Asta 60 - Dipinti selezionati del XIX e XX

Asta 60 - Dipinti selezionati del XIX e XX

sabato 27 settembre 2025 ore 15:00 (UTC +01:00)
Asta
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Lotti dal 1 al 24 di 40
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  • Leon Giuseppe Buono - "Marina di Puzzuoli"
    Lotto 1

    Leon Giuseppe Buono
    Napoli 1887 - Pozzuoli NA 1975

    "Marina di Puzzuoli"
    Olio su tela cm 77,5x67 firmato in basso a sx L.Buono

  • Antonio Milone - "Scena familiare"
    Lotto 2

    Antonio Milone
    Napoli 1934-1919

    "Scena familiare"
    Olio su tela cm 30x40 firmato in basso a dx A.Milone

  • Giuseppe Casciaro - "Giardino sul mare"
    Lotto 3

    Giuseppe Casciaro
    Ortelle 1863 - Napoli 1941

    "Giardino sul mare"
    Pastello su carta cm 35x39 firmato in basso a sx G.Casciaro

    - Giuseppe Casciaro nacque il 9 marzo 1863 a Ortelle, un piccolo comune della Puglia. Rimasto orfano da giovane, fu accolto dallo zio sacerdote, che gli permise di frequentare il liceo classico, ma la sua passione per l'arte lo portò presto verso gli studi pittorici. Si iscrisse alla scuola di disegno di Paolo Emilio Stasi a Spongano, che riconobbe il suo talento e lo indirizzò a frequentare il Real Istituto di Belle Arti di Napoli. A Napoli, studiò sotto la guida di Gioacchino Toma e dello scultore Stanislao Lista, ma fu l'incontro con Francesco Paolo Michetti a segnare un punto di svolta nella sua carriera, insegnandogli a usare il pastello.Il suo debutto artistico avvenne nel 1887 alla Promotrice "Salvator Rosa" di Napoli, dove espose undici paesaggi che gli valsero lodi e riconoscimenti. Da quel momento, partecipò a numerose esposizioni in Italia e all'estero, tra cui quelle di Palermo, Roma, Torino, Milano, Parigi, Bruxelles, Berlino e Vienna. Nel 1893, al Salon de Paris, vinse una medaglia d'oro, consolidando la sua fama. Tra il 1895 e il 1932, Casciaro partecipò quasi senza interruzione alla Biennale di Venezia, dove il suo talento fu ampiamente apprezzato.Nel 1906, presentò un ciclo di opere intitolato "Castro e dintorni" all'Esposizione internazionale di Milano, suscitando l'interesse della famiglia reale. La regina Elena, appassionata di pittura, lo nominò suo maestro, un riconoscimento che accrebbe ulteriormente la sua notorietà. Oltre alla pittura, Casciaro si dedicò all'insegnamento, ricoprendo ruoli accademici e contribuendo alla formazione di numerosi giovani artisti. Nel 1929 fu candidato alla Reale Accademia d'Italia, un altro traguardo significativo nella sua carriera.Nel 1934, partecipò alla mostra d'arte coloniale di Napoli, avendo l'opportunità di recarsi in Libia per realizzare un ciclo di opere ispirato a quelle terre.Giuseppe Casciaro nacque il 9 marzo 1863 a Ortelle, un piccolo comune della Puglia. Rimasto orfano da giovane, fu accolto dallo zio sacerdote, che gli permise di frequentare il liceo classico, ma la sua passione per l'arte lo portò presto verso gli studi pittorici. Si iscrisse alla scuola di disegno di Paolo Emilio Stasi a Spongano, che riconobbe il suo talento e lo indirizzò a frequentare il Real Istituto di Belle Arti di Napoli. A Napoli, studiò sotto la guida di Gioacchino Toma e dello scultore Stanislao Lista, ma fu l'incontro con Francesco Paolo Michetti a segnare un punto di svolta nella sua carriera, insegnandogli a usare il pastello.Il suo debutto artistico avvenne nel 1887 alla Promotrice "Salvator Rosa" di Napoli, dove espose undici paesaggi che gli valsero lodi e riconoscimenti. Da quel momento, partecipò a numerose esposizioni in Italia e all'estero, tra cui quelle di Palermo, Roma, Torino, Milano, Parigi, Bruxelles, Berlino e Vienna. Nel 1893, al Salon de Paris, vinse una medaglia d'oro, consolidando la sua fama. Tra il 1895 e il 1932, Casciaro partecipò quasi senza interruzione alla Biennale di Venezia, dove il suo talento fu ampiamente apprezzato.Nel 1906, presentò un ciclo di opere intitolato "Castro e dintorni" all'Esposizione internazionale di Milano, suscitando l'interesse della famiglia reale. La regina Elena, appassionata di pittura, lo nominò suo maestro, un riconoscimento che accrebbe ulteriormente la sua notorietà. Oltre alla pittura, Casciaro si dedicò all'insegnamento, ricoprendo ruoli accademici e contribuendo alla formazione di numerosi giovani artisti. Nel 1929 fu candidato alla Reale Accademia d'Italia, un altro traguardo significativo nella sua carriera.Nel 1934, partecipò alla mostra d'arte coloniale di Napoli, avendo l'opportunità di recarsi in Libia per realizzare un ciclo di opere ispirato a quelle terre.Giuseppe Casciaro morì a Napoli nel 1945.

