500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA

500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA

giovedì 21 marzo 2024 ore 18:00 (UTC +01:00)
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  • Domenico Silvio Passionei (Fossombrone 1682 - Eremo di Camaldoli 1761), Giulio Visconti Borromeo Arese (Milano 1667 - Milano 1750), Henri-Osvald de la Tour d’Auvergne (Barcy 1671 - Parigi 1747), Storia ecclesiastica
    Lotto 18

    Domenico Silvio Passionei (Fossombrone 1682 - Eremo di Camaldoli 1761)
    Giulio Visconti Borromeo Arese (Milano 1667 - Milano 1750)
    Henri-Osvald de la Tour d’Auvergne (Barcy 1671 - Parigi 1747)
    Storia ecclesiastica
    Due carteggi
    46 pagine
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 23

    Domenico Silvio Passionei, cardinale, politico e intellettuale italiano, nel 1712 fu presente a Utrecht come rappresentante della Santa Sede e sostenne la questione degli aspetti relativi alla fede cattolica stabiliti nel Trattato di Munster alla fine della Guerra dei Trent'anni in rapporto con quanto stabilito nel Trattato di Ryswich alla fine della Guerra della Lega d'Augusta. Ordinato sacerdote nel 1721 divenne nunzio apostolico a Lucerna in Svizzera e nel 1730 fu promosso nunzio in Austria, a Vienna. Nel 1741 fu nominato vice-bibliotecario della biblioteca Vaticana sotto il cardinale Angelo Maria Quirini al quale succedette nel 1755. Durante questo incarico si dedicò al recupero ed al restauro di molti libri antichi. Si impegnò inoltre alla selezione di una preziosissima raccolta di testi per la sua personale biblioteca costituita da oltre 32.000 e per la quale nel 1755 offrì l'impiego di bibliotecario a Johann Joachim Winckelmann. Passionei condivideva le idee gianseniste e difendeva alcuni autori, come Montesquieu, inclusi nell'indice dei libri proibiti.
    La sua imponente collezione libraria è oggi custodita all'interno della Biblioteca Angelica a Roma.
    Il primo carteggio, autografo di Domenico Silvio Passionei e del Conte Giulio Visconti Borromeo Arese politico e militare italiano, Viceré di Napoli tra il 1733 ed il 1734, è composto da 14 manoscritti relativi al nipote Lodovico Passionei e lettere inerenti alle comunicazioni tra Domenico Silvio Passionei ed il Conte Giulio Visconti Borromeo Arese. Il carteggio comprende 4 missive con postilla e firma autografe di Passionei al Visconti (tutte da Roma tra il 2 gennaio 1745 ed l’8 dicembre 1746) e 10 minute interamente autografe del Visconti al Passionei (da Milano, Leinate, Arcisate, Gavirate, tra il 13 dicembre 1741 ed il 20 dicembre 1747) relative a temi diversi tra cui si segnalano questioni relative a chierici ed il matrimonio della figlia Maria Elisabetta Visconti con Pompeo Giulio Litta dal quale nacque il ramo Litta Visconti Arese.
    Il secondo carteggio manoscritto è inerente alla Famiglia Passionei di Fossombrone
    Nel carteggio sono compresi una missiva a carattere personale con sottoscrizione autografa di Lodovico Passionei redatta a Fossombrone il 3 ottobre 1747, due estratti da sentenze e cause discusse dal Cardinal Passionei e suo fratello Guido (non autografe), una supplica sottoposta dal Cardinal Domenico Passionei a Papa Benedetto XIV (non autografe), una lettera firmata e postillata dal celebre Cardinal Henri-Osvald de la Tour d’Auvergne al Card. Passionei, redatta a Parigi il 4 dicembre 1745 ed infine un'ampia e bella lettera vergata dal conte Guido Passionei, fratello del cardinale, e redatta a Fossombrone il 5 aprile 1709. In quest'ultima missiva il Conte Guido Passionei presenta una supplica affinché un suo compaesano il Caporal Camillo Ingegneri, non venga messo a riposo dall'esercito dopo aver servito il Papa come soldato a cavallo e nella fanteria. Infine 'Elogio storico del cardinale Domenico Passionei' composto dal Signor Le Beau, stampato in Roma presso le Stampe del Salomoni nel 1763 (18 pagine).

