Sculture e Oggetti d'Arte
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Lotto 400 Grande sfera in marmo cipollino, XIX secolo piedistallo a rocchetto in marmo bianco altezza cm 38
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Lotto 401 Grande sfera in marmo cipollino, XIX secolo piedistallo a rocchetto in marmo bianco altezza cm 38
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Lotto 402 Piccolo piano in marmo bianco con intarsi cosmateschi, XX secolo al centro lastra in porfido racchiusa da cornice in marmi cipollino, verde; tutt'intorno ampia bordura a motivi geometrici interrotti da motivi circolari in marmo verde cm 3x70x50
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Lotto 403 Colonnina in porfido in stile cosmatesco, XV secolo fusto liscio coronata da capitello fogliato con intarsi geometrici sul raccordo e sulla sommità, alto piedistallo squadrato in marmo bianco con intarsi a stella in porfido e serpentino
altezza complessiva cm 168 -
Lotto 404 Quattro grandi medaglioni di gusto neoclassico in marmo e bronzo, XIX secolo con profili di imperatori romani desunti dal repertorio classico (dall'alto Giulio Cesare, Ottaviano Augusto, ? e Adriano) applicati su placche ottagonali in marmo; cornici modanate in ottone dorato cm 68x58
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Lotto 405 Piccolo busto dell'Imperatore Marco Ulpio Traiano, fine del XIX secolo testa in marmo bianco e toga drappeggiata in marmo africano; piedistallo a rocchetto altezza cm 30
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Lotto 406 Testa in marmo bianco raffigurante l'imperatore romano Geta base a rocchio di colonna in marmo rosso antico su plinto modanato bianco; supporto a disco in marmo romano antico altezza complessiva cm 48
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Lotto 407 Coppia di vaschette in porfido e marmo nero, XX secolo vasca circolare su piede gradinato, sorrette da piedistallo in marmo nero; ognuna poggia su rocchio di colonna cilindrica in porfido su plinto in marmo bianco cm 11x9,5 - piedistallo cm 9x7,3
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Lotto 408 Coppia di colonnine in porfido, XIX secolo rifinite sulla sommità da vasi canopi, stanti su piedistalli squadrati in marmi giallo antico e africano altezza cm 70
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Lotto 409 Domenico Moglia (attribuito a)
(1780 - 1862)
Composizione floreale prima metà del XIX secolo Cornice in legno dorato caratterizzata da più ordini di decorazione.
Il tema floreale è affrontato dai mosaicisti per dimostrare il proprio virtuosismo esecutivo. Non era consuetudine dei mosaicisti firmare le proprie composizioni; queste opere erano spesso realizzate come souvenir del Grand Tour.
Domenico Moglia, attivo a Roma nel XIX secolo, fu uno dei maestri del micromosaico ed autore di straordinarie decorazioni floreali che impiegò minuscole tessere di vetro per creare immagini dettagliate e realistiche. Nei suoi micromosaici fioriti, Moglia utilizzava centinaia di tessere per rappresentare fiori con una precisione straordinaria, catturando la delicatezza dei petali e la varietà dei colori in modo quasi fotografico.
mosaico minuto di smalti filati su lavagna cm 43x52 - in cornice cm 72.5x82 -
Lotto 410 Modello di monumento equestre a Emanuele Filiberto di Savoia, fine del XIX secolo realizzato in bronzo nei modi di Carlo Marochetti (1805-1867); poggiante su struttura in marmo e legno a riprodurre l'insieme del monumento in Piazza San Carlo a Torino cm 39x30x25
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Lotto 411 Vincenzo Gemito
(Napoli 1852 - Napoli 1929)
Testa di filosofo Iscritto Gemito in basso, sul petto, con timbro di fonderia. Alto piedistallo rastremato in legno di gusto edoardiano, ornato da motivi dipinti bronzo altezza cm 53 - piedistallo cm 112 -
Lotto 412 Vincenzo Gemito
(Napoli 1852 - Napoli 1929)
Acquaiolo Firmata "Gemito" sulla giara; sul fondo della stessa un piccolo timbro della fonderia Gemito; al verso della base, targa con iscrizione: "Dall'originale / prop. di Napoli / S.M. Francesco II / Napoli Gemito.
