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Lotto 98 Michele Zaza (1948) - Cielo segreto, 1985
cm 40 x 50 ciascuna
Tre C-print vintage ciascuna applicata a cartoncino originale
Opera unica
Ciascun cartoncino titolato, datato e uno firmato a pennarello nero al verso
Opera in cornice
Opera accompagnata da Certificato d'Autenticità rilasciato dal fotografo
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 99 Masbedo (XX sec.) - Glima #3, 2008
cm 75,5 x 101
C-print vintage montata su alluminio
Edizione 4 di 7
Opera in cornice
Opera accompagnata da Certificato di autenticità rilasciato dal fotografo
Questa immagine è tratta dall’omonimo video che mostra, in una landa ghiacciata e desolata, lo scontro insieme fisico e psicologico fra un uomo e una donna, i cui volti non sono facilmente distinguibili mentre i corpi e gli abiti sono così legati fra di loro da resistere a ogni tentativo di reciproco allontanamento. Con quest’opera Masbedo (al secolo Nicolò Masazza e Jacopo Bedogni) evidenziano la loro poetica volta a utilizzare diversi media all’interno delle loro creazioni.
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Lotto 100 Dan Graham (1942-2002) - People in a highway restaurant, Jersey City; Two families in front of a housing development, Staten Island, New York, 1967
cm 72,4 x 50,6
Due stampe cromogeniche vintage, stampate anni 1970 applicate a cartoncino originale
Edizione 32 di 40
Firmata, datata e numerata a penna nera al cartoncino recto
Opera in cornice
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Lotto 101 Leandro Katz (1938) - Study for the Transcode Series, 1978
cm 75,5 x 37
Stampa cromogenica vintage applicata su cartoncino originale
Firmata a matita bianca a cartoncino recto e titolata, firmata e datata a matita con timbro del fotografo al verso
Opera in cornice
PROVENIENZA
Collezione Firinu Prof. Piergiorgio, Torino
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Lotto 102 Franco Vaccari (1936) - 800 km di esposizione, 1972
cm 59,5 x 99,5
20 stampe cromogeniche vintage applicate a cartoncino originale
Edizione 42 di 60
Firmata e datata con note del fotografo a penna nera e numerata a matita al cartoncino recto
Franco Vaccari, invitato a Graz alle Settimane di pittura, cioè a trascorrere un mese in una località isolata dove avrebbe dovuto produrre oggetti artistici, il suo lavoro lo realizza durante il viaggio di andata: “Ho scelto di applicare la mia attenzione ai mezzi di trasporto merci che si muovevano nella mia stessa direzione. Voglio usare la fotografia non come mezzo di contemplazione ma per scardinare i miei condizionamenti visivi [….] Una volta arrivato a destinazione il mio lavoro era finito”.
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Lotto 103 Franco Vaccari (1936) - Senza titolo (Murales), 1970s
cm 24 x 17,9
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbro del fotografo al verso
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Lotto 104 Franco Vaccari (1936) - Senza titolo (Murales), 1970s
cm 24 x 17,9
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbro del fotografo al verso
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Lotto 105 Stanislao Pacus (1938) - La quaglia della poesia ironica - Petrolini (Chicchignola): "Signori, una cacata di vacca", 1970s
cm 13 x 9 (ciascuna stampa) ; cm 39 x 27 (ciascun cartoncino) ; cm 42 x 30 x 4 (cofanetto)
25 stampe vintage alla gelatina ai sali d'argento ciascuna applicata a cartoncino originale e contenute nel cofanetto originale in legno
Edizione 2 di 50 (a cura di Lucio Cerioli & La Guzzina Editiori)
Ciascun cartoncino numerato e firmato a matita con titolo stampato al recto
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Lotto 106 Otto Mühl (1925-2013) - Senza titolo (Azione), 1977
cm 40 x 30,5 ciascuna
Quattro stampe vintage alla gelatina ai sali d'argento
Ciascuna stampa firmata e datata a matita al verso
Timbro Copyright Fabio Simion al verso di ciascuna
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Lotto 107 Joel Peter Witkin (1939) - Woman Once a Bird, dal portfolio "A year in Tibet", 1990
cm 40,3 x 33,2 (cm 31,8 x 25,8 immagine)
Stampa al platino vintage
Edizione AP 2 di 24
Firmata a matita al margine bianco inferiore recto
Joel Peter Witkin ha l’abitudine di usare per le sue composizioni di gusto neobarocco corpi di cadaveri ed è in questo caso resa più accettabile dall’ironia noir del titolo che fa immaginare curiose mutilazioni e fantasiose esistenze. Ma qui è anche evidente il richiamo a una delle fotografie più note di Man Ray, “Le violon d’Ingres”. -
