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martedì 23 aprile 2024 ore 15:00 (UTC +01:00)
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Lotti dal 97 al 144 di 264
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  • Michele Zaza (1948)  - Cielo segreto, 1985
    Lotto 98

    Michele Zaza (1948) - Cielo segreto, 1985

    cm 40 x 50 ciascuna
    Tre C-print vintage ciascuna applicata a cartoncino originale

    Opera unica
    Ciascun cartoncino titolato, datato e uno firmato a pennarello nero al verso
    Opera in cornice


    Opera accompagnata da Certificato d'Autenticità rilasciato dal fotografo


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  • Masbedo (XX sec.)  - Glima #3, 2008
    Lotto 99

    Masbedo (XX sec.) - Glima #3, 2008

    cm 75,5 x 101
    C-print vintage montata su alluminio

    Edizione 4 di 7
    Opera in cornice


    Opera accompagnata da Certificato di autenticità rilasciato dal fotografo



    Questa immagine è tratta dall’omonimo video che mostra, in una landa ghiacciata e desolata, lo scontro insieme fisico e psicologico fra un uomo e una donna, i cui volti non sono facilmente distinguibili mentre i corpi e gli abiti sono così legati fra di loro da resistere a ogni tentativo di reciproco allontanamento. Con quest’opera Masbedo (al secolo Nicolò Masazza e Jacopo Bedogni) evidenziano la loro poetica volta a utilizzare diversi media all’interno delle loro creazioni. 
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  • Dan Graham (1942-2002)  - People in a highway restaurant, Jersey City; Two families in front of a housing development, Staten Island, New York, 1967
    Lotto 100

    Dan Graham (1942-2002) - People in a highway restaurant, Jersey City; Two families in front of a housing development, Staten Island, New York, 1967

    cm 72,4 x 50,6
    Due stampe cromogeniche vintage, stampate anni 1970 applicate a cartoncino originale

    Edizione 32 di 40
    Firmata, datata e numerata a penna nera al cartoncino recto
    Opera in cornice


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  • Leandro Katz (1938)  - Study for the Transcode Series, 1978
    Lotto 101

    Leandro Katz (1938) - Study for the Transcode Series, 1978


    cm 75,5 x 37

    Stampa cromogenica vintage applicata su cartoncino originale

    Firmata a matita bianca a cartoncino recto e titolata, firmata e datata a matita con timbro del fotografo al verso

    Opera in cornice


    PROVENIENZA

    Collezione Firinu Prof. Piergiorgio, Torino



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  • Franco Vaccari (1936)  - 800 km di esposizione, 1972
    Lotto 102

    Franco Vaccari (1936) - 800 km di esposizione, 1972

    cm 59,5 x 99,5
    20 stampe cromogeniche vintage applicate a cartoncino originale

    Edizione 42 di 60
    Firmata e datata con note del fotografo a penna nera e numerata a matita al cartoncino recto



    Franco Vaccari, invitato a Graz alle Settimane di pittura, cioè a trascorrere un mese in una località isolata dove avrebbe dovuto produrre oggetti artistici, il suo lavoro lo realizza durante il viaggio di andata: “Ho scelto di applicare la mia attenzione ai mezzi di trasporto merci che si muovevano nella mia stessa direzione. Voglio usare la fotografia non come mezzo di contemplazione ma per scardinare i miei condizionamenti visivi [….] Una volta arrivato a destinazione il mio lavoro era finito”. 
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  • Franco Vaccari (1936)  - Senza titolo (Murales), 1970s
    Lotto 103

    Franco Vaccari (1936) - Senza titolo (Murales), 1970s

    cm 24 x 17,9
    Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
    Timbro del fotografo al verso

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  • Franco Vaccari (1936)  - Senza titolo (Murales), 1970s
    Lotto 104

    Franco Vaccari (1936) - Senza titolo (Murales), 1970s

    cm 24 x 17,9
    Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
    Timbro del fotografo al verso

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  • Stanislao Pacus (1938)  - La quaglia della poesia ironica - Petrolini (Chicchignola): "Signori, una cacata di vacca", 1970s
    Lotto 105