  • Adeodato Piazza (Vigo di Cadore 1884 - Roma 1957), Nomina del canonico della Basilica di San Marco
    Lotto 19

    Adeodato Piazza (Vigo di Cadore 1884 - Roma 1957)
    Nomina del canonico della Basilica di San Marco
    Firma autografa su lettera dattiloscritta
    Una pagina in-4
    Firma/data: Venezia 8 settembre 1945
    Stato di conservazione: buono
    Numeto componenti del lotto: 1

    Firma autografa su lettera dattiloscritta datata 'Venezia 7 settembre 1945' del Cardinale e Patriarca di Venezia Adeodato Piazza. Nacque a Vigo di Cadore il 30 settembre 1884 e fu battezzato col nome di Giovanni. Entrò nell'Ordine dei Carmelitani Scalzi e nel 1907 emise a Venezia i voti solenni prendendo il nome di Adeodato di San Giuseppe e, l'anno seguente ricevette l'ordinazione sacerdotale, a Venezia, per imposizione delle mani del cardinale Aristide Cavallari, patriarca di Venezia. Fu insegnante di filosofia e teologia e, durante la prima guerra mondiale, cappellano militare. Pio XI elesse Piazza Arcivescovo di Benevento nel 1930, carica che tennefino al 1935. Sempre Pio XI lo elevò al rango di cardinale presbitero nel concistoro del 1937. Nel 1938 pubblicò una lettera pastorale in cui giustificava la legislazione antisemita italiana, affermando: "Sono gli stessi ebrei, con i loro comportamenti, che in ogni tempo e in ogni luogo provocano queste reazioni". Uomo di carattere risoluto, durante il secondo conflitto mondiale ottenne che grosse partite di derrate alimentari giungessero in città; insieme a mons. Olivotti iniziò un'opera di assistenza per migliaia di ragazzi bisognosi di cure. Il 2 aprile 1945 fu padre Giulio Mappelli, incaricato dal cardinale, ad accompagnare i membri del CLN al comando tedesco dove fu raggiunto l'accordo per l'abbandono di Venezia da parte delle truppe di occupazione. Denunciò, con il vescovo di Trieste e Capodistria, le barbarie dell'immediato dopoguerra che avvenivano in territorio giuliano, istriano e dalmata. Nel 1948 papa Pio XII lo nominò segretario della Sacra Congregazione concistoriale, e quindi cardinale vescovo il 14 marzo 1949. La missiva, diretta al rettore del Seminario Patriarcale Ettore Bressan, verte su questioni relative alla Basilica di San Marco di Venezia: "Te, exemplari modestia ornatum, de cuius sollecitudine in animarum ministerio, praesertim in Moderatione Seminarii Nostri Patriarchalis Nostrae Basilicae hodierna die, audito nostro Capitulo, elegimus et nominamus cum omnibus privilegis...". Una pagina in-4, su carta intestata. Unita busta.

  • [Pio VII (Cesena 1742 - Roma 1823)], Supplica per la Basilica di San Lorenzo in Damaso
    Lotto 20

    [Pio VII (Cesena 1742 - Roma 1823)]
    Supplica per la Basilica di San Lorenzo in Damaso
    Documento manoscritto
    Due pagine in-8, su bifolio
    Firma/data: die 15 Julii 1823
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Documento manoscritto datato 'die 15 Julii 1823', scritto un mese prima della morte del Pontefice. La supplica è rivolta al Santo Padre: "...perché si degni perpetuare..." alcuni altari nella Basilica di San Lorenzo in Damaso, presso Roma, "... quello del SSmo Rosario...quello del'Addolorata e quello di S.? Damaso, ove esiste' l'intero corpo di questo S.? Pontefice fondatore di I.a? Basilica." La Basilica di San Lorenzo in Damaso è una delle chiese di Roma dalle origini più antiche. La tradizione vuole che nel 1577 il Cardinale Alessandro Farnese il giovane abbia fatto traslare le spoglie di Papa Damaso I, insieme a quelle di Papa Eutichiano, nella basilica. Riccamente adornata di opere d’arte, nel 1798 fu trasformata in scuderie per le truppe francesi di Napoleone e gravemente deteriorata. Venne quindi restaurata da Giuseppe Valadier nel 1807 e nel 1816-1820, quando fu eliminata la confessione che, insieme all’abside, Gian Lorenzo Bernini aveva realizzato nel 1640 per volere del cardinale Francesco Barberini, trasformando il presbiterio in sontuose forme barocche. Ulteriori restauri furono eseguiti nel 1868 da Virginio Vespignani che ripristinò le linee rinascimentali della chiesa, eliminando quasi del tutto gli interventi successivi. La chiesa assunse così l’aspetto attuale, fatta eccezione del soffitto ligneo, ricostruito in seguito all’incendio del 31 dicembre 1939. Due pagine in-8, su bifolio, sigillo in cera sotto carta.

