BENETTON, IL FERRO E L'ANIMA. III FASE. BASI D'ASTA RIBASSATE
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Lotto 89 Toni Benetton (1910 - 1996)
Studio per scultura, 1990-1993 ca.
Matita e acquerelli su carta da acquerello
44,5 x 31,5 cm
Firma: "TBntt" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
L'acquerello, slegato dalla produzione scultorea, a prima vista rappresenta uno studio di rapporti matematici tra quadrati, ma in realtà è basato sui rapporti cromatici. La prima forma, in giallo, è effettivamente un quadrato. Ma la seconda e la terza, le "L" rovesciate in nero e blu, sono costruite bilanciando piuttosto l'intensità dei colori. L'area nera, più pesante, incontra un'area blu più ampia. Anche se si paragonano le aste e i piedi delle "L" rovesciate, si osserva che il loro rapporto non è prettamente geometrico: alla porzione più rastremata e intensa della "L" nera corrisponde la parte più ampia in blu. La datazione all'inizio degli anni Novanta è in relazione alla produzione scultorea sviluppata in particolare dal 1994 in poi, intorno ai corpi solidi ed agli effetti luminosi. -
Lotto 90 Toni Benetton (1910 - 1996)
Proiezione, 1981
Ferro tagliato a fiamma ossidrica
140 x 104 x 30 cm
Firma: "TONI BENETTON", inciso nel metallo
Data; "81" inciso nel metallo
Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 58; F. Batacchi, a cura di, "Toni Benetton, il genio del ferro", Stia, 2000, p. 79; R. Ridolfi, a cura di, "Toni Benetton Lo scultore taumaturgo", Fano, 2003
Esposizione: Centro storico, Stia, 2000; Centro storico, Fano, 2003
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Negli anni Ottanta, l'interesse di Benetton vira velocemente verso la proiezione delle forme geometriche ottenute dal taglio della lastra, accentuata ruotandone gli elementi. Rispetto ai tagli degli anni Settanta - in cui i giochi di luce e ombra erano molto semplificati - le proiezioni degli anni Ottanta mostrano una grande variabilità di effetti luminosi durante la giornata, a causa della rotazione del sole rispetto agli elementi geometrici. Questa "Proiezione", in particolare, mantiene la fisicità della lastra nella struttura piana rettangolare, in cui il quadrato è inserito con preciso rapporto matematico: rettangolo e quadrato sono larghi alla stessa maniera; il rettangolo è alto una volta e mezza il quadrato; il quadrato si innesta nel rettangolo a metà della propria altezza e larghezza.
L'opera è realizzata intervenendo sulla lastra di ferro con tagli a fiamma ossidrica e successiva torsione a caldo.
Della scultura esiste almeno un bozzetto (F. Batacchi, a cura di, "Toni Benetton, il genio del ferro", Stia, 2000, p. 372, scheda 281).
Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto. -
Lotto 92 Toni Benetton (1910 - 1996)
Animale onirico, 1988
Matita, penna biro nera e acquarelli su cartoncino ruvido
11,8 x 12,3 cm
Firma: "ABenttn" a penna
Data; "88" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
"Anche i sogni rispecchiano la realtà, ma, come i disegni, simboleggiano qualcosa che è diverso" (Toni Benetton, "Segni e sogni: pensieri e disegni di Toni Benetton", Mogliano Veneto, 1995, p. 52). L'opera fa parte di una serie dedicata agli animali onirici, in particolare di una selezione di sei raffigurante un animale di forma simile ad una palla. Come ricorda, il figlio Giovanni, che talvolta aiutava Benetton a preparare i disegni per gli auguri di Natale, l'artista partiva disegnando la sagoma, poi faceva cadere l'acqua con poco colore che si spandeva sul foglio. Solo alla fine caricava ulteriormente colore che, scivolano sulla tensione dell'acqua, tendeva a raccogliersi sul perimetro del disegno. In questi fogli la tecnica ha accentuato il senso di rotondità. -
Lotto 96 Toni Benetton (1910 - 1996)
Torsione, 1960
Ferro modellato a caldo
215 x 22 x 14 cm
Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 359, scheda 115
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 85% (sostituzione della base)
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Ada Benetton mette in stretto rapporto "Torsione" con la "Grande stele", entrambe del 1960. Le due sculture sono apparentemente simili, nello slancio verticale verso il cielo. Tuttavia, come sottolinea Giovanni Benetton, la "Grande Stele" nasconde una allusione all'inorganico: è il concetto del monolite proiettato verso l'alto e indifferente all'ambiente, completamente altro dallo spazio che lo slancia. "Torsione", all'opposto, suggerisce l'organico, che si deforma e conquista l'alto con l'esperienza della vita. L'effetto è ottenuto deformando, in forgia, un piatto di metallo sottoposto in diversa inclinazione ai colpi del maglio. I disegni preliminari per questo tipo di sculture rappresentano figure umane stilizzate, rese progressivamente più astratte man mano che la scultura viene definita.
