IL CULTO DELL'ARREDO. III FASE. BASI D'ASTA RIBASSATE
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Lotto 119 Italia (Fine del XIX secolo - Inizi del XX secolo)
Colonna composita
Alabastro, metallo
97 x 28 cm
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 60% (importante frattura al fusto e altri danni minori, passaggi per elettrificazione)
Stato di conservazione. Superficie: 75% (principalmente graffi) -
Lotto 120 Area veneta (II quarto del XVIII secolo), (?)
Gruppo di quattro poltrone con decori floreali
Legno di cirmolo e di frutto intagliato e dorato
125 x 77 x 75 cm (ogni poltrona)
Provenienza: Mario Lazzari, Rimini, 2008; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 75% (tarli e integrazioni minori; tessuti e imbottitura sostituiti; innesti delle gambe anteriori atipici)
Stato di conservazione. Superficie: 30% (eliminazione quasi completa della doratura originale, con evidenza degli strati sottostanti)
La datazione al II quarto del XVIII secolo, è emersa in sede di preparazione dell'asta. Precedentemente le sedie sono state attribuite alla prima metà del Settecento. Anche Maricetta Parlatore Melega, in autonoma perizia, ha confermato una datazione alla metà del XVIII secolo. Nel 2008, le poltrone sono state oggetto di restauro da parte di Vittorio Donà. -
Lotto 122 Azerbaijan (II quarto del XX secolo)
Tappeto Kazak
Vello in lana su armatura in lana, con nodo simmetrico
247 x 129 cm
Elementi distintivi: etichetta anonima con riferimento alle caratteristiche del tappeto
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 70% (sfilacciatura ad una testata, da fermare prima di ulteriori danni)
Stato di conservazione. Superficie: 65%
Tappeto con impianto a tre medaglioni e tripla cornice di bordura, caratterizzato da colori chimici tipici degli anni ‘30-‘40 del XX secolo. -
Lotto 124 Venezia (II quarto del XVIII secolo)
Gruppo di quattro poltrone
Tiglio intagliato e dorato con campi bulinati e laccati; tessuti
123 x 75 x 81,5 cm
Provenienza: Surprise di Paola Cuoghi, Modena, 2011; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 80% (leggera tarlatura; pannelli dorsali fissati al telaio; tessuti e imbottitura sostituiti)
Stato di conservazione. Superficie: 40% (doratura estremamente abrasa; sollevamenti anche della preparazione; danni da urto; parti posteriori incongruamente porporinate)
In sede d'asta è stata precisata al II quarto del XVIII secolo. La scheda Cuoghi data il nucleo più genericamente al XVIII secolo. Maricetta Parlatore Melega, in autonoma perizia, ha confermato la datazione al XVIII secolo. -
Lotto 125 Leon Richet (1843 - 1907)
Paesaggio a Barbizon
Olio su tela
40 x 60,6 cm
Firma: firma al recto (poco leggibile)
Elementi distintivi: segni di passaggi d'asta al verso
Provenienza: Christie's Londra, 26.6.1998, lotto 64; collezione privata
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90% -
Lotto 126 Venezia (II quarto del XVIII secolo)
Coppia di poltrone
Legno di noce, intagliato e dorato
119,5 x 73 x 72,5 cm
Provenienza: Surprise di Paola Cuoghi, Modena, 2008; Veneto Banca SpA in LCA
Certificati: certificato emesso da Surprise di Paola Cuoghi, Modena, non datato
Stato di conservazione. Supporto: 80% (scollamenti, per esempio dell’arco superiore e dei braccioli; rinforzi angolari non antichi; tessuti e imbottitura sostituiti)
Stato di conservazione. Superficie: 60% (ampie consunzioni, nei braccioli fino al legno; cadute della doratura e della preparazione) -
Lotto 127 India (I quarto del XX secolo)
Tappeto Amritsar