    Stanislao Pacus (1938) - La quaglia della poesia ironica - Petrolini (Chicchignola): "Signori, una cacata di vacca", 1970s

    cm 13 x 9 (ciascuna stampa) ; cm 39 x 27 (ciascun cartoncino) ; cm 42 x 30 x 4 (cofanetto)
    25 stampe vintage alla gelatina ai sali d'argento ciascuna applicata a cartoncino originale e contenute nel cofanetto originale in legno
    Edizione 2 di 50 (a cura di Lucio Cerioli & La Guzzina Editiori)
    Ciascun cartoncino numerato e firmato a matita con titolo stampato al recto

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  • Otto Mühl (1925-2013)  - Senza titolo (Azione), 1977
    Lotto 106

    Otto Mühl (1925-2013) - Senza titolo (Azione), 1977

    cm 40 x 30,5 ciascuna
    Quattro stampe vintage alla gelatina ai sali d'argento
    Ciascuna stampa firmata e datata a matita al verso
    Timbro Copyright Fabio Simion al verso di ciascuna

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  • Joel Peter Witkin (1939)  - Woman Once a Bird, dal portfolio "A year in Tibet", 1990
    Lotto 107

    Joel Peter Witkin (1939) - Woman Once a Bird, dal portfolio "A year in Tibet", 1990

    cm 40,3 x 33,2 (cm 31,8 x 25,8 immagine)
    Stampa al platino vintage

    Edizione AP 2 di 24
    Firmata a matita al margine bianco inferiore recto



    Joel Peter Witkin ha l’abitudine di usare per le sue composizioni di gusto neobarocco corpi di cadaveri ed è in questo caso resa più accettabile dall’ironia noir del titolo che fa immaginare curiose mutilazioni e fantasiose esistenze. Ma qui è anche evidente il richiamo a una delle fotografie più note di Man Ray, “Le violon d’Ingres”.

  • Paolo Gioli (1942-2022)  - "Film Stenopeico" (L'Uomo senza Macchina da Presa), 1970
    Lotto 108

    Paolo Gioli (1942-2022) - "Film Stenopeico" (L'Uomo senza Macchina da Presa), 1970

    cm 10,8 x 17,3 (cm 12,2 x 17,8 cartoncino)
    Due polaroid applicate a cartoncino originale

    Opera unica
    Etichetta con note del fotografo a penna nera al verso del cartoncino



    Grande sperimentatore, Paolo Gioli si è sempre mosso in una dimensione espressiva eterodossa, dove ad essere privilegiata è stata la ricerca sul linguaggio fotografico realizzata facendo ricorso ai materiali più duttili come le Polaroid che, da semplici materiali sensibili a sviluppo immediato, in mani come le sue si sono trasformate in opere artistiche degne di meraviglia. L’utilizzo di strumenti antichi da lui molto amati come il foro stenopeico – un minuscolo foro, lo stenope, come obiettivo – è in lui finalizzato a una rilettura del passato in chiave contemporanea dove si annullano i confini fra i generi. Lo si può constatare di fronte ai frames di due film sperimentali della Vampa Production molto noti fra gli addetti ai lavori e meno dal grande pubblico: “L’operatore perforato” e “L’uomo senza macchina da presa”. Il primo riutilizza uno spezzone di un anonimo film della Pathè manipolato inserendo nella perforazione altre immagini che ostacolano la visione di un operatore in azione, il secondo (che cita, rovesciandolo, il titolo del film di Dziga Vertov) viene realizzato con una cinepresa autoprodotta, un’asta cava di metallo, dotata di un trascinamento manuale che riprende oggetti, scorci di paesaggi, frammenti di corpi.      
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  • Paolo Gioli (1942-2022)  - Etruschi, 1984
    Lotto 109

