#75: Antiquariato e Arte e Ceramica Siciliana
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Lotto 73 Coppia di candelabri in opaline azzurro, Primi 20° secolo H cm 60 x 24Con cristalli molati e brindoli, punta piramidaleCon cristalli molati e brindoli, punta piramidale
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Lotto 74 Coppia di Lumi in legno laccato azzurro/verde e dorato, nineteen° secolo h cm 50, con paralume h cm 87, base cm 20,5x21Con paralumeCon paralume
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Lotto 75 Lume in vetro rosa, fucsia e bianco con decorazioni floreali, 20° secolo H cm 66Decorazioni floreali sulla base e sulla boccia. Minima filatura sulla bocciaDecorazioni floreali sulla base e sulla boccia. Minima filatura sulla boccia
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Lotto 76 C. H. Stobwasser & Cº. Actien Gessellchaft (Berlino 1860) - Coppia di lumi a petrolio con base in metallo e corpo in porcellana con smalti nei toni del fucsia, verde tiffany e dorato, Tardo 19° secolo H cm 40ElettrificatiElettrificati
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Lotto 77 Il filosofo Eraclito, 17°/18° secolo cm 66x49, in cornice cm 84x66Olio su telaIn cornice da restaurare
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Lotto 78 Antonio Amorosi (attribuito a) (Comunanza 1660-1738 Roma) - Volto di ragazzo con bavero bianco su abito rosso.cm 37 x cm 27 in cornice di legno dorata e laccata cm 48 x cm 37Dipinto ad olio su tela
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Lotto 79 Adam Frans van der Meulen (Flemish 1632-1690) - Cavaliere a cavallo di spalleCm 46x38, in cornice cm 60x52Firmato e datato 1678 sul retroFirmato e datato 1678 sul retro
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Lotto 80 Antonio Cifrondi (Clusone 1656-Brescia 1730) - Donna con gallina, 1700-173084x105 cmDipinto ad olio su tela
Opera sprovvista di cornice.
"In uno scarno e appiattito sfondo bluastro, unico riferimento a una spazialità esterna, emerge dalla penombra la figura di una anziana donna ricurva, dalla fronte solcata da rughe e dalle robuste braccia – provate dal duro lavoro nella terra - che ne delineano il ruolo di campagnola. Con una sobria composizione di stampo naturalistico, la donna può considerarsi vera protagonista del dipinto anche se, nel leggere il suo lasso sguardo - provato dalla stanchezza e dall’età – l’osservatore viene invitato a concentrarsi sul candido volatile, delicatamente appollaiato su un posatoio riempito di fieno.
L’immagine della donna è modellata tramite ampie e materiche pennelTardo intrise di scarni e caldi colori, evidentemente percepibili nelle rosate tinte dell’incarnato, compartecipe alle terrose ombre che contribuiscono a far emergere la plasticità della figura. Le peculiarità dell’opera, le sue caratteristiche formali risentono degli influssi della pittura lombarda, tanto da renderla vicina a quei soggetti profani tanto in voga negli ultimi decenni del XVII secolo . Tuttavia, la cifra stilistica rivelata dalla sobrietà cromatica consente di assegnare l’opera al bergamasco Antonio Cifrondi e di collocarla entro il primo trentennio del XVIII secolo ."
