Asta 5: Libri Antichi, Incisioni, Manoscritti e Disegni
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Lotto 361 Anonimo
( - ) - Diploma che attesta la nobiltà del barone Piero Alfieri e della di lui moglie Margherita Branconio in pergamena arricchita da disegni delle armi de' Branconio e stemma della Real Casa Imperiale di Spagna, nonchè di bolla in ceralacca.
STEMMA DELLA CASA IMPERIALE DI SPAGNA
Camerlengo e Magistrato della Fedelissima Città dell’Aquila
TRADUZIONE DEL TESTO
Alla Santità dei Sommi Pontefici, Maestà così Cesare, come Reali, Gran Maestri di Religione, Tribunali … et e qualunque altro la presente pervenerà, ed in qualsivoglia modo sarà presentata … faremo ampia ed in debita fede, come il barone Piero Alfieri i uniare et figliuolo del g.mo Barone Filippo Alfieri e della Signora Margherita Branconio, sua Moglie, la quale fu figliola del g.mo Baron Mutio Branconio figliuolo del Barone Giuseppe nato da Geronimo, che fu figliuolo di Fabrizio Branconio Seniore nato da Marino, che nacque da Benedetto, già figliuolo di Stefano, descendente del Gent.mo Paolo Branconio, e come questa famiglia Branconio è delle più nobili e principali della nostra città, avendo sempre i primi gradi et offici, come di Camerlengo Gentiluomo, Sindaco e Simili, non saleh darsi mai se non è veri nobili, che però riavendosi i registri detti delle informazioni e l’altre sculture del nostro Archivio, così rispetto alla discendenza, come del godimento predetto, troviamo che Paolo di Cola di Paolo Branconio fu eletto nella Piazza di Gentilomo nell’anno 1423 a Camerlengo di maggio dell’istesso anno dal quale nacque Cola, e da Cola Stefano, come si legge nel Registro dei Privilegi conservato in nostro Archivio, di Stefano di Cola di Paolo nell’anno 1423, fu eletto dalla nostra città fino agli altri gentiluomini per uno degli Ambasciatori criviati alla Maestà. E’ descritto lo stemma di Famiglia alla Maestà … si …terzo à foglio 88. Dal quale Stefano nacque Benedetto come si vede da uno istrumento rogato Notar Domenico D’Antonio de Somesey ai 13 novembre 1430 e dal testamento di … rogato Notar Giovanni Cascianelli ai dì 25 giugno 1479 e da detto Benedetto nacque Marino Branconio che essendo eletto nella piazza di … nell’anno 1513, e nell’anno 1514 in quello di gentiliano si chiama Marino di Benedetto di Branconio dal quale nacque Fabrizio come si vede nel suo testamento à primi di aprile 1517 rogato notar Valerio di Pizzo, il quale detto Marino di Benedetto fra gli altri suoi figli si istituiva suo erede Fabrizio, il quale Fabrizio fu eletto nella piazza di Gentiluomo nel 1510 e Camerlengo nell’anno 1520, 1533, e 1536 e fu nell’istessa piazza nell’anno 1537, 1538, 1541, 1547, e 1557, del quale Fabrizio fu figliuolo Geronimo. Padre di Baroni Giuseppe Branconio, come del testamento del detto Fabrizio, rogato notar Paolo Carli à 10 maggio 1598 nel quale Giuseppe Branconio come figlio di Geronimo e nipote di Fabrizio fu istituito erede per egalmente con i suoi. Qui fu detto Giuseppe eletto per Camerlengo nell’anno 1581, 1583, 1587, 1589, e 1591. Del quale Barone fu Giuseppe nacque il Baron Mutio Branconio, come si vede dall’istrumento del medesimo rogato Notar Giovanni Battista Bucciarelli a 18 novembre 1591. Nel quale come Gent.mo erede del Barone Mutio eletto nella Piazza di Gentiluomo nell’anno 1598, 1599, 1615, 1621 e 1629, ed in quella di Camerlengo nell’anno 1608, 1609, e 1633, dal quale nacque la detta Signora Margherita, già moglie del Gent.mo Barone Filippo Alfieri, come da istrumenti datali abbiamo riconosciuto, la quale è madre del detto Barone Piero Alfieri. Ha per arma detta famiglia Branconio tre monti con una quercia d’oro in campo turchino, sovrasta per una sbarra, sopra la quale in un campo arancio sono tre palle, due di colore rosso, e la terza che sta superiore di colore turchino, con tre gigli dentro. E per la verità dobbiamo farle la presente, che sarà firmata di nostre mani e sigillata dal nostro maggiore sigillo.