    Paolo Gioli (1942-2022) - Etruschi, 1984

    cm 25 x 35
    Due polaroid dipinte applicate a cartoncino originale

    Opera unica
    Titolata, firmata e datata a matita al cartoncino recto



    Grande sperimentatore, Paolo Gioli si è sempre mosso in una dimensione espressiva eterodossa, dove ad essere privilegiata è stata la ricerca sul linguaggio fotografico realizzata facendo ricorso ai materiali più duttili come le Polaroid che, da semplici materiali sensibili a sviluppo immediato, in mani come le sue si sono trasformate in opere artistiche degne di meraviglia. L’utilizzo di strumenti antichi da lui molto amati come il foro stenopeico – un minuscolo foro, lo stenope, come obiettivo – è in lui finalizzato a una rilettura del passato in chiave contemporanea dove si annullano i confini fra i generi. Lo si può constatare di fronte ai frames di due film sperimentali della Vampa Production molto noti fra gli addetti ai lavori e meno dal grande pubblico: “L’operatore perforato” e “L’uomo senza macchina da presa”. Il primo riutilizza uno spezzone di un anonimo film della Pathè manipolato inserendo nella perforazione altre immagini che ostacolano la visione di un operatore in azione, il secondo (che cita, rovesciandolo, il titolo del film di Dziga Vertov) viene realizzato con una cinepresa autoprodotta, un’asta cava di metallo, dotata di un trascinamento manuale che riprende oggetti, scorci di paesaggi, frammenti di corpi.      
    Questo lotto è soggetto a diritto di seguito

  • Paolo Gioli (1942-2022)  - Fiori secchi, 2006
    Lotto 110

    Paolo Gioli (1942-2022) - Fiori secchi, 2006

    cm 22 x 15,4
    Polaroid trasferta su seta applicata su cartoncino originale

    Opera unica
    Firmata e datata a penna nera al cartoncino recto e firmata, datata, dedicata e titolata a penna nera al cartoncino verso



    Grande sperimentatore, Paolo Gioli si è sempre mosso in una dimensione espressiva eterodossa, dove ad essere privilegiata è stata la ricerca sul linguaggio fotografico realizzata facendo ricorso ai materiali più duttili come le Polaroid che, da semplici materiali sensibili a sviluppo immediato, in mani come le sue si sono trasformate in opere artistiche degne di meraviglia. L’utilizzo di strumenti antichi da lui molto amati come il foro stenopeico – un minuscolo foro, lo stenope, come obiettivo – è in lui finalizzato a una rilettura del passato in chiave contemporanea dove si annullano i confini fra i generi. Lo si può constatare di fronte ai frames di due film sperimentali della Vampa Production molto noti fra gli addetti ai lavori e meno dal grande pubblico: “L’operatore perforato” e “L’uomo senza macchina da presa”. Il primo riutilizza uno spezzone di un anonimo film della Pathè manipolato inserendo nella perforazione altre immagini che ostacolano la visione di un operatore in azione, il secondo (che cita, rovesciandolo, il titolo del film di Dziga Vertov) viene realizzato con una cinepresa autoprodotta, un’asta cava di metallo, dotata di un trascinamento manuale che riprende oggetti, scorci di paesaggi, frammenti di corpi.      
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  • Paolo Gioli (1942-2022)  - "L'Operatore Perforato" (Il Macchinatore), 1979
    Lotto 111

    Paolo Gioli (1942-2022) - "L'Operatore Perforato" (Il Macchinatore), 1979

    cm 11,7 x 18
    Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento su carta politenata
    Note del fotografo a penna nera al verso


    Grande sperimentatore, Paolo Gioli si è sempre mosso in una dimensione espressiva eterodossa, dove ad essere privilegiata è stata la ricerca sul linguaggio fotografico realizzata facendo ricorso ai materiali più duttili come le Polaroid che, da semplici materiali sensibili a sviluppo immediato, in mani come le sue si sono trasformate in opere artistiche degne di meraviglia. L’utilizzo di strumenti antichi da lui molto amati come il foro stenopeico – un minuscolo foro, lo stenope, come obiettivo – è in lui finalizzato a una rilettura del passato in chiave contemporanea dove si annullano i confini fra i generi. Lo si può constatare di fronte ai frames di due film sperimentali della Vampa Production molto noti fra gli addetti ai lavori e meno dal grande pubblico: “L’operatore perforato” e “L’uomo senza macchina da presa”. Il primo riutilizza uno spezzone di un anonimo film della Pathè manipolato inserendo nella perforazione altre immagini che ostacolano la visione di un operatore in azione, il secondo (che cita, rovesciandolo, il titolo del film di Dziga Vertov) viene realizzato con una cinepresa autoprodotta, un’asta cava di metallo, dotata di un trascinamento manuale che riprende oggetti, scorci di paesaggi, frammenti di corpi.      
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  • Shunk & Kender (XX sec.)  - Christo, Valley curtain, 1971/1972
    Lotto 112