  • Luigi Bertolingrande - "La pesca"
    Lotto 4

    Luigi Bertolingrande
    Napoli 1903 - 1977

    "La pesca"
    Olio su tela cm 55x100 firmato in basso a sx L.Bertolingrande

  • Filiberto Petiti - "Alla fontana"
    Lotto 5

    Filiberto Petiti
    Torino 1845 - Roma 1924

    "Alla fontana"
    Olio su tavola cm 37,5x25 firmato in basso a sx F.Petiti

  • Guglielmo Micheli - "Vicolo del Giardino"
    Lotto 6

    Guglielmo Micheli
    Livorno 1866-1926

    "Vicolo del Giardino"
    Olio su tavola cm 32x21,5 firmato in basso a sx G.Micheli

  • Giulio Da Vicchio - "Sicilia"
    Lotto 7

    Giulio Da Vicchio
    Livorno 1925 - 2004

    "Sicilia"
    Olio su tela cm 40x30 firmato in basso a sx G.Vicchio

  • Nello Giovvanelli - "Porto a Livorno"
    Lotto 8

    Nello Giovvanelli
    Livorno 1922 - 1996

    "Porto a Livorno"
    Olio su tavola cm 30x40 firmato in basso a dx N.Giovvanelli

  • Guglielmo Micheli - "Vicolo di paese"
    Lotto 9

    Guglielmo Micheli
    Livorno 1866-1926

    "Vicolo di paese"
    Olio su tavola cm 38,5x22,5 firmato in basso a sx Micheli

  • Ferruccio Rontini - "Paesaggio al tramonto 1924"
    Lotto 10

    Ferruccio Rontini
    Firenze 1893 - Livorno 1964

    "Paesaggio al tramonto 1924"
    Olio su tavola cm 23x43 firmato in basso a sx F.Rontini