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo asimmetrico
465 x 360 cm
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 60%
Stato di conservazione. Superficie: 45% (usura diffusa, interventi di rimpelamento con colori incongrui)
Esemplare a fondo azzurro chiaro con elementi in giallo e bianco avorio tipici della produzione di Amritsar. Disegno a tutto campo senza medaglione. -
Lotto 129 Francia (Fine del XIX secolo - Inizi del XX secolo)
Ritratto di Van Dyck
Gesso a stampo
47,8 x 22 x 14,8 cm
Firma: « ..ohn Paris » sulla base
Altre iscrizioni: « Van Dyck »
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 80% (fratture ricomposte per esempio alla testa, alla caviglia destra ed alla base del cippo)
Stato di conservazione. Superficie: 85% (depositi) -
Lotto 130 Francia (Fine del XIX secolo - Inizi del XX secolo)
Ritratto di Michelangelo
Gesso a stampo
46 x 14 x 14,8 cm
Firma: «..ohn Paris» e monogramma sulla base
Altre iscrizioni: « M.ANGELO » sulla base
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 60% (usura, resezioni, fratture e integrazioni, per esempio la testa, un polso, un piede e tre angoli della base)
Stato di conservazione. Superficie: 70% (abrasioni e depositi) -
Lotto 131 Persia occidentale (II metà del XX secolo)
Tappeto Hamadan
Vello in lana su orditi in cotone e trama in lana
290 x 158 cm
Elementi distintivi: etichetta anonima con riferimento alle misure e ad un numero, probabilmente, di inventario
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 70% (danni alle cimose laterali)
Stato di conservazione. Superficie: 50% (aggressione da tarme, con limitate mancanze di nodi nel vello)
Tappeto di villaggio, molto rustico, ma con colori già chimici e di produzione tarda. -
Lotto 132 Fratelli Mascheroni (1970)
Salotto IDOS composto da due divani a tre sedute e una poltrona
Pelle di vitellino, legno, acciaio
87 x 241 x 87 cm (ogni divano)
87 x 112 x 87 cm (poltrona)
Elementi distintivi: marchio “FRATELLI MASCHERONI MADE IN ITALY”
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90% (leggere usure della pelle)
Nota bene: l'oggetto va ritirato a cura e spese dell'acquirente presso l'ex Centro Direzionale di Veneto Banca a Montebelluna. -
Lotto 133 Lorenzo di Giovanni de Carris da Matelica, detto Giuda (1466 - 1555)
Madonna della Misericordia, 1495-1500
Affresco staccato riportato su pannello
50,3 x 51 cm (affresco)
86,2 x 56,4 cm (supporto)
Provenienza: chiesa di Santa Maria della Misericordia (fino al luglio 1809); Cupramontana, casa Rosetti; Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana
Bibliografia: B. Molajoli, "Un affresco quattrocentesco scoperto a Cupramontana", in "Rassegna Marchigiana", novembre-dicembre 1932, X, n. 11-12; G. Donnini, E. Parisi Presicce, "Tesori d'arte tra Fabriano e Cupramontana", Falconara, 1994, p. 242; G. Donnini, in G. Paoletti e A. Perlini, a cura di, "La Chiesa di Jesi", 'tanta egregia e sublime arte' ", Jesi, 2000, pp. 55-56; F. Garroni, A. Perlini, R. Quarchioni, a cura di, "L'iconografia della Vergine a Jesi e nella Vallesina", Jesi, 2006, pp. 6-7; Giorgio Mangani e Barbara Pasquinelli, a cura di, "Guida di Cupramontana, La storia, l'arte, i musei", Ancona, 2011, p. 19; M. Mazzalupi, "Luca di Paolo da Matelica, o le sorprese degli archivi", in A. Delpriori e M. Mazzalupi, a cura di, "Luca di Paolo e il Rinascimento nelle Marche", Perugia, 2015, p. 44, n. 3; M. Mazzalupi, in A. Delpriori, a cura di, "Lorenzo De Carris e i pittori eccentrici nelle Marche del primo Cinquecento", Perugia, 2016, cat. 9. pp. 86-87 (ill.)