    Shunk & Kender (XX sec.) - Christo, Valley curtain, 1971/1972

    cm 20,3 x 25,7 ciascuna (cm 19 x 23,8 ; cm 20 x 19 immagine)
    Due stampe vintage alla gelatina ai sali d'argento
    Timbri dei fotografi al verso di ciascuna

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  • Antonio Paradiso (1936)  - Teatro Antropologico, 1977
    Lotto 113

    Antonio Paradiso (1936) - Teatro Antropologico, 1977

    cm 12,7 x 17,8
    Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento su carta politenata
    Titolata e datata a penna nera con timbro del fotografo al verso

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  • Antonio Paradiso (1936)  - Teatro antropologico, 1977
    Lotto 114

    Antonio Paradiso (1936) - Teatro antropologico, 1977

    cm 12,7 x 17,7 ciascuna
    Due stampe vintage alla gelatina ai sali d'argento su carta politenata
    Una stampa datata e ciascuna titolata a penna nera, con timbro del fotografo al verso di ciascuna

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  • Ugo Mulas (1928-1973)  - Campo Urbano - Interventi estetici nella dimensione collettiva urbana, 1969
    Lotto 115

    Ugo Mulas (1928-1973) - Campo Urbano - Interventi estetici nella dimensione collettiva urbana, 1969

    cm 24 x 18,2 ciascuna
    Due stampe vintage alla gelatina sali d'argento

    Timbro del fotografo al verso di ciascuna
    Contenitori Umani - Ico Parisi, Francesco Somaini a pennarello nero al verso della prima stampa
    Vittoria - antimonumento - Valentina Berardinone a pennarello nero al verso della seconda stampa



    Il 21 settembre 1969 il centro storico di Como fu teatro di una straordinaria manifestazione artistica così radicale nella sua progettualità da non poter essere definita se non come un evento. Curata da Luciano Caramel, Ugo Mulas e Bruno Munari, “Campo Urbano. Interventi Estetici nella dimensione collettiva urbana” coinvolse un gruppo di artisti fra cui Luciano Fabro, Bruno Molli, Franca Sacchi, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Enrico Baj, Giuseppe Chiari, Gianni Colombo, Valentina Berardinone, Francesco Somaini, Ico Parisi, Gianni Pettena, Dadamaino e Ugo Mulas intenzionati a portare in mezzo alla gente comune che viene direttamente coinvolta (siamo nella più nobile atmosfera sessantottina e si sente…) una riflessione non teorica ma performativa nei campi dell’arte, dell’architettura, del design, della musica. 
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  • Ugo Mulas (1928-1973)  - Campo Urbano - Interventi estetici nella dimensione collettiva urbana, 1968
    Lotto 116

    Ugo Mulas (1928-1973) - Campo Urbano - Interventi estetici nella dimensione collettiva urbana, 1968

    cm 18,3 x 24 ciascuna
    Due stampe vintage alla gelatina ai sali d'argento

    Timbro del fotografo al verso di ciascuna
    Segnaletica Orizzontale - Enrico Baj, Ermanno Besozzi, Inse Bonstrat, Bruno Molli a pennarello nero al verso della prima stampa
    Suonano La Città - Giuseppe Chiari, Franca Sacchi a pennarello nero al verso della seconda stampa


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  • Ugo Mulas (1928-1973)  - Senza titolo (Milano), 1964
    Lotto 117

    Ugo Mulas (1928-1973) - Senza titolo (Milano), 1964

    cm 27 x 37 (cm 22,4 x 37 immagine)
    Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
    Timbro del fotografo al verso

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  • Ugo Mulas (1928-1973)  - Giò Pomodoro, 1970s
    Lotto 118

    Ugo Mulas (1928-1973) - Giò Pomodoro, 1970s

    cm 21 x 29,5
    Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
    Timbro del fotografo al verso

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  • Ugo Mulas (1928-1973)  - Giuseppe Ajmone nella sua tipografia, 1970s
    Lotto 119

    Ugo Mulas (1928-1973) - Giuseppe Ajmone nella sua tipografia, 1970s

    cm 28,3 x 23,3 (cm 23,8 x 23,3 immagine)
    Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
    Timbro del fotografo al verso

