Antique Paintings
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Lotto 1 Olio su tela, dimensioni ext. 78x52, int. 60x47 cm.
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Lotto 2 Olio su tela, dimensioni ext. 85x57, int. 68x53 cm.
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Lotto 3 Olio su tela, dimensioni ext. 86x71,5, int. 72,5x60 cm.
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Lotto 4 Olio su tela, dimensioni ext. 87,5x75, int. 70x57 cm.
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Lotto 5 Presenti mancanze. Olio su tela, dimensioni ext. 90x75,5, int. 73x59 cm.
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Lotto 6 Olio su tela, dimensioni ext 89,5x74,5, int. 76,5x61 cm.
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Lotto 7 Olio su tela, dimensioni complessive 83x68 cm.
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Lotto 8 Olio su tela, dimensioni complessive 83x68 cm.
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Lotto 9 Olio su tela, dimensioni ext. 85x70, int. 75x62 cm.
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Lotto 10 Olio su tela, dimensioni ext. 76x67,5, int. 66,5x59,5 cm.
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Lotto 11 Olio su tela, dimensioni ext. 65x57, int. 54x46 cm.
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Lotto 12 Olio su tela, dimensioni ext. 80x67, int. 73x59,5 cm.
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Lotto 13 Olio su tela, dimensioni ext. 116x96, int. 101x79 cm.
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Lotto 14 Il pittore tedesco Karl Becker si forma in Germania sotto alcuni dei massimi esponenti dei Nazareni, Peter von Cornelius e Heinrich Maria von Hess. Il legame di questi artisti con Roma è molto forte: la rinuncia al modello classico dell’Accademia di Vienna, veniva qui abbandonato in favore della ricerca di una più pura ed essenziale, quella del cristianesimo del Beato Angelico, del Perugino e di Pinturicchio.Becker però, dopo un primo soggiorno di due anni a Parigi e il consueto viaggio a Roma, farà tappa a Venezia, città che avrà su di lui un impatto molto forte.È qui infatti che viene in contatto con i temi del Rinascimento veneziano: la pittura lagunare gli insegnerà a prediligere il colore, piuttosto che il disegno, nonché a prestare una maggiore attenzione alle architetture, ai dettagli degli interni e dei salotti in cui inserisce ritratti di gruppo o scene di vita quotidiana.In Cyrano e Rossana l’artista illustra un momento ben preciso: Cyrano, innamorato perdutamente -ma non ricambiato- da sua cugina Rossana, si nasconde nell’ombra per aiutare il suo amico Cristiano a conquistare la fanciulla; egli è infatti un giovane onesto, coraggioso, bello e leale, ma manca totalmente di virtù poetiche. Cyrano, dal canto suo, è un personaggio appassionato e romantico, ma piuttosto brutto; Rossana è invaghita di Cristiano e il protagonista quindi, per renderla felice, cerca di aiutare l’amico a conquistarla. Bibl.: D. B. Dearinger, Paintings and Sculpture in the Collection of The National Academy of Design, Volume 1 1826 – 1925, Hudson Hills Press, Inc. New York, 2004, ad vocem. . Olio su tela, cm est. 190x166, int. 148X122
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Lotto 15 Questo ottimo dipinto del XVIII secolo è la prova pittorica di un ignoto pittore romano intento nello studio, non didascalico ma fine interprete del dato naturale, del paesaggio della campagna romana, qui adornata di un grande acquedotto e alcune antiche costruzioni annesse in muratura.. Olio su tavola, dimensioni 24x32 cm.
