ASTA 98 - DIPINTI, DISEGNI E SCULTURE DAL XIV AL XIX SECOLO
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Lotto 229 PIETRO BARDELLINO (Napoli, 1732 - 1806), ATTRIBUITO
Maddalena penitente
Olio su tela, cm. cm. 80x65. Con cornice
PROVENIENZA:
collezione privata, Campania -
Lotto 230 PITTORE FIAMMINGO O OLANESE DI CULTURA ITALIANA, PRIMA METÀ DEL XVII SECOLO
I fratelli di Giuseppe mostrano a Giacobbe la veste insanguinata
Olio su tela, cm. 144x190. Con cornice
Il dipinto raffigura con grande chiarezza l'episodio biblico in cui Giuseppe viene tradito dai fratelli, che ne comunicano ingannevolmente la morte al padre Giacobbe esibendo una falsa veste insaguinata come prova dell'avvenuto decesso (Gn 37, 15-36). Questo notevole dipinto mostra una raffinata e aggiornata cultura figurativa che, com'è usuale negli artisti nordici del Seicento a seguito del soggiorno italiano, combina modelli fiamminghi e olandesi (qui in particolare Anton van Dyck) con elementi frutto dell'impatto irresistibile della pittura di Caravaggio e dei suoi seguaci attivi a Roma nei primi due decenni del Seicento.
PROVENIENZA:
collezione Kedlestone Hall, Derbyshire; attuale proprietario, Emilia Romagna. -
Lotto 231 SCUOLO CENTRO-ITALIANA, FINE XIV / INIZIO XV SECOLO
Santo Vescovo con libro e pastorale
Affresco staccato e riportato su aerolam, cm. 154x61. Con cornice
Si fa presente alla clientela internazionale che gli affreschi staccati sono considerati beni di particolare importanza storica e artistica e come tali non viene concesso loro l'Attestato di Libera Circolazione.
PROVENIENZA:
collezione privata, Abruzzo -
Lotto 232 MAESTRO DI MONTICELLI (1480-1490 ca.)
a) Ritratto femminile (Bona di Savoia duchessa di Milano?) -
b) Ritratto maschile con copricapo (famiglia Visconti-Sforza?) -
c) Ritratto di imperatore
Tempera su tavola, cm. 39,5x29
Per la loro importanza storico-artistica le opere sono state vincolate dallo Stato Italiano.
Le tre tavolette fanno parte di un ciclo decorativo da soffitto di cui si conservano 28 elementi (5 quasi integri, 8 mutili, 15 frammenti scarsamente leggibili) nel Museo Civico Ala Ponzone a Cremona. Non è nota nè la data di ingresso in Pinacoteca nè la provenienza della serie, ma è più che probabile che il ciclo provenga da qualche soffitto di un palazzo cremonese o cremasco. Questa serie è caratterizzata da un maggiore plasticismo e dall'assenza dei tipici esiti grafici che contraddistinguono invece la produzione della bottega di Bonifacio Bembo, la più nota nella produzione di tavelle da soffitto. Le nostre tavelle si direbbero piuttosto riconducibili alla mano del Maestro di Monticelli (Gerolamo Bembo?), a cui si deve il S. Giorgio nel Museo Civico di Cremona e la decorazione della chiesa di S. Bernardino a Caravaggio, le cui figure presentano chiari rapporti figurativi con le teste delle tavolette.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO: P.Venturelli, Rinascimento cremasco. Arti, maestri e botteghe tra XV e XVI secolo, Skira 2015; M.Marubbi, Pittori, opere e committenze dall’apogeo dell’età viscontea alla fine della signoria sforzesca, in "Il Quattrocento. Cremona nel Ducato di Milano 1395-1535", Cremona 2008, pp.318-319; M.Marubbi, La Pinacoteca Ala Ponzone. Dal Duecento al Quattrocento, Silvana Editoriale, 2004, pp.196-202; L. Ceserani Ermentini, Tavolette rinascimentali. Un fenomeno di costume a Crema, Bolis, 1999; W.Terni de Gregory, Pittura artigiana lombarda del rinascimento, Cassa di Risparmio delle Province lombarde, 1958.