    Questo lotto è soggetto a diritto di seguito

  • Ugo Mulas (1928-1973)  - David Smith, Spoleto, 1962
    Lotto 120

    Ugo Mulas (1928-1973) - David Smith, Spoleto, 1962

    cm 37 x 27
    Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento

    Timbro del fotografo al verso
    Opera in cornice


    Questo lotto è soggetto a diritto di seguito

  • Armin Linke (1966)  - Hugo Pratt, Losanne, 1994
    Lotto 121

    Armin Linke (1966) - Hugo Pratt, Losanne, 1994

    cm 40,3 x 30,5 (cm 35,4 x 24,3 immagine)
    Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
    Etichetta del fotografo al verso

    Questo lotto è soggetto a diritto di seguito

  • Kurt Blum (1922-2005)  - Willem De Kooning, 1962
    Lotto 122

    Kurt Blum (1922-2005) - Willem De Kooning, 1962

    cm 50,5 x 60,5
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1980/1990

    Edizione 3 di 25
    Firmata a matita con timbro didascalico del fotografo al verso

  • Kurt Blum (1922-2005)  - Alberto Giacometti (Chien Andalou + Diego), 1954
    Lotto 123

    Kurt Blum (1922-2005) - Alberto Giacometti (Chien Andalou + Diego), 1954

    cm 50,5 x 60,5
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1980/1990

    Edizione 3 di 25
    Firmata a matita con timbro didascalico del fotografo al verso

  • Arrigo Orsi (1897-1968)  - Il pittore Emil Lindenfeld, 1950s
    Lotto 124

    Arrigo Orsi (1897-1968) - Il pittore Emil Lindenfeld, 1950s

    cm 21,7 x 28,1
    Dye transfer, stampa vintage
    Timbri Opera VINTAGE copyright by archivio opera Arrigo Orsi al verso

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  • Arrigo Orsi (1897-1968)  - Senza titolo, 1950s
    Lotto 125

    Arrigo Orsi (1897-1968) - Senza titolo, 1950s

    cm 24,3 x 18
    Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
    Timbri Opera VINTAGE copyright by archivio opera Arrigo Orsi al verso

    Questo lotto è soggetto a diritto di seguito

  • Arrigo Orsi (1897-1968)  - Gioco di luce, 1950s
    Lotto 126

    Arrigo Orsi (1897-1968) - Gioco di luce, 1950s

    cm 24,3 x 18
    Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
    Timbri Opera VINTAGE copyright by archivio opera Arrigo Orsi al verso

    Questo lotto è soggetto a diritto di seguito

  • Luigi Veronesi (1908-1998)  - Senza titolo (Fotogramma), 1939
    Lotto 127

    Luigi Veronesi (1908-1998) - Senza titolo (Fotogramma), 1939

    cm 28 x 22,5
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata 1977

    Edizione 24 di 30
    Firmata, datata e numerata a penna bianca sull'immagine
    Opera in cornice


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  • Man Ray (1890-1976)  - Ostrich Egg, 1944
    Lotto 128

    Man Ray (1890-1976) - Ostrich Egg, 1944

    cm 24,5 x 18 (cm 21,5 x 18 immagine)
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1970

    Timbro del fotografo al verso
    Opera in cornice


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  • Man Ray (1890-1976)  - Femmes, 1930s
    Lotto 129

    Man Ray (1890-1976) - Femmes, 1930s

    cm 30 x 22
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata nel 1981 da Paolo Vandrasch sotto la supervisione di Juliette Man Ray

    Edizione 32 di 35
    Etichetta didascalica firmata a penna nera da Paolo Vandrasch, Juliette Man Ray e Giò Marconi al verso
    Opera in cornice



    Questi due bellissimi ritratti femminili di Man Ray hanno una storia interessante da raccontare. Partiamo dalla tecnica di stampa – la cosiddetta pseudosolarizzazione – ottenuta illuminando per una frazione di tempo la carta in fase di sviluppo, che conferisce ai volti un che di misterioso e intrigante. Queste due immagini sono state realizzate nel 1981 sotto la direzione della moglie Juliet dai negativi originali in una operazione che vede protagonisti altri tre importanti personaggi milanesi: il fotografo Mario Carrieri che mette a disposizione il suo studio per le stampe, Paolo Vandrash che le realizza con la competenza culturale e l'abilità tecnica che gli sono riconosciute e il gallerista Giorgio Marconi, il più importante collezionista italiano di Man Ray, che le pubblica.
    Questo lotto è soggetto a diritto di seguito

