500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA
-
Lotto 137 Marino Lazzari (Alatri 1883 - Nettuno 1975)
Conservatorio musicale di Napoli - corsi per i ragazzi indigenti
Due lettere dattiloscritte firmate
Due pagine in-8
Firma/data: 1938 e 1940
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 2
Due lettere dattiloscritte firmate, datate al 1938 e al 1940 del letterato e uomo politico, stretto collaboratore di Giuseppe Bottai, direttore generale delle Antichità e delle Belle Arti dal 1938 al 1943, diretta al maestro Adriano Lualdi, su questioni relative al Conservatorio musicale di Napoli, diretto da quest'ultimo. "Mi compiaccio vivamente con te per l'efficace e autorevole patrocinio svolto per ottenere l'assegnazione di un centinaio di posti nell'erigendo Istituto per il ricovero e l'educazione dei figli del popolo ed altrettanti ragazzi poveri che, dotati di buone disposizioni musicali, intendano frequentare i corsi di codesto Conservatorio....". Due pagine in-8, su carta intestata. -
Lotto 138 Giovanni Malagodi (Londra 1904 - Roma 1991)
Partito Liberale Italiano - Conferimento commendatore dell'ordine al merito della Repubblica italiana
Lettera dattiloscritta firmata
Due pagine in-4
Firma/data: 19 giugno 1973
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera dattiloscritta firmata, datata 19 giugno 1973 di uno dei massimi esponenti del PLI, di cui fu Segretario Nazionale dal 1954 al 1972, presidente (1972-1977) e Presidente Onorario dal 1977, dirette ad Augusto Scrocca, scritte all'epoca in cui Malagodi ricopriva la carica di ministro del Tesoro. "Mi è gradito parteciparle che con Decreto Presidenziale in data 2 giugno 1973, la S.V. è stata insignita, su mia proposta, della onorificenza di Commendatore dell'Ordine 'Al merito della Repubblica Italiana'. Due pagine in-4, carta intestata. -
Lotto 139 Angelo Manaresi (Bologna 1890 - ivi 1965)
X Battaglione Alpini
Lettera dattiloscritta firmata
Una pagina in-8
Firma/data: Roma, 12 Nov. 1932
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera dattiloscritta firmata, Roma, 12 Nov. 1932 dell'ufficiale del Regio Esercito Italiano (Comandante del X Battaglione Alpini) e uomo politico (podestà e sottosegretario del Ministero della Guerra) diretta a Maria Romano, preside del R. Istituto Magistrale 'Margherita di Savoia'. Declina cortesemente un invito. "Le sono assai grato del cortese invito rivoltomi per la inaugurazione della targa riproducente il Comunicato della Vittoria nel R. Istituto Magistrale Margherita di Savoia da Lei presieduto. Molto volentieri sarei intervenuto, ma me ne manca la possibilità…". Una pagina in-8, carta intestata 'Ministero della Guerra - Il sottosegretario di Stato'.
Come alpino, quando il Comando Supremo lo pose innanzi alla scelta di assumere l'incarico di ufficiale di Propaganda o di avvocato presso un tribunale militare nelle retrovie, rifiutò decisamente l'imposizione, frequentando a Verona un breve corso per ufficiale di Stato maggiore e ottenendo la promozione a capitano nei primi giorni novembre. Nel mese di ottobre con la disfatta di Caporetto, il suo reparto dovette abbandonare al nemico il Monte Cauriol ripiegando su una nuova linea del fronte situata sul massiccio del Monte Grappa. A metà del mese dicembre partecipò ai sanguinosi combattimenti in difesa delle posizioni di Monte Medàta, rimanendo gravemente ferito ad un piede il giorno 14. Ricoverato in vari ospedali delle retrovie, fu decorato con una seconda Medaglia di bronzo al valor militare. Riprese servizio al suo reparto, allo schierato in Val d'Astico, nell’agosto 1918, e il 31 ottobre successivo il battaglione si lanciò all'attacco sulla direttrice Val Lagarina-Rovereto-Trento. Alle ore 16 del 3 novembre il "Feltre" entrò in Trento liberata. Posto in congedo nel settembre 1919, decorato con la Croce di guerra al valor militare, ritornò alla vita civile. Nel 1926 è nominato presidente dell'Opera nazionale combattenti, ricoprendo tale incarico fino al 1929, e nel 1928 è nominato Commissario Straordinario dell'Associazione nazionale alpini, divenendone Presidente nel 1929. Nel 1930 diviene anche Presidente del Club Alpino Italiano e