Lotto 108 Paolo Gioli (1942-2022) - "Film Stenopeico" (L'Uomo senza Macchina da Presa), 1970
cm 10,8 x 17,3 (cm 12,2 x 17,8 cartoncino)
Due polaroid applicate a cartoncino originale
Opera unica
Etichetta con note del fotografo a penna nera al verso del cartoncino
Grande sperimentatore, Paolo Gioli si è sempre mosso in una dimensione espressiva eterodossa, dove ad essere privilegiata è stata la ricerca sul linguaggio fotografico realizzata facendo ricorso ai materiali più duttili come le Polaroid che, da semplici materiali sensibili a sviluppo immediato, in mani come le sue si sono trasformate in opere artistiche degne di meraviglia. L’utilizzo di strumenti antichi da lui molto amati come il foro stenopeico – un minuscolo foro, lo stenope, come obiettivo – è in lui finalizzato a una rilettura del passato in chiave contemporanea dove si annullano i confini fra i generi. Lo si può constatare di fronte ai frames di due film sperimentali della Vampa Production molto noti fra gli addetti ai lavori e meno dal grande pubblico: “L’operatore perforato” e “L’uomo senza macchina da presa”. Il primo riutilizza uno spezzone di un anonimo film della Pathè manipolato inserendo nella perforazione altre immagini che ostacolano la visione di un operatore in azione, il secondo (che cita, rovesciandolo, il titolo del film di Dziga Vertov) viene realizzato con una cinepresa autoprodotta, un’asta cava di metallo, dotata di un trascinamento manuale che riprende oggetti, scorci di paesaggi, frammenti di corpi.
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Lotto 109 Paolo Gioli (1942-2022) - Etruschi, 1984
cm 25 x 35
Due polaroid dipinte applicate a cartoncino originale
Opera unica
Titolata, firmata e datata a matita al cartoncino recto
Grande sperimentatore, Paolo Gioli si è sempre mosso in una dimensione espressiva eterodossa, dove ad essere privilegiata è stata la ricerca sul linguaggio fotografico realizzata facendo ricorso ai materiali più duttili come le Polaroid che, da semplici materiali sensibili a sviluppo immediato, in mani come le sue si sono trasformate in opere artistiche degne di meraviglia. L’utilizzo di strumenti antichi da lui molto amati come il foro stenopeico – un minuscolo foro, lo stenope, come obiettivo – è in lui finalizzato a una rilettura del passato in chiave contemporanea dove si annullano i confini fra i generi. Lo si può constatare di fronte ai frames di due film sperimentali della Vampa Production molto noti fra gli addetti ai lavori e meno dal grande pubblico: “L’operatore perforato” e “L’uomo senza macchina da presa”. Il primo riutilizza uno spezzone di un anonimo film della Pathè manipolato inserendo nella perforazione altre immagini che ostacolano la visione di un operatore in azione, il secondo (che cita, rovesciandolo, il titolo del film di Dziga Vertov) viene realizzato con una cinepresa autoprodotta, un’asta cava di metallo, dotata di un trascinamento manuale che riprende oggetti, scorci di paesaggi, frammenti di corpi.
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Lotto 110 Paolo Gioli (1942-2022) - Fiori secchi, 2006
cm 22 x 15,4
Polaroid trasferta su seta applicata su cartoncino originale
Opera unica
Firmata e datata a penna nera al cartoncino recto e firmata, datata, dedicata e titolata a penna nera al cartoncino verso
Grande sperimentatore, Paolo Gioli si è sempre mosso in una dimensione espressiva eterodossa, dove ad essere privilegiata è stata la ricerca sul linguaggio fotografico realizzata facendo ricorso ai materiali più duttili come le Polaroid che, da semplici materiali sensibili a sviluppo immediato, in mani come le sue si sono trasformate in opere artistiche degne di meraviglia. L’utilizzo di strumenti antichi da lui molto amati come il foro stenopeico – un minuscolo foro, lo stenope, come obiettivo – è in lui finalizzato a una rilettura del passato in chiave contemporanea dove si annullano i confini fra i generi. Lo si può constatare di fronte ai frames di due film sperimentali della Vampa Production molto noti fra gli addetti ai lavori e meno dal grande pubblico: “L’operatore perforato” e “L’uomo senza macchina da presa”. Il primo riutilizza uno spezzone di un anonimo film della Pathè manipolato inserendo nella perforazione altre immagini che ostacolano la visione di un operatore in azione, il secondo (che cita, rovesciandolo, il titolo del film di Dziga Vertov) viene realizzato con una cinepresa autoprodotta, un’asta cava di metallo, dotata di un trascinamento manuale che riprende oggetti, scorci di paesaggi, frammenti di corpi.