ASORstudio -
Lotto 81 Il Riposo Felice Ficherelli (attribuito a) (San Gimignano 1605-Firenze 1660) - Arianna addolorata per l'abbandono di Teseo , 17° secolo cm 70 x cm 105; in cornice cm 90 x cm 125olio su tela Scena mitologica raffigurante Arianna addolorata per l'abbandono di Teseo, Dioniso la consola e le offre la corona con i diamanti che costituiranno la Corona Boreale o Costellazione di Arianna. "L'opera è pervasa da una sottilissima sensualità, di ascendenza furiniana sono la morbidezza dell'incarnato di Arianna e dell'ancella. Arianna addolorata per l'abbandono di Teseo sebbene malinconica emana un castigato ma voluttuoso senso erotico, mentre si strugge per il dolore. L'appropinguarsi dell'opportunista Dioniso fa scaturire una summa di intenzioni e sentimenti tra i personaggi, si da far sembrare che i protagonisti recitino ed emergono come in una piece teatrale. Sulla scena con le loro forme dal carnato luminoso con l'espresse dei volti che esprimono emotività interiore, con l'ampiezza dai movimenti enfatici danno vita ad un'opera che si racconta da sola, impreziosita da artifici pittorici creati dal pittore, come le zone d'ombra che accendono di luce le forme. In tutto questo il pittore mostra affinità con i suoi contemporanei: Furini Francesco (1603-1641) e Cecco il Bravo (1601-1661), suoi coetanei." STUDIO ASOR
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Lotto 82 Cane che punta pernici, French 17° secolo animalist paintercm 75x106; in cornice cm 89x120olio su tela
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Lotto 83 Fabrizio Chiari (1615 ca 1695) - Trionfo di Venere, XVI secolo h cm 171 x 176Olio su telaDa Tiziano. L'opera è corredata da uno studio sui pigmenti effettuata dalla facoltà di fisica nucleare del professore Paolo Romano, dell'Università di Catania, che certifica la natura dei pigmenti. Presente expertise del Prof. Strinati "
Il dipinto raffigurante il cosiddetto Omaggio a Venere (olio su tela, cm . 171 x 176) e una copia di altissima qualità nonché in discretostato di conservazione del celeberrimo dipinto di Tiziano Vecellio (attualmente conservato al Museo del Prado di Madrid) conosciuto abantiquo sia col titolo di Festa degli Amorini (come talora si trova ancoraoggi citato) sia con quello, ben pit famoso appunto, di Omaggio a Venere. Tiziano lo dipinse per i Camerini di alabastro di Alfonso |d’ Este signore di Ferrara. Costui aveva approntato nel Palazzo Ducale dellasua citta appunto una sorta di meraviglioso studiolo per decorare il qualeinvito alcuni tra i piu grandi pittori italiani attivi al suo tempo, cioè all’inizio del Cinquecento. E tra questi Tiziano ovviamente spiccava per incomparabilefama e intrinseca grandezza. L" Omaggio a Venere riscosse unsuccesso strepitoso, tanto da diventare uno dei quadri più amati dagli artististessi e dai critici d’ arte tanto da essere copiato da molti dei più insignipittori d’ Europa tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo come Rubens, Reni,Poussin! La nostra copia, qui in esame, risale probabilmente allostesso periodo storico in piena fase “neoveneta”, come la chiamo RobertoLonghi nei suoi studi sulla corte estense e il suo enorme influsso. Dunquela nostra copia potrebbe datarsi circa cento anni dopo o poco più rispettoall’originale tizianesco eseguito intorno al 1520, e riferirsi all’ambienteromano che ebbe un vero e proprio culto verso la magnificenza dell’arteveneta quando, nella citta eterna, domino il grande pittore earchitetto Pietro da Cortona che, pur toscano, fu devotissimo seguace dei maestriveneziano del Cinquecento. Tra i molti allievi e collaboratori delCortona che si dedicarono con particolare impegno a incrementare con leloro opere questo affascinante gusto veneteggiante a Roma, ritengo siapossibile individuare proprio l'autore della nostra copia. Valutando la materia pittorica della nostra copia e laqualita eccellente del disegno e di quella che potremmo chiamare una vera e propria reinterpretazione dello stile tizianesco, ritengo che aeseguire il quadro qui in esame sia stato un ben preciso seguace del Cortona. Si tratta del Maestro romano Fabrizio Chiari (1615ca.-1695), un artista lodatissimo al suo tempo, dotto classicista e cultore delgusto veneto come si vede in uno dei suoi capolavori, l'immenso e bellissimoaffresco raffigurante la Riconciliazione di Giacobbe ed Esau nellacosiddetta Galleria di Alessandro VII al Quirinale, eseguito negli anniCinquanta del Seicento. Mi sembra qui di riconoscervi la stessa mano che ha eseguitola magnifica copia qui in esame, di marcato gusto naturalistico, difinissima qualità della materia pittorica e del disegno, prettamente seicenteschi. Un dipinto, in definitiva, di notevole interessestorico-artistico e di eccellente qualità. In fede, Claudio Strinati" -
Lotto 84 Ritrovamento di Mosè, 17° secolo cm 140 x cm 113Olio su telaPittore francese del XVII secolo .