#79: Dipinti d'alta epoca e Antiquariato
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Lotto 13 San Bartolomeo, Second half of the 17° secolo Cm 99x70, in cornice cm 106x79 Dipinto ad olio su tela
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Lotto 14 Immacolata Concezione con putti e zefiri, Bozzetto, 18° secolo H cm 61x49 Olio su tela Opera sprovvista di cornice
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Lotto 15 Carlo Dolci (cerchia di) (Firenze 1616-Firenze 1686) - Madonna, 17° secolo cm 37,5x30,5 - spessore cm 1 - in cornice cm 48x42 olio su tavola di abete Carlo Dolci, cerchia.
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Lotto 16 Santa Rosalia con Madonna, Gesù bambino e Santi Pietro e Paolo a finere, 17° secolo cm 43 x cm 35 olio su tavola di rovere Pittore fiammingo del XVII Secolo. Riferimento alla pala da Antoon van Dyck presente al Kunsthistorisches Museum (Vienna)
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Lotto 17 Agostino Scilla (Messina 1629-Roma 1700) - San Giovanni Battista che predica alle folle, 17° secolo H cm 204x161- in cornice H cm 268x203 Olio su tela Perizia e video del Professore Claudio Strinati: "Il dipinto è costruito con un criterio tipico di questo eminente pittore, di cui confermo l’autografia, già da tempo estremamente rivalutato dalla storiografia ma ancora in attesa di una piena ridefinizione dalla critica contemporanea. Di origine siciliana, Scilla ebbe un importante periodo romano dove si avvicinò allo stile e ai modi di Pier Francesco Mola e Andrea Sacchi. Nel nostro dipinto tali influssi, specie quello di Mola, appaiono evidenti. La figura del Battista sottile e altissima domina la scena ambientata in un paesaggio oscuro ma nitidamente delineato. La folla si accalca intorno a lui e c’è una certa, direi voluta, accentuazione dei tipi orientaleggianti secondo un criterio che tende a ricostruire visivamente le storie raccontate in figura, in modo fantastico e verosimile insieme.
L’opera qui in esame, peraltro, sembra recare in alto a destra una sigla (difficilmente decifrabile però) che potrebbe essere forse letta in A S, sigla che Scilla appone talora nei suoi dipinti.
Lo stato di conservazione è buono ma va notato come il dipinto debba essere stato sottoposto in passato a qualche drastica pulitura che avrebbe reso poi necessaria la stesura di numerosi e diffusi ritocchi, a parer mio facilmente rimovibili con un nuovo e più aggiornato intervento.
Il nostro dipinto appare databile nel periodo che va dal formetàabile ciclo di affreschi nella Cattedrale di Siracusa (1657-60) ad alcune celebrate pale d’altare monumentali come quella del Sant’Ilarione moribondo che ritengo senza dubbio utilmente confrontabile col nostro dipinto. La nostra opera si data poco dopo il 1670, anno in cui Scilla dette alle stampe un ragguardevole volume dal titolo La vana speculazione disingannata dal senso che è il primo trattato di paleontologia mai pubblicato in Italia, disciplina di cui Scilla fu grande specialista.
Un carattere, il suo, molto complesso e ricco di riferimenti anche extraestetici, di cui la nostra opera sembra significativa testimonianza.
In fede,
Claudio Strinati"
Cornice non coeva. Pittore siciliano del XVII secolo. -
Lotto 18 Maddalena in preghiera 150x105 cm Dipinto a olio su tela
Maestro italiano lombardo della seconda metà del XVII secolo.
La Maddalena che si presenta agli occhi dell'osservatore è il riflesso di una iconografia diversa da quanto proposto nei canonici impianti del tempo: la donna è infatti coperta da un candido copricapo monacale, simbolo della totale unione spirituale con Cristo. Si tratta di un accento stilistico che anticipa incredibilmente i dipinti a carattere devozionale che, tra la seconda metà del XVIII secolo e primi anni dell'Ottocento, andranno a diffondersi in ogni parte della penisola.