  • [Felicissimo Salvini (Nocera Umbra 1803 - Macerata 1893)], Costituzione apostolica 'Quod Divina Sapientia'
    Lotto 21

    [Felicissimo Salvini (Nocera Umbra 1803 - Macerata 1893)]
    Costituzione apostolica 'Quod Divina Sapientia'
    Diploma a stampa con sottoscrizione della cancelleria arciepiscopale
    In-Folio
    Firma/data: E Camertinae Universitatis Aula die 21 Julii 1847
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Diploma a stampa datata 'E Camertinae Universitatis Aula die 21 Julii 1847'. Sulla base della Costituzione apostolica emanata nel 1824 da Leone XII 'Quod Divina Sapientia' l'alto prelato conferisce il primo premio in 'Schola Pathologiae' ad Agostino Baroni. Il documento costituisce uno tra i primi atti emanati nel lungo governo del Salvini, che resse la cattedra di Camerino dall’aprile 1847 sino alla morte nel 1893 e alle ampie consuetudini instaurate tra la sede arcivescovile e l’università locale. In-Folio. Bel sigillo in cera sotto carta, ottimamente conservato.

  • [Bonaventura Secusio (Caltagirone 1558 - Catania 1618)], Teatini a Catania
    Lotto 22

    [Bonaventura Secusio (Caltagirone 1558 - Catania 1618)]
    Teatini a Catania
    Documento firmato
    Una pagina in-8
    Firma/data: Platì 2 luglio 1620
    Stato di conservazione: buono (lievi fioriture; foro in corrispondenza della firma)
    Numero componenti del lotto: 1

    Bel documento firmato, datato 'Platì 2 luglio 1620'. Si conferisce la chiesa di San Lorenzo all'Ordine religioso dei chierici regolari teatini. Una pagina in-8 obl.

  • [Papa Gregorio XVI (Belluno 1765 – Roma 1846)], Casimiro Rossi
    Lotto 23

    [Papa Gregorio XVI (Belluno 1765 – Roma 1846)]
    Casimiro Rossi
    Documento manoscritto
    Quattro pagine in-4
    Firma/data: 23 marzo 1842
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 2

    Lettera apostolica,datata '23 marzo 1842', nella quale viene assegnato un beneficio ecclesiastico a Casimiro Rossi, abate dell'Abbazia di Santa Maria della Piana nella diocesi di Senigallia. Quattro pagine in-4, in lingua latina. Casimiro Rossi di Cento († nel 1869) fu l'ultimo abate commendatario dell'Abbazia, prelato di fama per le sue conoscenze in giurisprudenza. E' accluso un documento (Due pagine in-8) contenente liste di spesa.

  • Giuseppe Maria Sisto y Britto (1718 - 1796), Monsignor Casati
    Lotto 24

    Giuseppe Maria Sisto y Britto (1718 - 1796)
    Monsignor Casati
    Lettera firmata
    Una pagina in-4
    Firma/data: Roma 27 Feb. 1768
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera firmata, datata 'Roma 27 Feb. 1768' dell'ecclesiastico, vescovo di Sora (dal 1768 alla morte) diretta a Monsignor Casati, vescovo di Mondovì, al quale comunica di essere stato prescelto per il prestigioso incarico di vescovo: "Nella destinazione, che s'è degnato fare il S.Padre della mia persona al governo della Chiesa di Sora di cui avanzo subito a V.S. Ill.ma e R.ma La notizia...". Una pagina in-4.

  • Michele Spinelli (XVIII-XIX secolo), Storia Ecclesiastica
    Lotto 25

    Michele Spinelli (XVIII-XIX secolo)
    Storia Ecclesiastica
    Lettera autografa firmata
    Una pagina
    Firma/data: Roma, 9 febbraio, 1810
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata dal padre teatino Michele Spinelli, superiore dell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini, nella quale si concede la possibilità a: 'Josepho Mariae Castellamonte Professo' di insegnare la 'Scientia... nulloque impedimento canonico teneri...' e in particolare lo si presenta al cardinale vicario o al suo vice -in considerazione del fatto che egli è deputato all'amministrazione del sacramento della penitenza presso i Teatini - perché sia esaminata la sua dottrina e sia ammesso all'esercizio del sacramento per uomini e donne presso la chiesa di Santa Andrea della Valle a Roma.
    Una pagina.

