Asta 269 - Cuprum Reloaded. Bronzetti dal Medioevo all'800
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Lotto 25 Coppia di armigeri
Bottega Padovana?
Probabilmente XVII-XVIII secolo
Bronzo patinato nero, consunzioni
Tot. 19,5x5,5x4,5 cm
Bronzi 15,5x6,5x4,5 cm
I due armigeri ricordano nel movimento a spirale la figura, di memoria rinascimentale, del Marte variamente attribuito a Gerolamo Campagna o a Tiziano Aspetti. Vanno comunque ritenute fusioni meno antiche di quella, anche per via di una loro apprezzabile originalità che le sposta, però, avanti nel tempo. Si propone una datazione più verso il XVIII secolo.
Bibliografia
Sergej Androsov, Museo Statale dell'emittente, La Scultura Italiana dal XIV al XVI secolo, Skira, Ginevra-Milano, 2008, pp.150-151, 158-160. -
Lotto 26 Vescovo benedicente
XVIII-XIX secolo
Bronzo argentato
Tot. 24,5x12x10 cm
Bronzo 17x12x6
Bella statuina raffigurante un vescovo benedicente di ostico riconoscimento non essendo presenti nella composizione simboli o altri elementi caratterizzanti. Potrebbe essere un Sant'Ambrogio senza lo staffile in mano.
Preziose informazioni a riguardo potrebbero scaturire dallo studio del paramento indossato, di foggia molto antica.
Si tratta comunque di una bella fusione probabilmente di epoca Neoclassica collocata su una base a mezza colonna bicolore. -
Lotto 27 Barthelemy Prieur (1535-1611) (scuola di)
Cupido
Probabilmente XVII secolo
Bronzo con patina rossastra trasparente, tracce di patina artificiale nera
Su mezza colonna dorata non coeva
Tot. 20x8x7 cm
Bronzo 11,5x8x9 cm
Questa piccola e deliziosa invenzione appartiene al catalogo delle opere di Barthelemy Prieur, lo scultore di corte di Enrico IV e Maria de' Medici.
Oltre alla statuaria monumentale Prieur produsse una serie di piccoli bronzi a tema femminile, velatamente erotico. Altri soggetti, fra i quali questo amorino, ebbero discreto successo e furono replicati dalla sua bottega o da altre fonderie non ben identificate.
La nostra replica presenta bel modellato e patina compatibile con fusioni antiche di questa scuola, spesso di colore rossastro trasparente, con tracce di patinatura artificiale nera.
Bibliografia
Volker Krahn, Von Allen Seiten Schon, Volker Huber editore, Offenbach am Main, 1995, p.432. -
Lotto 28 Gianfrancesco Susini (Firenze 1585-1653) (scuola di)
Zampognaro
Bronzo patina trasparente marrone
Tot. 21,5x7x7 cm
Bronzo 15,5x6x4,5 cm
Questo raro bronzo è stato attribuito dal Bode a Giambologna, ma il Dhanens ha rifiutato questa idea. Anche Charles Avery, della cui scheda fatta per la mostra di Giambologna mi sto avvalendo, conferma questa seconda ipotesi.
Secondo Avery questo bronzetto si avvicina alle tematiche del Giambologna, ma potrebbe essere pi√π correttamente ascritto alla bottega di Gianfrancesco Susini, almeno per le conoscenze attuali.
Si tratta comunque di una fusione molto rara e conosciura in tre esemplari, uno nel Museo Statale di Berlino, l'altro nel Williams College of Art, Massachusetts, ed un terzo nella Collezione di Michael Hall.
Seguendo queste indicazioni si attribuisce anche la nostra fusione alla scuola di Gianfrancesco Susini.
Bibliografia
Charles Avery - Michael Hall, Giambologna, Somogy Editions d'arte, 1999, Parigi, scheda n.53.
Charles Avery-Anthony Radcliffe, Giambologna Sculptor to the Medici, catalogo della mostra (Edimburgo, Londra e Vienna), 1978-79, scheda n.139. -
Lotto 29 Candeliere
Arte veneta
XVI-XVII secolo
Bronzo con patina rossastra
18,5x14x14 cm
Bel candeliere istoriato a base circolare. Nella prima fascia decorativa tre mascheroni grotteschi diversi l'uno dall'altro uniti da festoni su un fondo a buccia d'arancia.
Al di sopra si innesta il corpo centrale a balaustro con altrettanti mascheroni sovrastati da tre manici in aggetto a forma di arpia. Sul culmine la bobege bacellata con decorazioni fitomorfe.
Candeliere che ripete tutti i classici motivi decorativi della bronzistica veneta rinascimentale.
Splendida patina rossastra trasparente, probabilmente XVII secolo.