PROVENIENZA: collezione Bonomi, Milano. -
Lotto 233 HANS VON AACHEN (Colonia, 1552 - Praga, 1615), ATTRIBUITO
Madonna con Bambino, Santa Elisabetta e Zaccaria, San Giovannino e Santa Caterina presentata da San Giuseppe
Olio su tavola, cm. 121x91,5. Con cornice
Questa bella tavola, destinata con ogni probabilità a un altare di una cappella privata, costituisce un caso attributivo di particolare interesse. Essa, infatti, presenta una strettissima relazione iconografica e compositiva con un'incisione di Raphel Sadeler datata 1589, derivata da un'invenzione di Hans von Aachen, come precisato nell'iscrizione in basso a destra ("HANS VON ACHEN INVENT"). Di questa incisione è nota anche una redazione pittorica, fedele alla lettera e di piccolo formato (cm. 47x36,2), oggi conservata nelle Bayerische Staatsgemäldesammlung (inv. 6349). Diversamente da quest'ultima la nostra tavola, pur se del tutto simile nell'iconografia e nella composizione, mostra significative differenze dalla stampa di Sadeler. Meritano soprattutto di essere qui segnalate il brano di paesaggio sulla destra e le fisionomie dei personaggi. La tavola mostra chiaramente la stretta influenza dei dipinti sacri più maturi di Raffaello, quali ad esempio la cosidetta Madonna del Divino Amore del 1516, oggi al Museo di Capodimonte, o la Madonna col Bambino San Giovannino e Santa Elisabetta del Prado. Rispetto a tali modelli il dipinto qui in oggetto presenta un impianto assai più marcatamente orientato in senso manierista che combina la più classica struttura piramidale, che ha il suo vertice nell'Angelo, con la linea diagonale sulla quale sono disposti tutti i personaggi, che dall'angolo inferiore sinistro si estende fino alla figura di Zaccaria. -
Lotto 234 BERNARDINO CAMPI (Cremona, 1522- Reggio Emilia, 1591)
Ritratto di Ludovico Gonzaga, duca di Nevers
Olio su tela, cm. 43x33. Con cornice
Il dipinto reca al retro antico numero inventariale a pennello in basso a destra: "983".
Il dipinto è accompagnato dall'Attestato di libera circolazione.
Il dipinto costituisce una versione ridotta, a mezzo busto, del Ritratto di Ludovico Gonzaga con servitore conservato presso la Royal Collection di Windsor Castle. Quest'ultimo è databile tra il 1559 e il 1561, anni in cui Ludovico Gonzaga divenne rispettivamente Capitano delle Guardie Reali e Cavaliere dell’Ordine di San Michele. A questa versione intera è collegata una versione a mezzo busto inserita nella serie di personaggi illustri conservata nel Castello di Ambras presso Innsbruck. Bernardino Campi eseguì ulteriori ritratti per i Gonzaga come attestano il Ritratto di Ippolita Gonzaga databile intorno al 1553 ed esitato recentemente sul mercato antiquario (Sotheby's New York, 31-01-2019) e il Ritratto di Vespasiano Gonzaga, datato 1559, del Museo Civico di Como. -
Lotto 235 LIVIO AGRESTI (Forlì, 1505 - Roma, 1579), ATTRIBUITO
Ultima cena
Olio su tela, cm. 108x134
Questa tela inedita costituisce una rara e affascinante testimonianza deI tardo manierismo romano nella sua declinazione più estrosamente antinaturalista. Il preponderante modello di Michelangelo, di cui forse si può riconoscere il ritratto nell'apostolo collocato sulla sinistra a fianco del servo col turbante, è temperato da influssi nordici e tintoretteschi. I colori sono squillanti e contrastati, con abbinamenti cromatici arditi, come il verde e rosa dell'apostolo in primo piano di spalle. Il dipinto è strettamente connesso con l'afresco realizzato nel 1569 da Livio Agresti nell'Oratorio del Gonfalone a Roma. Da questo trasse ispirazione l'incisione di Cornelis Cort realizzata nel 1578, e ulteriormente rielaborata dallo stesso Cort, modificando lo sfondo, in una seconda stampa di qualche anno più tarda.
BIBLIOGRAFIA DI CONFRONTO: L'oratorio del Gonfalone a Roma. Il ciclo cinquecentesco della Passione di Cristo, a cura di M.G. Bernardini, Cinisello Balsamo (MI), 2002, pp. 66-73.