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Lotto 16 Questa tempera su carta narra di uno degli eventi più importanti per la storia della fondazione di Roma: l’uccisione di Remo da parte di suo fratello Romolo. Il pittore Andrea Appiani, lombardo di nascita e formazione, fu uno dei pochi pittori italiani della seconda metà del Settecento che ebbe una vera fama europea: nel 1791 compie un viaggio di formazione tra Parma, Firenze, Bologna e Roma, che lo portano ad arricchire il suo linguaggio con tematiche e stili nuovi. Resta però sempre legato all’ambiente lombardo, diventa docente all’Accademia di Brera e pittore di punta della Repubblica Cisalpina; la vasta attività del pittore, molto apprezzato da Napoleone, gli resero la carica di primo pittore del Re d’Italia nel 1804.Il pittore neoclassico, qui affascinato dal tema della pittura di storia, realizza attraverso l’uso della tempera, un’immagine vivida, un po’ secca ma sobria e brillante nella campitura del colore, steso in maniera sicura e levigata. La natura cruenta della scena qui si scontra con la volontà di rendere una bellezza che si esprime sia nella competente pratica artistica che nell’attenta rappresentazione della natura; il risultato è una raffigurazione quasi graziosa di un evento terribile, resa attraverso l’uso del canone con grande forza e sincerità.Bibl.: G. Natali, Il Settecento, Milano 1950, p. 89; A. Ottino Della Chiesa, L'età neoclassica in Lombardia, catalogo della mostra, Como 1959, pp. 33-39, 94-113. . Tempera su carta, cm est. 56x75.5, int. 42.7x62
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Lotto 17 In questo delicato acquerello su cartoncino – impreziosito da una ricca cornice dorata – è illustrato uno dei momenti più celebri del mito che lega Bacco e Arianna. La principessa figlia del re Minosse e Pasifae, dopo essere stata abbandonata dall’amato Teseo sull’isola di Nasso, viene raggiunta dal Dio Bacco, che la salva facendone la sua sposa.Spesso, come in questo caso, al tema del salvataggio si aggiunge un corteo di personaggi indicanti il tema matrimoniale che accompagna la coppia; alle spalle di Arianna è visibile una Nike recante una torcia, mentre ai suoi piedi, un putto le offre in dono una collana. Sul lato destro della composizione invece, un satiro e una ninfa recano alla coppia un cesto ricco di frutti prelibati, come augurio di un legame all’insegna della gioia e dell’abbondanza. In alto Cupido è raffigurato con gli occhi chiusi nell’atto di scoccare la freccia che unisce gli amanti in un profondo legame; sullo sfondo è raffigurata la nave con la quale il Dio è giunto in soccorso della sua sposa. Infine, è possibile scorgere, in ritardo rispetto al resto del corteo, l’asino cavalcato da Sileno: sembra quasi possibile udire i versi scritti da Lorenzo il Magnifico nel 1490: “Questa soma, che vien drieto sopra l’asino, è Sileno: così vecchio è ebbro e lieto, già di carne e d’anni pieno; se non può star ritto, almeno ride e gode tuttavia. Chi vuole esser lieto, sia: di doman non c’è certezza.”La tecnica leggera, il soggetto amoroso, la dimensione contenuta dell’opera lasciano presumere che quest’opera sia stata realizzata per una committenza privata, destinata ad un uso perlopiù decorativo, realizzato in ambito fiammingo forse su modello di un ciclo decorativo italiano del Seicento. Bibl.: R. Bruscagli, a cura di, Trionfi e canti carnascialeschi toscani del Rinascimento, Salerno, 1986.. Acquerello su cartoncino, cm est. 66x54, int. 51X39
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Lotto 18 Gli armenti in primo piano, il cielo denso d'acqua sullo sfondo e il sereno paesaggio campestre, sono elementi della più pregevole e tradizionale veduta del centro Europa. . Olio su tela, dimensioni ext.62x79 int. 48,5x65 cm.
