BENETTON, IL FERRO E L'ANIMA. FASE 5. PREZZI DI PARTENZA DIMEZZATI. LAST CHANCE TO BUY!

BENETTON, IL FERRO E L'ANIMA. FASE 5. PREZZI DI PARTENZA DIMEZZATI. LAST CHANCE TO BUY!

martedì 29 luglio 2025 ore 18:00 (UTC +01:00)
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  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Sintesi animale, 1965
    Lotto 57

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Sintesi animale, 1965
    Ferro modellato a caldo
    16,5 x 30 x 25 cm

    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 95%
    Stato di conservazione. Superficie: 95%

    Un rapace e, forse, un pipistrello insieme: ma soprattutto, come indica il figlio Giovanni, l'occasione per Toni Benetton di applicare la volta ad una forma zoomorfa. In generale, sculture di piccole dimensioni come questa erano realizzate da Toni Benetton per se stesso nelle prime ore della mattina, oppure nei tempi morti nella realizzazione delle grandi sculture, mentre il ferro si riscaldava. In realtà, però, è facile osservare che questi piccoli oggetti hanno la funzione di sperimentare e integrare le idee fondamentali di Benetton sulla forma, in modo molto simile a quello che capitava nei disegni preparatori.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Onda marina, 1967
    Lotto 60

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Onda marina, 1967
    Ferro tagliato a fiamma ossidrica e saldato
    110 x 250 x 27 cm
    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 95%
    Stato di conservazione. Superficie: 90%

    Nel 1967, Benetton si trasferisce con Ada Allegro, giovane allieva diventata sua compagna, a Mogliano Veneto dove ha acquistato una villa settecentesca circondata da un vasto parco nel quale colloca le sue macrosculture. Nelle vicinanze della villa, proprio sulla riva del fiume Dese che separa le province di Treviso e Venezia, costruisce un nuovo attrezzatissimo atelier. Qui fonda l’Accademia Internazionale del Ferro dove tiene corsi di alta specializzazione artistica ai quali partecipano, grazie ad apposite borse di studio, artisti di diversi paesi.
    "Onda marina" è una delle opere più importanti di Toni Benetton di questa nuova fase, in cui l'artista è impegnato a dimostrare ai giovani tutte le possibilità del ferro.
    Cosa di più complesso del rappresentare, con questa materia pesante, la motilità e la leggerezza della cresta dell'onda?
    Benetton usa due diverse lavorazioni. Identificata proprio nella schiuma la parte più vitale dell'onda, prima taglia la lastra con la fiamma ossidrica ottenendo le punte e il perimetro agitato e mutevole. Poi inizia la forgia battendola con mazze o maglio intorno a 1100 gradi. Con questo ultimo intervento, ottiene due effetti: arcuare la superficie proprio come l'onda e realizzarne la innervatura grazie alle differenze di spessore suscitate dai potenti colpi. Nel creare questo capolavoro - tale proprio per la difficoltà di suggerire nel metallo un elemento naturale così estremamente volubile - Benetton ha forse in mente una famosa stampa di Hokusai, "la grande onda di Kanagawa" (1830-1831), in cui la schiuma è resa proprio con gli stessi "artigli".

    Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Cavallo, 1960
    Lotto 61

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Cavallo, 1960
    Ferro modellato a caldo
    199 x 120 x 93 cm

    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 95%
    Stato di conservazione. Superficie: 95%

    Il “Cavallo” appartiene alla stessa serie dei precedenti, realizzata da Benetton per il Natale del 1960, a partire dalla sua esperienza con i cavalli dell'Ippodromo di Treviso. In questo caso, tuttavia, è sviluppato maggiormente in altezza, il che accentua l'effetto di agilità ed eleganza.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Forma, 1957
    Lotto 65

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Forma, 1957
    Matita e carboncino su carta da pacchi
    50,4 x 37,5 cm

    Firma: "ABtt" a matita
    Data; "57" a penna
    Elementi distintivi: "F" a matita

    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 95%
    Stato di conservazione. Superficie: 85%