Aquila nel Palazzo della nostra solita residenza,
lì sei di agosto 1658
firme in calce al documento:
Lorenzo Alfieri
Gio. Paolo Pascali
Pasquale Catonio
La Famiglia Branconio di cui si parla nell'attestato di nobiltà è originaria di Collebrincioni, frazione attuale della Città dell'Aquila , a soli 5 km dal centro storico
nella Chiesa di San Silvestro del capoluogo abruzzese i Branconio avevano una cappella di famiglia. Ancor oggi vi si può ammirare una copia della Visitazione di Raffaello Sanzio. L'originale, trafugato dagli spagnoli nel 1600 è oggi la Museo del Prado. Fu Giambattista Branconio, richiamato nel diploma ut supra, a commissionarlo a Raffaello quale regalo per suo padre Marino. Alla base del dipinto troviamo infatti l'iscrizione «RAPAHEL URBINAS, F MARINUS BRANCONIUS F,F» che, sciolta e tradotta dal latino, recita «Raffaello urbinate fece, Marino Branconio fece fare».
Giambattista Branconio, famoso orafo e Protonotaro Apostolico, una volta stabilitosi a Roma , stringe rapporti con i Della Rovere ed i Medici e contribuisce all'elevazione di Papa Leone X.
Grande fu la sua amicizia con Raffaello Sanzio, che porta il pittore, nel dipinto "autoritratto con un amico" a dipingere accanto a lui l'aquilano.
Lo stemma del casato richiama la mentovata amicizia con i Della Rovere (i rami) e con i Medici (le tre palle). I tre colli, invece, ricordano i medesimi sui quali sorgeva Brinconio, la frazione che loro possedevano.
Nella cappella di famiglia tra il suo busto e quello del nipote Gerolamo (che era Principe dell'Accademia dei Velati) , è raffigurato l'elefante Annone del quale Giambattista era il custode. L'animale era stato donato dal Re Manuele I del Portogallo a Papa Leone, che Giambattista aveva contribuito ad eleggere al Soglio Pontificio.