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Lotto 19 Il genere della pittura animalistica si sviluppa a partire dal XVII come parte integrante della pittura di paesaggio ma, come accadeva in questo caso anche per le figure umane, gli animali venivano spesso dipinti da artisti specializzati nel genere.Questo ignoto animalier è probabilmente un pittore tedesco appartenente alla seconda metà del XVIII secolo, che ha guardato alla ricca produzione di maestri come Pieter Boel e Carl Borromäus Andreas Ruthart. È con quest’ultimo in particolare che il nostro pittore ha un debito maggiore, come si evince dalla luminosità dei toni scelti, caldi e morbidi, nonché nella resa delicata ma espressiva dei due animali, immersi in un profondo ma scarno paesaggio. Il piccolo formato è tipico di questa produzione di genere, molto apprezzato nel Settecento soprattutto in nord Europa e in Inghilterra, in paesi dediti alla caccia e alle competizioni equestri, di gran voga al di là della Manica nel secolo seguente.Opere di questo tipo non venivano considerate meramente nel loro decorativismo; la perizia del pittore – o dello scultore, in altri casi – era molto apprezzata e, nonostante la pittura di animali non fosse considerato un genere di prim’ordine, molto spesso era anche ben remunerata.. Olio su tela, cm est. 44x52, int. 33.5x41.5
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Lotto 20 Durante tutto il XVIII secolo e l’inizio del XIX secolo, il genere del paesaggio in Inghilterra prende progressivamente le distanze dal paesaggio classico, ideale e immaginario della grande tradizione europea promossa da artisti quali Claude Lorrain, Gaspard Doughet e Salvator Rosa per assumere il proprio Paese e le sue istanze a soggetto prediletto della propria realtà pittorica. d ecco che da questo momento il vedutismo inglese si divide in due filoni: da un lato i pittori sono desiderosi di illustrare i profondi cambiamenti sociali in atto, la trasformazione delle città ad opera dell’industrializzazione e la nascita della borghesia; dall’altra, per contrasto a questi cambiamenti, un nuovo sentimento romantico della natura si fa strada in artisti come Gainsborough, Stubbs e nel primo Constable, desiderosi di descrivere una natura elegiaca, mesta, quasi malinconica.Questo olio su tela rispecchia perfettamente questa descrizione: un ampio paesaggio di scuola, avvolto da un caldo tramonto, offre un profondo scorcio abitato da alberi, monti e da uno specchio d’acqua; al centro di questa visione sorge il romantico rudere di un castello, ormai abitato da animali e pastori, quasi come in una novella Arcadia. . Olio su tela, cm est. 128x94, int. 113x79.5
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Lotto 21 Lo studio diretto del vero, un’indagine sincera ma non analitica del paesaggio, ecco cosa appare osservando il paesaggio di Godfred Christensen. Nato e cresciuto a Copenaghen, resta fin dalla sua prima formazione attratto dal genere paesaggistico, e completa i suoi studi come gran parte della sua generazione, intraprendendo il Gran Tour.A Parigi resta affascinato dalla scuola di Barbizon, da cui poi trarrà molta ispirazione: questo gruppo di artisti si lascia alle spalle l’Accademia e i suoi dettami classici sulla raffigurazione del paesaggio, puntando su una raffigurazione più spontanea del vero, meno ingabbiata da rigidi schemi.Christensen si dirige poi a Roma, dove esporrà alcuni suoi dipinti, e così anche a Capri e in Svizzera. Gran parte della sua carriera resta però legata alla sua città natale, Copenaghen; nonostante la difficoltà nella datazione di questi soggetti, di certo si può affermare che questo dipinto ben rappresenta la tradizione danese del paesaggio, la ricerca dei barbizonniers e i colori caldi e morbidi dei paesaggi italiani. Bibl.: M. Marcussen, Godfred Christensen, in Kunstindeks Danmark & Weilbach Kunstnerleksikon. Retrieved April 1, 2019. . Olio su tela, cm est. 175x233, int. 137x194
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Lotto 22 Questa commossa scena raffigurante i Progenitori che piangono la morte del figlio Abele, ucciso dal fratello Caino, è opera del pittore e docente teramano Giuseppe Bonolis. Celebre disegnatore e ritrattista, fu prima studente e poi docente presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli. Eccezionale la presenza sul mercato di un soggetto tanto lontano dal corpus dell'artista, elogiato anche dalla regina Maria Isabella.. Olio su tela, dimensioni ext. 57x46,5, int. 44,5x33,5 cm.
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Lotto 23 Olio su tela, dimensioni ext 134x105, int. 99x72,5 cm.
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Lotto 24 Questo elegante acquerello, firmato e datato in calce dall'artista, è una preziosa testimonianza di un importante scorcio dell'architettura romana della fine del XIX secolo: il Portico d'Ottavia è qui raffigurato con grande dovizia di particolari e abitata da numerose figure in abiti d'epoca a rendere la profonda veduta una vivace scena di genere, dal carattere genuino e autentico.. Acquerello su cartone, dimensioni ext. 72,5x100 int. 61x87 cm.
