ASTA 94 - GRANDI CANTANTI D'OPERA: LA COLLEZIONE LA GUARDIA DI FOTOGRAFIE CON AUTOGRAFO (1890 – ‘2000)
-
Lotto 97 Nicola Filacuridi (Alessandria d'Egitto 1920 – Sydney, 2009)
Scopertosi un precoce talento musicale, studiò canto ad Alessandria con il maestro Ettore Cordone, debuttando nel 1945 al Teatro dell'Opera del Cairo in Cavalleria rusticana. L'anno seguente partì per l'Italia per continuare gli studi con Federico Del Cupolo, esordendo nel 1949 a Savona ne La traviata. L'anno successivo fu Teatro dell'Opera di Roma in Adriana Lecouvreur, cantando successivamente a Trieste, Venezia, Parma, Torino, Firenze, Napoli.
Debuttò alla Scala di Milano nel 1953 nell'opera contemporanea Leonore 40/45 di Rolf Liebermann, prendendo parte anche, nel 1957, alla prima rappresentazione de I dialoghi delle Carmelitane. Ancora del repertorio moderno interpretò nel 1958 Mathis der Maler di Paul Hindemith. Sempre negli anni cinquanta, registrò alcune opere per la televisione italiana: Lucia di Lammermoor, La traviata, Adriana Lecouvreur, Un ballo in maschera, Madama Butterfly. Le apparizioni in TV contribuirono ad assicurargli una notevole popolarità.
In campo internazionale apparve alla Monte Carlo Opera, al Teatro La Monnaie di Bruxelles, alla Opera di Stato di Vienna, alla Royal Opera House di Londra e ai festival lirici di Aix-en-Provence e Glyndebourne. Cantò anche in Spagna, Portogallo, Argentina, Brasile, a Dallas e alla Sydney Opera House. Nel 1964 si trasferì con la famiglia in Australia, dove fece le ultime esibizioni alla "Elizabethan Theatre Trust Opera" di Sydney, apparendo anche in Nuova Zelanda.
Interpretò circa sessantacinque ruoli: oltre ai titoli già citati, Rigoletto, La bohème, Tosca, Les contes d'Hoffmann, Louise, Werther, Idomeneo, Lohengrin. Contribuì inoltre a "creare" i ruoli de Il furioso all'isola di San Domingo di Donizetti, Il cappello di paglia di Firenze di Rota, La guerra di Rossellini.
Fotografia autografa del celebre tenore
Ottimo stato
Fotografia; 14,6x12,5 cm -
Lotto 98 Galliano Masini (Livorno 1896 – Livorno 1986)
Intorno ai diciotto anni entrò, inizialmente come baritono, nella società corale cittadina Costanza e Concordia. Poco dopo, allo scoppio della grande guerra, partì per il servizio militare. Rientrato a Livorno, continuò a cantare nel coro finché, nel 1920, l'indisposizione d'un tenore gli consentì di affrontare una piccola parte in Lodoletta.
Il successo fu tale che Masini decise di recarsi a studiare a Milano sotto la guida del maestro Giovanni Laura. Il debutto ufficiale avvenne il 24 dicembre 1924 in Tosca al Teatro Goldoni di Livorno.
Due anni dopo, alla fine del 1926, cantò ne L'amico Fritz a Firenze, sotto la direzione di Pietro Mascagni. Nonostante questa esperienza non fu delle più felici, anche a causa di dissapori con il compositore conterraneo, gli fece guadagnare rapidamente la stima di compositori e direttori d'orchestra come Riccardo Zandonai, Gino Marinuzzi, Umberto Giordano. Il sodalizio con Zandonai lo condusse ad esibirsi nel 1929 in Giuliano al Teatro Carlo Felice di Genova e in Francesca da Rimini a Pisa Fu l'inizio della sua grande stagione, e nel novembre di quell'anno apparve al Teatro Adriano di Roma in Lucia di Lammermoor, La bohème, Madama Butterfly e La traviata.
Approdò successivamente alla Scala, al Teatro dell'Opera di Roma e all'Arena di Verona, divenendone una presenza fissa per molti anni. Nel 1928 ottenne il primo contratto all'estero con La bohème a Lisbona. Fu presente inoltre al Teatro Colón di Buenos Aires (esordio in Cavalleria rusticana il 25 maggio 1930), al Metropolitan Opera (Lucia di Lammermoor, Tosca e Aida nella stagione 1938-39), Parigi, Chicago.
