COSE DELL'ALTRO MONDO!
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Lotto 37 Centrosauro (Centrosaurus apertus)
Cranio, circa 75,5-76,5 milioni di anni, Nord America
Fossile
110x86x97 cm
Provenienza: USA; mercato (Germania)
Stato di conservazione. Superficie: > 50%
Stato di conservazione. Supporto: > 50% (lacune e restauri; sommarie indicazioni nello schema di restauro)
Chi guarda un centrosauro non può che pensare immediatamente al triceratopo, il signore delle praterie che si scontrava con l'altrettanto celebre tyrannosaurus rex. Infatti il centrosauro è un genere di dinosauro ceratopsiano centrosaurino dello stadio campaniano del tardo cretacico canadese. I principali resti sono stati trovati in particolare nella cosiddetta Dinosaur Park Formation, una grande pianura creata da depositi alluvionali e costieri in Canada, a sud della provincia di Alberta, delimitata a sud dalla Oldman Formation, di natura non marina, e a nord dalla Bearpaw Formation, di natura marina. Fino almeno al 2001 non erano stati rinvenuti fossili di centrosauro fuori dalla provincia di Alberta (T. M. Lehman, 2001, Late Cretaceous dinosaur provinciality: In: Mesozoic Vertebrate Life, edited by Tanke, D. H., and Carpenter, K., Indiana University Press, pp. 310-328). Il fossile in esame, scavato in Montana, stato nordamericano di confine con l'Alberta, dimostra la diffusione dell'animale nelle vaste praterie nord continentali.
I centrosauri vivevano in mandrie, sostanzialmente non dissimili dagli attuali bufali: infatti, nel Dinosaur Provincial Park che delimita l'area di maggiore interesse della Dinosaur Park Formation, sono state rinvenute vaste sedimentazioni di ossa di Centrosaurus, estese per centinaia di metri e contenti migliaia di individui di tutte le età e di tutti i livelli di completamento. Gli scienziati hanno ipotizzato che l'elevata densità e il numero di individui si spiegherebbero se fossero morti mentre cercavano di attraversare un fiume, travolti dalla piena.
L'animale si distingue per i due grandi cornetti innestati nel cranio prima del grande collare protettivo, che doveva sfoggiare una parure di colori. Sopra gli occhi si trova anche un paio di piccole corna dirette verso l'alto. La corona dentata era moderatamente corta rispetto alla dimensione del teschio e presentava due finestre abbastanza grandi, probabilmente per consentire il raffreddamento dell'animale come avviene oggi con gli elefanti: è noto infatti che gli animali di grande dimensione tendono ad accumulare calore.
Erano, infatti, grandi dinosauri, anche se non grandi quanto i maggiori dei loro parenti: raggiungevano i 5–5,5 metri di lunghezza e le 2–2,5 tonnellate di massa corporea, retta da arti tozzi. Come altri centrosaurini, il centrosaurus portava un unico grande corno sopra il naso. Le corna si curvavano in avanti o all'indietro a seconda dell'esemplare. L'ornamentazione cromatica del cranio si riduceva con l'invecchiamento. Il collare era relativamente corto rispetto alla lunghezza totale del cranio e poteva raggiungere una lunghezza di oltre mezzo metro (68,8 cm) negli adulti più grandi e anziani.
Il centrosauro è anche un raro testimone della diffusione di malattie cancerose nei dinosauri e dell'efficienza del gruppo sociale. Si scoprì che un esemplare di Centrosaurus apertus recuperato dal Dinosaur Provincial Park nel 1989 aveva un osteosarcoma paralizzante nel perone destro. L'esame delle lesioni cancerose nell'osso suggerisce che il cancro avesse raggiunto uno stadio aggressivo, provocando una grave zoppia che avrebbe reso il ceratopsiano più vulnerabile alla predazione. Tuttavia, il fatto che facesse parte di un branco permise all'animale di sopravvivere molto più a lungo di quanto ci si aspetterebbe da un animale infetto da una malattia così grave. Si ritiene che l'individuo stesso sia morto annegato nell'alluvione improvvisa che ha creato il letto osseo dove è stato trovato. L'esemplare rimane uno dei pochi esemplari di dinosauro trovati con un cancro grave. -
Lotto 38 Ammonite (Perisphinctes Kranaosphinctes ?)
Conchiglia, circa 157-163 milioni di anni, Madagascar
Fossile
40x36x18 cm
Provenienza: mercato (Italia)
Stato di conservazione. Superficie: 60% (ampie lacune)
Stato di conservazione. Supporto: 70% (lacune, consolidamento)
Lo perisphinctes è un genere estinto di ammonite. Queste ammoniti vissero durante il giurassico medio e superiore e fungono da fossile indice per quel periodo di tempo. L'esemplare può essere ricondotto al sottogenere Kranaosphinctes, diffuso nel solo Giurassico superiore (161,2-155,7 milioni di anni fa), che alcuni autori considerano un genere estinto appartenente alla famiglia Perisphinctidae.