    - Ferruccio Rontini, pittore livornese, studiò all'Accademia delle Belle Arti di Firenze, diventando in seguito anche docente presso la stessa istituzione. Il suo stile iniziale, influenzato dal movimento macchiaiolo, si evolse significativamente a partire dagli anni quaranta.La sua pittura è pervasa da un forte naturalismo, concentrandosi soprattutto su temi paesaggistici e scene di vita quotidiana. Spesso ambientati nella campagna toscana, i suoi dipinti sono realizzati en plein air, soprattutto nella Maremma e nel Mugello. Tra le sue opere più riuscite, quelle ambientate nei mercati di Vicchio emergono per lo sguardo ottocentesco che Rontini proietta sulla vita quotidiana della gente.Ferruccio Rontini fu anche uno dei fondatori del Gruppo Labronico nel 1920, contribuendo così alla scena artistica locale e nazionale. Tra le sue esposizioni più significative, si ricordano la Mostra “Fiorentina Primaverile” del 1922 e la Biennale di Milano del 1925 con l'opera "La coltratura", oltre alle esposizioni del Gruppo Labronico.Recentemente, nel ottobre 2018, la Fondazione Livorno ha inaugurato una mostra in suo onore, riconoscendo così il contributo artistico di Rontini.È interessante notare che Ferruccio Rontini è il nonno di Pia Rontini, una delle vittime del Mostro di Firenze, tragedia che ha segnato la sua famiglia.Il suo lavoro è oggi presente in numerose collezioni e musei: 13 opere fanno parte della collezione permanente della Fondazione Livorno (ex Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno), mentre altre opere sono custodite nella collezione della Banca Commerciale Italiana, nella Fondazione CRTrieste, nel Museo Luigi Bailo di Treviso e nella Pinacoteca Comunale Foresiana a Portoferraio, collezione Mario Foresi.In onore della sua memoria, una via a Livorno porta il suo nome.

  • Ferruccio Rontini - "Lungo il fiume 1926"
    Lotto 11

    Ferruccio Rontini
    Firenze 1893 - Livorno 1964

    "Lungo il fiume 1926"
    Olio su tavola cm 23x43 firmato in basso a sx F.Rontini

    - Ferruccio Rontini, pittore livornese, studiò all'Accademia delle Belle Arti di Firenze, diventando in seguito anche docente presso la stessa istituzione. Il suo stile iniziale, influenzato dal movimento macchiaiolo, si evolse significativamente a partire dagli anni quaranta.La sua pittura è pervasa da un forte naturalismo, concentrandosi soprattutto su temi paesaggistici e scene di vita quotidiana. Spesso ambientati nella campagna toscana, i suoi dipinti sono realizzati en plein air, soprattutto nella Maremma e nel Mugello. Tra le sue opere più riuscite, quelle ambientate nei mercati di Vicchio emergono per lo sguardo ottocentesco che Rontini proietta sulla vita quotidiana della gente.Ferruccio Rontini fu anche uno dei fondatori del Gruppo Labronico nel 1920, contribuendo così alla scena artistica locale e nazionale. Tra le sue esposizioni più significative, si ricordano la Mostra “Fiorentina Primaverile” del 1922 e la Biennale di Milano del 1925 con l'opera "La coltratura", oltre alle esposizioni del Gruppo Labronico.Recentemente, nel ottobre 2018, la Fondazione Livorno ha inaugurato una mostra in suo onore, riconoscendo così il contributo artistico di Rontini.È interessante notare che Ferruccio Rontini è il nonno di Pia Rontini, una delle vittime del Mostro di Firenze, tragedia che ha segnato la sua famiglia.Il suo lavoro è oggi presente in numerose collezioni e musei: 13 opere fanno parte della collezione permanente della Fondazione Livorno (ex Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno), mentre altre opere sono custodite nella collezione della Banca Commerciale Italiana, nella Fondazione CRTrieste, nel Museo Luigi Bailo di Treviso e nella Pinacoteca Comunale Foresiana a Portoferraio, collezione Mario Foresi.In onore della sua memoria, una via a Livorno porta il suo nome.

  • Carlo Domenici - "Caccia al cinghiale"
    Lotto 12

    Carlo Domenici
    Livorno 1897 - Portoferraio (LI) 1981

    "Caccia al cinghiale"
    Olio su tavola cm 51x60 firmato in basso a dx C.Domenici