  • Man Ray (1890-1976)  - Femmes, 1930s
    Lotto 130

    Man Ray (1890-1976) - Femmes, 1930s

    cm 30 x 22
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata 1981 da Paolo Vandrasch sotto la supervisione di Juliet Man Ray

    Edizione 32 di 35
    Etichetta didascalica firmata a penna nera da Paolo Vandrasch, Juliet Man Ray e Giò Marconi al verso
    Opera in cornice


    Questo lotto è soggetto a diritto di seguito

  • Florence Henri (1893)  - Portrait de Femme, 1931
    Lotto 131

    Florence Henri (1893) - Portrait de Femme, 1931

    cm 40 x 30
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata 1977

    Edizione 2 di 9
    Firmata a penna nera sull'immagine e titolata, numerata e datata a penna nera con timbro del fotografo al verso

  • Florence Henri (1893)  - Double Portrait, 1928
    Lotto 132

    Florence Henri (1893) - Double Portrait, 1928

    cm 23 x 18 (tagliata)
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata 1977

    Edizione 2 di 9
    Siglata F.H. sull'immagine con timbro del fotografo e timbro didascalico al verso
    Opera in cornice

  • Gyula Halasz BRASSAI (1899-1994)  - Au Musée du Louvre, 1935
    Lotto 133

    Gyula Halasz BRASSAI (1899-1994) - Au Musée du Louvre, 1935

    cm 22,8 x 17,1
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1940/1950

    Titolata, datata e firmata a matita con timbri del fotografo al verso
    Opera in cornice



    Grande interprete della Parigi dove era arrivato dall’originaria Ungheria, Brassaï (lo pseudonimo era un omaggio alla sua città natia Braçov) la documentò di giorno e soprattutto di notte con lo stile reportagistico noto come photographie humaniste. Entrò così a far parte del mondo intellettuale della città diventando amico di Picasso, Kertész, Doisneau, Prévert ed Henry Miller, che lo definì l’occhio di Parigi. 
    Questo lotto è soggetto a diritto di seguito

  • Gyula Halasz BRASSAI (1899-1994)  - Les Hospice de Beaune. La Pharmacie, 1951
    Lotto 134

    Gyula Halasz BRASSAI (1899-1994) - Les Hospice de Beaune. La Pharmacie, 1951

    cm 39,7 x 27,8
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1970/1980

    Edizione prova d'artista
    Numerata EA, dedicata e firmata a penna rossa al margine bianco inferiore recto e titolata e datata con timbro del fotografo al verso
    Opera in cornice



    Grande interprete della Parigi dove era arrivato dall’originaria Ungheria, Brassaï (lo pseudonimo era un omaggio alla sua città natia Braçov) la documentò di giorno e soprattutto di notte con lo stile reportagistico noto come photographie humaniste. Entrò così a far parte del mondo intellettuale della città diventando amico di Picasso, Kertész, Doisneau, Prévert ed Henry Miller, che lo definì l’occhio di Parigi. 
    Questo lotto è soggetto a diritto di seguito

  • Jaromír Funke (1896-1945)  - Eye from Time Persists, 1930/1934
    Lotto 135

    Jaromír Funke (1896-1945) - Eye from Time Persists, 1930/1934

    cm 39 x 28,5 (cm 37,3 x 27 immagine)
    Stampa moderna alla gelatina ai sali d'argento, stampata 1995

    Edizione 2 di 30
    Timbro Jaromìr Funke PHP Portfolio IV al verso



    Fondatore nel 1923 assieme a Joseph Sudek e altri della Società Fotografica Ceca, Jaromir Funke è un autore che – nella stessa scia espressiva di Sudek – si è mosso nell'ambito dell'avanguardia utilizzando elementi semplici tratti dalla vita quotidiana resi particolarmente affascinanti da un'attenta illuminazione e da un uso degli specchi che si richiama in tutta evidenza alle ispirazioni di gusto surrealista. I suoi still life sono realizzati in composizioni particolarmente originali come è evidente nella fotografia qui proposta.