Il Diploma miniato è in cornice cm 65x41; con cornice cm 84,5x50 -
Lotto 362
- Anno pubblicazione: 1732
Editore: Mortier
Luogo di pubblicazione: Amsterdam
Note bibliografiche:
In folio, edizione figurata da 60 splendide tavole f.t. con relativa spiegazione incise finemente su lastra di rame (disposte su foglio doppio comprese alcune carte geografiche) edite da Mortier. Una delle più belle bibbie figurate stampate in Olanda all'inizio del settecento. Legatura in pelle con titoli al dorso e decorazioni a freddo sui piatti. -
Lotto 363
- TITOLO: La divina commedia di Dante Alighieri, già ridotta a miglior lezione dagli Accademici della Crusca; ed ora accresciuta di un doppio rimario, e di tre indici copiosissimi, per opera del signor Gio. Antonio Volpi . Il tutto distribuito in tre volumi
AUTORE: Alighieri, Dante
ANNO: 1726-1727
TIPOGRAFIA: In Padova : presso Giuseppe Comino, (In Padova : [Giovanni Antonio e Gaetano Volpi] : presso Giuseppe Comino, 1726-1727)
DESCRIZIONE: Tre volumi in ottavo (cm. 17,7 x 11,3)
Volume I- pagine [32], XLVIII, 513, [3] p.,oltre a due incisioni in rame fuori testo (Ritratto di Dante, e Profilo dell'Inferno);
Volume II - Rimario di tutte le desinenze de' versi della Divina commedia di Dante Alighieri ordinato ne' suoi versi interi co' numeri segnati in ciascun terzetto; i quali citano distintamente i capitoli dell'Inferno, del Purgatorio, e del Paradiso. Opera già pubblicata in Napoli l'anno 1602 da Carlo Noci, presso Gian-Jacopo Carlino, ed ora notabilmente migliorata, arricchita d'un indice delle sole rime, e in tutto corrispondente al testo de' signori accademici della Crusca - pagine 557, [3];
Volume III - che abbraccia i soliti argomenti, e le allegorie sopra ogni canto del poema di Dante Alighieri; e di più tre indici ricchissimi, che spiegano tutte le cose difficili, e tutte l'erudizioni di esso poema, e tengono la vece d'un'intero comento; composti con somma diligenza dal sig. Gio. Antonio Volpi – pagine 299, [1], 160, [4].
Il bel ritratto di Dante di profilo che guarda a destra è disegnato da Mich. Angelus Cornale e inciso da M. Heylbrouck; la pianta dell'Inferno e disegnata in base a quella cinquecentesca del Manetti.
Al frontespizio del primo volume la marca tipografica incisa in rame dello stampatore (uno scavatore di anticaglie col motto "quidquid sub terra est in apricum proferet aetas"; ai frontespizi del secondo e del terzo volume un fregio xilografico (Vaso con fiori);in fine ai tre volumi, e alla prima parte del volume terzo, altra marca tipografica xilografica con lo stemma dei fratelli Volpi.
Nel testo numerose testate, finalini e iniziali xilografiche.
Bella legatura coeva in piena pergamena con il titolo e la numerazione dei tomi impressi in oro su tasselli in pelle granata applicati ai dorsi lisci; tagli spruzzati con inchiostro azzurro.
Internamente esemplare molto bello; al volume II (rimario) lieve alone da umidità marginale (vedi le foto n. 8 e 9).
La edizione volpi-cominiana della Divina Commedia è certamente una delle più rinomate e ricercate edizioni del poema dantesco, grandemente apprezzata per la accurata revisione del testo, per le dotte note, e per l'ampio corredo di commenti, rimari e indici.
È inoltre una edizione molto curata ed elegante dal punto di vista tipografico.
COMPLETO: sì cm. 17,7 x 11,3 -
Lotto 364
- Justinianus
Commentatore: Accursius
Anno: 1491
Editore: Bernardino di Trino (Giolito de' Ferrari) da Monteferrato detto "lo stagnino"
In nomine d[omi]ni n[ost]ri Ih[es]u [Christi] imp[erato]r Cesar Flau[us] Iustinian[us] Alamanic[us], Franc[icus], Germanic[us], Catic[us], Guandalicus, Africus pi[us] felix i[n]clit[us] victor ac triu[m]phator s[em]p[er] august[us] cubide legu[m] iuuentuti, incipit liber prim[us] d[omi]ni Iustiniani imp[er]atoris I[n]stitucionum seu elementorum.
Impressum venetgo per Bernardinù de tridino de monteferrato in Anno Domini 1491 Die wig Marty " Due Volumi in folio (cm 44x28) con testo su due colonne in inchiostro nero e rosso. Legatura in pelle sui dorsi e in parte dei piatti con motivi geometrici a losanga e fregi incisi. Tasselli triangolari in ferro sui lati dei piatti, in alcune parti mancanti, un tempo provvisti di legatura in ferro. Fori di tarlo nel testo, diverse pagine centrali asportate, macchie di umidità. Recente restauro al piatto di uno dei volumi.