    - Carlo Domenici nacque a Livorno il 18 marzo 1897, in una famiglia modesta ma culturalmente vivace: il padre Cesare era marmista e suonava nella Filarmonica cittadina, mentre la madre, Matilde, proveniva da una famiglia di artigiani. Fin da giovane, Domenici mostrò un talento naturale per il disegno, che fu incoraggiato dal poeta e giornalista Giosuè Borsi, amico di famiglia, il quale lo spinse a intraprendere un percorso artistico. A tredici anni, si iscrisse all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove studiò disegno, acquaforte e litografia, avvicinandosi allo stile dei macchiaioli.Nel 1913, a soli sedici anni, Domenici realizzò il suo primo dipinto, "Figura di Bambina", e lo espose alla Mostra della Secessione presso la Società Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma. Nel 1917, il celebre compositore Pietro Mascagni acquistò una sua opera intitolata "Venezia Livornese", riconoscendo il talento del giovane pittore. Nello stesso anno, Domenici si sposò con Bianca.Nel 1920, fu tra i fondatori del Gruppo Labronico, un'associazione di artisti livornesi che si riunivano al Caffè Bardi, condividendo l'amore per la pittura en plein air e per i paesaggi toscani. Domenici partecipò attivamente alle esposizioni del gruppo e, nel 1979, alla morte di Renato Natali, ne divenne presidente, mantenendo la carica fino alla sua scomparsa.La sua produzione artistica si concentrò principalmente su paesaggi e scene di vita rurale, con particolare attenzione alla Maremma, all'Isola d'Elba e alle marine toscane. Le sue opere, spesso realizzate su piccole tavolette, si distinguono per l'uso di colori caldi e per la capacità di cogliere la luce e l'atmosfera dei luoghi rappresentati. Tra i soggetti preferiti vi erano contadini al lavoro, buoi al pascolo e vedute di borghi e porti.Domenici espose le sue opere in numerose mostre, sia in Italia che all'estero, tra cui la Quadriennale d'Arte di Roma nel 1924, l'Esposizione dell'America del Sud nel 1926, la Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, l'Internazionale di Tokyo e una personale a Manila. Nel 1950, partecipò alla Mostra di Cinquant'anni di Pittura Toscana a Firenze e, nel 1957, all'Esposizione Nazionale al Maschio Angioino.Nel 1946, fondò il Gruppo Artisti Elbani e istituì il Premio Llewelyn Lloyd a Portoferraio, in memoria del pittore che visse e lavorò sull'Isola d'Elba. Domenici si interessò anche alla politica locale, ricoprendo la carica di consigliere comunale a Portoferraio. Dopo la morte della prima moglie, si unì a Plava Cioni, con la quale ebbe un figlio, Claudio, che seguì le orme paterne diventando pittore con il nome d'arte Claudio da Firenze.Carlo Domenici morì a Portoferraio nel 1981.

  • Carlo Domenici - "Veliero"
    Lotto 13

    Carlo Domenici
    Livorno 1897 - Portoferraio (LI) 1981

    "Veliero"
    Olio su tavola cm 35x54 firmato in basso a dx C.Domenici

    - Carlo Domenici nacque a Livorno il 18 marzo 1897, in una famiglia modesta ma culturalmente vivace: il padre Cesare era marmista e suonava nella Filarmonica cittadina, mentre la madre, Matilde, proveniva da una famiglia di artigiani. Fin da giovane, Domenici mostrò un talento naturale per il disegno, che fu incoraggiato dal poeta e giornalista Giosuè Borsi, amico di famiglia, il quale lo spinse a intraprendere un percorso artistico. A tredici anni, si iscrisse all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove studiò disegno, acquaforte e litografia, avvicinandosi allo stile dei macchiaioli.Nel 1913, a soli sedici anni, Domenici realizzò il suo primo dipinto, "Figura di Bambina", e lo espose alla Mostra della Secessione presso la Società Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma. Nel 1917, il celebre compositore Pietro Mascagni acquistò una sua opera intitolata "Venezia Livornese", riconoscendo il talento del giovane pittore. Nello stesso anno, Domenici si sposò con Bianca.Nel 1920, fu tra i fondatori del Gruppo Labronico, un'associazione di artisti livornesi che si riunivano al Caffè Bardi, condividendo l'amore per la pittura en plein air e per i paesaggi toscani. Domenici partecipò attivamente alle esposizioni del gruppo e, nel 1979, alla morte di Renato Natali, ne divenne presidente, mantenendo la carica fino alla sua scomparsa.La sua produzione artistica si concentrò principalmente su paesaggi e scene di vita rurale, con particolare attenzione alla Maremma, all'Isola d'Elba e alle marine toscane. Le sue opere, spesso realizzate su piccole tavolette, si distinguono per l'uso di colori caldi e per la capacità di cogliere la luce e l'atmosfera dei luoghi rappresentati. Tra i soggetti preferiti vi erano contadini al lavoro, buoi al pascolo e vedute di borghi e porti.Domenici espose le sue opere in numerose mostre, sia in Italia che all'estero, tra cui la Quadriennale d'Arte di Roma nel 1924, l'Esposizione dell'America del Sud nel 1926, la Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, l'Internazionale di Tokyo e una personale a Manila. Nel 1950, partecipò alla Mostra di Cinquant'anni di Pittura Toscana a Firenze e, nel 1957, all'Esposizione Nazionale al Maschio Angioino.Nel 1946, fondò il Gruppo Artisti Elbani e istituì il Premio Llewelyn Lloyd a Portoferraio, in memoria del pittore che visse e lavorò sull'Isola d'Elba. Domenici si interessò anche alla politica locale, ricoprendo la carica di consigliere comunale a Portoferraio. Dopo la morte della prima moglie, si unì a Plava Cioni, con la quale ebbe un figlio, Claudio, che seguì le orme paterne diventando pittore con il nome d'arte Claudio da Firenze.Carlo Domenici morì a Portoferraio nel 1981.