Appartiene allo stadio oxfordiano o kimmeridgiano e proviene dal Madagascar. -
Lotto 39 Gonphotherium angustidens
Zanna, circa 12-14 milioni di anni, Gracanica, Bosnia
Fossile
88x14x9 cm
Provenienza: mercato (Italia)
Stato di conservazione. Superficie: 65%
Stato di conservazione. Supporto: 85% (lacune, fratture, restauri soprattutto nell'innesto e nella parte inferiore; consolidamento)
Il gomphotherium, come la maggior parte degli elefantimorfi primitivi, aveva una mascella inferiore allungata che montava zanne. Probabilmente ebbe origine in Africa durante il tardo Oligocene-inizi Miocene. I resti più antichi di gomphotherium, infatti, sono stati rinvenuti in Africa, risalenti a circa 19,5 milioni di anni fa. Circa 19 milioni di anni fa, il gomphotherium migrò in Eurasia attraverso il cosiddetto "ponte terrestre del gomphotherium", e dopo il suo arrivo subì una rapida evoluzione, raggiungendo il picco di diversità durante il Miocene medio-inferiore. È stato ipotizzato che il gomphotherium sia l'antenato dei successivi generi gomphothere, inclusi i "tetralophodont gomphotheres" come Tetralophodon che sono probabilmente ancestrali di stegodontidi ed elefantidi.
L'ultima specie di Gomphotherium scomparve dal Nord America all'inizio del Pliocene, circa 5 milioni di anni fa.
La zanna fossile in asta appartiene alla specie angustidens, classificata da Cuvier nel 1817, diffusa in Europa, a metà del miocene. E' stata infatti scavata a Gračanica nel bacino Bugojno, in Bosnia. -
Lotto 40 Ametista
Bolivia
Formazione minerale
34x33x20 cm
Provenienza: mercato (Italia)
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Stato di conservazione. Supporto: 95% (consolidamento)
L'ametista è una varietà violacea di quarzo, spesso associata a rocce basaltiche subalcaline, sin dal 3000 a.C., in Egitto, Sudafrica e in Mesopotamia, una delle gemme più utilizzate per la creazione di gioielli, sigilli e intagli. -
Lotto 41 Ammoniti (Arietites bucklandi)
Coppia di conchiglie, 190 milioni di anni, Germania
Fossile
47x33x10 cm
Provenienza: mercato (Italia)
Stato di conservazione. Superficie: 70%
Stato di conservazione. Supporto: 80% (lacune, frattire, integrazioni e restauri, anche al verso)
Le ammoniti erano cefalopodi - molluschi caratterizzati da una simmetria bilaterale del corpo diviso tra testa e tentacoli - dal guscio a spirale. Sono strettamente imparentati con i coleoidi viventi, cioè polpi, calamari e seppie, anche se in apparenza ricordano maggiormente il Nautilus. Le prime ammoniti - più propriamente ammonoidea - apparvero durante il devoniano (419.2-358.9 milioni di anni fa). L'ultima specie scomparve durante o subito dopo l'evento di estinzione del cretacico-paleogene, detto anche K-T extinction (circa 66 milioni di anni fa), in cui scomparvero i tre quarti delle specie animali e vegetali e tra l'altro tutti i dinosauri non dotati di ali e la maggior parte dei quadrupedi con peso superiore a 25 kg.
Le ammoniti sono ottimi fossili indice ed è spesso possibile collegare lo strato roccioso in cui si trova una particolare specie o genere a specifici periodi geologici. I loro gusci fossili di solito assumono la forma di planispirali, sebbene siano state trovate alcune forme a spirale elicoidale e non a spirale, le cosiddette ammoniti eteromorfe.
Il nome "ammonite", fu inventato da Plinio il vecchio, che ne rilevò la similitudine con le corna di ariete (coniò il termine "Ammonis cornua", "corna di Ammon", perché il dio egizio Ammon era tipicamente raffigurato con corna di ariete).
Le ammoniti si distinguono per i setti, le pareti divisorie che separano le camere del fragmocono, per la natura delle suture nel punto in cui i setti si uniscono alla parete esterna del guscio, e in generale per il sifone.
L'arietites è un genere di ammoniti psiloceratacee massicce, giganti, della famiglia Arietitidae, nelle quali le spirali - squadrate e costolate trasversalmente, separate da profonde scalanature - corrono lungo il ventre. I fossili sono conosciuti in tutto il mondo dallo stadio Sinemuriano inferiore del Giurassico inferiore.