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Lotto 25 Questa tecnica mista su carta è un pregevole esemplare di bozzetto preparatorio di un importante pittore di battaglie del primo Settecento veneziano. Francesco Simonini nasce e si forma a Parma nella bottega di Francesco Monti detto il Brescianino delle Battaglie, ma le costruzioni delle sue composizioni risentono anche delle ampie vedute affollate da lotte fra cavalieri di Ilario Mercanti, detto lo Spolverini.Si stabilisce a Venezia e lì diventa il più famoso rappresentante del genere, ottenendo commissioni di rilievo quali quelle di uno dei più noti collezionisti della contemporanea pittura veneziana, il conte Johann Matthias von der Schulenburg.Il pittore trascorse alcuni anni anche tra Firenze, Roma e Bologna, prima di trasferirsi a Venezia dove lavorò per altri importanti committenti: i Piccolomini a Firenze, il cardinale Ruffo a Bologna e svariati cavalieri e cardinali a Roma. Capire a quale fase della sua produzione appartiene questo disegno non è compito semplice: quello che però possiamo affermare con certezza è che si tratta di un pezzo di grande qualità che, accanto alla vaghezza del paesaggio e delle architetture dello sfondo, alterna il disegno preciso, vibrante, nervoso, fortemente espressivo; caratteristiche che ritroviamo anche nella sua produzione pittorica. Bibl.: G. Sestieri, I pittori di battaglie, Maestri italiani e stranieri del XVII e XVIII Secolo, Roma 1999, pp. 456-479.. Inchiostro e acquerello su carta, cm est. 63x92, int. 40X69.5
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Lotto 26 È all’inventario dei dipinti della collezione Barberini del 1686 e alle poche notizie che possiamo desumere dal De Dominici e dal Titi, che dobbiamo quel poco che sappiamo su questo pittore napoletano. Forse alla bottega del Borgognone a Roma, eredita da Mattia Preti lo studio del contrasto tra luci e ombre e nelle figure vi è un’eco dello stile dello Stanzione. Tipica della produzione dell’artista è il tratto nervoso, scattante e volutamente impreciso con cui costruisce soldati e cavalli: l’attenzione è tutta posta sulla resa espressionistica del vorticare della battaglia, qui immersa in un ambiente dai toni fortemente virati al rosso e alle terre. Il groviglio di cavalieri illustrati qui è inestricabile, senza inizio o fine, immersi in una grande nube di polvere; le pennellate dell’artista quasi vogliono “nascondere” all’osservatore l’identità dei combattenti. La realizzazione di opere di questo genere ha degli illustri precedenti nelle opere del Simonini, del Courtois; il Graziani le integra della pennellata forse ereditata dal Rosa e cambia radicalmente l’obiettivo della realizzazione di battaglie “alla napoletana”. La tela si fa più piccola, il soggetto non più descrittivo ma decorativo: disimpegnando la raffigurazione, il pittore cercava probabilmente anche una maggiore soddisfazione di mercato.. Olio su tela, cm 60x98.5
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Lotto 27 Il dipinto, firmato D. Pellissier in basso a sinistra è una vivace rappresentazione di una danza carnevalesca in piazza. Domenico Pellissier risulta aderente alla raffigurazione di scene cittadine della metà del XX secolo, attente più all'atmosfera suscitata dalla frenesia della vita sociale, più che dal rendere il soggetto in maniera narrativa.. Olio su tela, dimensioni ext.96x126 int. 80x111 cm.
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Lotto 28 Abilissimo acquerellista, Paolo Sala si forma presso l'Accademia di Brera. Viaggiò in Francia, in America e in Russia, dove soggiornò a lungo; a questo periodo si deve la produzione della nostra opera. Firmata in calce dall'artista, nelle eleganti architetture dello sfondo riconosciamo la città di Mosca, e nel soggetto dei trasportatori di ghiaccio, una volontà di catturare, con tono tanto romantico quanto cronachistico, l'atmosfera quotidiana della scena. La densità dell'atmosfera fredda, nevosa e piena di foschia è resa in maniera eccellente dal mezzo dell'acquerello, reso di una raffinatezza associabile quasi pari a quella della pittura ad olio.. Acquerello su cartone, dimensioni ext. 86x119,5 int. 66x101 cm.