    Studio per un'opera della serie "Sintesi zoomorfe". Nell'asta è presente anche un altro foglio con lo stesso soggetto, in redazione ormai esecutiva. Benetton si interessava, negli anni Cinquanta, alle forme viventi. Le semplificava al punto che l'originario suggerimento figurativo - per esempio la forma di un vegetale o di un animale - veniva resa quasi astratta, attraverso la deformazione della lastra.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Toro. Sintesi animale, 1960
    Lotto 66

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Toro. Sintesi animale, 1960
    Ferro forgiato e modellato a caldo
    270 x 325 x 170 cm

    Bibliografia: G. Mandel, L. Rossi Bortolatto, a cura di, "Toni Benetton", Treviso, 1970; A. Màdaro, a cura di, "Toni Benetton", Treviso, 1987, p. 54; F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 160; "Toni Benetton, dialoghi con la città", Treviso, 2002-2003, fig. 13
    Esposizione: Giardino Salomon, Solighetto, 1960; Casa del Giorgione, Castelfranco Veneto, 1984; Opere nella città di Treviso, 2002/03
    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 95%
    Stato di conservazione. Superficie: 90%

    Per Benetton il "Toro" è il corrispettivo animale del ferro, in quanto ne rappresenta la forza.
    In questa grande scultura, tuttavia, ciò che maggiormente risalta è il senso di squilibrio, il movimento. L'animale sta franando al termine di una folle corsa e la massa maggiore, nella caduta, è proiettata verso l'alto. In questa inversione di valori, per cui il peso è appunto slanciato in aria, Benetton rivela tutto il suo interesse per le potenzialità del ferro come materia plastica.
    Avvicinandosi alla scultura, è immediata la percezione della massa che ci sta per travolgere. È come se Benetton avesse colto l'istante perfetto per fermare e nello stesso tempo dilatare il movimento.
    L'artista ricordava al figlio Giovanni che "una scultura devi poterla vedere da tutti i punti di vista". Così facendo, Benetton poneva allo scultore un obiettivo enorme, quello di non accontentarsi di una prospettiva fortunata, e liberava al contempo l'osservatore da un punto di vista obbligato, rendendolo protagonista della visione. Proprio per questo motivo, il "Toro" è inserito sul basamento tramite un perno che consente di ruotarlo.

    Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Struttura cellulare. Vivibile (bozzetto), 1970
    Lotto 67

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Struttura cellulare. Vivibile (bozzetto), 1970
    Lamiera e tondino di ferro saldati
    30 x 140 x 79 cm

    Bibliografia: C. Munari, L. Rossi Bortolatto, G. Mandel, ed altri, testi di, "Toni Benetton", Treviso, 1970
    Esposizione: Rotonda della Besana, Milano, 1970
    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 90%
    Stato di conservazione. Superficie: 90%

    L'opera, un bozzetto, appartiene alla serie delle "Sculture vivibili", sculture cioè che potevano non semplicemente essere viste dall'esterno, ma 'attraversate' da tutti i lati. Tre furono realizzate ed una, "Vivibile" del 1967, venne esposta alla XII Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia (2010). Nell'opera in asta, salta immediatamente all'occhio il tema del ritmo. Inoltre, la parte più consistente della scultura, retta da pilastrini, è sospesa sopra alla testa dei visitatori e li invita a guardare in alto frammentando la visione del cielo grazie alle sagome dei cerchi. E in effetti l'andamento dell'intera scultura è composto da due grandi cerchi modulari. Ricorda Giovanni Benetton che per lo scultore il cerchio era la forma perfetta e la geometria una grande passione. Nell'archivio della famiglia Benetton, la scultura è intitolata "Struttura cellulare - Vivibile". L’artista era attento alla produzione scultorea contemporanea ma, in conseguenza dell'importanza che attribuiva al dialogo con l'ambiente, aveva un rapporto privilegiato con gli architetti, per esempio Carlo Scarpa e Marcello D'Olivo, con cui discuteva le opere monumentali dalla fase di ideazione fino al posizionamento.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Forma, 1965
    Lotto 70