PROVENIENZA:
collezione privata, Roma -
Lotto 236 ANDREA MICHIELI DETTO ANDREA VICENTINO (Vicenza, 1542 - Venezia, 1618), ATTRIBUITO
Entrata di Cristo a Gerusalemme
Olio su tela, cm. 157x187
Frutto di un'aggiornata cultura figurativa veneziana, le cui stelle polari sono chiaramente Jacopo Tintoretto e Paolo Veronese, questo grande dipinto può essere persuasivamente ricondotto alla mano di Andrea Michieli detto Vicentino. Tipicamente suoi sono l'affollata composizione, le figure di rustica vigoria ammassate sul primo piano, gli sfondi occupati da fantasiose architetture disposte di scorcio. La nostra tela, destinata con ogni probabilità all'altare di una chiesa dell'entroterra veneto o della bergamasca (i luoghi dove il Vicentino fu soprattutto operoso), può essere convincentemente raffrontata a opere del Michieli quali Lia e Rachele trafugano gli idoli del Museo Civico di Padova, la Flagellazione di Cristo della chiesa di San Pietro Martire ad Alzano e l'Incontro tra Cristo e la Veronica sulla via del Calvario del Museo Civico di Treviso. -
Lotto 237 MARIETTA ROBUSTI DETTA TINTORETTA (Venezia, ca. 1554 - 1590), ATTRIBUITO
Ritratto di condottiero con scena di battaglia sullo sfondo
Olio su tela, cm. 130x100. Con cornice
Il dipinto è accompagnato da un'expertise del Prof. Fritz Heineman, datata 29 novembre 1967.
La biografia e il catalogo di Marietta Tintoretto, figlia primogenita di Jacopo morta all'incirca trentacinquenne, presentano ancora cospicue zone d'ombra. La sua formazione e la sua attività restano strettamente intrecciate a quelle del grande genitore e tutte le opere attribuite a Marietta derivano inevitabilmente da modelli paterni. Nonostante l'attenzione riservata negli ultimi anni a Marietta da parte della critica, il suo corpus autografo sicuro continua ad essere sparutissimo.
Fu un'intuizione brillante di Fritz Heinemann a indirizzare questo bel ritratto di condottiero militare verso la mano della "Tintoretta": un'ipotesi che appare ancora oggi piuttosto convincente, se poniamo a confronto la nostra tela, fatte salve le differenze di genere e di specie, con l'Autoritratto con spinetta e madrigale di Marietta, alla Galleria degli Uffizi.
PROVENIENZA:
collezione privata, Campania -
Lotto 238 LEANDRO BASSANO (Bassano del Grappa, 1557 – Venezia, 1622), ATTRIBUITO
Via Crucis
Olio su tela, cm. 85x127. Con cornice
PROVENIENZA:
collezione privata, Roma -
Lotto 239 FRIEDRICH SUSTRIS (Padova, 1540 - Monaco, 1599)
Ercole al bivio
Olio su tela, cm. 148x201. Con cornice
Questa notevole tela si presenta in stretta relazione con l'incisione di Jan Sadeler il Vecchio raffigurante lo stesso soggetto, la cui invenzione, come ci informa l'iscrizione sulla stampa, si deve a Friedrich Sustris. Nel nostro dipinto risulta chiara la congiunzione di elementi nordici e italiani, segnatamente veneti, che caratterizza il linguaggio pittorico di Friedrich, figlio di Lambert Sustris. Dopo la prima formazione in Veneto Friedrich fu allievo di Vasari dal 1563 al 1567 e in seguito fu attivo soprattutto a Augusta, al servizio di Hans Fugger prima di diventare nel 1573 artista di corte di Guglielmo V di Baviera, a Monaco. Il nostro dipinto dovrebbe collocarsi ancora nella fase italiana dell'artista, probabilmente tra la fine del VII e l'inizio dell'VIII decennio, quando il suo stile non appare ancora pienamente assimilato ai modi del Manierismo internazionale. Rispetto alla stampa di Sadeler, la tela, oltre a tagliare le figure allegoriche che in quella occupano la parte superiore della composizione, modifica il paesaggio sulla destra, riservata alle delizie della scelta virtuosa, sostituendone il boschetto con un elegante giardino all'italiana. -
Lotto 240 CERCHIA DI CORNELIS CORNELISZ VAN HAARLEM (Haarlem, 1562 - 1638)
Diana e Atteone
Olio su tela, cm. 116,5x160. Con cornice