La figura del giovane portatore d'acqua, ritratto in piedi sopra ad una fontana, nudo e in posa sbilenca a controbilanciare il peso dell'otre pieno d'acqua, trae ispirazione sia dalla realtà dei vicoli napoletani che dalla scultura antica studiata a Pompei, rendendo l'acquaiolo un incontro tra uno scugnizzo ed un fauno danzante bronzo a doppia patina cm 55x19x21 -
Lotto 413 Vincenzo Gemito
(Napoli 1852 - Napoli 1929)
Busto di Mathilde Duffaud Firma "Gemito" incussa al verso con timbro di fonderia, ripetuto all'interno del piedistallo.
Mathilde Duffaud è stata la prima moglie di Vincenzo Gemito. Era una giovane modella francese di nove anni più anziana dell'Artista che viveva con l’antiquario Duhamel. Fu la prima modella di Antonio Mancini, poi del Gemito stesso. Lo scultore la incontrò nel 1872 e si innamorò di lei e la portò nel suo nuovo studio al Mojariello. In quel periodo, creò un ritratto di lei in terracotta, considerato uno dei suoi capolavori più importanti. Quando nel 1877 si trasferì a Parigi, lei lo seguì, ma era già malata. Gemito chiese ai suoi familiari di vendere tutto ciò che aveva nello studio di Napoli per coprire le spese mediche. Tornati a Napoli nel 1880, le sue condizioni di salute peggiorarono fino alla sua morte, avvenuta ad Ercolano nell’aprile del 1881. La loro storia d’amore, dai momenti di grande felicità agli ultimi tempi di disperazione fu forse la prima delle tragedie che condurranno col tempo l’artista alla pazzia, è raccontata attraverso molte sculture e disegni. bronzo cm 21,5x15x10 -
Lotto 414 Vincenzo Gemito
(Napoli 1852 - Napoli 1929)
Pescatorello sullo scoglio Firma in corsivo incussa al verso, sulla roccia: V. Gemito bronzo cm 26x22x18 -
Lotto 415 Giacomo Vaccaro
(Caltagirone 1847 - 1931)
Zampognaro e fanciulla con scialle e cesta Firma incussa in pasta sulla base: G. Vaccaro Caltagirone.
Giacomo Bongiovanni e suo nipote Giuseppe Vaccaro furono i più rinomati figurinai di Caltagirone nella seconda metà dell’Ottocento. Le loro figure riscossero grande successo; erano i protagonisti della vita reale del paese, i contadini che tornano a casa sul dorso dell’asino, i mendicanti, i bambini, i cacciatori, i nonni che intrattengono i nipoti e i suonatori ambulanti. L’eredità artistica fu raccolta da Giacomo Vaccaro, secondogenito di Giuseppe, che continuò a firmarsi con il doppio cognome, rendendolo un vero e proprio marchio distintivo. terracotta cm 31x22x16 -
Lotto 416 Scultore italiano, inizi del XX secolo
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Ritratto di bambina con copricapo a fazzoletto e scialle in lana Piedistallo mancante altezza cm 40 -
Lotto 417 Carlo Cerati
(Casalmaggiore 1865 - Mantova 1948)
Ritratto di vecchio con cappello Figura maschile ritratta a mezzobusto, con folte sopracciglia che sottolineano lo sguardo stanco. I capelli sono tagliati corti, mentre i baffi, lunghi così come la barba a punta, incorniciano le guance scavate. Sulla testa un cappello "alla Lobbia". Firmato Cerati sul fianco.
lo scultore simbolista Carlo Cerati (Casalmaggiore 1865 - Mantova 1948), si formò all'Accademia di Brera frequentando poi la vita artistica milanese avvicinandosi contestualmente agli ideali anarchici. Numerose sono le sue opere nell’ambito della scultura monumentale e cimiteriale cremonese e mantovana.