  • Domenico Svampa (Montegranaro 1851 - Bologna 1907), Giovanni Tebaldini
    Lotto 26

    Domenico Svampa (Montegranaro 1851 - Bologna 1907)
    Giovanni Tebaldini
    Righi autografi su biglietto da visita
    Una pagina
    Firma/data: Loreto 11.12.1904
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Righi autografi su biglietto da visita dell'arcivescovo di Bologna e Cardinale Domenico Svampa, datati 'Loreto 11.12.1904', indirizzati al compositore, musicologo e direttore d'orchestra Giovanni Tebaldini. Domenico Svampa nel 1861 entrò nel Seminario di Fermo, dove nel 1867 conobbe don Giovanni Bosco, venuto a far visita all'arcivescovo Filippo de Angelis. Svampa nel 1872 vinse il concorso d'ammissione ed entrò nel Seminario Pio di Roma, poi accorpato nel 1913 dal Pontificio Seminario Romano Maggiore, insieme ad altri due seminaristi, Roberto Papiri di Montefortino (futuro arcivescovo e principe di Fermo) e Raffaele Astorri (futuro protonotario apostolico e vicario generale di Fermo). Dopo un breve periodo passato nella sua terra natale, papa Leone XIII lo chiamò ad insegnare al Seminario di Sant'Apollinare. L'11 dicembre 1886 venne nominato cameriere segreto soprannumerario di Sua Santità ed il 28 maggio 1887 venne nominato vescovo di Forlì. Nel concistoro del 18 maggio 1894 papa Leone XIII lo proclamò cardinale destinandolo all'arcidiocesi di Bologna. Il 22 giugno ricevette la nomina a cardinale presbitero di Sant'Onofrio e fino alla creazione del cardinale Pietro Maffi, effettuata da Pio X, fu il porporato italiano più giovane. Accolse le più svariate iniziative, ad esempio, istituì le casse rurali, il giornale cattolico l'"L'Avvenire d'Italia", il “Piccolo credito romagnolo” e un istituto d'istruzione per il popolo insieme ai salesiani fondati proprio dal suo caro amico Don Bosco. Il 30 maggio 1903 pubblicò la notificazione per la festa del Corpus Domini per compendiare l'enciclica di papa Leone XIII, "De Sanctissima Eucharistia". Nell'agosto dello stesso anno partecipò al conclave, durante il quale era uno dei sette cardinali con maggiori probabilità di essere eletto papa, ma un ictus gli paralizzò il viso durante le cerimonie di apertura e gli rese difficile parlare, lo afflisse e per questo non fu scelto e votò per il cardinale Sarto, futuro Papa Pio X. Il cardinale Svampa fu precursore della riconciliazione fra Stato Italiano e Chiesa cattolica e si ritrovò al centro di un delicatissimo caso diplomatico che creò non poco scalpore in Italia e in Europa. Vittorio Emanuele III si recò a Bologna nel 1904; il cardinale, conscio dei rapporti tesi fra Santa Sede e Monarchia, desiderava poter accogliere il Re senza contrariare il Pontefice, e per tale motivò inviò in Vaticano il legale della Curia bolognese (avvocato R. Ambrosini) per chiedere il permesso di ossequiare il monarca italiano. Il Papa in persona incoraggiò il cardinale Svampa. Nelle ore successive l'alta nobiltà bolognese ed i rappresentanti della classe dirigente organizzarono un banchetto per rendere onore al Re e ovviamente l'invito fu esteso anche al cardinale Svampa, il quale accettò di partecipare nonostante non avesse ricevuto ancora un'approvazione esplicita dalla Santa Sede. L'unico inconveniente fu che il giorno del banchetto combaciava con un giorno di digiuno e quindi, per non creare disagi al cardinale, si organizzò un secondo "menù di magro". Proprio da questo espediente prese il titolo il libro di Giulio Andreotti, "Pranzo di magro per il cardinale". Purtroppo la lettera con il consenso del Papa - limitato ad un incontro personale e riservato di Svampa con il Re - arrivò in ritardo ed il cardinale partecipò al pranzo con il Re, suscitando non poco scalpore nei cattolici italiani e bolognesi. Tale evento rappresentava, per il popolo, un chiaro segno di distensione nei rapporti fra Santa Sede e Monarchia; il cardinale stesso ricevette numerosissimi biglietti e lettere di ringraziamento e lode da parte di molte persone legate soprattutto dell'area socialista e progressista e ciò non fu ben visto da Roma. Il Pontefice in persona riprese il cardinale Svampa scrivendo più lettere. L'umiliazione per lo Svampa fu enorme e lo spinse a rassegnare le dimissioni, che non furono però accolte. Egli continuò il suo ministero dalla malattia e dai tragici lutti che colpirono la sua famiglia nelle Marche. Il cardinale si spense il 10 agosto 1907 lasciando una grandissima eredità spirituale e la grande responsabilità di aver incominciato il lungo processo di riconciliazione fra Stato Italiano e Chiesa cattolica. Per tutto ciò che fece il New York Times gli dedicò ventidue articoli.