Esposizioni: Sede di Veneto Banca, poi Intesa Sanpaolo in Cupramontana, 2016-2019
Stato di conservazione. Supporto: 50% (frammento)
Stato di conservazione. Superficie: 60% (ampie cadute di colore, risarcite anche con interventi recenti e in parte ancora non trattate)
Segnala Matteo Mazzalupi (2016) che il «delicato frammento apparteneva a una "Mater misericordiae", come denuncia l'ampio aprirsi del mantello azzurro, che in origine proteggeva le figurette dei fedeli raccolti sotto di esso. Alle spalle della Vergine cadeva un grosso drappo a decori dorati, mentre a sinistra sono visibili parti del braccio sinistro e di un'ala di un angelo il cui pendant è invece perduto completamente». Allo studioso si deve il merito di aver restituito, indagandone in particolare le fisionomie e la cromia, la nostra Madonna a Lorenzo de Carris, in confronto con la Pala Turelli per Santa Maria a Matelica (1493-1494) e con gli affreschi della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Baregnano di Camerino. La attribuzione - confermata da Alessandro Delpriori (comunicazione del 21 settembre 2021) - supera le precedenti ipotesi di Bruno Molajoli (a un seguace del Pinturicchio) e di Donnini e Parisi Presicce (1994, p. 242, e 2000), che colgono «un raffaellismo sul tipo di quello sviluppato da Vincenzo Pagani, l'artista di Monterubbiano che svolse un ruolo di primo piano nel capitolo cinquecentesco della pittura marchigiana».
Secondo Bruno Molajoli, che ne diede notizia nel 1932 riportando le ricerche di due appassionati del luogo, Giorgio Umani e don Ulderico Fazi, parroco della locale chiesa di San Leonardo, in «un libro di memorie della chiesa di Santa Maria della Misericordia, custodito presso quella parrocchia, i due avevano ritrovato la notizia che nel luglio 1809, nello staccare a massello in Santa Maria un affresco raffigurante la Madonna della Misericordia firmato dai fratelli Dionisio, Giacomo e Girolamo Nardini da Sant’Angelo in Vado, si rinvenne su un muro retrostante un frammento di soggetto simile, che fu poi a sua volta staccato e trasferito nella casa di tale Luigi Rosetti», acquistata il 2 giugno 1900, quale propria sede, dalla Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana. Come nota Mazzalupi (2016), sulla scorta di Molajoli (p. 10), l'affresco dei Nardini, che si conserva tuttora nella rinnovata chiesa della Misericordia «potrebbe rispecchiare almeno in parte l’originaria composizione di quello più antico; la sostituzione fu dettata probabilmente da problemi statici del muro primitivo, che dovette essere rafforzato aggiungendovi davanti una nuova muratura, sulla quale fu eseguito il nuovo dipinto». I termini cronologici sono piuttosto incerti anche se appare verisimile che la chiesa originaria della Madonna della Misericordia sia stata eretta nel 1492, come riporta Molajoli (p. 6, sulla scorta di precedente bibliografia e senza poter verificare la fonte della notizia), e probabile la datazione dell'affresco dei Nardini a pochi anni dopo il passaggio del secolo. Ne consegue, sia su base stilistica sia in ragione dei termini ante quem e post quem offerti dalla costruzione delle chiesa e dall'affresco dei Nardini, una datazione tra il 1495 e il 1500 per l'opera in asta. Una datazione più precisa non è possibile: benché il citato libro di memorie attribuisca la commissione dell'affresco al comune, alla confraternita e al popolo "del Massaccio”, nome medievale di Cupramontana, nell'archivio storico comunale di ciò non v'è traccia.
Ringraziamo Alessandro Delpriori per il supporto nella catalogazione dell'opera. -
Lotto 134 Persia occidentale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Bijar
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo simmetrico
351 x 252 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna, 2006; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Tappeto con classico disegno a rose dei Bijar del Kurdistan iraniano. Piccolo medaglione stellare, al centro, su campo avorio. -
Lotto 135 Germania (Fine del XVIII secolo - Inizi del XIX secolo)
Ritratto di Goethe da giovane (?)