Opinabile l'attribuzione d'identità di questo busto; il cappello "alla lobbia", con la caratteristica infossatura centrale e la falda ricurva con orlo rialzato, deve il suo nome al deputato Cristiano Lobbia che nel 1869, lungo una via di Firenze allora capitale d'Italia e sede del Parlamento, fu colpito da una gran botta in testa che infossò il suo cappello. In Italia divenne un accessorio molto popolare tra la classe politica e l'alta borghesia tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. marmo bianco cm 62x60x33 -
Lotto 418 Figura di gentiluomo fine XIX/inizi XX secolo abbigliato secondo i canoni della moda Luigi Filippo con lunga giacca, panciotto e camicia con nodo orientale, è ritratto stante, il braccio sinistro piegato con la mano sul fianco, la gamba destra in avanti ed il braccio corrispondente posato su di un pilastro da cui pende un soprabito. Appartiene al genere convenzionale delle sculture degli anni Cinquanta dell'Ottocento modellate in tutta Europa. Difetti e rotture bronzo brunito altezza cm 95
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Lotto 419 Scultore francese, fine del XIX/inizi del XX secolo
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Nudo femminile Quest'opera esprime eleganza e sensualità; la figura, con lunghi capelli sciolti che le ricadono ai lati del volto incorniciando i seni, il busto lievemente incurvato con la testa rivolta all'indietro verso la spalla sinistra, il braccio destro teso lungo il fianco, il braccio opposto piegato con la mano distesa sotto al petto; la gamba destra arretrata sulla base simulante il terreno. Sulla base etichetta con iscritto: Rodin Auguste / n. Parigi 1840 / Passione bronzo brunito altezza cm 95 -
Lotto 420 Plasticatore del XIX secolo
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Ritratto del Conte Bernardo Piccolo busto in terracotta raffigurante un uomo con lunghi capelli sciolti sulla nuca e folta barba ricadente sulla corazza modellata in rilievo con mascheroni e nastri annodati; in testa elmo da parata a calotta con paranuca idealmente trattenuto da corona ferrea, decorato da rilievi vegetali e sormontato da cimiero zoomorfo; piedistallo squadrato con iscrizione frontale "Bernardo"; ai lati scudi per accogliere stemmi araldici, sormontati da corona radiata a sette punte. Al verso firma e data incussa in pasta: "Pinto Desiderio fece Pesaro 1874". Mancante un angolo posteriore del piedistallo.
L'iscrizione "Bernardo" sulla facciata del piedistallo riporta al Conte Bernardo, noto anche come Bernardo d'Italia (797 - 818), nobile longobardo figlio di Pipino e nipote di Carlo Magno. Alla morte del padre nell'810 succedette al trono d'Italia, ma la sua giovane età lo costrinse a vivere sotto la tutela dell'Imperatore. Nell'812, Carlo Magno lo inviò ufficialmente in Italia con il titolo di "Re dei Longobardi", ma la sua autorità era fortemente limitata dalla supervisione imperiale. Dopo la morte di Carlo Magno nell'814, Bernardo mantenne il suo ruolo sotto il nuovo Imperatore Ludovico il Pio, ma la situazione cambiò nell'817 con l'emanazione dell'Ordinatio Imperii che non menzionava Bernardo, suscitando in lui timori per la sua posizione. Nell'817, Bernardo tentò di rendere il suo regno indipendente, ma il suo piano fallì. Fu arrestato, processato e condannato a morte, ma la pena fu commutata in accecamento. Morì il 17 agosto 818 a causa delle ferite riportate durante l'esecuzione.
terracotta altezza cm 29 -
Lotto 421 Ceroplasta del XX secolo
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Testa di fauno ispirato al cosiddetto "Fauno di Vienna", opera romana di epoca imperiale rinvenuta a Vienna nel 1820 e custodita al Museo del Louvre. Alto piedistallo rastremato costituito da listelli in legno con incastri a coda di rondine, considerati da sempre sinonimo di tradizione e artigianalità amanuense cera altezza cm 35 ca. - piedistallo cm 200 -
Lotto 422 Paolo Troubetzkoy
(Intra 1866 - Pallanza 1938)
Fanciulla Scultura in bronzo brunito raffigurante una fanciulla ritratta stante con le mani dietro la schiena ed i capelli raccolti in una treccia. Firma sul retro della base: Paolo Troubetzkoy bronzo altezza cm 42x15x14 -
Lotto 423 Sirio Tofanari
(Firenze 1886 - Milano 1969)
Cerbiatta con cucciolo base ovale in marmo verde. Firma incussa sotto al fianco: S. Tofanari bronzo cm 20x40x22 circa