dallo stesso anno fino all'agosto 1935 ricoprì l’incarico di Podestà di Bologna. Nel marzo 1942 si recò due volte in visita ai reparti schierati sul fronte russo e nel marzo 1943, dopo la disfatta dell’ARMIR fu l’unico gerarca che ebbe il coraggio di andare, allestendo un treno di viveri, vestiario, e generi di conforto, incontro ai reduci della Campagna di Russia. Dopo la caduta del fascismo, avvenuta il 25 luglio 1943 confermò la sua fedeltà al Re con un telegramma, lasciando nel contempo l’incarico di Presidente dell’ANA. Per questo telegramma fu poi arrestato da militi della RSI il 17 settembre, su denuncia di Enrico Cucciari, qualche giorno dopo la firma dell’armistizio di Cassibile. Incarcerato a San Giovanni in Monte fu successivamente rilasciato su ordine di Mussolini. Ritornato alla vita civile riprese la sua professione, e dopo la fine della guerra fu presidente del Rotary Club cittadino dal 1959 al 1961. Si spense a Bologna il 6 aprile 1965, rimanendo fino all’ultimo attivo nella locale sezione dell’Associazione Nazionale Alpini che ora porta il suo nome -
Lotto 140 [Benito Mussolini (Dovia di Predappio 1883 - Giulino di Mezzegra 1945)]
Fascismo
Istantanea applicata su passepartout, cm 22x15,5
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Istantanea (22 x 15,5 cm - applicata su passepartout) del Duce, immortalato a Roma nel 1940 durante un'adunata con ufficiali italiani e tedeschi. -
Lotto 141 Egilberto Martire (Roma 1887 - ivi 1952)
Azione cattolica - Adriano Lualdi
Lettera autografa firmata
Una pagina in-8
Firma/data: Li 14 dicembre 1933-XII
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Giornalista e uomo politico, cattolico fervente, vicepresidente della Gioventù cattolica italiana, fu per molti anni combattivo articolista del 'Corriere d'Italia'. Deputato popolare per più legislature, nel 1924, dopo la secessione dell'Aventino, fu tra i fondatori del Centro cattolico nazionale, favorevole al fascismo. Lettera autografa firmata, dat. Li 14 dicembre 1933-XII, diretta al maestro Adriano Lualdi. "Grazie del tuo Viaggio. Lo leggerò con l'attenzione trepida di un incompetente: ma anch'io vado cercando delle armonie!...". Una pagina in-8, carta intestata. -
Lotto 142 Filippo Meda (Milano 1869 - Milano 1939)
Giovanni Tebaldini
Lettera autografa firmata
Due pagine in-8
Firma/data: 27.7.1918
Stato di conservazione: buono (margine lievemente sciupato)
Numero componenti del lotto: 1
Illustre uomo politico, banchiere e giornalista, fra i massimi esponenti del movimento cattolico italiano tra XIX e XX sec., fu ministro delle Finanze dal 1916 al 1919 e ministro del Tesoro nel biennio 1920-21. Ebbe un ruolo centrale nel riportare l'elettorato cattolico nella vita politica italiana. Lettera autografa firmata, datata 27.7.1918 diretta al maestro Giovanni Tebaldini (1864-1952). "Non posso che plaudire al proposito che ella mi manifesta. Vorrei essere il ministro della pubblica istruzione o quello dell'interno per aiutarla a tradurre in atto: ma penso che i miei due colleghi non mancheranno di darle tutto il loro appoggio...". Due pagine in-8, carta intestata. -
Lotto 143 [Benito Mussolini (Dovia di Predappio 1883 - Giulino di Mezzegra 1945)]
Colonie italiane
Undici istantanee, cm 16x10,5
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 11
Insieme di undici istantanee relative ad una visita del Duce in Libia, immortalato assieme a vari gerarchi fascisti, tra i quali il governatore Italo Balbo. Il 18 marzo 1937 Mussolini era sbarcato a Tobruk dall'incrociatore 'Pola' per inaugurare la via Balbia, che attraversava tutta la costa libica. La visita durò fino al 21 e vide Mussolini percorrere vaste zone della Libia con l'aereo e l'auto. -
Lotto 144 Francesco Saverio Nitti (Melfi 1868 - Roma 1953)
Cassa di Mutuo Soccorso
Lettera dattiloscritta firmata
Una pagina in-8
Firma/data: Roma addì 27 aprile 1913
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera dattiloscritta firmata, datata "Roma addì 27 aprile 1913" dell'economista, uomo politico e antifascista, tra i massimi esponenti del Meridionalismo, Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia nel biennio rosso (1919-20).