I fossili in asta, che risalgono al giurassico inferiore, appartengono alla specie bucklandi identificata da George Brettingham Sowerby nel 1816. -
Lotto 42 Mosasauro (tethysaurus nopcsai)
Scheletro, 89,8–93,9 milioni di anni, Marocco
Fossile
80x34x10 cm
Provenienza: mercato (Italia)
Stato di conservazione. Superficie: 80%
Stato di conservazione. Supporto: 60% (conservazione parziale dello scheletro; lacune; consolidamento)
Il tethysaurus è un genere estinto di mosasauroide tetisaurino del periodo tardo cretacico, stadio turoniano inferiore. L'unica specie è Tethysaurus nopcsai.
Il nome significa "lucertola di Teti di Nopcsa", con riferimento alla dea greca del mare Teti e al paleontologo ungherese Ferenc Nopcsa, che compì studi pionieristici sugli squamati acquatici dell'Adriatico. È stato rinvenuto nella Akrabou Formation, vicino ai villaggi di Tadirhourst e Asfla nella regione di Goulmima, nella provincia di Errachidia, in Marocco.
Il tethysaurus misura meno di 3 metri.
Il fossile è stato scavato nei depositi di Asfla, presso Goulmina, Marocco. -
Lotto 43 Plesiosauro (Thililua longicollis)
Cranio, collo e parte delle spalle, circa 100 milioni di anni, Marocco
Fossile
130x125x55 cm
Provenienza: mercato (Italia)
Stato di conservazione. Superficie: 80%
Stato di conservazione. Supporto: 60% (stato parziale ma buona conservazione della parte residua, consolidamento)
Il nome "Thililua" deriva da quello di un antico dio acquatico della mitologia berbera locale; l'aggettivo "longicollis" si riferisce al lungo collo dell'animale. Thililua è stata trovata nelle rocce del tardo Cretaceo (inizio del Turoniano) nelle montagne dell'Alto Atlante del Marocco, nel Nord Africa. Il tipo Thililua è il primo plesiosauro policotilide scoperto in Africa, e anche il primo scoperto che viveva a una latitudine subtropicale. Aveva 30 vertebre e poteva crescere fino ad una lunghezza di 5.5-6 metri.
I plesiosauri sono un ordine o clade di rettili marini mesozoici estinti. Apparvero alla fine del triassico, circa 203 milioni di anni fa e divennero particolarmente comuni durante il periodo Giurassico, prosperando fino alla scomparsa a causa dell'estinzione del Cretaceo-Paleogene, circa 66 milioni di anni fa. Avevano una distribuzione oceanica mondiale e alcune specie abitavano almeno in parte ambienti d'acqua dolce. I plesiosauri furono tra i primi rettili fossili scoperti.
La leggenda del mostro di Lock Ness, Nessie, allude ad un animale d'acqua dolce con le fattezze del plesiosauro dal lungo collo: gli avvistamenti descrivono, visibile fuori dall'acqua, la porzione della testa e del collo corrispondente al fossile in asta.
Il fossile proviene da Asla, nella regione di Goulmima, nella provincia d’Er-Rachidia, nel sud del Marocco. -
Lotto 44 Rosa del deserto
Brasile
Formazione minerale
51x49x19 cm
Provenienza: mercato (Italia)
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Stato di conservazione. Supporto: 95% (consolidamento)
La rosa del deserto è una formazione sedimentaria comune nei paesi desertici. Di colore che sfuma dall'arancione al giallo-ocra è un aggregato di cristalli di gesso che si forma in precise condizioni ambientali e climatiche.
Il gesso che compone le rose del deserto cristallizza nel sistema monoclino in aggregati a forma di lente in cristalli piatti più sottili alle estremità. -
Lotto 45 Hadrosaurus (?)
Uovo di dinosauro, circa 78-80 milioni di anni, Francia
Fossile
15 cm
Provenienza: mercato (Italia)
Stato di conservazione. Superficie: 70%
Stato di conservazione. Supporto: 70% (stato frammentario, con presenza di gran parte dei frammenti)
Hadrosaurus è un genere di dinosauri ornitopodi vissuti in particolare nel Nord America durante il tardo Cretacico nella Woodbury Formation tra 78 e 80 milioni di anni fa. L'esemplare olotipo - cioè usato per descrivere la specie - è stato trovato in una sedimentazione marina fluviale, il che significa che il cadavere dell'animale è stato trasportato da un fiume in mare.