  • Josef Sudek (1896-1976)  - La finestra del mio laboratorio, 1944
    Lotto 136

    Josef Sudek (1896-1976) - La finestra del mio laboratorio, 1944

    cm 17 x 10,6
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, sampata anni 1950
    Firmata a matita da Anna Farova al verso


    Pur essendogli stato amputato il braccio destro ferito sul fronte italiano nel corso della Grande Guerra, Joseph Sudek intraprese, dopo aver abbandonato la carriera di libraio, quella del fotografo. Attento osservatore della sua Praga, cominciò realizzando una minuziosa documentazione della cattedrale di San Vito ma i lavori più intimi e raffinati furono quelli scattati dalla finestra del suo studio che dava su un giardino le cui piante divennero un soggetto costante. Alla fine degli anni ‘50 si dotò di un vecchio banco ottico Kodak per lastre panoramiche con cui fotografò la sua città con immagini insieme delicate e spettacolari che lui stesso stampava.
    Questo lotto è soggetto a diritto di seguito

  • Josef Sudek (1896-1976)  - Praga Panoramica, 1950s
    Lotto 137

    Josef Sudek (1896-1976) - Praga Panoramica, 1950s

    cm 9 x 29
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1950/1960
    Firmata a matita al verso


    Pur essendogli stato amputato il braccio destro ferito sul fronte italiano nel corso della Grande Guerra, Joseph Sudek intraprese, dopo aver abbandonato la carriera di libraio, quella del fotografo. Attento osservatore della sua Praga, cominciò realizzando una minuziosa documentazione della cattedrale di San Vito ma i lavori più intimi e raffinati furono quelli scattati dalla finestra del suo studio che dava su un giardino le cui piante divennero un soggetto costante. Alla fine degli anni ‘50 si dotò di un vecchio banco ottico Kodak per lastre panoramiche con cui fotografò la sua città con immagini insieme delicate e spettacolari che lui stesso stampava.
    Questo lotto è soggetto a diritto di seguito

  • Josef Sudek (1896-1976)  - Praga panoramica, 1950s
    Lotto 138

    Josef Sudek (1896-1976) - Praga panoramica, 1950s

    cm 9,8 x 14,6 (cm 6,2 x 14,6 immagine)
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1960
    Firmata con note del fotografo a matita al verso


    Pur essendogli stato amputato il braccio destro ferito sul fronte italiano nel corso della Grande Guerra, Joseph Sudek intraprese, dopo aver abbandonato la carriera di libraio, quella del fotografo. Attento osservatore della sua Praga, cominciò realizzando una minuziosa documentazione della cattedrale di San Vito ma i lavori più intimi e raffinati furono quelli scattati dalla finestra del suo studio che dava su un giardino le cui piante divennero un soggetto costante. Alla fine degli anni ‘50 si dotò di un vecchio banco ottico Kodak per lastre panoramiche con cui fotografò la sua città con immagini insieme delicate e spettacolari che lui stesso stampava.
    Questo lotto è soggetto a diritto di seguito

  • Kurt Blum (1922-2005)  - Mailand, 1953
    Lotto 139

    Kurt Blum (1922-2005) - Mailand, 1953

    cm 24 x 30,4 (cm 24 x 29 immagine)
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1980/1990

    Edizione 2 di 5
    Timbro didascalico titolato, datato, numerato e firmato a matita al verso

  • Robert Doisneau (1912-1994)  - Paris, 1950s
    Lotto 140

    Robert Doisneau (1912-1994) - Paris, 1950s

    cm 21 x 18,5
    Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
    Timbro del fotografo al verso

    Questo lotto è soggetto a diritto di seguito

  • Aaron Siskind (1903-1991) - Harlem, 1935
    Lotto 141

    Aaron Siskind (1903-1991) - Harlem, 1935

    cm 27,5 x 35,5 (cm 22,2 x 30,5 immagine)
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1970

    Titolata, datata e firmata a matita al verso
    Opera in cornice



    Le immagini dell’autore americano Aaron Siskind vanno lette alla luce dei suoi interessi per la letteratura che ha insegnato negli anni ’20, per la poesia e per la pittura dell’Espressionismo Astratto cui si avvicina negli anni ’40. Formatosi alla grande scuola sociale della Photo League, diventa un esponente importante della fotografia astratta ma negli anni ’30 durante la Grande Depressione si dedica alla documentazione della vita dei quartieri poveri di New York con uno stile che ricorda quello di Minor White. Questa fotografia fa parte della serie con cui ha realizzato il volume “Harlem Document. Photographs 1932-1940”.