Bibliografia
Leo Planiscig, Piccoli Bronzi Italiani del Rinascimento, Fratelli Treves Editori, Milano MCMXXX, tav. XCIV, CXLVIII-CXLIX -
Lotto 30 Coppia di vasi
Francia
Periodo neoclassico
Fine XVIII-inizi XIX secolo
Bronzo dorato e argentato
Tot. 23,5x8x8 cm
Bronzi 14x9,5x6,8 cm
Bella coppia di vasetti ornamentali su plinti in marmo verde.
Coppe bacellate reggenti una fascia allegorica argentata con trionfi di putti. Bellissimi manici ricurvi recanti foglie d'edera.
La fascia centrale riproduce motivi decorativi recanti giochi di putti alati in un corteo alla maniera dello scultore barocco Francoise Duquesnoj.
Ottimo il cesello dei vari particolari decorativi, che alternano motivi fitomorfi a disegni geometrici -
Lotto 31 Calamaio retto da leoni stilofori
XVI-XVII secolo?
Bronzo patinato con tracce di doratura, onice
22x15x15 cm
Questo interessante oggetto potrebbe essere un calamaio, a meno che non si tratti di uno strumento liturgico, ad esempio un porta incenso.
La coppa, a tronco di piramide esagonale, è rivestita con lastre di onice trattenute da cerniere in ottone. Tre leoni stilofori sostengono la coppa tenendo fra gli artigli altrettanti rapaci, forse aquile. Sulla cuspide un'aquila stilizzata che funge da presa. Il tutto su uno zoccolo circolare a tronco di cono sempre in onice.
Questo piccolo monumento da tavolo è connotato da una matericità e da una lavorazione artigianale che lo fanno sembrare molto antico. Si ricorre spesso alla denominazione Revival quando certi oggetti si ispirano ad epoche remote, ma non lo sono. In questo caso non riscontro nulla che rimandi inequivocabilmente ad un modo di lavorare ottocentesco.
Per noi l'oggetto è antico, ma lo proponiamo con il beneficio del dubbio perché, al di là delle considerazioni stilistiche individuali, andrebbe studiato scientificamente per stabilirne epoca e provenienza ( almeno l'esame della lega).
Da studiare, da sviluppare, per collezionisti. -
Lotto 32 da Stefano Maderno (Palestrina, 1576-Roma, 1636)
Ercole e Anteo
Bronzo patina rossa trasparente su tracce di patina nera
Tot. 22x10x7,5 cm
Bronzo 12,5x6,5x5 cm
Questo interessante bronzetto deriva da una celebre composizione di Stefano Maderno il cui bozzetto in terracotta è conservato alla galleria Franchetti alla Ca' d'Oro, Venezia. Esiste un altro bozzetto al Victoria and Albert Museum, Londra, leggermente diverso, ed uno al Royal Scottish Museum, Edimburgo.
Da questo bozzetto sono state realizzate copie in bronzo, ora in vari musei e collezioni private, considerate alternativamente autografe o derivazioni dal modello. Molto bello il bronzo del Museo del Castello Sforzesco, Milano. Questa fusione è dentica alla terracotta in quanto presenta la pelle del leone che scende fra le gambe di Ercole sino a terra.
Altre versioni non presentano la pelliccia del leone, in quanto non necessaria per la stabilità della composizione bronzea, al contrario che nelle versioni in terracotta.
La nostra piccola fusione appartiene a questa seconda categoria e i due eroi si presentano avvinghiati e realisticamente nudi. -
Lotto 33 Francesco Fanelli (Firenze, 1577- Parigi? 1663) (scuola di)
Cavallo rampante
XVII-XVIII secolo
Bronzo con patina bruno dorata trasparente su tracce di patina scura, alcune zone verdognole
Tot. 30,5x18x8,5 cm
Bronzo 17,5x18x6,5 cm
Questo bel cavallino impennato deriva dai modelli dello scultore Francesco Fanelli. Nato a Firenze lavorò a Genova ed in seguito a Londra dove le sue opere furono molto apprezzate da Carlo I. Morì forse a Parigi.
Bella fusione con patina trasparente, il corpo è ben lavorato e lucido. Il muso e la criniera nervosi e ben modellati.
Probabilmente il piccolo basamento in bronzo su cui poggia è posteriore, aggiunto quando il bronzo è stato montato sul bel piedistallo in marmo verde, per dargli stabilità. Patina simile comunque, non stona nell'insieme. -
Lotto 34 Anfora sorretta da nereidi
Arte veneta
XVI-XVII secolo
Bronzo con patina rossiccia trasparente su tracce nere
Tot. 31,5x13,5x13,5 cm
Bronzo 27x10x8 cm
Il corpo centrale di questa bellissima composizione comprende un vaso ad anfora sorretto da tre nereidi separate da valve di conchiglia e bouquet di foglie e frutta.