Alla fine degli anni trenta anche il cinema notò il suo volto ruvido e penetrante, offrendogli una partecipazione in Regina della Scala (1936), a cui seguì due anni dopo un ruolo da protagonista in Stella del mare, che lo lanciò anche come interprete di canzoni.
Nel dopoguerra diradò gli impegni, ma rimase comunque sulla breccia ancora a lungo, tanto che il 16 aprile 1955 si decise a debuttare in Otello a Livorno. Si ritirò definitivamente dalle scene nel 1957 eseguendo, sempre nella sua città, Tosca e Pagliacci.
Morì nella sua casa di Livorno una settimana dopo aver festeggiato il novantesimo compleanno.
Fotografia autografa del celebre tenore datata 1959
Ottimo stato
Fotografia; 14,6x12,5 cm -
Lotto 99 Alvinio Misciano (Narni 1915 – Milano 1997)
Dopo aver studiato a Roma all'Accademia nazionale di Santa Cecilia con Gino Scolari e alla Scuola dell'Opera con Mario Basiola, debuttò nel 1945 nella Fanciulla del West di Giacomo Puccini al Teatro dell'Opera di Roma. Aggregatosi a una compagnia italiana, fece esperienza all'estero toccando il Sudafrica e l'Australia rientrando in Italia nei primi anni cinquanta .
Nel 1956 interpretò Mephisto alla Scala ne L'angelo di fuoco di Prokofiev e nel 1957 il Padre Confessore nei Dialoghi delle Carmelitane di Francis Poulenc. Nel 1958 si esibì a Chicago, a Londra e alla Piccola Scala di Milano nel ruolo di Fadinard ne Il cappello di paglia di Firenze che Nino Rota adattò da omonima farsa di Eugène Labiche [1].
Il decennio successivo fu quello più attivo per Alvinio Misciano. Dopo aver cantato a Genova, Brescia, Spoleto, Atene e Firenze, fu scritturato presso il Théâtre des Champs-Élysées a Parigi per interpretare l'Opera di Aran composta da Gilbert Bécaud sulla base della sceneggiatura del film L'uomo di Aran di Robert J. Flaherty. Interprete preferito da Strehler per le sue regie liriche, fu attivo in un ampio repertorio di opere, soprattutto del periodo settecentesco
Negli stessi anni sessanta conobbe un giovane e ancora sconosciuto Luciano Pavarotti che lo ha sempre considerato il suo maestro. Oltre a esibirsi nei più prestigiosi teatri del mondo, partecipò a molte riduzioni televisive di opere liriche fino al 1977, quando improvvisamente decise di ritirarsi dopo la perdita della madre, che in trent'anni di carriera lo aveva sempre seguito .
La sua unica figlia, Maria Cristina, sposò il conduttore Cino Tortorella (che allo Zecchino d'Oro lanciò alcuni personaggi dello spettacolo, come Cristina D'Avena e Topo Gigio). Nel 1997, in un periodo di depressione, morì precipitando dalla finestra del quarto piano della sua casa di Milano[2].
Nel 2013 è stata celebrata una commemorazione in suo onore promossa dall'Associazione "Repubblica di Narni" per i 60 anni trascorsi dall'ultima recita che fece nel Teatro Comunale di Narni, Tosca e Bohème di Giacomo Puccini.
Sempre nel 2013 Marco Piantoni biografo storico del Tenore, ha scritto un libro biografico in onore del Maestro Alvinio Misciano.
Nel 2014, in suo onore, a Narni viene organizzata la prima edizione del "Festival Alvinio Misciano", manifestazione promossa dall'Associazione “Talenti d'Arte” in collaborazione con la Associazione “Repubblica di Narni”, Associazione Musicanimus e il Comune di Narni: l'evento si articola in tre concerti (sabato 5 aprile e sabato 31 maggio al Teatro comunale “Giuseppe Manini” e il 29 giugno all'Auditorium San Domenico) eseguiti dall'Orchestra “Talenti d'Arte” (venticinque professionisti con esperienze pluriennali in formazioni orchestrali e solistiche) diretta dal maestro Marco Gatti.
Fotografia autografa del celebre tenore
Ottimo stato
Fotografia; 17,6x11,5 cm -
Lotto 100 Giorgio Casellato Lamberti ( Adria 1938)
È cresciuto a Bolzano e si è formato al conservatorio locale. Nel 1964 fece il suo debutto a Roma come Arrigo nell'opera I vespri siciliani di Verdi.
Ha avuto particolare successo quando ha sostituito Franco Corelli all'Arena di Verona nel 1970 come Don José nell'opera Carmen di Bizet. La sua carriera lo ha portato nei teatri d'opera di Chicago, Baltimora e Cairo, al Teatro alla Scala di Milano, all'Opera di Stato di Vienna, all'Opera di Stato Bavarese di Monaco e alla Deutsche Oper di Berlino.
Nel 1996 ha concluso la sua carriera con una performance di Samson et Dalila di Saint-Saëns all'Opera di Zurigo.
Fotografia con firma autografa delcelebre tenore ne in Madama Butterfly nel teatro S. Carlo
Ottimo stato
Fotografia; 17,9x12 cm -
Lotto 101 Gastone Limarilli (Nervesa della Battaglia 1927 – Caerano di San Marco 1998)
Studiò a Pesaro con il maestro Arturo Melocchi, al quale era stato mandato da Mario Del Monaco, suo primo insegnante e a sua volta allievo del maestro Melocchi. Il debutto fu nel 1955 al "Teatro Nuovo" di Milano come Canio in Pagliacci, cui seguirono il debutto all'Opera di Vienna nel 1958 e il precoce esordio al Teatro alla Scala il 23 dicembre 1959 in Fedra di Ildebrando Pizzetti. Si esibì sui principali palcoscenici italiani e in alcuni prestigiosi teatri internazionali, tra cui il Covent Garden di Londra, la Staatsoper di Vienna e il Teatro dell'Opera di Montecarlo. Importante fu anche la frequente presenza nelle arene estive, come l'Arena di Verona, lo Sferisterio di Macerata e le Terme di Caracalla, per le quali la voce era particolarmente adatta. Il repertorio comprendeva circa cinquanta titoli, con prevalenza di quelli verdiani (compreso il primo Verdi) e pucciniani, per i quali è maggiormente noto. Interpretò anche il repertorio dell'opera contemporanea, oltre a Pizzetti di compositori come Franco Alfano ed Ennio Porrino. Era dotato di voce limpida e timbrata di tenore lirico spinto, con grande facilità e squillo, soprattutto nel registro acuto. Dopo il ritiro dalle scene si dedicò all'insegnamento. Affetto da malattia invalidante, morì suicida. Ritratto fotografico del tenore con dedica autografa
Ottimo stato
Fotografia; 17,7x14,7 cm -
Lotto 102 Umberto Borsò (La Spezia 1923 – Roma 2018)
Segue il debutto con Manon Lescaut di Giacomo Puccini a Torino (18 settembre 1953), poi con Tosca al Gran Teatro La Fenice di Venezia con Maria Caniglia e Tito Gobbi. Nel 1953 e 1954 si esibisce nel ruolo di aio nella prima assoluta di Medea di Pietro Canonica diretto da Ottavio Ziino con Maria Pedrini al Teatro dell'Opera di Roma il 12 maggio 1953 ed al Teatro Massimo di Palermo. L'esordio decisivo è l'8 maggio del 1956 quando sostituisce Mario Del Monaco in Andrea Chénier con Renata Tebaldi.
La stampa riporta: Non sapremmo pensare un canto migliore, specialmente nella chiusa della “Mamma morta” che le ha procurato battimani, fiori e un bis..[…] Successo pieno, con oltre quaranta chiamate. (Il Messaggero – 19 maggio 1956)
Una serata importante, che segnerà la sua affermazione internazionale: la coppia Borsò – Tebaldi ripeterà l’Andrea Chénier varie volte anche in America (Miami 1961), e si esibisce in Manon Lescaut (Barcellona 1959), in Adriana Lecouvreur (L'Havana 1959) e Aida.
L'Aida con Renata Tebaldi al Liceu di Barcellona (dicembre 1956) ebbe risvolti nella storia della lirica: in teatro un giovane rimase impressionato dall'interpretazione della coppia Borsò - Tebaldi, e capì che un giorno avrebbe calcato il palcoscenico. Quel giovane era José Carreras.
Oltre che nei principali teatri italiani, riscontra un successo immediato in vari teatri degli Stati Uniti USA (Boston, Filadelfia, Hartford, Miami, New Orleans, Pittsburg) debuttando al Metropolitan con La Gioconda il 16 aprile del 1962. Le esibizioni in Sudamerica lo portano dal Mexico (Mexico City, Monterrey, Guadalajara), in Cile ove culminano nella rappresentazione di Otello a Santiago nel 1969 con Ramón Vinay nel ruolo di Jago.
In Europa è per vari anni il tenore più richiesto dal Gaiety di Dublino, e canta a Londra (Covent Garden), in vari teatri in Germania (Augsburg, Amburgo, Mannheim, Colonia), a Vienna, al Liceu di Barcellona, a Malaga e Valencia. In Australia riscuote i maggiori successi concessi a cantanti europei (Sydney, Melbourne, Canberra negli anni 1955, 1970, 1972), attestati dal critico australiano John Cargher.
Oltre che in Giappone (Tokyo e Kyoto) e al Bolshoi di Mosca si esibisce fino agli anni 1980 nei maggiori teatri della ex Jugoslavia. Il compositore Stjepan Šulek scrive Oluja (La Tempesta) per Borsò che la inaugura cantando in croato a Zagabria nel novembre del 1969.
Il tardo esordio al Teatro alla Scala di Milano (marzo 1963 con Il trovatore) ed al Comunale di Firenze (come Mario in Tosca, con Magda Olivero e Ettore Bastianini, gennaio 1965) è il segnale di una “strada in salita” che caratterizza il difficile rapporto dell'artista con l'establishment dell'Opera lirica italiana nonostante la luminosa carriera intrapresa dal tenore nei maggiori teatri d'Italia e del mondo. Basti ricordare che proprio a Firenze il successo è tale che il pubblico pretende il bis di Lucevan le stelle, contro il veto dei bis imposto dalle regole del teatro. L'ultimo era stato concesso nel 1948 da Beniamino Gigli.[5]
È stato nominato uno dei più notevoli interpreti di Otello, nel quale ha debuttato a fiume il 6 novembre 1954, esibendosi in seguito in 39 recite a Fermo, Malaga, Adria, Asti, Santiago del Cile (settembre 1969) e in Australia (Sydney, Melbourne, Adelaide, Canberra).
Ha cantato insieme ai più grandi interpreti (Renata Tebaldi, Magda Olivero, Maria Caniglia, Marcella Pobbe, Gertrude Grob-Prandl (Turandot), Montserrat Caballé, Birgit Nilsson, Tito Gobbi, Giangiacomo Guelfi (Aida, Fenice di Venezia), sotto la direzione di dirigenti come Napoleone Annovazzi, Arturo Basile, Oliviero De Fabritiis, Gianandrea Gavazzeni, Franco Patané, Tullio Serafin, e con registi come Luchino Visconti (Trovatore, 25.9.1963, Mosca).
Fotografia autografa del celebre tenore
Ottimo stato
Fotografia; 18,2X13 cm -
Lotto 103 Guido Agnoletti (?)
Dopo alcuni anni di carriera nell'operetta, provò a cantare arie d'opera e nel 1919 fece il debutto operistico al Teatro Nazionale di Roma in Traviata.
Un anno dopo preferì tornare a cantare l'operetta, tornando infine all'opera, soprattutto come comprimario per l'EIAR.
Il suo repertorio operistico comprendeva: Alfredo, Loris, Duca, Prunier, Parpignol, Shuisky, Fool, Desiré, Rouvel, Danieli, Famiglio (Madonna Imperia di Alfano), Dauro (La corsaresca di La Rotella), Gastone, Pinkerton, Gherardo, Cogiro (Namiko-san di Franchetti), ...
Cartolina autografata dal celebre artista e datata 25/11/24
Ottimo stato
Cartolina fotografica -
Lotto 104 Gianni Raimondi (Bologna 1923 – Pianoro 2008)
Studiò canto a Mantova con Gennaro Barra-Caracciolo e a Bologna con Antonio Melandri, debuttando a Budrio il 10 settembre 1947 come Duca di Mantova in Rigoletto. L'anno successivo interpretò Ernesto in Don Pasquale al Teatro Comunale di Bologna.