Era un animale di grandi dimensioni, lungo da 7 a 8 metri, con un peso da 2 a 4 tonnellate. La maggior parte degli elementi conservati sono tratti molto robusti: di corporatura massiccia, gli hadrosauri erano dotati di becchi cheratinosi per il taglio del fogliame e di una dentatura specializzata e complessa per la lavorazione del cibo.
Gli hadrosauri deponevano in nidi capaci di contenere anche più di una dozzina di uova. -
Lotto 46 Megalosaurus sp.
Dente, circa 165-168 milioni di anni fa, Algeria
Fossile
73x42 mm
Provenienza: mercato (Italia)
Stato di conservazione. Superficie: 80%
Stato di conservazione. Supporto: 80% (fratture e lacune, integrazioni, consolidamento)
Megalosaurus è un genere estinto di grandi dinosauri teropodi carnivori del Giurassico medio, stadio bathoniano, dell'Inghilterra meridionale. Sebbene fossili provenienti da altre aree siano stati assegnati al genere, gli unici resti certi di megalosauri provengono dall'Oxfordshire.
Megalosaurus fu, nel 1824, il primo genere di dinosauro non aviario ad avere un nome riconosciuto. La specie tipo è Megalosaurus bucklandii, classificata nel 1827. Il Megalosaurus era uno dei tre generi su cui Richard Owen basò i suoi "Dinosauria". Il megalosaurus era lungo circa 6 metri (20 piedi) e pesava circa 700 chilogrammi (1.500 libbre). Era bipede, camminava su robusti arti posteriori, il suo busto era bilanciato da una coda orizzontale. I suoi arti anteriori erano corti, sebbene molto robusti. Il megalosaurus aveva una testa piuttosto grande, dotata di lunghi denti ricurvi. -
Lotto 47 Rana (Latonia gigantea)
Scheletro, circa 3,7-15,7 milioni di anni fa, Bosnia
Fossile
32x28x2,5 cm
Provenienza: mercato (Italia)
Stato di conservazione. Superficie: 70% (matrice fragile e friabile)
Stato di conservazione. Supporto: 80% (piccoli restauri, consolidamento)
La Latonia gigantea è una specie estinta di rana del genere Latonia, vissuta nel Miocene superiore-Pliocene inferiore, da 15,97 a 3,6 milioni di anni fa (Langhiano-Zancleano), in Germania, Ungheria, Romania, Grecia, Spagna, Italia e Balcani.
Nonostante non si conosca molto sulle abitudini alimentari di questo animale, l'unica specie vivente del genere latonia, ossia nigriventer, presenta tratti primitivi ed ancestrali al genere latonia e pertanto può essere usata come paragone per stabilire l'alimentazione e il comportamento delle specie estinte. Latonia nigriventer presenta una struttura cranica robusta, come anche gli arti anteriori. Questo fa concludere che nigriventer sia una rana dalla dieta durofaga, ossia un'alimentazione basata su organismi provvisti di guscio, in particolare gasteropodi e isopodi terrestri. La dieta di latonia gigantea sarebbe quindi meno versatile rispetto ad altre rane di grandi dimensioni: piuttosto che nutrirsi di piccoli vertebrati, è più credibile che questo anfibio si nutrisse principalmente di lumache. Questo andrebbe a spiegare la sua scomparsa in Europa, poiché durante i periodi glaciali del Pleistocene, ci fu una drastica diminuzione delle sue prede.
Il fossile risale al neogene, stadio miocene, ed è stato scavato nella miniera di carbone di Gračanica, nel bacino di Bugojno in Bosnia. -
Lotto 48 Sfalerite con pirite
Trepca, Kosovo
Formazione minerale
20x31x14 cm
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Grande campione di solfuri della famosa miniera di Trepca, nel Kosovo. In evidenza i grandi cristalli pseudo-ottaedrici neri di sfalerite, detta anche blenda, qui presente nella sua varietà ferrifera, denominata “marmatite”. A tratti si notano le tipiche alternanze di cristalli coalescenti che costituiscono il cosiddetto “geminato polisintetico”. La blenda è associata ad aggregati lenticolari formati da numerosi cristalli lucenti di pirite; la forma degli aggregati suggerisce che probabilmente la deposizione della pirite è avvenuta sopra a preesistenti cristalli di pirrotina. Questo fenomeno costituisce probabilmente una pseudomorfosi per incrostazione.
Prima della guerra in Kosovo, le miniere Trepca, alle porte di Mitrovica in Kosovo, ebbero una età felice, raggiungendo, per quantità di materiale estratto - soprattutto piombo, zinco, oro e argento -, la terza posizione in Europa, contribuendo al 70% della produzione mineraria della Jugoslavia e all’80% della ricchezza del Kosovo. Gli impiegati erano oltre 10 mila, mentre ora non ne rimangono che 1.300.