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Lotto 111 Paolo Gioli (1942-2022) - "L'Operatore Perforato" (Il Macchinatore), 1979
cm 11,7 x 18
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento su carta politenata
Note del fotografo a penna nera al verso
Grande sperimentatore, Paolo Gioli si è sempre mosso in una dimensione espressiva eterodossa, dove ad essere privilegiata è stata la ricerca sul linguaggio fotografico realizzata facendo ricorso ai materiali più duttili come le Polaroid che, da semplici materiali sensibili a sviluppo immediato, in mani come le sue si sono trasformate in opere artistiche degne di meraviglia. L’utilizzo di strumenti antichi da lui molto amati come il foro stenopeico – un minuscolo foro, lo stenope, come obiettivo – è in lui finalizzato a una rilettura del passato in chiave contemporanea dove si annullano i confini fra i generi. Lo si può constatare di fronte ai frames di due film sperimentali della Vampa Production molto noti fra gli addetti ai lavori e meno dal grande pubblico: “L’operatore perforato” e “L’uomo senza macchina da presa”. Il primo riutilizza uno spezzone di un anonimo film della Pathè manipolato inserendo nella perforazione altre immagini che ostacolano la visione di un operatore in azione, il secondo (che cita, rovesciandolo, il titolo del film di Dziga Vertov) viene realizzato con una cinepresa autoprodotta, un’asta cava di metallo, dotata di un trascinamento manuale che riprende oggetti, scorci di paesaggi, frammenti di corpi.
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 112 Shunk & Kender (XX sec.) - Christo, Valley curtain, 1971/1972
cm 20,3 x 25,7 ciascuna (cm 19 x 23,8 ; cm 20 x 19 immagine)
Due stampe vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbri dei fotografi al verso di ciascuna
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 113 Antonio Paradiso (1936) - Teatro Antropologico, 1977
cm 12,7 x 17,8
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento su carta politenata
Titolata e datata a penna nera con timbro del fotografo al verso
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 114 Antonio Paradiso (1936) - Teatro antropologico, 1977
cm 12,7 x 17,7 ciascuna
Due stampe vintage alla gelatina ai sali d'argento su carta politenata
Una stampa datata e ciascuna titolata a penna nera, con timbro del fotografo al verso di ciascuna
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 115 Ugo Mulas (1928-1973) - Campo Urbano - Interventi estetici nella dimensione collettiva urbana, 1969
cm 24 x 18,2 ciascuna
Due stampe vintage alla gelatina sali d'argento
Timbro del fotografo al verso di ciascuna
Contenitori Umani - Ico Parisi, Francesco Somaini a pennarello nero al verso della prima stampa
Vittoria - antimonumento - Valentina Berardinone a pennarello nero al verso della seconda stampa
Il 21 settembre 1969 il centro storico di Como fu teatro di una straordinaria manifestazione artistica così radicale nella sua progettualità da non poter essere definita se non come un evento. Curata da Luciano Caramel, Ugo Mulas e Bruno Munari, “Campo Urbano. Interventi Estetici nella dimensione collettiva urbana” coinvolse un gruppo di artisti fra cui Luciano Fabro, Bruno Molli, Franca Sacchi, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Enrico Baj, Giuseppe Chiari, Gianni Colombo, Valentina Berardinone, Francesco Somaini, Ico Parisi, Gianni Pettena, Dadamaino e Ugo Mulas intenzionati a portare in mezzo alla gente comune che viene direttamente coinvolta (siamo nella più nobile atmosfera sessantottina e si sente…) una riflessione non teorica ma performativa nei campi dell’arte, dell’architettura, del design, della musica.