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Forma, 1965
    Matita su carta da pacchi
    37,5 x 50 cm

    Firma: "ABntt" a matita
    Data; "65" a matita

    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 90%
    Stato di conservazione. Superficie: 90%

    Esemplare di "Sintesi zoomorfa", l’opera è connotata da quel massimo livello di astrazione che Benetton raggiunge a metà degli anni Sessanta e rispetto alla quale le forme animali sono, in sostanza, pretesti.
    Nel disegnare l'artista si è limitato al perimetro e alla ombreggiatura dello spessore. Come sottolinea il figlio Giovanni, l'artista sta misurandosi con la lastra metallica, piatta e ancora priva degli interventi di forgia e martello, ma di cui sa immaginare il potenziale formale.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Acrobati n. 2 o Lottatori, 1959
    Lotto 72

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Acrobati n. 2 o Lottatori, 1959
    Ferro modellato a caldo
    295 x 130 x 90 cm

    Bibliografia: A. Barzagni, Prometeo in villa, Asolo, 1987; F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, pp. 68, 158 e p. 355 scheda 77
    Esposizione: Giardino Salomon, Solighetto, 1960
    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 95%
    Stato di conservazione. Superficie: 90%

    Il tema della lotta era molto importante per Benetton, partigiano nella marca trevigiana. Sportivo e parte della prima squadra di rugby di Treviso in posizione di ariete, era anche appassionato di pugilato e lotta libera. Giovanni Benetton, figlio dell'artista, ricorda bene i racconti che il padre faceva delle scazzottate di gioventù. Più d’una avvenne in una famosa taverna di Praderadego, dove bellunesi e trevigiani si sfidavano in bevute di vino in occasione della tradizionale festa del primo agosto, che naturalmente finiva sempre in rissa. Un’altra occasione di scontro era fornita dalle partite di calcio tra Treviso e Venezia.
    Toni aveva sintetizzato la questione al figlio Giovanni con un monito: "ricordati che quando si va a fare a pugni servono due sacchi, uno per prenderle e l'altro per darle!"
    "Acrobati n. 2" o "I Lottatori", di cui è già stato esaminato il bozzetto, è l'ultima opera in cui Benetton affronta la figura umana nella dimensione monumentale connotandola con testa, braccia e gambe.
    L’artista contrappone due forme umane bidimensionali creando così un parallelepipedo. Che restituisce tridimensionalità e conferisce stabilità alla composizione.
    Le successive macrosculture figurative sono lastre giocate sul rapporto tra il materiale e la proiezione dell'ombra, e la anatomia umana è conservata solo nei lavori di piccolo formato.

    Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Forma geometrica 3, 1968
    Lotto 75

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Forma geometrica 3, 1968
    Ferro modellato a caldo
    22 x 13 x 7 cm

    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 95%
    Stato di conservazione. Superficie: 95%

    "Forma geometrica n. 3", un lavoro sperimentale, è in rapporto con un'altra opera registrata negli archivi Benetton sul tema dello svuotamento. Nella scultura in asta, l'artista ha ricavato, svuotando il pieno, una forma circolare entro un quadrato, mentre l'altra opera è una forma cilindrica entro la quale è ricavato un quadrato. La scelta di inclinare il cubo corrisponde all’intenzione di facilitare l'ingresso della luce, e quindi la percezione del volume cavo, in dimensione monumentale.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Tetto n. 2, 1969
    Lotto 77

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Tetto n. 2, 1969
    Ferro tagliato a fiamma ossidrica
    25 x 84 x 33 cm

    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 95%
    Stato di conservazione. Superficie: 95%