Matita su carta preparata
22 x 16,3 cm
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 60%
Stato di conservazione. Superficie: 60%
Il ritratto, molto fresco, ricorda le fattezze di Johann Wolfgang von Goethe (1749 - 1832). Rispetto alla fisionomia che presenta nel celebre ritratto di Johann Heinrich Wilhelm Tischbein (1751–1829), il poeta sarebbe qui, tuttavia, più giovane di qualche anno. È l'effetto di un foglio in presa diretta, rispetto ad un ritratto di piena compostezza? Al verso del cartoncino di supporto è applicato un secondo disegno, una figura delineata a matita ripassata a penna su carta velina, 17,3x7,5 cm., che pure richiama, nella semplificazione lineare delle forme, la comunità tedesca a Roma a cavallo tra fine del XVIIII e inizi del XIX secolo.
La identificazione con il giovane Goethe non è condivisa da Mareike Hennig, direttrice del complesso Goethe-Haus, Goethe-Museum und Kunstsammlungen di Francoforte ed autorità sulla vita del poeta. La dr.ssa Hennig segnala che nei ritratti conosciuti "parte del mento di Goethe è più snello e sottile, la bocca non è così piena e morbida e la fronte è più lunga. Inoltre l'artista cerca di sottolineare la sorprendente abbondanza di capelli, che Goethe non ha mai avuto in questo modo" (comunicazione del 12 aprile 2021).
Un secondo disegno, incluso nel lotto, appare vicino a Johann Friedrich Overbeck (1789-1869).
Ringraziamo la dr.ssa Mareike Hennig per il supporto nella catalogazione dell'opera. -
Lotto 137 Persia occidentale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Bijar
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo simmetrico
209 x 138 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Produzione del Kurdistan persiano. -
Lotto 138 Agostino Rubini (1558 - 1594), ambito di
Busto di patrizio
Legno con argentatura a bolo
57,7 x 43 x 20 cm (busto)
12,3 x 29,2 x 20,6 cm (base)
Elementi distintivi: Traghetta moderna sul retro «222302»
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 80% (fratture, danni da urto)
Stato di conservazione. Superficie: 70% (abrasioni)
Anne Schulz colloca il busto in esame nelle produzioni italiane del Cinquecento (comunicazione dell'11 ottobre 2021), ambito meglio precisato da Giulia Ericani con "riferimento alla lezione dello scultore in marmo e in stucco Agostino Rubini" (10 ottobre 2021). Di Rubini, scultore raro e dalla cronologia incerta, nipote e allievo di Alessandro Vittoria, sono note, oltre gli ornamenti dei timpani del Ponte di Rialto e alle decorazioni della facciata della chiesa di San Lorenzo a Mestre, le effigi di Pompeo Trissino e Vincenzo Garzadori al Teatro Olimpico di Vicenza. A Villa Capra detta la Rotonda, a Riviera Berica, sulla scalinata di accesso alla villa si erge una figura allegorica, recentemente attribuita al maestro (I. Turetta, in M. De Vincenti, Scultura nei giardini delle ville venete. Il territorio Vicentino, Venezia 2014, pp. 312-321 cat. 72).