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 116 Ugo Mulas (1928-1973) - Campo Urbano - Interventi estetici nella dimensione collettiva urbana, 1968
cm 18,3 x 24 ciascuna
Due stampe vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbro del fotografo al verso di ciascuna
Segnaletica Orizzontale - Enrico Baj, Ermanno Besozzi, Inse Bonstrat, Bruno Molli a pennarello nero al verso della prima stampa
Suonano La Città - Giuseppe Chiari, Franca Sacchi a pennarello nero al verso della seconda stampa
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 117 Ugo Mulas (1928-1973) - Senza titolo (Milano), 1964
cm 27 x 37 (cm 22,4 x 37 immagine)
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbro del fotografo al verso
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 118 Ugo Mulas (1928-1973) - Giò Pomodoro, 1970s
cm 21 x 29,5
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbro del fotografo al verso
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 119 Ugo Mulas (1928-1973) - Giuseppe Ajmone nella sua tipografia, 1970s
cm 28,3 x 23,3 (cm 23,8 x 23,3 immagine)
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbro del fotografo al verso
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 120 Ugo Mulas (1928-1973) - David Smith, Spoleto, 1962
cm 37 x 27
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbro del fotografo al verso
Opera in cornice
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 121 Armin Linke (1966) - Hugo Pratt, Losanne, 1994
cm 40,3 x 30,5 (cm 35,4 x 24,3 immagine)
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Etichetta del fotografo al verso
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 122 Kurt Blum (1922-2005) - Willem De Kooning, 1962
cm 50,5 x 60,5
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1980/1990
Edizione 3 di 25
Firmata a matita con timbro didascalico del fotografo al verso
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Lotto 123 Kurt Blum (1922-2005) - Alberto Giacometti (Chien Andalou + Diego), 1954
cm 50,5 x 60,5
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1980/1990
Edizione 3 di 25
Firmata a matita con timbro didascalico del fotografo al verso
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Lotto 124 Arrigo Orsi (1897-1968) - Il pittore Emil Lindenfeld, 1950s
cm 21,7 x 28,1
Dye transfer, stampa vintage
Timbri Opera VINTAGE copyright by archivio opera Arrigo Orsi al verso
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 125 Arrigo Orsi (1897-1968) - Senza titolo, 1950s
cm 24,3 x 18
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbri Opera VINTAGE copyright by archivio opera Arrigo Orsi al verso
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 126 Arrigo Orsi (1897-1968) - Gioco di luce, 1950s
cm 24,3 x 18
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbri Opera VINTAGE copyright by archivio opera Arrigo Orsi al verso
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 127 Luigi Veronesi (1908-1998) - Senza titolo (Fotogramma), 1939
cm 28 x 22,5
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata 1977
Edizione 24 di 30
Firmata, datata e numerata a penna bianca sull'immagine
Opera in cornice
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 128 Man Ray (1890-1976) - Ostrich Egg, 1944
cm 24,5 x 18 (cm 21,5 x 18 immagine)
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1970
Timbro del fotografo al verso
Opera in cornice
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 129 Man Ray (1890-1976) - Femmes, 1930s
cm 30 x 22
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata nel 1981 da Paolo Vandrasch sotto la supervisione di Juliette Man Ray
Edizione 32 di 35
Etichetta didascalica firmata a penna nera da Paolo Vandrasch, Juliette Man Ray e Giò Marconi al verso
Opera in cornice
Questi due bellissimi ritratti femminili di Man Ray hanno una storia interessante da raccontare. Partiamo dalla tecnica di stampa – la cosiddetta pseudosolarizzazione – ottenuta illuminando per una frazione di tempo la carta in fase di sviluppo, che conferisce ai volti un che di misterioso e intrigante. Queste due immagini sono state realizzate nel 1981 sotto la direzione della moglie Juliet dai negativi originali in una operazione che vede protagonisti altri tre importanti personaggi milanesi: il fotografo Mario Carrieri che mette a disposizione il suo studio per le stampe, Paolo Vandrash che le realizza con la competenza culturale e l'abilità tecnica che gli sono riconosciute e il gallerista Giorgio Marconi, il più importante collezionista italiano di Man Ray, che le pubblica.