Marchio tipografico dell'editore in rosso in calce alla pagina della "Tabula Titolorum" raffigurante una croce che interseca la lettera S su un cuore che ha al suo interno la lettera B
GIOLITO DE' FERRARI, Bernardino (detto Stagnino). - Nacque a Trino, nel Vercellese, da Giovanni, stampatore, probabilmente verso la metà del XV secolo. Non si è in grado di definire il grado di parentela con gli altri Giolito tipografi, anche se si dà per probabile che fosse cugino di Giovanni senior.
Non si sa esattamente quando si trasferì in Veneto, ma era a Padova nel 1480, dove collaborava con G. Herbort di Seligenstadt, nella bottega del quale probabilmente rimase fino al 1482. L'anno successivo si mise in proprio e il primo libro da lui stampato uscì il 30 marzo 1483: si tratta del Liber nonus ad Almansorem del famoso medico Abū Bakr Muḥammad ibn Zakariyyā ar-Rāzī (865-923), noto in Occidente con il nome di Rhazes. Il G. stampava a Venezia, dove abitava "in contrata sancti Mauritij", ma manteneva un punto d'appoggio a Padova: il 15 dic. 1483, infatti, prese in affitto per tre anni una casa "in contrata Burgi Plebis". Il recapito padovano consentiva allo stampatore di mantenere i contatti con l'università, con la quale aveva cominciato a stampare i primi libri. Nell'ottobre 1484 moriva lo Herbort, lasciando al Giolito alcune matrici e relative forme. -
Lotto 365
- cm 121x41; con passepartout cm 139x58 -
Lotto 366 Hendrick Goltzius
(Muhlbracht, 1558 - Haarlem, 1617) - Stato: III/V
Bellissima prova nitida e con forti contrasti di questo soggetto facente parte di una serie di sei bulini dedicati alla vita della Vergine. Il foglio è nel terzo stato di cinque con il numero della serie sotto la data.
ll foglio è completo alla parte incisa con piccoli margini oltre la linea di inquadramento. Prova stampata su carta vergellata databile ai primi del ‘600. Si segnala un restauro ben eseguito in corrispondenza dell’angolo in alto a destra.
Goltzius dimostra tutto il suo virtuosismo grazie a un segno morbido e sinuoso capace di restituire la morbidezza delle carni e degli abiti, fino all’esplosione di virtuosismo nella vegetazione e nel vaso in basso a sinistra.
La serie della vita della Vergine è composta di sei incisioni ispirate, nel segno e nella composizione ai grandi maestri dell’epoca. Questo foglio trae spunto da Barocci. Altri passi della serie ricordano i lavori di Luca Di Leida, Bassano, Parmigianino, Durer.
Bibl: Hollstein 13
mm 475X353 -
Lotto 367
- TITOLO: Herbario nouo di Castore Durante medico, et cittadino romano. Con figure, che rappresentano le viue piante, che nascono in tutta Europa & nell'Indie orientali, & occidentali. Con versi latini, che comprendono le facoltà de i semplici medicamenti. Con discorsi, che dimostrano i nomi, le spetie, la forma, il loco, il tempo, le qualità, & le virtù mirabili dell'herbe, ... Con due tauole copiosissime, l'vna delle herbe, & l'altra delle infirmità, ... Con aggionta in quest'vltima impressione de i discorsi a quelle figure, che erano nell'Appendice, fatti da Gio. Maria Ferro spetiale della Sanità. ...