Ringraziamo le dottoresse Giulia Ericani e Anne Schulz per il supporto nella catalogazione dell'opera. -
Lotto 139 Alfonso Torreggiani (1682 - 1764), ed altri
Coppia di divani con mascheroni, cariatidi e temi floreali, 1752
Legno di tiglio riccamente intagliato e dorato
145 x 289 x 69 cm (ogni divano)
Provenienza: Palazzo Aldrovandi Montanari, Bologna; Surprise di Paola Cuoghi, Modena, 2008; Veneto Banca SpA in LCA
Certificati: Expertise di Graziano Manni, febbraio 2005 (in copia); certificato emesso da Surprise di Paola Cuoghi, Modena, non datato
Stato di conservazione. Supporto: 90% (lievi fessurazioni e minimi interventi; tessuti sostituiti)
Stato di conservazione. Superficie: 90% (consunzioni d’uso della doratura; piccole scalfiture e minime integrazioni)
Come segnala Graziano Manni, nella nota critica del 2005, la «presente coppia fa parte di una serie di arredi costruita en suite e comprendente anche almeno due altri divani con analoga impostazione decorativa, serie che abbelliva i saloni di Palazzo Aldrovandi a Bologna, nel quale nel 1752 è presente come decoratore e disegnatore sia dei mobili che degli ornati architettonici Alfonso Torreggiani, il maggiore architetto-designer emiliano di metà Settecento. Uno di questi divani era già stata pubblicato nel 1973 da Alvar Gonzales Palacios (Mobili d'arte. Storia del mobile dal '500 al '900, Fabbri editore, Milano, 1973, p. 38), con la corretta indicazione di provenienza dalla storica dimora bolognese e con una breve nota esplicativa che ignorava però una precedente edizione con foto e menzione della notevole serie di divani da parte di Longhi e Zucchini in occasione di una prima rassegna del 1935 sull'arte del Settecento bolognese, dove proprio lo stesso divano di Casa Aldrovandi era stato esposto (R. Longhi - G. Zucchini, Mostra del Settecento bolognese, Bologna, 1935, p. 78, tav. XCIV). Assai più precisa in ordine alla importante serie di mobili che ad evidenza si rifaceva all'ideazione ed ai disegni del Torreggiani è stata successivamente la scheda di Jadranka Bentini in uno dei tre cataloghi sulle mostre dedicate al Settecento emiliano nel 1979 che si svolsero a Bologna, Parma e Faenza (in AA.VV., L'arte del Settecento emiliano. L'arredo sacro e profano, Alfa, Bologna, 1979, p. 57, scheda 35) dove compariva nuovamente esposto il divano Aldrovandi, che aveva già lasciato la propria sede originaria per far parte di una raccolta privata. Segno evidente che era già in corso l'incresciosa dispersione dell'importante complesso. Importante e significativo complesso in quanto ancora una volta il Torreggiani concepiva la sontuosa decorazione di interni in modo unitario, vale a dire all'unisono tra ornati architettonici e arredi mobili, così come egli aveva fatto in precedenza nel 1736 in Palazzo Cavriani a Mantova e nell'intervento di ristrutturazione nel 1737 nella villa dei Malvezzi denominata 'il Floriano' nella campagna bolognese di Bagnarola di Budrio (disegni e mobili delle due residenze sono editi in G. Manni, Mille mobili emiliani, Artioli, Moderna, 1981, pp. 187-192). (...) Altrettanto significativo risulta poi il ritrovamento della stessa radice di modelli decorativi neomanieristici inseriti nel barocchetto bolognese di invenzione torregianesca: si notino le piccole erme che vediamo disposte in forte rilievo sui sostegni di un piccolo tavolo da gioco conservato al "Floriano" di Budrio (Manni, cita. 1980, p. 192) e che ritroviamo nella medesima accezione in tutta la serie dei divani Aldrovandi. Si è meno informati su quanto concerne l'esecutore degli intagli. Bisognerà rifarsi alla ristretta cerchia di artefici dei quali il Torreggiani si servì nel ventennio in cui operò tra Bologna, Mantova e Parma, sui quali come detto non è stata ancora ritrovata un'adeguata copertura documentaria e cioè: Francesco Casalgrande, Domenico Resta, i fratelli Ottavio e Nicola Toselli». -
Lotto 140 Azerbaijan (Ultimo quarto del XIX secolo)
Tappeto Kazak
Vello in lana su armatura in lana, con nodo simmetrico
156 x 113 cm
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 60% (una testata da fermare)
Stato di conservazione. Superficie: 40% (numerose perdite del vello, restauri minori)
Esemplare insolito per le piccole dimensioni, presenta un impianto con tre medaglioni ottagonali in campo centrale, circondato da una bordura a granchi, racchiusa tra due cornici medacyl. -
Lotto 141 Roma (XVII secolo)
Ritratto di papa Gregorio XIV, 1591 ca.
