1658) - Davide festeggiato dalle fanciulle di Israele,
diametro cm 130
olio su tela, in tondo
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
L. Ravelli, Considerazioni su un artista di origine bergamasca: Giovan Battista Spinelli, in Atti dell'Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti, Bergamo, volume XLVI, Anno Accademico 1985-86, p. 826, fig.19.
Il dipinto, proveniente da una collezione privata napoletana, recava sul retro della tela originale la sigla GBS, come documentato da una foto scattata prima dell'intervento di restauro.
L'opera va riferita alla maturità dell'artista, più vicina al classicismo accademico di Domenichino. Il soggetto richiama il famoso Trionfo di Davide oggi agli Uffizi, databile invece ad una fase più giovanile, ma se ne differenzia per una scelta compositiva meno enfatica e meno dinamica, in cui viene accentuata la posa riflessiva e tranquilla dell'eroe biblico e in cui le fanciulle non si abbandonano ad una danza frenetica ma avanzano in modo ordinato ed elegante dal fondo, scandendo ritmicamente le spazio. Sempre agli Uffizi si conserva un disegno autografo di Spinelli, da porre in relazione con il dipinto qui offerto proprio per la disposizione del corteo femminile che avanza frontalmente e in schiera serrata, con una delle figure che solleva il braccio destro allo stesso modo per agitare i sonagli.
La scena biblica è qui rielaborata in chiave elegiaca e riflessiva, con i personaggi che si stagliano contro un cielo turchino striato da candide nubi. -
Lotto 193 Andrea Belvedere (Napoli 1646/ 1652 - 1732) - Trionfo di fiori en plein air,
cm 128 x 155
olio su tela
entro antica cornice
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
Il dipinto offerto nel lotto trova un confronto con quello esposto in occasione della mostra Ritorno al Barocco, da Caravaggio a Vanvitelli (Napoli 12 dicembre 2009 - 11 aprile 2010, p. 426, cat. 1.251), oggi in collezione privata.
In entrambi i dipinti la luce crepuscolare, accesa sullo sfondo da bagliori sulfurei, è squarciata al centro da una cascata di colori, con i fiori di ogni varietà che fuoriescono da un vaso antico istoriato. La grande foglia di cardo in primo piano cattura un intenso fascio di luce che crea una netta contrapposizione con la zona sottostante, immersa nell'oscurità. Questo sapiente gioco di luci e ombre, che crea diversi piani scalati in profondità nello spazio, rimanda all'attività teatrale dell'artista, a cui si dedicò completamente negli ultimi trent'anni della sua vita.
Grazie a questa abilità scenografica, Belvedere riuscì ad innovare, nel campo della natura morta, le precedenti esperienze in chiave naturalistica, pervenendo ad una leggerezza rocaille e quasi protoromantica. -
Lotto 194 Bottega di Orazio e Artemisia Gentileschi ( ) - Giuditta con la testa di Oloferne,
cm 97,5 x 133
olio su tela
PROVENIENZA
Ferrara, collezione privata
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
F. Cappelletti, Strade, palazzi e botteghe. Incontri e circostanze più o meno casuali nelle relazioni artistiche a Roma nel primo Seicento e un quesito per la bottega dei Gentileschi, in Roma e gli artisti stranieri. Integrazione, reti e identità, a cura di A. Varela Braga e T.L. True, Roma 2018, pp. 136-137, fig. 2
L'opera, pubblicata nel 2018 da Francesca Cappelletti, si pone in relazione con un altro dipinto (Milano, collezione privata) che fu esposto alla mostra del 2011 di Palazzo Reale a Milano con l'attribuzione a Orazio Gentileschi e aiuti (P. Biscottin, scheda in Artemisia Gentileschi. Storia di una passione, catalogo della mostra, a cura di R. Contini e F. Solinas (Milano, Palazzo Reale, 22 settembre 2011 - 29 gennaio 2012), Pero 2011, pp. 138-139, n. 4). La tela milanese risulta non finita nella testa di Giuditta e in quella di Oloferne ma la composizione è per il resto assolutamente analoga a quella dell'opera offerta nel lotto, rispetto alla quale le variazioni più evidenti si evidenziano nella scelta dei toni cromatici.
Francesca Cappelletti ipotizza anche per il dipinto qui presentato una realizzazione a più mani che emerge in alcune differenze qualitative: l'altissima qualità della raffinata veste di Giuditta rimanda ad alcuni simili brani di Orazio; si vedano, per esempio, i panneggi bianchi e i tessuti della Giuditta e l'ancella con la testa di Oloferne del Wadsworth Atheneum di Hartford oppure del dipinto, sempre dal medesimo soggetto, del National Museum di Oslo. Diversa, invece, l'esecuzione dei volti che non nascondono le debolezze di una mano più incerta. L'eccellente qualità che caratterizza l'opera nel suo complesso è comunque tale da portare la studiosa ad indentificare il prototipo di questa fortunata invenzione con il nostro esemplare e non con quello di collezione milanese (F. Cappelletti 2018, p. 137).
E' importante ricordare che la composizione rientra in una questione critica dibattuta, legata al celebre processo del 1611-12 di Orazio Gentileschi contro Agostino Tassi. Infatti, oltre che per la violenza e la mancata promessa di matrimonio ad Artemisia, Agostino fu accusato dell'appropriazione di alcuni dipinti della bottega di Gentileschi, tra cui una Giuditta "di capace grandezza", probabilmente eseguita da Artemisia. Diverse sono le ipotesi avanzate dalla critica per l'identificazione di questa Giuditta citata nelle carte del processo: da una Giuditta e l'ancella di collezione privata (K. Christiansen in Orazio and Artemisia Gentileschi, catalogo della mostra a cura di K. Christiansen e J. Mann, New Haven-London 2001, pp. 84-85) passando per la replica della celebre Giuditta di Hartford conservata nella Pinacoteca Vaticana, fino alla Giuditta e Oloferne esposta a Milano in Palazzo Reale nel 2011 che costituisce, appunto, una seconda versione del presente lotto (P. Biscottin, scheda in Artemisia Gentileschi. Storia di una passione, catalogo della mostra a cura di R. Contini e F. Solinas, Pero 2011, pp. 138-139, n. 4). -
Lotto 195 Joost Cornelisz Droochsloot (1586 - 1666) - Scena di villaggio,
cm 53,5 x 73
olio su tavola
firmato in basso a sinistra JC Drooch Sloot
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 196 Abraham Storck (Amsterdam 1644 - 1708) - Scena di porto con velieri e soldati,
cm 117 x 162
olio su tela
siglato in basso a sinistra AS
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
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Lotto 197 Valerio Castello (Genova 1624 - 1659) - Sant'Orsola,
cm 123,5 x 98
olio su tela
PROVENIENZA
ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA
L'opera costituisce una seconda versione - che può ritenersi sempre autografa per l'alta qualità che la contraddistingue - della Sant'Orsola di collezione privata pubblicata da Manzitti (C. Manzitti, Valerio Castello, Torino 2004, p. 131, n. 97) che, secondo lo studioso, è da collocare intorno ai primi anni Cinquanta e potrebbe essere identificata con la Sant'Orsola citata da Alizeri nel Palazzo del Marchese Bernardo Sopranis in via Sant'Agnese insieme ad altri tre dipinti raffiguranti una Santa Cecilia, il Ratto di Elena e il Trionfo di Davide (F. Alizeri, Guida Artistica per la città di Genova, Genova, 1846-1847, vol. I, p. 583).