La raffinata decorazione ad altorilievo del vaso presenta ghirlande sorrette da anelli. Fra un festone e l'altro, sorrette da nastri annodati ad anelli, scendono due tabelle mistilinee recanti due monogrammi. Sulla prima (C.O.S.), sulla seconda (.D.O.).
Sulla parte superiore del vaso piccoli mascheroni grotteschi. Annodate con nastri scendono due teste di leone. I fondi a buccia d'arancia.
Questo inusuale bronzetto presenta finiture veramente di altissima qualità. Zone molto levigate e ceselli dei particolari molto curati. Patina trasparente rossiccia molto gradevole. Fondi a buccia d'arancia come nella migliore tradizione veneta.
Nella fantasiosa composizione nulla è lasciato al caso e i vari elementi sono perfettamente equilibrati.
Per trovare qualcosa di simile penso alla parte centrale dei due alari da camino del Victoria and Albert Museum, Londra, attribuiti da Charles Avery a Giuseppe de Levis (firme dal 1577 sl 1605).
Il fusto centrale è appunto composto da un vaso decorato a festoni con varie figure femminili a mezzobusto che lo sorreggono. In particolare il giro delle arpie a seno nudo con cappelli frigi, tipico del de Levis, è molto simile al nostro.
Presentando due monogrammi nelle tabelle, possiamo supporre che il nostro oggetto sia frutto di una unione coniugale, ma ovviamente non ne abbiamo le prove.
Un piccolo mistero da risolvere.
Bibliografia
Charles Avery, Joseph De Levis & Company, Philip Wilson Publishers, London-New York, 2016, fig. 94 e col.22-23. -
Lotto 35 Severo Calzetta da Ravenna (Ravenna, 1465 c.a.-1543) (bottega di)
Satiressa con figlio
XVI-XVII secolo
Bronzo con patina trasparente rossastra su resti di patina nera
20,5x16x13,5 cm
Questo bellissimo bronzetto raffigurante una satiressa con il proprio figlio era in origine attribuita ad Andrea Briosco detto il Riccio (Trento, 1470- Padova, 1532).
Nelle catalologazioni inizio secolo del Bode molte opere satiresche erano attribuite al caposcuola, mentre attualmente vengono ricondotte alla bottega di Severo Calzetta da Ravenna.
Questa composizione in particolare ebbe un discreto successo e ne sopravvivono alcune versioni. Fra le pi√π note ricordiamo quella del Bargello (Firenze), quella del Bode Museum (Berlino) e quella I Palazzo Venezia (Roma). Patrick de Winter nel suo studio sull'autore elencano tutte le versioni conosciute del soggetto.
Si tratta di un portacandele spesso affiancato da una conchiglia che funge da calamaio. In altre versioni i due personaggi sono affiancati da un satiro o da animaletti ( per esempio, la versione del castello Sforzesco a Milano un cane).
Il nostro bronzetto è molto bello e non si allontana dalla qualità media delle fusioni museali. Presenta una patina rossa trasparente veramente strepitosa. Rimangono tracce di una patinatura nera consumatasi nel tempo.
Oggetto da grande collezionismo in perfette condizioni.
Consigliato vivamente.
Bibliografia
Volker Krahn, Bronzetti Veneziani, SMB Dumont, Germany, 2003, pp.82-85.
Pietro Cannata, Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, Sculture in Bronzo, Gangemi Editore, Roma, 2011, pp.64-65. -
Lotto 36 Barthelemy Prieur (Berzieux, 1536 -Parigi, 1611) (bottega di)
Nereide a cavalcioni di un delfino
XVII secolo
Bronzo patina trasparente rossiccia dorata con tracce di patina scura
17x15x6 cm
Questa bellissima lampada ad olio raffigura una nereide a cavalcioni di un delfino appesa ad un anello. Dal muso del delfino fuoriusciva lo stoppino, le due pinne della sirena sono intrecciate alla coda del delfino.
Di questa composizione si hanno notizie sin dell'inventario fatto dalla moglie dopo la morte di Prieur. Il tipo di donna segue i canoni tipici dei bronzetti dell'autore.
L'esemplare di Brunswick (Herzog Anton Ulrich-Museum) è considerato autografo per la freschezza del modellato. Prieur seguita spesso tutte le fasi della fusione e quindi parlare di autografia può avere un fondamento.
La nostra lampada è veramente molto simile a quella, se confrontiamo modellato e tipo di patina trasparente rossastra. Si attribuisce, con prudenza, alla bottega del grande scultore.
Un oggetto da collezionisti il cui studio dovrebbe essere portato avanti. I bronzetti di Prieur hanno spesso valutazioni "top lot" sul mercato internazionale.
Bibliografia
Voler Khran, Von Allen Seiten Schon, Volker Huber Editore, Offenbach, 1995, scheda n.137.