    Nel boom economico degli anni Sessanta, l'Italia si riempie di nuove costruzioni, in particolare edilizia residenziale e pubblica. Benetton presto si accorge che questo proliferare di edifici non tiene conto sufficiente della qualità del vivere. La scultura - purché sappia dialogare alla pari con l'architettura e non essere un semplice "gingillo", questa la parola usata dall’artista - può fare la differenza. Benetton, sul piano teorico e della discussione pubblica, auspica che lo scultore sia chiamato a far parte del gruppo di lavoro che definisce i nuovi spazi. Ma sul piano concreto, fin dal 1960 inizia ad elaborare sculture che, in realtà, sono traduzioni della architettura ad un livello estetico ed abitativo più elevato. L'elemento chiave è il tetto, in quanto definitorio dello spazio della casa. Inizia così la serie dei tetti - cui appartiene anche l'opera in asta, "Tetto n. 2" - in allusione alle coperture che debbono proteggere le persone e come avvicinamento alla scultura.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Frammento n. 2, 1965
    Lotto 78

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Frammento n. 2, 1965
    Ferro modellato a caldo
    163 x 95 x 70 cm

    Bibliografia: A. Màdaro, a cura di, "Toni Benetton", Treviso, 1987, p. 57; F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, pp. 130 e 362, scheda 147
    Esposizione: Galleria Giraldo, 1968; "Film festival", Asolo, 1975; Sede Banca Asolo e Montebelluna, 1987
    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 90%
    Stato di conservazione. Superficie: 90%

    La ricerca di Benetton sulla natura è anche una ricerca sul comportamento dei materiali, che, nel caso del ferro, diventa tema centrale di poesia. "Frammento n. 2" - una lastra che si arriccia sotto la forza del taglio dello scalpello in forgia - è probabilmente lo studio del comportamento del metallo non costretto da un progetto. Infatti, quest'opera - pensata per l'esterno - risulta completamente diversa se posizionata in natura o in un contesto urbano. In rapporto con gli alberi è estremamente armoniosa non solo nella forma libera, ma persino negli effetti della superfice che sembra diventare corteccia. In contesto urbano invece si stacca nettamente dalle forme rigide dell'architettura e le contrasta. In questo modo, potremmo dire, Benetton ha consentito al metallo di rivelare la sua propria forma.

    Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Scultura vivibile n. 10 (bozzetto), 1970
    Lotto 81

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Scultura vivibile n. 10 (bozzetto), 1970
    Lamiera di ferro
    27 x 80 x 20 cm

    Bibliografia: C. Munari, L. Rossi Bortolatto, G. Mandel, ed altri, testi di, "Toni Benetton", Treviso, 1970; F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 69, 275, 366, scheda 206; C. Sala e N. Stringa, a cura di, "Toni Benetton. Per una scultura visibile", Torino, 2011, p. 29, tavv. XVII e XVIII
    Esposizione: Rotonda della Besana, Milano, 1970
    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 95%
    Stato di conservazione. Superficie: 95%

    "Scultura vivibile n. 10" è un bozzetto per una scultura monumentale non realizzata. Evidente il rapporto con l'architettura. Nei bozzetti per le opere destinate ad essere prodotte in grande dimensione, l'artista preferisce utilizzare lastre, cioè materiali industriali, per facilitare la successiva realizzazione in loco. Il bozzetto è molto preciso anche su ulteriori elementi realizzativi: per esempio, negli angoli vi sono fori, nei quali, ad opera finita, dovevano probabilmente passare pilastrini metallici - in acciaio, tali da riflettere il colore scuro della struttura e quindi quasi scomparire alla vista, garantendo tuttavia la tenuta statica della imponente costruzione. Va notato la scelta di sviluppare il corpo dell'opera in orizzontale, soluzione molto più rara e complessa dello sviluppo verticale nella scultura monumentale. Le quattro lastre alludono forse proprio alle linee dell'orizzonte, in coerenza con una soluzione architettonica molto in uso negli anni Sessanta e Settanta nelle periferie urbane. Dell'opera esiste anche un disegno progettuale, datato 1970.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Grande molla. Rapporto elastico, 1975
    Lotto 84

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Grande molla. Rapporto elastico, 1975
    Lamiera di ferro tagliata a fiamma ossidrica
    275 x 240 x 240 cm