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Lotto 29 Il dipinto, firmato in calce dall'anonimo 'G Zashoff', è una gradevole testimonianza dell'elegante pittura di paesaggio russa della seconda metà del XIX secolo. La scena del dipinto in oggetto però di sofferma su un soggetto meno 'placido', di maggior impatti visivo: una carica di soldati a cavallo, che fendono in diagonale la composizione della tela.. Olio su tela, dimensioni ext.93x123,5 int. 70x100 cm.
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Lotto 30 Questa coppia di paesaggi in scagliola dipinta è riconducibile, tanto nel soggetto quanto nello stile, alla produzione del paesaggista Enrico Hugford; l'anonimo paesaggista fiorentino che ha realizzato questa coppia, di certo ha tratto da Hugford il senso di ampiezza spaziale, i toni cromatici leggeri e luminosi.. Scagliola dipinta, dimensioni ext. 55x 77, int. 46x68 cm.
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Lotto 31 La tecnica del 'Reverse glass painting' è una tecnica molto antica, utilizzata fin dal Medioevo per la realizzazione di icone, soprattutto in ambito bizantino. Ma è nel Settecento che si impone nelle corti europee come pregevole tecnica pittorica, di difficile esecuzione e di grande effetto. Considerato il fatto che cimentarsi in questa tecnica rappresentava una vera sfida per ogni buon pittore, sono pochi gli esemplari davvero pregevoli giunti a noi di pittura sottovetro. La coppia in evidenza rappresenta in oltre un soggetto tipico del paesaggio di invenzione settecentesco: due vedute sul Colosseo e sulla cupola di San Pietro da una grotta o una rovina antica. E' possibile immaginare che sia stato un artista mitteleuropeo a cimentarsi in questa prova di abilità durante il suo soggiorno romano.. Dipinto su vetro inverso, dimensioni ext. 47,5x39, int. 40x31 cm.
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Lotto 32 Un primo indizio atto ad inquadrare geograficamente quest’opera è dato dal supporto scelto: la pittura su rame nasce nel XVII secolo in ambito olandese e resta uno dei peculiari mezzi di espressione della pittura fiamminga del secolo. Inoltre, basta osservare la resa del paesaggio boschivo raffigurato per notare il debito che l’artista detiene nei confronti della lezione di Paul Bril, nella resa dei dettagli in particolare, come ad esempio nella descrizione degli alberi.Le poche notizie di cui disponiamo sull’autore le dobbiamo a dei recenti studi spagnoli: scopo della ricerca è quello di fare luce sul percorso intrapreso da molti quadri fiamminghi verso la Spagna, a cui finora si era dedicato molto poco tempo; sappiamo che Gabriel Franck ha trascorso tutta la sua esistenza nella sua città natale, ad Anversa, diventando maestro di pittura nella gilda della sua città nel 1620. Il soggetto scelto è uno tra quelli che meglio esprime il legame dell’uomo – o in questo caso della donna – con la natura: Maria Maddalena è raffigurata penitente, con le braccia aperte e lo sguardo rivolto al cielo, immersa in un paesaggio verde e lussureggiante, ben lontano dal tradizionale deserto in cui le fonti la collocavano. Questa scelta indica la volontà di nobilitare il genere del paesaggio, accordandogli il compito di essere portatore e riflesso delle passioni umane.. Olio su rame, cm 55x40
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Lotto 33 In questo dipinto di ambito toscano, sono ben visibili alcune delle tendenze assorbite dal pittore dalla cultura toscana della prima metà del XVII secolo; il disegno fiorentino è sempre presente e ben visibile nella costruzione delle figure, ma lo studio del colore risente sia delle innovazioni prodotte in campo nordico ma anche quelle ad opera del Caravaggio a Roma. È la figura di San Giovanni Battista in particolare che dimostra una certa propensione verso la lezione del Merisi, nonostante il pittore sia molto lontano dalla resa drammatica e dalla qualità pittorica dimostrata dal maestro; la composizione è ad ogni modo ben calibrata ed equilibrata, sia cromaticamente che nella disposizione dei personaggi.. Olio su tela, cm est. 128.5x152, int. 107x130
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Lotto 34 Questo pregevole dipinto, firmato sul retro 'Nahl', raffigura il momento in cui Ippomene riceve l'aiuto di Venere a vincere la gara contro la cacciatrice Atalanta, per averla così in sposa. La dea Venere dà al campione Ippomene tre mele d'oro del giardino delle Esperidi: l'eroe facendole cadere, distrae la fanciulla abbasta a lungo da vincere la corsa. Noto principalmente come disegnatore, Johann August Nahl II fu anche un raffinato pittore di soggetti mitologici, ritratti ed episodi tratti dalla storia romana. Il pittore dimostra, attraverso l'idealizzazione delle forme, l'abbandono dei dettami barocchi e della loro irrazionalità, la nuova adesione agli ideali classici della seconda metà del Settecento.. Olio su tela, dimensioni ext. 57x47, int. 42x33 cm.