  • Cesare Ciani - "Ritratto di nobiluomo"
    Lotto 14

    Cesare Ciani
    Firenze 1854 - Firenze 1921

    "Ritratto di nobiluomo"
    Olio su tela cm 47x41 firmato in basso a dx C.Ciani

  • Antonio Rizzi - "Campagna fiorentina"
    Lotto 15

    Antonio Rizzi
    Cremona 1869 - Firenze 1940

    "Campagna fiorentina"
    Olio su cartone cm 20,5x28,5 firmato no

    - Antonio Rizzi nacque a Cremona il 18 gennaio 1869. Fin da giovane, fu coinvolto in un ambiente familiare che, pur nutrendo diverse aspirazioni per il suo futuro, lo indirizzò verso l'arte. La madre, nobildonna appassionata di musica, desiderava per lui una carriera musicale, mentre il padre auspicava un futuro nel campo legale. Tuttavia, la passione di Antonio per la pittura prevalse su tutte le altre inclinazioni. Iniziò gli studi artistici sotto la guida del pittore Giovanni Bergamaschi e, nel 1886, si iscrisse all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove si diplomò nel 1890.A soli ventidue anni, Rizzi realizzò il sipario per il Teatro Ponchielli di Cremona, un'opera di grande impegno che si ispirava alle composizioni di Tiepolo. Questo progetto segnò l'inizio di una carriera ricca di successi. Nel 1894 vinse il premio Fumagalli con il dipinto "L'imperatore Nerone osserva il cadavere della madre Agrippina", seguito poco dopo da un altro riconoscimento con il "Ritratto di Raffaello", che gli valse il premio Mylius. Le sue capacità lo portarono a realizzare numerosi ritratti, ma anche decorazioni di teatri, tra cui quello Politeama Verdi di Cremona e un altro a Caracas.Nel 1899, partecipò per la prima volta alla Biennale di Venezia con l'opera "Vespro Estivo", guadagnandosi riconoscimenti a livello internazionale. Sempre nello stesso periodo, si sposò con Emilia Gorra, figlia del pittore Giulio, e si trasferì a Venezia, dove visse un periodo sereno dedicandosi alla pittura en plein air e collaborando con la rivista "Novissima".Nel 1906, Rizzi ottenne la cattedra di Pittura e Figura all'Accademia di Belle Arti di Perugia, incarico che mantenne fino al 1911. Successivamente, si trasferì a Roma, dove vinse il concorso per i mosaici delle lunette dei propilei del Vittoriano, opere che raffigurano "La Pace", "Il Libero Pensiero", "L'Unione" e "La Legge". A Cremona si conservano le tele che documentano le fasi preparatorie di questi lavori.Rizzi tornò poi a vivere a Cremona, dove continuò la sua attività artistica, contribuendo alla decorazione di spazi pubblici come il Salone della Consulta di Palazzo Comunale, per il quale realizzò tondi e pannelli raffiguranti le Virtù del Buon Governo e le Glorie di Cremona. Inoltre, partecipò alla III Esposizione d'Arte Moderna di Cremona nel 1926 e realizzò un pannello per il teatro di Cavalese nel 1928.Nel 1932, Rizzi tenne una mostra personale alla Galleria Firenze e, nel 1934, partecipò al concorso per le vetrate del Duomo di Milano, dedicato alla vita di Giovanni Battista, ma il progetto rimase incompiuto. Nel 1937, donò una parte delle sue opere al Museo Civico di Cremona e, l'anno successivo, presentò il dipinto "Mietitori" al Secondo Premio Cremona.Gli ultimi mesi della sua vita furono dedicati a un'ulteriore composizione per il Premio Cremona del 1941, ma Rizzi morì il 10 novembre 1940 a Firenze, prima di poter completare l'opera.