    Firma: "TONI BENETTON" inciso su lastrina affissa alla base

    Bibliografia: F. Solmi, M. Venturoli, P. D’Ortona e M. Pasquali, a cura di, XXXI Mostra internazionale di pittura F. P. Michetti, Francavilla al Mare, 1977; F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 94, 256, 372, scheda 274; "Catalogo internazionale d'arte moderna n.7" (speciale Toni Benetton), 1994-1995, p. 131
    Esposizione: Galleria d’arte moderna, Bologna, 1977; Premio Michetti, Francavilla al mare, 1977; Toscana scultura, Stia, 1978; Giardini pubblici di Bologna, 1978; Castelfranco Veneto, 1986; Spazio Lazzari, Treviso, 2002-2003
    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 90%
    Stato di conservazione. Superficie: 90%

    La "Molla", realizzata nel 1975, è il capolavoro della serie dei "Semoventi", sculture in cui il moto, spesso sollecitato da magneti, è un elemento essenziale.
    Sviluppati a partire dal 1971, i "Semoventi" sono il parallelo perfetto, in pura scultura, delle "Linee generatrici", che Benetton realizzate come sculture-strutture. Le "Linee generatrici" - con le loro enormi, monumentali dimensioni - avevano posto l'artista di fronte al problema di come dissipare la spinta del vento e il conseguente movimento della struttura. Nella "Molla", il movimento è impresso dall'uomo, e diventa suono. Il concetto fondamentale di Toni Benetton è di dare al ferro senso di leggerezza, sfruttandone l'elasticità. Di ciò la "Molla" è il migliore esempio. Attraverso una serie di calcoli molto complessi, l'artista realizza una scultura che, sollecitata dall'uomo senza fatica, incomincia a vibrare fino a che gli elementi si scontrano producendo un suono simile alle campane. Per un breve periodo - da pochi secondi a qualche minuto - l'opera è in una sorta di stasi mobile, per cui i suoni si generano inattesi: la stessa misura delle pause non è facilmente prevedibile essendo gli accordi creati dallo scontro alternativo di qualsiasi dei quasi 20 elementi. Qui Benetton si ricollega sia al tema della produzione industriale, affidando al sovrapporsi di lamine rugginose in forma di triangoli la costruzione del suo strumento, sia agli esiti della musica classica moderna, da Schoenberg, a Nono, Berio, Cage e Xenakis. Le pause diventano suono, il suono diventa materia, non c'è più distanza tra natura, atto volontario e caso.
    La "Molla" fu preparata attraverso molti disegni e almeno dieci bozzetti in varie misure, di cui oggi solo quattro restano (per esempio, cfr. F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, pp. 39, 173, 176-177; C. Sala e N. Stringa, a cura di, "Toni Benetton. Per una scultura visibile", Torino, 2011, p. 30, tavv. XXI e XXII). Nel 1986, durante una esposizione a Castelfranco, il violoncellista Mario Brunello improvvisò di fronte alle telecamere RAI l’accompagnamento alla musica della "Molla" azionata da Toni Benetton.

    Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Forma orizzontale, 1966
    Lotto 87

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Forma orizzontale, 1966
    Ferro modellato a caldo
    40 x 74 x 10 cm

    Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 359

    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 95%
    Stato di conservazione. Superficie: 90%

    In "Forma orizzontale" Benetton riecheggia il movimento di un animale, forse un uccello, ma rimanendo fedele alla natura semplice della lastra.
    L'opera fa parte di una serie, le "Sintesi", cui l'artista si dedica per tutti gli anni Sessanta.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Studio per scultura, 1990-1993 ca.
    Lotto 89

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Studio per scultura, 1990-1993 ca.
    Matita e acquerelli su carta da acquerello
    44,5 x 31,5 cm

    Firma: "TBntt" a penna

    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 95%
    Stato di conservazione. Superficie: 95%

    L'acquerello, slegato dalla produzione scultorea, a prima vista rappresenta uno studio di rapporti matematici tra quadrati, ma in realtà è basato sui rapporti cromatici. La prima forma, in giallo, è effettivamente un quadrato. Ma la seconda e la terza, le "L" rovesciate in nero e blu, sono costruite bilanciando piuttosto l'intensità dei colori. L'area nera, più pesante, incontra un'area blu più ampia. Anche se si paragonano le aste e i piedi delle "L" rovesciate, si osserva che il loro rapporto non è prettamente geometrico: alla porzione più rastremata e intensa della "L" nera corrisponde la parte più ampia in blu. La datazione all'inizio degli anni Novanta è in relazione alla produzione scultorea sviluppata in particolare dal 1994 in poi, intorno ai corpi solidi ed agli effetti luminosi.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Proiezione, 1981
    Lotto 90