Olio su tela
49,6 x 39,4 cm (la tela)
49,6 x 41,4 x 3,4 cm (con bacchette laterali)
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 80% (rintelo, su telaio probabilmente originale)
Stato di conservazione. Superficie: 60% (cadute di colore e integrazioni, soprattutto sulla fascia inferiore)
Il ritratto coglie bene la bonomia di Gregorio XIV, al secolo Niccolò Sfondrati o Nicola Sfondrato (1535-1591), papa per meno di un anno, dall'8 dicembre 1590 al 16 ottobre 1591. Immediato il riscontro con ritratti incisi del pontefice, tra i quali la tavola di Philip Galle (1537-1612), datata 1591, di cui un esemplare si conserva alla Zustiftung - Kunstsammlungen der Veste Coburg. -
Lotto 142 India (I quarto del XX secolo)
Tappeto Agra
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo asimmetrico
953 x 197 cm
Provenienza: collezione Cingi, Modena, 2006; Veneto Banca SpA in LCA
Certificati: Raffaele Verolino, Modena, s.d.
Stato di conservazione. Supporto: 30% (frammento ricontestualizzato con l’intera bordura del lato destro ritessuta)
Stato di conservazione. Superficie: 50% (ampie aree restaurate)
Il tappeto si sviluppa con una serie di palmette incolonnate sull’asse centrale, accompagnate da foglie arcuate. Lo stesso motivo si ripete nella bordura che però risulta essere originale soltanto nella parte sinistra. La bordura di destra è completamente ritessuta, il che induce a pensare che il tappeto in origine avesse formato completamente diverso e non di corsia. -
Lotto 143 Giuseppe Latini, detto il Maestro del Ricciolo (1903 - 1972)
Veduta di Palazzo Ducale a Venezia
Inchiostro a penna e a lavis su carta
20,6 x 29,3 cm
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 70% (due punti in adesione al supporto, foratura centrale, macchie)
Stato di conservazione. Superficie: 80% -
Lotto 144 Area veneta (II quarto del XVIII secolo), (?)
Bureau Trumeau con specchio inciso con tela di Flora
Noce e radica di noce (impiallacciatura), abete (scafo ed interni), bronzo brunito (maniglieria), specchi sagomati e incisi (ante e cartiglio)
260,5 x 118 x 63,2
Provenienza: Matheus srl, Vicenza, 2013; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 70% (castelletto rifatto; cassetti interni rimaneggiati; cassetti del bureau con segni di scorrimento incongrui; rinforzo in tela su fessura della schiena)
Stato di conservazione. Superficie: 70% (bocchette sostituite; impiallacciatura interna in gran parte sostituita; specchi non antichi)
Il mobile è stato attribuito al II quarto del XVIII secolo in sede d'asta. Nel 2013 Fabio Ferraccioli l'ha attribuito al I quarto. -
Lotto 145 Venini (1921), Vetreria
Lampadario a dodici fiamme
Vetro soffiato di Murano, metallo, parti elettriche
89 x 101 cm
Firma: incisione sulla coppa, «Venini»
Data: incisione sulla coppa «2004»
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
«Rivisitazione di un modello Venini di grande fortuna: la brillantezza del vetro rivela una lavorazione a gas metano» (Rosa Barovier Mentasti, comunicazione orale del 24 novembre 2020). La altezza del corpo illuminante a partire dal soffitto è di 123 cm.
Nota bene: l'oggetto va ritirato a cura e spese dell'acquirente, incluso smontaggio dalla rete elettrica, presso l'ex Centro Direzionale di Veneto Banca a Montebelluna. -
Lotto 146 Cina settentrionale (I quarto del XX secolo)
Tappeto Pechino
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo asimmetrico
354 x 317 cm
Provenienza: collezione Cingi, Modena, 2004; Veneto Banca SpA in LCA
Certificati: Scheda di Raffaele Verolino, non datata
Stato di conservazione. Supporto: 50% (trama incotta, lacerazioni)
Stato di conservazione. Superficie: 50% (usura localizzata, restauri)
Il piccolo medaglione circolare, su fondo blu, presenta simboli caratteristici del buddhismo (la peonia, il ventaglio, il limone selvatico etc). Arricchiscono l’apparato quattro draghi nei cantonali.