  • Antonio Rizzi - "Pianura di Vallate"
    Lotto 16

    Antonio Rizzi
    Cremona 1869 - Firenze 1940

    "Pianura di Vallate"
    Olio su cartone cm 23,5x31 firmato in basso a dx A.Rizzi

    - Antonio Rizzi nacque a Cremona il 18 gennaio 1869. Fin da giovane, fu coinvolto in un ambiente familiare che, pur nutrendo diverse aspirazioni per il suo futuro, lo indirizzò verso l'arte. La madre, nobildonna appassionata di musica, desiderava per lui una carriera musicale, mentre il padre auspicava un futuro nel campo legale. Tuttavia, la passione di Antonio per la pittura prevalse su tutte le altre inclinazioni. Iniziò gli studi artistici sotto la guida del pittore Giovanni Bergamaschi e, nel 1886, si iscrisse all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove si diplomò nel 1890.A soli ventidue anni, Rizzi realizzò il sipario per il Teatro Ponchielli di Cremona, un'opera di grande impegno che si ispirava alle composizioni di Tiepolo. Questo progetto segnò l'inizio di una carriera ricca di successi. Nel 1894 vinse il premio Fumagalli con il dipinto "L'imperatore Nerone osserva il cadavere della madre Agrippina", seguito poco dopo da un altro riconoscimento con il "Ritratto di Raffaello", che gli valse il premio Mylius. Le sue capacità lo portarono a realizzare numerosi ritratti, ma anche decorazioni di teatri, tra cui quello Politeama Verdi di Cremona e un altro a Caracas.Nel 1899, partecipò per la prima volta alla Biennale di Venezia con l'opera "Vespro Estivo", guadagnandosi riconoscimenti a livello internazionale. Sempre nello stesso periodo, si sposò con Emilia Gorra, figlia del pittore Giulio, e si trasferì a Venezia, dove visse un periodo sereno dedicandosi alla pittura en plein air e collaborando con la rivista "Novissima".Nel 1906, Rizzi ottenne la cattedra di Pittura e Figura all'Accademia di Belle Arti di Perugia, incarico che mantenne fino al 1911. Successivamente, si trasferì a Roma, dove vinse il concorso per i mosaici delle lunette dei propilei del Vittoriano, opere che raffigurano "La Pace", "Il Libero Pensiero", "L'Unione" e "La Legge". A Cremona si conservano le tele che documentano le fasi preparatorie di questi lavori.Rizzi tornò poi a vivere a Cremona, dove continuò la sua attività artistica, contribuendo alla decorazione di spazi pubblici come il Salone della Consulta di Palazzo Comunale, per il quale realizzò tondi e pannelli raffiguranti le Virtù del Buon Governo e le Glorie di Cremona. Inoltre, partecipò alla III Esposizione d'Arte Moderna di Cremona nel 1926 e realizzò un pannello per il teatro di Cavalese nel 1928.Nel 1932, Rizzi tenne una mostra personale alla Galleria Firenze e, nel 1934, partecipò al concorso per le vetrate del Duomo di Milano, dedicato alla vita di Giovanni Battista, ma il progetto rimase incompiuto. Nel 1937, donò una parte delle sue opere al Museo Civico di Cremona e, l'anno successivo, presentò il dipinto "Mietitori" al Secondo Premio Cremona.Gli ultimi mesi della sua vita furono dedicati a un'ulteriore composizione per il Premio Cremona del 1941, ma Rizzi morì il 10 novembre 1940 a Firenze, prima di poter completare l'opera.