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Lotto 35 Questo olio su rame, attribuito al pittore fiammingo Peter Frans Casteels, è direttamente tratto dal 'Giuditta e Oloferne' di Peter Paul Rubens e incisa da Galle Cornelis il Vecchio. Un'esemplare di questa incisione è oggi conservata presso la Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, nel Castello Sforzesco di Milano. L'attribuzione al pittore fiammingo è supportata da un'etichetta posta sul retro del dipinto, che la riferisce al fiorista fiammingo. La rara interpretazione di un soggetto così distante dalle corde del Casteels, rendono il dipinto meno 'fresco' e 'vivace' ma più raro nel corpus della produzione del pittore.. Olio su rame, dimensioni 61x46 cm.
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Lotto 36 L'ignoto pittore mitteleuropeo della fine del XVI secolo, qui realizza un'interpretazione di grande qualità dell'episodio biblico. La composizione, fortemente verticalizzata è dominata dalla figura dell'angelo che ferma la mano impetuosa di Abramo, che sta per abbattersi sul figlio Isacco, raffigurato in ginocchio e quasi di spalle all'osservatore. . Olio su tavola, dimensioni ext. 115x85, int. 106x76 cm.
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Lotto 37 Olio su rame, dimensioni ext. 55,5x62,5, int. 25,5x31,5 cm.
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Lotto 38 Olio su tela, dimensioni complessive 30,5x39 e 28x34 cm.
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Lotto 39 Questo drammatico dipinto può essere ascritto alla produzione dell'attività del Cavalier Calabrese più legata all'epidemia di peste che colpì la città di Napoli nel 1656. L'esperienza pittorica partenopea e i gravi eventi di quegli anni scurirono la tavolozza del pittore e resero più austere e gravi tanto le sue composizioni, quanto nelle tematiche scelte.. Olio su tela, dimensioni ext. 86x103 int. 62x80 cm.
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Lotto 40 Un’esperienza degna di nota della pittura veneziana del Seicento è stata quella dei pittori cosiddetti “tenebrosi”: essi si proponevano di interpretare il luminismo caravaggesco esaltando la potenza chiaroscurale tipica dell’innovazione caravaggesca, utilizzando al contempo colori meno accesi, più intensi. Questa ricerca era particolarmente funzionale nella resa drammatica di storie e personaggi; tra gli esponenti di questa corrente troviamo Giovan Battista Langetti, Pietro Negri, Johann Carl Loth, Giovanni Bittanti e il pittore di questo intenso dipinto, Antonio Zanchi. È possibile ascrivere quest’opera alla maturità dell’artista, o comunque ante 1680, quando la sua tavolozza inizierà a schiarirsi, dando meno risalto alla violenza chiaroscurale tipica della sua produzione. L’artista si trasferì a Venezia alla metà del secolo e oltre al fascino che esercitò su di lui il Langetti, il pittore fu sempre attento alla produzione di Luca Giordano e del Ribera, i grandi maestri napoletani della drammaticità caravaggesca. Questa iconografia è atipica: Lot è sempre raffigurato con entrambe le figlie, il che rende difficile essere certi che questa rappresentazione dell’episodio fosse una precisa scelta dell’artista; sebbene però ci possa essere un’alternativa possibile a quest’immagine – potrebbe trattarsi di un Cimone e Pero, tradizionale simbolo della Caritas Romana – l’evidente ebrezza del vecchio e l’atteggiamento languido e intensamente seducente di entrambi i protagonisti, rende indubbia l’identificazione veterotestamentaria del soggetto. Questa forza sensuale è ben espressa dal taglio molto ravvicinato delle figure seminude, che emergono violentemente da un forte chiaroscuro, che esplicita ancora di più l’intensità emotiva del tema rappresentato.. Olio su tela, cm est. 135x144, int. 120x112