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Proiezione, 1981
    Ferro tagliato a fiamma ossidrica
    140 x 104 x 30 cm

    Firma: "TONI BENETTON", inciso nel metallo
    Data; "81" inciso nel metallo

    Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 58; F. Batacchi, a cura di, "Toni Benetton, il genio del ferro", Stia, 2000, p. 79; R. Ridolfi, a cura di, "Toni Benetton Lo scultore taumaturgo", Fano, 2003
    Esposizione: Centro storico, Stia, 2000; Centro storico, Fano, 2003
    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 90%
    Stato di conservazione. Superficie: 90%

    Negli anni Ottanta, l'interesse di Benetton vira velocemente verso la proiezione delle forme geometriche ottenute dal taglio della lastra, accentuata ruotandone gli elementi. Rispetto ai tagli degli anni Settanta - in cui i giochi di luce e ombra erano molto semplificati - le proiezioni degli anni Ottanta mostrano una grande variabilità di effetti luminosi durante la giornata, a causa della rotazione del sole rispetto agli elementi geometrici. Questa "Proiezione", in particolare, mantiene la fisicità della lastra nella struttura piana rettangolare, in cui il quadrato è inserito con preciso rapporto matematico: rettangolo e quadrato sono larghi alla stessa maniera; il rettangolo è alto una volta e mezza il quadrato; il quadrato si innesta nel rettangolo a metà della propria altezza e larghezza.
    L'opera è realizzata intervenendo sulla lastra di ferro con tagli a fiamma ossidrica e successiva torsione a caldo.
    Della scultura esiste almeno un bozzetto (F. Batacchi, a cura di, "Toni Benetton, il genio del ferro", Stia, 2000, p. 372, scheda 281).

    Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Torsione, 1960
    Lotto 96

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Torsione, 1960
    Ferro modellato a caldo
    215 x 22 x 14 cm

    Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 359, scheda 115
    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 85% (sostituzione della base)
    Stato di conservazione. Superficie: 90%

    Ada Benetton mette in stretto rapporto "Torsione" con la "Grande stele", entrambe del 1960. Le due sculture sono apparentemente simili, nello slancio verticale verso il cielo. Tuttavia, come sottolinea Giovanni Benetton, la "Grande Stele" nasconde una allusione all'inorganico: è il concetto del monolite proiettato verso l'alto e indifferente all'ambiente, completamente altro dallo spazio che lo slancia. "Torsione", all'opposto, suggerisce l'organico, che si deforma e conquista l'alto con l'esperienza della vita. L'effetto è ottenuto deformando, in forgia, un piatto di metallo sottoposto in diversa inclinazione ai colpi del maglio. I disegni preliminari per questo tipo di sculture rappresentano figure umane stilizzate, rese progressivamente più astratte man mano che la scultura viene definita.
    Infine, un appunto conservativo: in origine la base era una pietra grezza, scheggiata in maniera irregolare. In seguito venne sostituita con un corpo unico, in grado di garantire una maggiore stabilità.

    Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto.

  • Toni Benetton (1910 - 1996)
Archetipo, 1965
    Lotto 102

    Toni Benetton (1910 - 1996)
    Archetipo, 1965
    Ferro forgiato
    140 x 152 x 60 cm

    Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, pp. 146, 231, 360 scheda 125
    Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton

    Stato di conservazione. Supporto: 90%
    Stato di conservazione. Superficie: 90%