ASORstudio
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Lotto 19 Madonna della mano santa, fine 18° secolo H cm 29x19 - In cornice H cm 37x28. Olio su rame
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Lotto 20 Madonna con bambino e S. Giovannino, 18° secolo H cm 90x71 Olio su tela Pittore italiano del XVIII secolo.
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Lotto 21 La Trinita' e Zefiri, Southern painter of the 18° secolo cm 53 x 75, in cornice 69 x 91 olio su tela Attribuibile alla scuola di Vito D'Anna. In cornice di legno dorato coeva
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Lotto 22 Gesù con Giuda e Pietro arrestato nell'orto di Getsemani, 18° secolo Cm (h) 22 x 17.5, in cornice cm 38 x 33 Olio su rame
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Lotto 23 Luca Giordano (Napoli 1634-Napoli 1705) - San Domenico predica alle turbe H mm 540x430 Disegno Perizia del Professore Claudio Strinati: «Si tratta di un magnifico disegno autografo del grande pittore napoletano, studio preparatorio per una paletta d’ altare probabilmente eseguita dal Giordano nell’ambito dei vasti lavori per la chiesa di san Domenico Maggiore a Napoli. Quasi tutte le opere (che furono numerose tra tele e affreschi) eseguite dal sommo Maestro per l’immenso tempio domenicano partenopeo sono rimaste in loco, ma alcune sono scomparse o per meglio dire non si trovano più nei siti di appartenenza.
Tra queste c’è proprio la paletta del San Domenico che predica alle turbe che si conserva adesso in una collezione privata romana ed è ancora oggi inedita. Avendo avuto modo di studiarla posso quindi confermare che il disegno del Giordano qui in esame è proprio il modelletto finale per la pala eseguita poi del pittore con l’aiuto di collaboratori, peraltro tutti eccellenti. Lo stile fluido e sensibilissimo del disegno permette di confermarne l’attribuzione a Giordano in persona, con una datazione quindi all’ ottavo decennio del Seicento quando il Maestro fu lungamente attivo in quel contesto.
Assai ben conservato, fresco e godibilissimo, questo disegno ha una certa rilevanza nella ricostruzione complessiva della figura di Giordano rispetto alla sua notevolissima produzione grafica.
In fede,
Claudio Strinati» -
Lotto 24 Filippo Frigiotti (Roma) - Maddalena penitente H mm 413x270 Sanguigna Perizia del Professore Claudio Strinati: «Rarissima e finissima opera di un notevole pittore romano i cui dati biografici sono però pochissimo conosciuti e di cui si conserva un nucleo di opere certe e molto significative che ne dimostrano l’eccellenza nell’ambiente artistico romano della prima metà del Settecento.
In particolare, è possibile istituire un confronto convincente tra il nostro disegno qui in esame e il ciclo di affreschi datati alla metà del quarto decennio del secolo diciottesimo, che il pittore eseguì, firmandolo, nel convento della Chiesa di Santa Susanna a Roma, dove il trattamento delle figure e del paesaggio denota analoga finezza di stesura e intimo e quieto
sentimento.
Fattori questi che riconducono l’esperienza dell’artista nell’ambito di quel gusto vigifine e antiretorico che già prelude, almeno quarant’ anni prima, al nobile eloquio del primo Neoclassicismo. Pur non potendo indicare un rapporto preciso con un’opera certa di questo Maestro è ben possibile che il nostro disegno sia da considerarsi quale studio preliminare per una pala d’ altare oggi però non conservata o non ancora individuata, da datarsi entro il 1730-35. Pregevolissimo e ben conservato questo disegno è una splendida testimonianza del Settecento romano, ancora ricco e fertile di nuove scoperte e approfondimenti.
In fede,
Claudio Strinati»