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Lotto 41 In questa tela vediamo il santo Guglielmo d’Orange, più noto come San Guglielmo d’Aquitania, in meditazione davanti al crocifisso; il protagonista è accompagnato da putti che sorreggono le armi che in santo indossava con cui combatteva Baschi e Mori, poi deposte per ritirarsi ad una vita in preghiera, al servizio di Dio. L’atmosfera del quadro ci rimanda alle suggestioni atmosferiche e all’impianto compositivo del Solimena, di cui il nostro artista è senz’altro debitore. Come spesso accade per i pittori napoletani, è a Di Dominici che dobbiamo quasi tutto ciò che sappiamo sul Malinconico, figlio d’arte cresciuto nella bottega di Andrea Belvedere e all’ombra delle innovazioni di Luca Giordano e di Massimo Stanzione; inizialmente la sua produzione era dedita alle composizioni di nature morte con vasi di fiori, nella maturità invece si apre a soggetti più vari, perlopiù devoti. Nel 1693 è a Bergamo, per una delle sue più importanti commissioni: la decorazione della chiesa di Santa Maria Maggiore; resterà in città fino all’anno seguente, quando farà ritorno a Napoli. Nell’ultima fase della sua produzione guarderà molto all’esperienza napoletana dei grandi protagonisti del barocco emiliano quali Domenichino, Reni e Lanfranco, ma presterà attenzione anche alle sperimentazioni cortonesche e agli studi dei suoi colleghi Maratti e De Matteis.. Olio su tela, cm est. 148.5x118, int. 131x100
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Lotto 42 Le poche notizie conservate di questo artista le dobbiamo alla penna del De Dominici, puntualissimo cronista della pittura napoletana del suo tempo. Di Falco, secondo il biografo, si formò per lungo tempo sotto Francesco Solimena, assorbendone la lezione; dal 1689 è chierico prima e canonico poi presso la Cattedrale di Cerreto Sannita.
La sua produzione artistica è strettamente legata alla sua vita spirituale: molte delle sue opere ci vengono indicate dalle fonti come sparse per il territorio campano, zone quindi probabilmente toccate dalla sua attività monastica. In questa tela l’artista si dedica al tema dell’Annunciazione della Vergine: l’evento è raffigurato quasi come in un sogno, la stanza in cui Maria era intenta a pregare è scomparsa, sostituita da una “macchina di nubi” profondamente barocca. Le tonalità scure, teatrali, ci fanno legare quest’opera ad un periodo della sua produzione che ancora risente dell’influenza del Solimena; ben prima quindi della sua tarda attività, segnata dall’influenza dei toni più “classicisti” e tersi dell’opera di Paolo De Matteis.. Olio su tela, cm est. 104x163, int. 142x82.5 -
Lotto 43 Questo eccezionale dipinto attribuito a Gerrit Adriaenszoon Berckheyde è realizzato ad olio su ardesia: una tecnica che, a causa della scarsa capacità della lavagna di assorbire i colori ad olio, rende i colori molto vividi e luminosi. Pittore meglio noto per le ampie vedute di Amsterdam e Haarlem, produce di rado soggetti di genere e ancora più raramente soggetti religiosi, come in questo caso. Un precedente nella trattazione del paesaggio è riconducibile alla 'Falconeria' oggi conservata al Museo Pushkin di Mosca. . Olio su ardesia, dimensioni ext. 47x40,5, int. 31x24 cm.
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Lotto 44 Il pittore si forma alla 'Torretta' del Cavalier d'Arpino a Roma, e fondamentale durante il soggiorno romano è l'incontro con la pittura caravaggesca. Questo dipinto è però ascrivibile ad una fase successiva della sua produzione, quella legata all'esperienza veneziana, a partire dal 1620. La città lagunare era in quel periodo in una sorta di 'torpore creativo' causato dal declino della Repubblica. In questo clima di incertezza importanti pittori come il Ruschi, volgono lo sguardo alle cromie e alle atmosfere del XVI secolo e alle tematiche moraleggianti della pittura di storia - come in questo caso - o a composizioni leggere e di intrattenimento.. Olio su tela, dimensioni ext. 160,5x124,5, int. 149x112 cm.