  • Pietro Tacchi Venturi (San Severino Marche, 1861 - Roma 1956), Collegio San Francesco Saverio, Pina Tacchi Venturi
    Lotto 27

    Pietro Tacchi Venturi (San Severino Marche, 1861 - Roma 1956)
    Collegio San Francesco Saverio, Pina Tacchi Venturi
    Tre lettere firmate
    Tre pagine in-16
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 3

    Tre lettere firmate (due integralmente autografe, la terza dattata con poscritto autografo) - (comprese tra il 1934 e il 1955) di uno dei più eminenti gesuiti del tempo - già grande tessitore della 'conciliazione' fra Papato e Italia fascista - e autorevole intellettuale cattolico Pietro Tacchi Venturi. Dopo aver terminato gli studi al Liceo Sant'Apollinare di Roma, entrò nella Compagnia di Gesù il 12 novembre 1878, cominciando il suo noviziato in Francia a Cossé-le-Vivien. Nel 1887 si iscrisse alla Sapienza, dove si laureò in lettere nel 1891. Il 28 luglio 1892 fu ordinato presbitero. Si guadagnò una reputazione come studioso di storia e di letteratura: i suoi articoli apparvero sulla "Civiltà Cattolica". Importante lavoro di Tacchi Venturi fu la pubblicazione di scritti inediti di Matteo Ricci, il missionario gesuita in Cina: le "Opere storiche del P. Matteo Ricci, S.J." furono stampate in due volumi nel 1911 e nel 1913 e contengono l'epistolario di Ricci e i suoi "Commentari della Cina". Tacchi Venturi divenne amico di Mussolini, prima che salisse al potere, per questa ragione divenne "lo strumento normale per i messaggi fra il papa e Mussolini". Questi rapporti con Mussolini furono ufficializzati quando papa Pio XI scelse padre Tacchi Venturi per negoziare l'acquisto dell'antica biblioteca di Palazzo Chigi dal governo fascista. La scelta di Mussolini di donarla diede l'avvio al processo di riconciliazione fra l'Italia e la Santa Sede, che era stato problematico dopo la conquista di Roma del 1870, che aveva privato il Papa del suo stato. Tacchi Venturi fu un negoziatore dei Patti Lateranensi (1929), che posero fine alla "Questione romana" e riconobbero la sovranità della Santa Sede e diedero origine allo Stato della Città del Vaticano. Il New York Times descrisse Tacchi Venturi come il "principale negoziatore, che rimane nell'ombra ed è quasi sconosciuto". Tacchi Venturi fu tenuto al corrente da Mussolini dei preparativi per le leggi razziali fasciste ed espresse riserve sull'effetto delle leggi sui cattolici, sia per i matrimoni misti sia per gli ebrei convertiti al Cattolicesimo. In particolare, Tacchi Venturi cercò di evitare il divieto di matrimoni fra "ariani" e "non ariani". Dopo che i suoi tentativi di mitigare le leggi razziali ebbero scarso frutto, padre Tacchi Venturi intervenne presso Mussolini per richiedere esenzioni per singoli casi, tanto di ebrei convertiti al cristianesimo quanto di ebrei che professavano il giudaismo. Dopo l'elezione di Pio XII nel conclave del 1939, fu annunciato che don Francesco Tomasetti, procuratore generale dei Salesiani, avrebbe sostituito Tacchi Venturi come messaggero non ufficiale fra il Papa e Mussolini. Tacchi Venturi rimase il rappresentante ufficiale presso la Direzione della Polizia e il Consiglio superiore sulla demografia e la razza. In qualche occasione si servì della sua influenza per agevolare ebrei convertiti al Cattolicesimo. Dopo la morte di Mussolini, Pietro Tacchi Venturi, ormai ottantaquattrenne, non ebbe più ruoli di rilievo e si dedicò nuovamente all'attività di storico. Le missive sono dirette ad alcuni famigliari: "La tua lettera ultima è veramente deliziosa, rallegra con le più dolci speranze gli estremi miei giorni e penso che tu e Pino non potrete mai benedire Idio che ha singolarmente benedetto la vostra unione...". Tre pagine in-16 obl. (due su carta intestata 'Collegio S. Francesco Saverio'). E' unita una busta viaggiata con indirizzo autografo.