AUTORE: Durante, Castore
ANNO: 1667
TIPOGRAFIA: In Venetia : presso Gio. Giacomo Hertz
DESCRIZIONE: Folio (cm 22,5 x 33,2) – pagine (12) – 476 – (28) con 965 belle xilografie nel testo. Solida legatura coeva in piena pergamena rigida antica rimontata di recente – titolo oro su tassello al dorso – titolo manoscritto al taglio inferiore. Poche carte arrossate – aloni e macchioline nella prime e ultime carte – fioriture sparse in tutto il volume – comunque. Bell’esemplare ben legato
Opera completa in ogni sua parte (vedi copia digitalizzata in ICCU)
In vendita online a prezzi altissimi, anche scompleto
COMPLETO: Sì -
Lotto 368 Albrecht Durer
(Norimberga, 1471 - Norimberga, 1528) - Stato: unico, edizione Koppmayer
Bellissima prova stampata con inchiostratura decisa di questo splendido soggetto facente parte della Serie della Grande Passione, incisa dal maestro tra il 1498 e il 1510. Esemplare tratto dall’edizione di Koppmayer realizzata ad Augsburg nel 1675, stampato su carta vergellata avebte filigrana Meder 178 “Stemma di Augsburg”.
Il foglio risulta in buono stato conservativo eccetto alcuni restauri ben eseguiti.
La serie della “Grande Passione”, circa 1496-1511, è composta dal titolo e da undici tavole. Sette di queste dodici xilografie, furono disegnate prima del 1500, le restanti quattro nel 1510. Durer interpreta i drammatici eventi finali della vita di Cristo, con contrasti di luce ed ombre, dove l’armonia nelle composizioni deriva dallo studio della prospettiva e della proporzione. La forza di questo soggetto è tutta nel contrasto tra il Cristo trionfante e le due figure delle guardie addormentate.
Bibl: Meder 124; Bartsch 15
mm 393×278 -
Lotto 369
- DON PEDRO SECONDO, Imperatore edifensore perpetuo del Brasile
Espressioni di riconoscenza per iservigi ricevuti nella città di Varsavia inviate all’Ill.mo Signor Charles Stuechkgoldbarone di Doruchow, a suo figlio Hillel e al nipote Izaak.
Documento scritto nel Palazzo di RioDe Janeiro il 30 aprile 1884.
Firmato IMPERADOR
Membranaceo in lingua latina consigillo cartaceo.
Si invia su richiesta traduzione italiana del testo. -
Lotto 370
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MARIA CASIMIRA, Regina di Polonia,Granduchessa di Lituania, di Russia ecc.
Lettera Patente diretta ai Duchi, aiPrincipi, ai Conti, ai Baroni, ai Prefetti dei Presidi, dei porti ecc. ecc. ditutto il Regno con la quale si informa che il nobile cavaliere GiovanniStuechkold De Doruchow si mette in cammino per il Regno di Sardegna e li siesorta a proteggere lui e la sua scorta, i suoi beni e i suoi cavalli durantetutto il suo viaggio…
Date nel Palazzo Wisocense il 24settembre 1684.
Firmato a punta d’argento MARIACASIMIRA REGINA
Membranaceo in lingua latina con sigillo cartaceo.
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Lotto 371
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GIOVANNI III, Re di Polonia, diLituania, di Russia, di Prussia ecc.
Investitura e infeudamento di tutti ipossedimenti che Pietro Stuechkgold De Doruchow e i suoi figli eredi ediscendenti detengono nella terra di Doruchow nel Regno di Polonia…
Lettere Patenti date nel Palazzo diVillanova presso Varsavia il 20 di Luglio 1685.
Firmato JOANNES REX
Membranaceo bifolio in lingua latinacon sigillo cartaceo.
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Lotto 372
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FILIPPO, Re di Castiglia, d’Aragona, delle Due Sicilie ecc.
Conferimento delle Insegne e degli Onori Militari ai figli, discendenti legittimi per sesso mascolino: Pietro Stuccoli e a suo figlio Jacobo…con la dispensa dalla Investitura delle Armi.
Privilegio militare dato nel Palazzo Imperiale del Pardo il 22 novembre 1620.
Firmato YO EL REY.
Membranaceo di cinque pagine in lingua latina con sigillo cartaceo. (allegata traduzione italiana).