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Lotto 45 Questa coppia di eccezionali ritratti sono opera della pittrice torinese Maria Giovanna Battista Clementi, nota come La Clementina. Artista molto apprezzata presso la corte sabauda, fu abile ritrattista e interprete di pregevoli nature morte, secondo l'alunnato svolto presso Giovanni Battista Curlando. Gli effigiati, i coniugi Marchesi Ciambrini, sono resi con una straordinaria vividezza cromatica e un'eleganza nella composizione e nella fisionomia dei volti difficilmente reperibile in altre opere presenti sul mercato odierno.. Olio su tela, dimensioni ext. 127,5x110,5, int. 112x94 cm.
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Lotto 46 Allievo di Antonio Zanchi e grande esponente dell'arte veneziana della fine del Seicento, il pittore deve gran parte del suo successo alla realizzazione di quadri da stanza raffiguranti soggetti biblici, storici o mitologici. Questo dipinto è testimone della predilezione del pittore per i fondali teatrali, che evocano l'architettura classica. Un altro importante riferimento al mondo teatrale è dato dalla posa del Sansone addormentato tra le braccia dell'amante Dalila.. Olio su tela, dimensioni ext. 172x124, int. 155x110 cm.
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Lotto 47 Originario del trevigiano, il pittore Cosimo di Castelfranco a noi noto come Paolo Piazza, studiò la pittura veneta alla scuola di Palma il Giovane, Veronese e i Bassano; dopo un breve soggiorno nella città natale, dove pure lascia delle sue opere, lo troviamo stabilmente a Venezia dal 1593. Con il nome di Cosimo di Castelfranco prese i voti come cappuccino nel 1598: egli fu sempre legato alle raffigurazioni sacre, la sua specialità, e per seguire tale propensione venne invitato a Monaco dal Duca Guglielmo V di Baviera, che gli commissionò un Martirio dei santi Pietro e Paolo. Viaggiò molto in Europa e in Italia: la sua presenza è testimoniata a Innsbruck, a Reggio Emilia, a Parma per Ranuccio Farnese e a Roma per Paolo V e Scipione Borghese. Questa raffinata composizione risente dei diversi stimoli e delle suggestioni stilistiche che il pittore ebbe occasione di raccogliere e sintetizzare durante i suoi numerosi viaggi: le morbide sovrapposizioni di colore sono indice di un legame profondo con la pittura veneta, ma nei dettagli degli abiti di Salomè si evince un interesse per la minuzia nordica; nella terribile espressione del boia, che stringe ancora la spada con cui è ha decapitato il santo, è evidente che il Piazza abbia avuto modo di conoscere la lezione caravaggesca a Roma.. Olio su tela, cm est. 127x193, int. 108x173
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Lotto 48 La vita e l’opera di Giuseppe Nuvolone sono strettamente legate all’ambiente lombardo, in cui trascorrerà quasi tutta la sua vita. Figlio d’arte, probabilmente iniziò la sua formazione artistica sotto la guida di suo padre Panfilo e suo fratello Carlo Francesco, entrambi pittori; sebbene lo stile di Giuseppe sia stato spesso confuso con quello di suo fratello – data la stretta e costante collaborazione durante la sua prima attività – gli studi hanno evidenziato che le figure del pittore risultano più voluminose, vigorose e caratterizzate da una più spiccata espressività. Dopo un florido periodo di attività a Milano, il Nuvolone compie un viaggio a Roma nel 1667, che però non fece maturare in lui un evidente interesse nei confronti delle peculiarità del barocco romano: il suo stile resterà sempre legato alla sua formazione lombarda. Questa adesione è ben testimoniata in questo dipinto raffigurante la concitata fuga da Sodoma di Lot e della sua famiglia, scortati dall’angelo: la stesura dei colori è morbida e armonica. I volumi sono scultorei e gli sguardi languidi, quasi patetici; la profonda vena narrativa che contraddistingue lo stile del pittore è riscontrabile in numerose opere della sua maturità, come nelle prestigiose commissioni cremonesi e bergamasche.. Olio su tela, cm est. 161x218, int. 145x203