Infine, un appunto conservativo: in origine la base era una pietra grezza, scheggiata in maniera irregolare. In seguito venne sostituita con un corpo unico, in grado di garantire una maggiore stabilità.
Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto. -
Lotto 97 Toni Benetton (1910 - 1996)
Radar 2, 1965
Ferro modellato a caldo
64 x 65 x 22,5 cm
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
"Radar" è uno studio per una scultura monumentale, tre metri da terra, oggi conservata in una collezione privata tedesca.
Stupefacente è il modo in cui Benetton è riuscito a realizzare in ferro le onde del radar in movimento.
La scultura ha una lavorazione molto complessa: è sezionata e modellata a caldo in un modo che ha richiesto l'intervento diretto di Benetton. Questo tipo di lavori è assai simile all'arte tradizionale, in cui è possibile riconoscere la 'grafia' dell'autore, e differisce dall'altra parte fondamentale della produzione di Benetton in cui invece prevale l'elemento ideativo e di design.
Le dimensioni in scheda si riferiscono al solo modello. La base, che è stata sostituita negli corso degli anni, misura 8x30x13 cm. -
Lotto 98 Toni Benetton (1910 - 1996)
Nudo di donna, 1975
Matita e acquerelli su cartoncino liscio
49,5 x 35,2 cm
Firma: "ABtt" a penna
Data; "75" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Il soggetto è colto in una posizione intima e di sofferenza. Si tratta di un'opera stilisticamente rara nel catalogo dell'artista sia per la crudezza e il realismo del tema sia per la resa formale, che contraddice la preferenza di Benetton per le forme conchiuse. -
Lotto 100 Toni Benetton (1910 - 1996)
Animale onirico, 1988
Matita, penna biro nera e acquarelli su cartoncino ruvido
11,8 x 12,3 cm
Firma: "ABenttn" a penna
Data; "88" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
"Anche i sogni rispecchiano la realtà, ma, come i disegni, simboleggiano qualcosa che è diverso" (Toni Benetton, "Segni e sogni: pensieri e disegni di Toni Benetton", Mogliano Veneto, 1995, p. 52). L'opera fa parte di una serie dedicata agli animali onirici, in particolare di una selezione di sei raffigurante un animale di forma simile ad una palla. Come ricorda, il figlio Giovanni, che talvolta aiutava Benetton a preparare i disegni per gli auguri di Natale, l'artista partiva disegnando la sagoma, poi faceva cadere l'acqua con poco colore che si spandeva sul foglio. Solo alla fine caricava ulteriormente colore che, scivolano sulla tensione dell'acqua, tendeva a raccogliersi sul perimetro del disegno. In questi fogli la tecnica ha accentuato il senso di rotondità. -
Lotto 101 Toni Benetton (1910 - 1996)
Linee generatrici n. 9 (bozzetto), 1974
Ferro, lamine e fili saldati
88 x 128 x 112 cm
Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, pp. 299 e 371, scheda 267
Esposizione: Galleria d'arte Moderna, Bologna, 1977
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
L'opera appartiene alla serie delle "Linee generatrici", ma con alcune peculiarità. Prima di tutto, la tecnica: le lame sono ricavate tagliando una lastra a fiamma ossidrica e a scalpello per battitura. In secondo luogo, la finitura, che attrae l'attenzione sui dettagli. Questi elementi - spiega Giovanni Benetton, figlio e lavorante di Toni Benetton - portano a pensare che il bozzetto sia stato ideato per un monumento di medie dimensioni, per una altezza massima di sei metri, cioè tale che il peso degli elementi potesse essere sostenuto senza materiali speciali e la scultura apprezzata non solo come forma di insieme ma anche nella preziosità delle superfici. In questo pezzo, le "Linee generatrici" si avvicinano alla idea della scultura come opera d'arte autonoma. -
Lotto 102 Toni Benetton (1910 - 1996)
Archetipo, 1965
Ferro forgiato
140 x 152 x 60 cm
Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, pp. 146, 231, 360 scheda 125
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
"Archetipo": il titolo si deve, nella memoria di Giovanni Benetton, figlio dell'artista, al fatto che quest'opera sta all'inizio della serie scultorea delle "Sintesi zoomorfe". Infatti, il bozzetto risale al 1962. Il soggetto va messo in relazione con la forma più semplice per rappresentare il movimento: la direzione infatti - si potrebbe meglio dire lo slancio - è immediatamente intuibile senza bisogno di elementi figurativi come teste, braccia e piedi.
L'opera richiama da vicino le grandi sculture che popolarono il mitico Giardino Salomon, un podere trasformatosi, tra il 1959 e il 1960, in un primo parco espositivo all'aperto dedicato all'opera di Benetton ed anche uno dei capolavori di Benetton, "Le Monache", del 1961, già esposto allo Hakone Open Air Museum di Tokyo (F. Batacchi, a cura di, "Toni Benetton, il genio del ferro", Stia (Ar), 2000, pp. 62-63).
Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto.