Palazzo Loschi Zileri dal Verme
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Lotto 133 Dioniso. Terracotta. Plasticatore del XIX secolo altezza cm 73, Donà Antiquario, Vicenza
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Lotto 134 Figura di dignitario scolpita in avorio, Cina, inizi XX secolo H. 36 cm
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Lotto 135 Coppia di divani in velluto di seta con ornamento di borchie. XX secolo Largh. 185 - Prof. 70 - Alt. 83 cm
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Lotto 136 Due lampade da tavolo. Bronzo, metallo e vetro. XX secolo H. 74,5 Cm
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Lotto 137 Savonnerie Spagna prima metà XX secolo campo bordeaux con cornice floreale, firmato Real Fabrica de Tapices, Madrid, 1927, W. 600 - D. 400 cm
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Lotto 138 Coppia di mobiletti da centro in legno e finiture in bronzo e metallo dorato. Francia XIX secolo Un cassetto sottopiano e due ante scorrevoli, piano in breccia antica, W. 70 - D. 34 - H. 75 cm
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Lotto 139 Grande guantiera ovale con bordo traforato a balaustra in argento e fondo in tole peinte. Genova 1820. Marchio della "Torretta" con datario Sostegno pieghevole in legno e velluto di epoca successiva, Largh. 73 - Prof. 54 - Alt. 4 cm
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Lotto 140 Pendola da camino in bronzo dorato e cesellato. Francia XIX secolo Raffigurante Telemaco alla guida di una quadriga sotto protezione di Atena; fascia oraria circolare smaltata a numerazione romana in nero per le ore., Il disegno di questo modello è del bronzista Jean-André Reiche (1752-1817) datato 1807 ed esposto alla Biblioteca Nazionale di Parigi. Molti esemplari a due cavalli sono stati eseguiti dal bronzista Claude Galle (1759-1815)., W. 50,5 - D. 24 - H. 47 cm, Antichità Maurizio Nobile, Bologna
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Lotto 141 Importante coppia di candelabri in bronzo dorato e patinato "au bon sauvage". Manifattura di Luigi Manfredini (Bologna 1771, Milano 1840) Composti da due mori nell'atto di sorreggere le cinque fiamme. Base poligonale poggiante su piedi ferini. , , L'ipotesi attributiva conduce in ambito italiano, più specificamente nelle manifatture milanesi che operarono nei primi decenni del XIX secolo. Fra queste la più celebre fu quella di Francesco Manfredini, diretta poi la Luigi e Antonio Manfredini a partire dal 1811. Già nei primi lavori di questi fonditori si assiste ad una rimeditazione di caratteri neoclassici nella linea degli ornatisti e architetti attivi ai primi del secolo., Sotto la Restaurazione, la bottega dei fratelli Manfredini era già famosa in tutta Europa. Come documentato dal nipote Achille Viscardi, fondarono a Parigi un laboratorio di fusione e doratura dei metalli così come per lavori di oreficeria, orologeria, ecc. che divenne così famoso da attrarre il patrocinio di Eugène de Beauharnais, figlio adottivo di Napoleone. Come vicerè di Italia, nel 1806 Eugène de Beauharnais invitò i fratelli Manfredini a trasferirsi a Milano e fonda la manifattura Eugenia. L'invito fu accettato dai, fratelli, che si trasferirono in Lombardia portando con sé artigiani francesi specializzati nelle diverse tecniche di lavorazione dei metalli., Francesco Manfredini morì nel 1810, seguito nel 1823 dal fratello Antonio. L'ultimo fratello, Luigi, fondò così una società con il cognato Giovan Battista Viscardi., , I Manfredini erano sempre al passo con le ultime tendenze stilistiche, spesso impiegando artisti rinomati per progettare i loro oggetti. È il caso di Pelagio Palagi, la cui collaborazione con la bottega milanese risale ad, almeno il 1820., Grande incremento ebbe l'attività della loto fonderia, cui dal 1821 si aggiunse un negozio di vendita al minuto di gioielleria e oggetti di fusione destinati all'arredo domestico, aperto con i fratelli in piazza S. Paolo e noto come magazzino Manfredini., Esempi dei lussuosi arredi Impero prodotti dalla nuova società, fondata nel 1823 con il genero G.B. Viscardi, sono i grandiosi centrotavola per l'arciduca Massimiliano e per la collezione di A. De Pecis (donati all'Ambrosiana nel 1827), una serie di alzate ornate da motivi naturalistici e classici (Milano, Pinacoteca Ambrosiana), le decorazioni in bronzo con grifi e vasi per i cassettoni del mobiliere G. Maggiolini, i candelabri per il duomo di Pisa (1823-38), gli arredi sacri realizzati per la cappella di villa Melzi a Bellagio e per S. Gaudenzio a Novara, Ss. Nazaro e Celso a Brescia e S. Antonio a Trieste (Paolini - Ponte - Selvafolta; Rossi - Rovetta; Milano neoclassica, pp. 133, 563)., H. 65 cm, "Gli splendori del bronzo. Mobili e oggetti d'arredo tra Francia e Italia 1750/1850", Fondazione Accorsi, Torino 2002
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Lotto 142 Grande lampadario a cesto a cinquantuno luci con struttura in legno dorato e pendagli in cristallo molato. XIX secolo H. 190 cm, Manuel Longo, Milano
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Lotto 143 Gueridon in legno scolpito, laccato e dorato. Arte barocca del XVIII secolo, Venezia Sostegno a guisa di servo inginocchiato che regge un pianetto in legno laccato a finto marmo. Base tripode riccamente intagliata a volute, W. 67 - D. 52 - H. 92 cm, Claudio Michelotti Antichità, Parma
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Lotto 144 Insieme di sei rilievi rotondi con profili classici. Marmo bianco. Arte neoclassica del XIX secolo Cornici a foggia di uroboro in rame dorato. Etichette cartacee e timbri sul verso, diametro cm 14,5, La Grange Antichità, Milano