La lettera è diretta al Principe Piero Ginori Conti, circa un aiuto economico in favore della Cassa di Mutuo Soccorso di Piombino. "Il mio ministero potrebbe soltanto dare un piccolo contributo alla Cassa di Mutuo Soccorso di recente istituita dall'Ufficio del Lavoro di Piombino...". Una pagina in-8, su carta intestata. Sottolineature di altra mano a penna e a matita blu. Nitti ebbe sempre grande interesse per la condizione operaia. Nel 1888 pubblicò il saggio 'L'emigrazione italiana e i suoi avversari'. Mentre esponeneti politici come Giolitti e De Gasperi, diedero la fiducia a Mussolini, Nitti si rifiutò di riconoscere la legittimità del governo fascista, iniziando ad essere vittima di intimidazioni fasciste. Mussolini, non avendo digerito il dissenso di Nitti, inivò un gruppo di squadristi che minacciarono lui e la sua famiglia, inducendoli a prendere la via dell'esilio. Nel 1943 fu arrestato dalla Gestapo a Tolsa e fu deportato in Austria. Dopo la fine della seconda guerra mondiale tornò nella sua amata Italia e morì nel 1953 a Roma. -
Lotto 145 [Benito Mussolini (Dovia di Predappio 1883 - Giulino di Mezzegra 1945) e Renato Ricci (Carrara 1896 - Roma 1956)]
Fascismo
Cartolina fotografica
Firma/data: A.IX
Stato di conservazione: discreto (lacuna al margine destro; strappi ai margini)
Numero componenti del lotto: 1
Cartolina fotografica. Mussolini è immortalato assieme al gerarca Ricci in abiti borghesi. Fotografia Sangiorgi. Firma e data autografe di Ricci (A.IX - 1931 ca.).
Ricci si arruolò volontario nel 1915 nei bersaglieri con il grado di tenente nella prima guerra mondiale, partecipando a tutta la guerra e meritandosi due Medaglie al Valore ed una Croce al merito di guerra, quale comandante di pattuglie di Arditi per azioni compiute in territorio nemico. Finita la guerra partecipò all'Impresa di Fiume, capitanata da Gabriele D'Annunzio, tornando poi a Carrara ad occuparsi di politica. Fu uno dei Sansepolcristi e fece parte della Massoneria del Grande Oriente d'Italia. Squadrista convinto, aderì al Partito Nazionale Fascista (PNF) nel maggio del 1921 ed un mese dopo fondò il Fascio della sua città. A maggio venne arrestato dalle forze dell'ordine a Sarzana come responsabile degli atti di violenza e degli omicidi che stavano compiendo nella zona gli squadristi sotto il suo comando, e nel luglio seguente una colonna fascista comandata da Amerigo Dumini, si recò a Sarzana per liberarlo dalla prigione. Da questo avvenimento ebbe luogo gli episodi di violenza squadrista che passarono alla storia come i fatti di Sarzana. Nel 1923 fu nominato commissario politico del fascismo per la Lunigiana e console generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN). Nell'anno seguente divenne deputato del Regno, eletto nel listone fascista ed entrò nel consiglio direttivo del PNF.