  • Guglielmo Pizzirani - "Giornata estiva "
    Lotto 17

    Guglielmo Pizzirani
    Bologna 1886 - 1971

    "Giornata estiva "
    Olio su tela cm 60x78 firmato in basso a sx G. Pizzirani

  • Alfredo Soressi - "Cavalli da tiro"
    Lotto 18

    Alfredo Soressi
    Piacenza 1897-1982

    "Cavalli da tiro"
    Olio su tavola cm 25x42 firmato in basso a dx A.Soressi

  • Paolo Vincenzo Rizzetti - "Lavando i panni in Val d'Aosta"
    Lotto 19

    Paolo Vincenzo Rizzetti
    orino 1872 - Bordighera (Porto Maurizio) 1922

    "Lavando i panni in Val d'Aosta"
    Olio su tavola cm 40x50 firmato in basso a sx P.Rizzetti

  • Cesare Gheduzzi - "Paese in Val d'Aosta"
    Lotto 20

    Cesare Gheduzzi
    Crespellano BO 1894 - Torino 1944

    "Paese in Val d'Aosta"
    Olio su tavola cm 40x30 firmato in basso a dx C.Gheduzzi

  • Mario Lisa - "Tramonto a V... 1942"
    Lotto 21

    Mario Lisa
    Torino 1908 - 1992

    "Tramonto a V... 1942"
    Olio su tela cm 55,5x58 firmato in basso a sx Lisa

  • Ottorino Campagnari - "Alta Val d'Aosta"
    Lotto 22

    Ottorino Campagnari
    Mestre 1910 - Torino 1982

    "Alta Val d'Aosta"
    Olio su tela cm 40x50 firmato in basso a dx O.Campagnari

    - Ottorino Campagnari è stato un illustre artista paesaggista dello stile tardo ottocentesco, la cui carriera artistica ha inizio fin da giovane. Si specializzò nell'affresco di scene montane e nelle vibranti rappresentazioni delle mareggiate lungo la costa ligure, in particolare nelle vicinanze di Varigotti, dove spesso soggiornava per trarre ispirazione.La sua presenza artistica è stata notevole, partecipando a numerose mostre nazionali, tra cui spicca la sua partecipazione alla Promotrice di belle arti di Torino nel 1942. Campagnari ha tenuto sia mostre personali che ha partecipato a esposizioni collettive in Italia e all'estero.Le sue composizioni si caratterizzano per la loro piacevolezza e per la capacità espressiva dell'artista. Questa capacità espressiva è indubbiamente degna di interesse, paragonabile ai suoi paesaggi. È sostenuta da una solida e attenta preparazione artistica, che gli ha permesso in molti casi di catturare in modo straordinario la bellezza e l'autenticità di un paesaggio, spesso accompagnato da figure umane, e il mondo circostante. Questa impostazione artistica è rimasta costante nel tempo, mantenendo la sua struttura e la sua suggestiva adesione alle montagne che erano care ad altri grandi maestri dell'arte come Maggi, Musso, Rolla e Angelo Abrate.È evidente che Campagnari ha mantenuto intatto il suo dialogo con la natura, preservando la genuinità delle sue immagini, la fedeltà all'ambiente e la coerenza nella testimonianza di un dipingere che ha conquistato il pubblico per il suo costante amore per l'antica "veduta" e per il suo sincero intento rappresentativo. La sua raffigurazione è sempre piacevole, pronta a catturare il profondo significato di una tradizione paesaggistica che sembra resistere a ogni cambiamento estetico. Questa tradizione è indissolubilmente legata alla cultura figurativa piemontese dell'Ottocento e del Primo Novecento.Campagnari ha sviluppato una linea espressiva distintiva e inconfondibile, dimostrando una notevole abilità nel rendere con leggerezza e delicatezza il candido manto della neve e nel catturare gli ultimi dettagli di un paesaggio in continua trasformazione con il passare delle stagioni. La sua opera è un tributo duraturo alla bellezza della natura e alla ricca tradizione artistica dell'Ottocento e del primo Novecento, che continua a influenzare e a ispirare gli amanti di un genere pittorico che, pur in un mondo in continua evoluzione, resta un richiamo sentito e rassicurante nelle giornate agitate della nostra esistenza.