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 130 Man Ray (1890-1976) - Femmes, 1930s
cm 30 x 22
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata 1981 da Paolo Vandrasch sotto la supervisione di Juliet Man Ray
Edizione 32 di 35
Etichetta didascalica firmata a penna nera da Paolo Vandrasch, Juliet Man Ray e Giò Marconi al verso
Opera in cornice
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 131 Florence Henri (1893) - Portrait de Femme, 1931
cm 40 x 30
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata 1977
Edizione 2 di 9
Firmata a penna nera sull'immagine e titolata, numerata e datata a penna nera con timbro del fotografo al verso
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Lotto 132 Florence Henri (1893) - Double Portrait, 1928
cm 23 x 18 (tagliata)
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata 1977
Edizione 2 di 9
Siglata F.H. sull'immagine con timbro del fotografo e timbro didascalico al verso
Opera in cornice
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Lotto 133 Gyula Halasz BRASSAI (1899-1994) - Au Musée du Louvre, 1935
cm 22,8 x 17,1
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1940/1950
Titolata, datata e firmata a matita con timbri del fotografo al verso
Opera in cornice
Grande interprete della Parigi dove era arrivato dall’originaria Ungheria, Brassaï (lo pseudonimo era un omaggio alla sua città natia Braçov) la documentò di giorno e soprattutto di notte con lo stile reportagistico noto come photographie humaniste. Entrò così a far parte del mondo intellettuale della città diventando amico di Picasso, Kertész, Doisneau, Prévert ed Henry Miller, che lo definì l’occhio di Parigi.
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 134 Gyula Halasz BRASSAI (1899-1994) - Les Hospice de Beaune. La Pharmacie, 1951
cm 39,7 x 27,8
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1970/1980
Edizione prova d'artista
Numerata EA, dedicata e firmata a penna rossa al margine bianco inferiore recto e titolata e datata con timbro del fotografo al verso
Opera in cornice
Grande interprete della Parigi dove era arrivato dall’originaria Ungheria, Brassaï (lo pseudonimo era un omaggio alla sua città natia Braçov) la documentò di giorno e soprattutto di notte con lo stile reportagistico noto come photographie humaniste. Entrò così a far parte del mondo intellettuale della città diventando amico di Picasso, Kertész, Doisneau, Prévert ed Henry Miller, che lo definì l’occhio di Parigi.
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 135 Jaromír Funke (1896-1945) - Eye from Time Persists, 1930/1934
cm 39 x 28,5 (cm 37,3 x 27 immagine)
Stampa moderna alla gelatina ai sali d'argento, stampata 1995
Edizione 2 di 30
Timbro Jaromìr Funke PHP Portfolio IV al verso
Fondatore nel 1923 assieme a Joseph Sudek e altri della Società Fotografica Ceca, Jaromir Funke è un autore che – nella stessa scia espressiva di Sudek – si è mosso nell'ambito dell'avanguardia utilizzando elementi semplici tratti dalla vita quotidiana resi particolarmente affascinanti da un'attenta illuminazione e da un uso degli specchi che si richiama in tutta evidenza alle ispirazioni di gusto surrealista. I suoi still life sono realizzati in composizioni particolarmente originali come è evidente nella fotografia qui proposta. -
Lotto 136 Josef Sudek (1896-1976) - La finestra del mio laboratorio, 1944
cm 17 x 10,6
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, sampata anni 1950
Firmata a matita da Anna Farova al verso
Pur essendogli stato amputato il braccio destro ferito sul fronte italiano nel corso della Grande Guerra, Joseph Sudek intraprese, dopo aver abbandonato la carriera di libraio, quella del fotografo. Attento osservatore della sua Praga, cominciò realizzando una minuziosa documentazione della cattedrale di San Vito ma i lavori più intimi e raffinati furono quelli scattati dalla finestra del suo studio che dava su un giardino le cui piante divennero un soggetto costante. Alla fine degli anni ‘50 si dotò di un vecchio banco ottico Kodak per lastre panoramiche con cui fotografò la sua città con immagini insieme delicate e spettacolari che lui stesso stampava.
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 137 Josef Sudek (1896-1976) - Praga Panoramica, 1950s
cm 9 x 29
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1950/1960
Firmata a matita al verso
Pur essendogli stato amputato il braccio destro ferito sul fronte italiano nel corso della Grande Guerra, Joseph Sudek intraprese, dopo aver abbandonato la carriera di libraio, quella del fotografo. Attento osservatore della sua Praga, cominciò realizzando una minuziosa documentazione della cattedrale di San Vito ma i lavori più intimi e raffinati furono quelli scattati dalla finestra del suo studio che dava su un giardino le cui piante divennero un soggetto costante. Alla fine degli anni ‘50 si dotò di un vecchio banco ottico Kodak per lastre panoramiche con cui fotografò la sua città con immagini insieme delicate e spettacolari che lui stesso stampava.