    "Archetipo": il titolo si deve, nella memoria di Giovanni Benetton, figlio dell'artista, al fatto che quest'opera sta all'inizio della serie scultorea delle "Sintesi zoomorfe". Infatti, il bozzetto risale al 1962. Il soggetto va messo in relazione con la forma più semplice per rappresentare il movimento: la direzione infatti - si potrebbe meglio dire lo slancio - è immediatamente intuibile senza bisogno di elementi figurativi come teste, braccia e piedi.
    L'opera richiama da vicino le grandi sculture che popolarono il mitico Giardino Salomon, un podere trasformatosi, tra il 1959 e il 1960, in un primo parco espositivo all'aperto dedicato all'opera di Benetton ed anche uno dei capolavori di Benetton, "Le Monache", del 1961, già esposto allo Hakone Open Air Museum di Tokyo (F. Batacchi, a cura di, "Toni Benetton, il genio del ferro", Stia (Ar), 2000, pp. 62-63).

    Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto.

Lotti dal 25 al 42 di 42
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BENETTON, IL FERRO E L'ANIMA. FASE 5. PREZZI DI PARTENZA DIMEZZATI. LAST CHANCE TO BUY!

42 opere - dai disegni di invenzione fino alle sculture monumentali in ferro, dagli anni Cinquanta agli anni Novanta - percorrono ogni ambito dell'avventura creativa di Toni Benetton (1910-1996), il maggiore scultore veneto del secondo novecento. Dalla lezione di Arturo Martini a Venezia, sino all'avventura parallela a Calder e Fontana, per la conquista dello spazio, fino agli studi per le grandi strutture architettoniche - tra cui la "Vela" posta di fronte all'ospedale di Treviso -, l'asta è il frutto di una ricerca e studio, durato oltre due anni.

Una occasione eccezionale per i collezionisti e ideale anche per chi vuole arricchire la casa con un pezzo di design o il parco della villa con una scultura monumentale.

Tutte le opere sono certificate autentiche da Ada Allegro Benetton, vedova dell'artista.

La prossima sessione dell'asta si tiene il 29 luglio 2025, alle ore 18.00.

Sessioni

  • 29 luglio 2025 ore 18:00 SESSIONE UNICA (2 - 102)

Esposizione

L'asta include 42 lotti, tutti collocati a Vicenza (Spazio Bonino, Via Vecchia Ferriera 70), o, dove così specificato in calce alla scheda, a Villa Marignana, Mogliano Veneto.

Per avere una visione completa dell’asta e del suo funzionamento si consultino, oltre al catalogo digitale dei lotti, le Regole della Vendita.

Pagamenti e Spedizioni

Il pagamento deve avvenire tramite bonifico bancario entro 35 giorni naturali dalla seduta d'asta. Le penali per il tardivo pagamento sono pari al 30% dell'importo dovuto. L'importo dovuto per il tardivo ritiro corrisponde a tutte le spese sostenute dalla casa d'aste per ritirare il lotto nei modi posti dalle Regole della Vendita a carico dell'acquirente, per movimentarlo e per stoccarlo adeguatamente, inclusa protezione assicurativa, fino al ritiro da parte dello stesso o alla sua vendita forzata.

Il Lotto potrà essere ritirato, ad avvenuto saldo, presso la sede di esposizione o di conservazione (spazio Bonino a Vicenza o Villa Marignana a Mogliano Veneto), secondo le istruzioni della Casa di Vendite. La Casa di Vendite non effettua spedizioni, né consente spedizioni in assenza di puntuale verifica dell'oggetto al momento del ritiro, a cura dell'acquirente o di suo delegato.

Si ricorda che l’esportazione di opere d’arte e oggetti d’antichità dall’Italia, così come la movimentazione di beni vincolati dal Ministero della Cultura ed organi corrispondenti nelle regioni a statuto speciale, è soggetta ad autorizzazione e/o verifica da parte degli organi di tutela. Dal momento dell’acquisto, che si perfeziona con il pagamento, l’acquirente, divenuto proprietario, è l’unico responsabile delle attività di ritiro, movimentazione, ed eventuale esportazione dei lotti, ed è tenuto a svolgere autonomamente tutte le verifiche necessarie ed a prendere tutte le decisioni ed eseguire tutte le attività conseguenti nel rispetto delle leggi italiane.