  • Venanzio Zolla - "Scena familiare"
    Lotto 23

    Venanzio Zolla
    Colchester,1880 - Torino 1961

    "Scena familiare"
    Olio su cartone cm 63,5x70,5 firmato in basso a sx Venanzio Zolla

  • Giovanni Cappa Legora - "Passera'"
    Lotto 24

    Giovanni Cappa Legora
    Giovanni Cappa Legora Torino 1887 - Stresa 198

    "Passera'"
    Olio su tela cm 30x45,5 firmato in basso a sx G.Legora

    - Giovanni Cappa Legora nacque a Torino nel 1826 e si spense nella stessa città nel 1892. Figlio del pittore Luigi Cappa, fu avviato fin da giovane alla carriera artistica, studiando all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dove si distinse per il suo talento e la sua dedizione.La sua formazione fu influenzata dalle correnti artistiche del suo tempo, in particolare dal Romanticismo, ma Cappa Legora sviluppò uno stile personale caratterizzato da una raffinata tecnica pittorica e da una spiccata attenzione ai dettagli. Le sue opere spaziano tra vari generi, tra cui il ritratto, la pittura storica e la scena di genere, sempre con un'attenzione particolare alla resa emotiva e psicologica dei soggetti rappresentati.Durante la sua carriera, Cappa Legora partecipò a numerose esposizioni, ottenendo riconoscimenti e apprezzamenti per la qualità delle sue opere. La sua produzione artistica contribuì significativamente al panorama culturale torinese dell'Ottocento, consolidando la sua reputazione come uno dei pittori più apprezzati della sua generazione.

Lotti dal 1 al 24 di 40
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Asta 60 - Dipinti selezionati del XIX e XX

Gentili amici e appassionati d’arte,

Siamo lieti di informarvi che è disponibile online il catalogo dell' Asta 60, in programma sabato 27 settembre 2025 alle ore 15:00, con diretta video.


Tra i 40 lotti proposti opere di Leon Giuseppe Buono, Mario Moretti Foggia, Luigi Bertolingrande, Guglielmo Micheli, Ferruccio Rontini, Carlo Domenici, Italo Mus e altri pittori del panorama italiano del XIX e XX secolo.



Sessioni

  • 27 settembre 2025 ore 15:00 Sabato 27, ore 15:00 (1 - 40)

Esposizione

MOSTRA ASTA


La visione delle opere, presso la sede di Brescia, Via Fratelli Cairoli 26, è su appuntamento, via telefono o whatsapp +39 351 3351 356.

Pagamenti e Spedizioni

Contanti fino a 4.999 euro,

assegno circolare,

bonifico bancario,

carta di credito (Potrebbero applicarsi commissioni)


Per ricevere preventivi dettagliati riguardanti le spedizioni, vi invitiamo gentilmente a inviarci una email all'indirizzo aste@galleriasantagiualia.com. Il costo medio delle spedizioni varia solitamente da 40 a 100 euro, a seconda della tecnica e delle dimensioni del dipinto.

Condizioni di vendita

Scarica il documento di Condizioni di Vendita

Commissioni

25% sul prezzo di aggiudicazione.

Rilanci

  • da 0 a 500 rilancio di 50
  • da 500 a 2000 rilancio di 100
  • da 2000 a 5000 rilancio di 200
  • da 5000 a 10000 rilancio di 500
  • da 10000 in avanti rilancio di 1000