AUCTION 99 - ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA - DIPINTI, DISEGNI, SCULTURE, STAMPE D'AUTORE DAL XIX SECOLO ALL'EPOCA CONTEMPORANEA
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Lotto 137 MIRKO BASALDELLA (Udine, 1910 - Cambridge, Massachusetts, Stati Uniti, 1969)
Piccola Stele, 1964
Bronzo, 40 cm
Questa Piccola stele si inserisce coerentemente nella serie dei ‘totem’ realizzati da Mirko durante l'arco della sua attività artistica, ispirandosi a soluzioni formali di volta in volta diverse. L'opera in questione esprime la vocazione favolistica propria delle peculiari figure totemiche di Mirko: il moderno si fonde col primordiale, ne costituisce lo scheletro portante, ma diventa immaginativamente qualcosa d’altro. Il suo primitivismo non è dunque acquisito acriticamente secondo una moda, ma è assunto dal punto di vista interiore, percependone il valore magico e la qualità a suo modo apotropaica. Di pari passo con una società intenta alla mitizzazione del processo tecnologico, la conoscenza da parte di Mirko delle forme del primitivismo si approfondisce nel tempo anche durante il periodo in cui docente, negli Stati Uniti, visitava i musei di storia e antropologia, ricavandone un'impressione profonda a proposito delle contraddizioni tra l’estrema modernità e la possibilità di riscoprire un certo primitivismo.
Ottime condizioni -
Lotto 138 AFRO BASALDELLA (Udine, 1912 - Zurigo, 1976)
La Creola, 1964
Tecnica mista su tela, 40 x 55 cm
L' opera di Afro La Creola, del 1964, ricorda un insieme di influenze, derivanti dalla commistione di lingue che danno origine ad esempio a quella creola e che, a loro volta, hanno dato origine ad un linguaggio pittorico ben preciso dal sapore Informale che ricalca le vibrazioni coloristiche venete tipiche delle origini dell’artista. Afro infatti, a partire dagli anni ‘60, vive il suo personale ritorno alla natura con l’utilizzo di frequenze cromatiche riconoscibili nei rossi vermigli, gli ocra, i neri e le terre bruciate visibili anche nell' opera La Creola;
Firmato e datato in basso a destra “Afro ‘64”, al retro sul telaio il titolo e l’anno “La Creola 1964”;
PUBBLICAZIONI ED ESPOSIZIONI:
-Darmstadt, Kunsthalle, Nationalgalerie, Berlino, 1969;
-Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 1969-70;
-Catalogo Generale Ragionato dai documenti dell'Archivio Afro, ed. Dataars, pg. 250, tav. 547;
-C. Brandi, Roma, 1977 (r.b/n)
Ottime condizioni, senza cornice e senza vetro -
Lotto 139 ALIGHIERO BOETTI (Torino 1940 - Roma 1994)
Calendario, 1989
Collage di fogli di calendario su carta, 25 x 35 cm
Per Boetti, il tempo è una potenza che lavora in tutte le direzioni e il pensiero di un giorno nel futuro ne mette in moto l’energia. “Le date? Sai perché sono molto importanti? Perché se tu scrivi ad esempio su un muro ‘1970’ sembra niente, ma tra trenta anni… Ogni giorno che passa questa data diventa più bella, è il tempo che lavora. Le date hanno proprio questa bellezza, più passa il tempo e più divengono belle” (intervista con Mirella Bandini, 1972, in catalogo Boetti 1965-1994, Mazzotta 1996, p. 200). L’opera qui inserita fa parte della serie dei ‘calendari’: lavori che venivano realizzati attraverso la tecnica del collage. Assemblando le pagine di vecchi calendari di anni diversi l’artista mirava a ricontestualizzare il significato dei numeri delle date. In questi lavori geometria e matematica si auto-organizzano in composizioni che richiamano alla mente opere come l'Orologio annuale: serie di orologi che segnano gli anni invece che l’ora.
Autentica dell' Archivio Alighiero Boetti, 10 giugno 2021
Ottime condizioni -
Lotto 140 ALIGHIERO BOETTI (Torino 1940 - Roma 1994)
Senza Titolo, 1987
Tecnica mista su carta, 25 x 150 cm
Autentica dell' Archivio Alighiero Boetti, 10 giugno 2021
Ottime condizioni -
Lotto 141 ALIGHIERO BOETTI (Torino 1940 - Roma 1994)
Un filo di voce un filo di luce, 1987 ca.
Ricamo su tessuto, 21,7 x 23,2 cm
L’opera rientra nella serie dei così detti ‘arazzi’ cominciata da Boetti agli inizi degli anni ’70 e legata alla sua presenza sul territorio afgano. Nel marzo del 1971 Boetti era stato per la prima volta in Afghanistan, a Kabul dove, successivamente decise di aprire il One Hotel. Inizia così il progetto delle opere ricamate, in un primo momento delle Mappe: una serie di arazzi che rappresentano il planisfero politico e che documentano, nel corso degli anni, gli spostamenti dei confini nazionali. Intessute per lui da un gruppo di donne afghane secondo la tecnica ancestrale locale della lavorazione dei tappeti, le mappe sono per Boetti anche un motivo di riflessione sulla delega del lavoro manuale da parte dell’artista. Alle mappe segue la produzione di arazzi quadrati o rettangolari di misure diverse che seguono precise “regole del gioco” e assumono spesso la forma di estenuanti esercizi di ripetizione di figure o simboli, basati su ritmi musicali o matematici. L’opera Un filo di voce un filo di luce del 1987 di Alighiero Boetti rientra in quei lavori in cui emerge la mania di moltiplicare, dividere e contare gli aspetti del linguaggio e dei suoi segni; ogni modo di dire e ogni assonanza viene pensata in modo tale che possa essere inserita all’interno di un quadrato e che possa essere ripetuta due volte all’interno dello stesso. Un filo di voce un filo di luce non fa eccezione e rientra perfettamente nelle caratteristiche del gioco numerico che l’artista propone durante tutta la sua carriera;
Autentica dell' Archivio Alighiero Boetti.
Ottime condizioni -
Lotto 142 MIMMO PALADINO (Paduli, 1948)
Senza titolo, 2003
Olio su cartone, 103 x 72 cm
Firmato e datato al retro “M. Paladino, 03”;
Autentica dell'artista su foto
Ottime condizioni, cornice senza vetro -
Lotto 143 ARTURO DI MODICA (Vittoria, 1941 – Vittoria, 2021)
Senza titolo, serie erotica, 2000
Acciaio, 30 x 17 x 22 cm
Opera unica, firma, luogo e data incisi al retro: “A. Modica, NY, 2000”;
Lettera della moglie dell’artista come attestato di autenticità
Ottime condizioni