Condizioni di vendita

Scarica il documento di Condizioni di Vendita

Commissioni

Chi partecipa all'asta dichiara di aver letto e compreso il Regolamento di vendita, come integrato dagli Aggiornamenti. Conformemente al tariffario in vigore presso la Casa di Vendite, depositato in copia conforme presso la Questura di Roma, alla vendita sono applicate, a carico dell’acquirente, le seguenti commissioni, computate sul prezzo di aggiudicazione di ogni singolo lotto: per tutti i lotti con prezzo di aggiudicazione da € 0 fino a € 500, 40% + IVA; per i lotti con prezzo di aggiudicazione superiore a € 500, per la parte del prezzo di aggiudicazione da € 0 fino a € 50.000, 31,64% + IVA; per la parte del prezzo di aggiudicazione da € 50.000 fino a € 1.600.000, 28,37% + IVA; per la parte del prezzo di aggiudicazione oltre € 1.600.000, 21,80% + IVA. Per i clienti titolari di Bonino Club Card, che seguono le regole della promozione Winter 2024-2025, tutte le commissioni sono ridotte come segue: per tutti i lotti con prezzo di aggiudicazione da € 0 fino a € 500, 35% + IVA; per i lotti con prezzo di aggiudicazione superiore a € 500, per la parte del prezzo di aggiudicazione da € 0 fino a € 50.000, 26,64% + IVA; per la parte del prezzo di aggiudicazione da € 50.000 fino a € 1.600.000, 23,37% + IVA; per la parte del prezzo di aggiudicazione oltre € 1.600.000, 16,80% + IVA. In ogni caso è applicata una commissione minima di € 20 + IVA per lotto.

Altre Informazioni

Come ci si registra per l’asta

1. Può proporre offerta qualunque persona maggiorenne, debitamente registrata presso la Casa di Vendite (d’ora in poi “Offerente”).

2. Per registrarsi, l’Offerente dovrà compilare la modulistica relativa ai dati anagrafici ed alla privacy, nonché – se intende offrire per oltre € 10.000 nel corso dell’anno – la modulistica antiriciclaggio. Dovrà inoltre comunicare alla Casa di Vendite:

a) se cittadino italiano privato, copia di un valido documento di identificazione (Passaporto / Carta di Identità) e del codice fiscale;

b) se professionista/azienda italiani, visura camerale aggiornata, codice identificativo per la fatturazione elettronica e copia di un valido documento di identificazione (Passaporto / Carta di Identità) del professionista / dell’amministratore dell’azienda;

c) se cittadino straniero privato, copia di un valido documento di identificazione (Passaporto / ID), rilasciato da autorità straniera riconosciuta dalle Autorità italiane;

d) se professionista o azienda stranieri, copia del certificato di registrazione del professionista o dell’azienda presso archivio pubblico competente e copia fotostatica di un valido documento di identificazione (Passaporto / Carta di Identità) del professionista / dell’amministratore dell’azienda, rilasciati da autorità straniera riconosciuta dalle Autorità italiane.

Rilanci

  • da 0 a 200 rilancio di 10
  • da 200 a 300 rilancio di 15
  • da 300 a 400 rilancio di 20
  • da 400 a 500 rilancio di 25
  • da 500 a 1000 rilancio di 50
  • da 1000 a 2000 rilancio di 100
  • da 2000 a 3000 rilancio di 150
  • da 3000 a 4000 rilancio di 200
  • da 4000 a 5000 rilancio di 250
  • da 5000 a 10000 rilancio di 500
  • da 10000 a 20000 rilancio di 1000
  • da 20000 a 30000 rilancio di 1500
  • da 30000 a 40000 rilancio di 2000
  • da 40000 a 50000 rilancio di 2500
  • da 50000 a 100000 rilancio di 5000
  • da 100000 a 200000 rilancio di 10000
  • da 200000 a 400000 rilancio di 20000
  • da 400000 a 800000 rilancio di 40000
  • da 800000 a 1000000 rilancio di 50000
  • da 1000000 in avanti rilancio di 50000