  • Placido Maria Tadini (Moncalvo 1759 - Genova 1847), Reale Basilica di Superga
    Lotto 28

    Placido Maria Tadini (Moncalvo 1759 - Genova 1847)
    Reale Basilica di Superga
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-4, su bifolio
    Firma/data: Genova li 27 Giugno 1842
    Stato di conservazione: buono (lievi strappi al margine destro)
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, datata 'Genova li 27 Giugno 1842' dell'illustre ecclesiastico, arcivescovo di Genova (dal 1832) e Cardinale (elevato da Gregorio XVI dal 1835) diretta al preside di teologia morale ed eloquenza sacra della Reale Accademia di Superga. "Rendo i miei più cordiali ringraziamenti a V.S. Rev.ma dell'erudito e leggiadro libro sulla Reale Basilica di Superga. io l'ho letto con piacere e molto m'è piaciuto, e per l'eleganza con cui è scritto, e per i principi...". Una pagina in-4, su bifolio. Indirizzo autografo e traccia di sigillo alla quarta.

  • Ascanio Turamini (Siena 1586 - 1647), Maremma
    Lotto 29

    Ascanio Turamini (Siena 1586 - 1647)
    Maremma
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-4
    Firma/data: Roccastrada 5 8bre 1646
    Stato di conservazione: buono (macchia di umidità; lacuna al margine inferiore, non lede il testo)
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, datata 'Roccastrada 5 8bre 1646' del prelato, vescovo di Grosseto Ascanio Turamini. Esercitò, a Siena, la professione di avvocato e fu anche docente di diritto civile presso l'ateneo senese. Venne nominato vescovo di Grosseto il 2 marzo 1637 e consacrato tredici giorni dopo dal cardinale Francesco Maria Brancaccio. Tra le iniziative, ci fu l'ampliamento della chiesa parrocchiale di San Nicola a Roccastrada e il nuovo regolamento per le monache del convento delle Clarisse. Sotto il suo vescovato venne nuovamente consacrato il duomo di Grosseto. La missiva è relativa alla pratica del commercio da parte degli ecclesiastici in Maremma: "dalla quale si possa sperare buon esito già che per altra maniera, o sarà in tutto tolto il comercio alle persone ecclesiastiche in giudizio...". Una pagina in-4.

Lotti dal 13 al 24 di 142
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500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA

La parte prima di una selezione di oltre trecento autografi, con rilevanti nuclei risorgimentale e del novecento italiano. Tra gli altri, documenti emessi dalla cancelleria papale, su privilegi e Inquisizione.

Sessioni

  • 21 marzo 2024 ore 18:00 Sessione unica (2 - 158)

Esposizione

Presso la sede di Bonino di Roma, su appuntamento da prendere alla email matteo.smolizza@bonino.us

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I lotti devono essere ritirati a cura ed onere dell'acquirente presso la sede di esposizione, previo appuntamento da prendersi scrivendo a matteo.smolizza@bonino.us.

L’esportazione dei lotti è soggetta al nulla osta del Ministero della Cultura, a norma delle leggi italiane per la tutela del patrimonio culturale. La procedura – da eseguirsi a cura ed onere dell’acquirente anche tramite spedizionieri specializzati – dura di solito tra 40 e 60 giorni. Il Ministero della Cultura può non concedere il nulla osta: in questo caso il lotto non sarà esportabile.

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Rilanci

  • da 0 a 200 rilancio di 10
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  • da 50000 a 100000 rilancio di 5000
  • da 100000 a 200000 rilancio di 10000
  • da 200000 a 400000 rilancio di 20000
  • da 400000 a 800000 rilancio di 40000
  • da 800000 a 1000000 rilancio di 50000
  • da 1000000 in avanti rilancio di 75000