Ricordate il celebre obelisco del Foro Mussolini? Fin dal 1927 Ricci ipotizzò l'innalzamento di un enorme obelisco, fatto in un unico blocco di marmo di Carrara da collocare a Roma. La ricerca del blocco in marmo di Carrara adeguato fu lunga ma alla fine fu individuato in una cava denominata la "Carbonera". Il blocco trovato era alto 19 metri per due metri alla base con un peso di circa trecento tonnellate. Il 26 gennaio 1929, dopo che era stato estratto, alla presenza di Ricci iniziò la "lizzatura", ovvero il trasporto a valle del monolite. Per l'occasione furono impiegate trentasei coppie di buoi e si impiegarono cinque mesi per raggiungere la costa. Qui, a fine giugno, fu imbarcato su uno speciale pontone appositamente realizzato a La Spezia e denominato l'"Apuano" con destinazione Fiumicino. Da qui risalì il Tevere sfruttando le piene giungendo a Roma il 6 maggio 1932. L'esecuzione delle opere su monolite e l'innalzamento dello stesso furono da Ricci affidate all'architetto Costantino Costantini. Fu infine inaugurato il 29 ottobre 1932 nel foro Mussolini per celebrare il decennale della marcia su Roma. «L'obelisco è il più grande blocco marmoreo che mai sia venuto alla luce dalle viscere della Terra. È costato lire 2.343.792,60 oltre a mezzo milione per la cuspide di oro puro del peso di kg. 32, indispensabile a proteggerlo contro le insidie del tempo.» Nel dicembre 1925 Mussolini diede all'ex ardito la guida del movimento giovanile del PNF (l'Avanguardia giovanile fascista) con il compito di "riorganizzare la gioventù dal punto di vista morale e fisico". Poco dopo Ricci fu presidente dell'Opera nazionale balilla (ONB) fondata nel 1926. Egili scelse, per guidare l'ufficio tecnico dell'ente, prima l'affermato architetto Enrico Del Debbio e poi dal 1933 il giovane Luigi Moretti. Sotto la sua supervisione, i balilla e gli avanguardisti furono sottoposti al più ampio esperimento di educazione di Stato e di irreggimentazione che l'Italia abbia conosciuto. Questo esperimento portò nel giro di un decennio alla costruzione di centinaia di Case del balilla, investendo l'intero territorio nazionale ed arrivando a contare oltre tre milioni di giovani iscritti. Dal 1939 al 1943 fu ministro delle corporazioni. Dopo l'8 settembre divenne comandante generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN) e poi della Guardia Nazionale Repubblica, in cui furono inquadrate anche altre armi e reparti: i Carabinieri, le milizie speciali (ferroviaria, portuale, etc.) e la Polizia dell'Africa Italiana. L'operazione di accorpamento era caldeggiata dai nazisti e condivisa da Renato Ricci, che tentava di condurla a compimento (il reclutamento obbligatorio prevedeva quattro divisioni), con l'obiettivo di ottenere un esercito di partito, sul modello delle SS, con l'inquadramento di tutte le forze di terra sotto un comando unico. Questa posizione si scontrava con l'idea (non ritenuta credibile dai tedeschi), di un esercito nazionale apolitico, con quadri volontari e truppe prevalentemente volontarie (che includeva le forze internate in Germania), avanzata dal generale Rodolfo Graziani nel discorso del 1 ottobre 1943 al Teatro Adriano di Roma. Nell'agosto del 1944 Mussolini lo sollevò da tale incarico, a causa dei suoi forti dissapori con Graziani, per assumere personalmente il comando della GNR. Restò commissario della ricostituita ONB fino all'aprile 1945. A guerra ormai ultimata, poté scampare all'arresto grazie alla notizia del suo suicidio, diffusasi tra i partigiani: catturato in giugno, fu condannato due volte a trenta anni di detenzione, ma nel 1950 uscì dal carcere grazie all'Amnistia Togliatti. -
Lotto 146 Biagio Pace (Comiso 1889 - ivi 1955)
Fascismo - Movimento Sociale Italiano - Adriano Lualdi
Lettera autografa firmata
Una pagina in-8, su bifolio
Firma/data: Roma 14.XII.1933-XII
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata, datata Roma 14.XII.1933-XII, da Biagio Pace. Archeologo e uomo politico fascista, nel 1943, l'Accademia d'Italia gli assegnò, per i suoi meriti scientifici, il " Premio Mussolini". Lettera indirizzata ad Adriano Lualdi, di ringraziamenti. "Avevo già letto nella N.A. i tuoi spirituali articoli del pellegrinaggio musicale...". Una pagina in-8, su bifolio, carta intestata.