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 138 Josef Sudek (1896-1976) - Praga panoramica, 1950s
cm 9,8 x 14,6 (cm 6,2 x 14,6 immagine)
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1960
Firmata con note del fotografo a matita al verso
Pur essendogli stato amputato il braccio destro ferito sul fronte italiano nel corso della Grande Guerra, Joseph Sudek intraprese, dopo aver abbandonato la carriera di libraio, quella del fotografo. Attento osservatore della sua Praga, cominciò realizzando una minuziosa documentazione della cattedrale di San Vito ma i lavori più intimi e raffinati furono quelli scattati dalla finestra del suo studio che dava su un giardino le cui piante divennero un soggetto costante. Alla fine degli anni ‘50 si dotò di un vecchio banco ottico Kodak per lastre panoramiche con cui fotografò la sua città con immagini insieme delicate e spettacolari che lui stesso stampava.
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 139 Kurt Blum (1922-2005) - Mailand, 1953
cm 24 x 30,4 (cm 24 x 29 immagine)
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1980/1990
Edizione 2 di 5
Timbro didascalico titolato, datato, numerato e firmato a matita al verso
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Lotto 140 Robert Doisneau (1912-1994) - Paris, 1950s
cm 21 x 18,5
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbro del fotografo al verso
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lotto 141 Aaron Siskind (1903-1991) - Harlem, 1935
cm 27,5 x 35,5 (cm 22,2 x 30,5 immagine)
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1970
Titolata, datata e firmata a matita al verso
Opera in cornice
Le immagini dell’autore americano Aaron Siskind vanno lette alla luce dei suoi interessi per la letteratura che ha insegnato negli anni ’20, per la poesia e per la pittura dell’Espressionismo Astratto cui si avvicina negli anni ’40. Formatosi alla grande scuola sociale della Photo League, diventa un esponente importante della fotografia astratta ma negli anni ’30 durante la Grande Depressione si dedica alla documentazione della vita dei quartieri poveri di New York con uno stile che ricorda quello di Minor White. Questa fotografia fa parte della serie con cui ha realizzato il volume “Harlem Document. Photographs 1932-1940”. -
Lotto 142 Henri Cartier-Bresson (1908-2004) - Valencia, 1933
cm 20,2 x 25,7 (cm 16,2 x 24 immagine)
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1960
Timbro del fotografo al verso
BIBLIOGRAFIA
Henri Cartier-Bresson: Photographer, Robert Delpire, ed., Boston, 1979, pl. 20
Van Deren Coke, Diana C. Dupont, Photography: A Facet of Modernism, Photographs from the San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco Museum of Modern Art, 1986, pl. 24
P. Galassi, Henri Cartier-Bresson: The Early Work, New York: The Museum of Modern Art, 1987, pp. 41, 127
Jean-Pierre Montier, Henri Cartier-Bresson and the Artless Art, Boston, 1996, p. 236
Henri Cartier-Bresson: The Master Set, Peter Fetterman, Santa Monica, 2004, pl. 135
A. Thomas, Modernist Photograph from the National Gallery of Canada Ottawa: National Gallery of Canada, 2007, p. 61
P. Galassi, Henri Cartier-Bresson: The Modern Century, New York: The Museum of Modern Art, 2010, p. 89
C. Chéroux, Henri Cartier-Bresson, Paris: Centre Pompidou, 2014, p. 79
M. Humery et al., Henri Cartier-Bresson: Le Grand Jeu, Paris: Bibliothèque nationale de France and Fondation Henri Cartier-Bresson, 2020, pp. 133, 259
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito
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Lotto 143 Éduard Boubat (1923-1999) - France, 1971
cm 30,4 x 40,4 (cm 23,7 x 35,5 immagine)
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1980
Firmata a penna nera al margine bianco inferiore recto -
Lotto 144 Doris Ulmann (1882-1934) - Wilma Creech, Pine Mountain, 1930s
cm 23,5 x 18 (cm 35,4 x 27,8 passepartout)
Stampa vintage al platino, applicata su passepartout originale
Firmata a matita al passepartout recto
Opera in cornice
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Lotto 145 Ansel Adams (1902-1984) - Merced Courthouse, 1950s/1960s
cm 18,7 x 23,8 (cm 27 x 34,4 cartoncino)
Stampa vintage alla gelatina ai sali d’argento applicata a cartoncino originale
Titolata a pena nera con timbro del fotografo al cartoncino recto