  • Henri Cartier-Bresson (1908-2004)  - Valencia, 1933
    Lotto 142

    Henri Cartier-Bresson (1908-2004) - Valencia, 1933


    cm 20,2 x 25,7 (cm 16,2 x 24 immagine)

    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1960

    Timbro del fotografo al verso


    BIBLIOGRAFIA

    Henri Cartier-Bresson: Photographer, Robert Delpire, ed., Boston, 1979, pl. 20

    Van Deren Coke, Diana C. Dupont, Photography: A Facet of Modernism, Photographs from the San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco Museum of Modern Art, 1986, pl. 24

    P. Galassi, Henri Cartier-Bresson: The Early Work, New York: The Museum of Modern Art, 1987, pp. 41, 127

    Jean-Pierre Montier, Henri Cartier-Bresson and the Artless Art, Boston, 1996, p. 236

    Henri Cartier-Bresson: The Master Set, Peter Fetterman, Santa Monica, 2004, pl. 135

    A. Thomas, Modernist Photograph from the National Gallery of Canada Ottawa: National Gallery of Canada, 2007, p. 61

    P. Galassi, Henri Cartier-Bresson: The Modern Century, New York: The Museum of Modern Art, 2010, p. 89

    C. Chéroux, Henri Cartier-Bresson, Paris: Centre Pompidou, 2014, p. 79

    M. Humery et al., Henri Cartier-Bresson: Le Grand Jeu, Paris: Bibliothèque nationale de France and Fondation Henri Cartier-Bresson, 2020, pp. 133, 259





    Questo lotto è soggetto a diritto di seguito

  • Éduard Boubat (1923-1999) - France, 1971
    Lotto 143

    Éduard Boubat (1923-1999) - France, 1971

    cm 30,4 x 40,4 (cm 23,7 x 35,5 immagine)
    Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1980
    Firmata a penna nera al margine bianco inferiore recto

  • Doris Ulmann (1882-1934)  - Wilma Creech, Pine Mountain, 1930s
    Lotto 144

    Doris Ulmann (1882-1934) - Wilma Creech, Pine Mountain, 1930s

    cm 23,5 x 18 (cm 35,4 x 27,8 passepartout)
    Stampa vintage al platino, applicata su passepartout originale

    Firmata a matita al passepartout recto
    Opera in cornice

  • Ansel Adams (1902-1984)  - Merced Courthouse, 1950s/1960s
    Lotto 145

    Ansel Adams (1902-1984) - Merced Courthouse, 1950s/1960s

    cm 18,7 x 23,8 (cm 27 x 34,4 cartoncino)
    Stampa vintage alla gelatina ai sali d’argento applicata a cartoncino originale
    Titolata a pena nera con timbro del fotografo al cartoncino recto

Lotti dal 97 al 144 di 264
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Fotografia

Un catologo con più di 250 lotti con i grandi nomi della fotografia del XX secolo: Barbieri, Brassaï, Crewdson, Fontana, Giacomelli, Ghirri, Gursky, Horst, Mapplethorpe, Siskind, Ventura e molti altri. 


INDIRIZZO

Milano / Via dei Bossi, 2

(come raggiungerci)


Per maggiori informazioni: 

fotografia@finarte.it 

02 3363801


TORNATA

Martedì 23 aprile 2024, ore 15:00 - TORNATA UNICA (lotti 1-265)


Per maggiori informazioni e appuntamenti:

fotografia@finarte.it 

02 3363801

Sessioni

  • 23 aprile 2024 ore 15:00 Sessione unica (1 - 265)

Esposizione

Dal 19 al 23 aprile

dalle ore 10:00 alle 18:00


Milano / Via dei Bossi, 2


Condizioni di vendita

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