Pace fu presidente, dal 1929 al 1944, dell'Istituto nazionale del dramma antico (INDA di Siracusa). Nel 1935 partì volontario per la guerra d'Etiopia come seniore (maggiore) della Milizia nella 2ª Divisione CC.NN. "28 ottobre" e combatté durante la battaglia di Passo Uarieu. Nel gennaio 1936 fu decorato di croce di guerra al valor militare. Raccontò questa sua esperienza nel libro Tembien. Note di un legionario della "28 Ottobre" in Africa orientale del 1936. Il 26 dicembre del 1946, presiedette a Roma la riunione di fondazione del Movimento Sociale Italiano e il 15 giugno 1947 fu eletto dal Comitato centrale nella Giunta esecutiva nazionale del partito. -
Lotto 147 Raffaele Paolucci (Roma 1892 - ivi 1958)
Raccomandazioni per Alfredo Casella
Lettera autografa firmata
Una pagina in-8
Firma/data: Roma 8.12.1938 - XVII
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata, datata Roma 8.12.1938 - XVII del militare, uomo politico, chirurgo e docente universitario, Raffaele Paolucci, diretta ad Adriano Lualdi. Iscritto nel 1910 alla Facoltà di medicina dell'Università di Napoli, Paolucci interruppe la frequenza delle lezioni per svolgere il servizio militare come volontario di un anno nella 10ª Compagnia di sanità militare del Regio Esercito dal 1913 congedandosi nel 1914.
Fu richiamato nel 1915, all'inizio della Prima Guerra Mondiale presso un lazzeretto per colerosi meritandosi la Medaglia di Bronzo per i benemeriti della salute pubblica.
Nel 1921 Paolucci, in qualità di comandante generale, prese la guida dell’organizzazione paramilitare dell'Associazione Nazionalista Italiana chiamata i 'Sempre Pronti per la Patria e per il Re', detti 'camicie azzurre' per il colore del vestiario in Blu Savoia che li distingueva stabilita con la speranza che potesse fare da contrappeso allo squadrismo fascista.
Sempre nel 1921, dietro insistenza di Giovanni Giolitti fu eletto deputato al Parlamento nella XXVI legislatura; venne riconfermato nel 1924, 1929 e 1934 per il Partito Nazionale Fascista, e dal 1939 fino al 1943 fu consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Ricoprì la carica di vicepresidente della Camera dei deputati dal 15 novembre 1924. Con la nascita della Repubblica Italiana nel 1946 si offrì di accompagnare il re Vittorio Emanuele III e la regina Elena nell'esilio di Alessandria d'Egitto.
Chirurgo del torace e dell'addome molto noto, eseguì più di trentamila interventi. Ricoprì la carica di ordinario di clinica chirurgica e di direttore della clinica chirurgica nell'Ateneo la Sapienza di Roma. Paolucci fu anche al capezzale di papa Pio XII, membro del collegio medico che lo ebbe in cura per il tumore allo stomaco di cui rimase vittima poco tempo dopo la sua scomparsa. Nella lettera, Paolucci, chiede a Lualdi se può incontrare il compositore, pianista e direttore d'orchestra Alfredo Casella. "Ti sarò grato se vorrai ricevere ed ascoltare il latore, ex ten. di Vasc. Casella che vorrebbe parlarti di cose musicali...". Una pagina in-8 obl., carta intestata. -
Lotto 148 Vittorio Mussolini (Milano 1916 - Roma 1997)
Fascismo - post fascismo
Lettera dattiloscritta firmata
Una pagina in-4
Firma/data: Roma 1 dicembre 1964
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Secondogenito del Duce, sceneggiatore e produttore cinematografico anche conosciuto con lo pseudonimo Tito Silvio Mursino (anagramma del suo nome e cognome) fu direttore della rivista 'Cinema'. Dopo il 25 luglio 1943 si rifugiò in Germania, dove costituì, sotto l'egida tedesca, un governo fascista provvisorio. Dopo l'8 settembre con Alessandro Pavolini e Renato Ricci, cominciò a diffondere, dalla Germania, appelli radiofonici in Italia. Durante la Repubblica si Salò, fu a capo delle segreterie del padre. Alla fine della guerra si imbarcò clandestinamente per l’Argentina dove visse - senza più occuparsi di cinema - fino al 1967, anno in cui rientrò definitivamente in Italia. Lettera dattiloscritta firmata, datata Roma 1 dicembre 1964 diretta al capitano Giuseppe Pironti. "Sono spiacente doverle comunicare che attualmente la situazione economica dell'Argentina è pessima e non consiglierei certamente nessuno a lasciare il sia pur modesto impiego italiano per correre una avventura in terra così lontana; in quanto alla mia azienda agricola, alla quale lei accenna nella sua lettera, fà parte di quelle favole che s'intessono attorno alla nostra famiglia: sarei ben contento di possederne una e delle più belle, ma per il momento non ho beni al sole!...". Una pagina in-4.