Cantò successivamente in molti teatri italiani e stranieri, tra cui il Covent Garden e l'Operà di Parigi e nel 1954 fu scelto per le prime mondiali di Il contrabbasso di Valentino Bucchi al Teatro della Pergola di Firenze e di Resurrezione e vita (Ego sum resurrectio et vita) di Virgilio Mortari al Teatro Verdi dell'Isola di San Giorgio Maggiore per il Teatro La Fenice di Venezia.
La prima grande affermazione coincise con il debutto alla Scala nel 1956, ne La traviata accanto a Maria Callas, nella storica edizione con la regia di Luchino Visconti. Sempre alla Scala, accanto alla "Divina", fu Edgardo in Lucia di Lammermoor e Percy nella celebre ripresa di Anna Bolena nel 1957. Seguirono, per quasi un ventennio, innumerevoli apparizioni nel teatro milanese, in particolare in diverse altre importanti riprese di opere desuete, come Mosè, Semiramide, Lucrezia Borgia, I vespri siciliani. Una citazione a parte merita il suo Rodolfo de La bohème, di cui rimane storica l'edizione del 1963 con la direzione di Herbert Von Karajan. Cantò in 270 recite alla Scala fino al 1975.
Altri debutti importanti furono negli Stati Uniti (San Francisco) e a Vienna nel 1957 (alla Staatsoper ritornerà regolarmente fino al 77), a Buenos Aires nel 59 e al Metropolitan nel 65, accanto alla pure debuttante nel teatro newyorkese Mirella Freni.
Non ebbe una grande fortuna discografica. La sua testimonianza più nota è probabilmente la versione filmata della già citata Bohème diretta da Karajan, con la regia di Franco Zeffirelli, rappresentata alla Scala e poi a Vienna. Nel 1990 gli fu conferito il "Premio Caruso".
fotografia dal celebre artista e datata 1954
Ottimo stato
Fotografia; 18X12,3 cm -
Lotto 105 Giacinto Prandelli (Lumezzane 1914 – Milano 2010)
Studiò con Grandini a Brescia e Fornarini a Roma, debuttando nel 1940 ne Il Mito di Caino di Franco Margola al Teatro Donizetti di Bergamo, dove ritornò due anni dopo ne La bohème.
Seguirono l'esordio al Teatro dell'Opera di Roma in Traviata nel 1943 e apparizioni a Firenze, Bologna, Genova, Palermo. Nel 1948 cantò alla Scala nel concerto commemorativo di Arrigo Boito, diretto da Arturo Toscanini, eseguendo una selezione di Mefistofele e la Nona sinfonia di Beethoven. Sempre alla Scala, nel 1950, ancora con Toscanini, apparve nella Messa di requiem di Verdi e nel 1951 ne La traviata, con Renata Tebaldi e la direzione di Victor De Sabata.
Dagli anni cinquanta iniziò la carriera internazionale apparendo a Lisbona, Barcellona, Monte Carlo, Buenos Aires. Del 1951 fu il debutto al Metropolitan di New York, seguito dalla San Francisco Opera nel 54 e dalla Lyric Opera di Chicago nel 56.
Si distinse come tenore lirico nel repertorio italiano (Edgardo, Duca di Mantova, Alfredo, Rodolfo, Pinkerton, Faust) e francese (Werther, Des Grieux, Faust), con puntate nel campo del lirico spinto (Manon Lescaut, La Gioconda, Adriana Lecouvreur). Affrontò inoltre il repertorio moderno di autori come Wolf Ferrari, Alfano, Menotti, Respighi.
Nel 1976 diede l'addio alle scene volendosi esibire una volta a Brescia, sua città capoluogo, dove interpretò Francesca da Rimini al Teatro Grande.
fotografia dal celebre tenore, datata Bologna 1955
Ottimo stato
Fotografia; 17,9x13,1 cm -
Lotto 106 Franco Corelli, nome d'arte di Dario Corelli (Ancona 1921 – Milano 2003)
Fotografia raffigurante il tenore Franco Corelli , con firma autografa estesa del cantante. Datata 1955
Ottimo stato
Fotografia; 14,9x10,5 cm -
Lotto 107 Carlo Bergonzi (Vidalenzo di Polesine Parmense 1924 – Milano 2014)
La voce chiara e con inflessioni brunite nel medium, di volume buono, ma non debordante, e sorretta da un'eccellente preparazione tecnica, forse la più raffinata del periodo in ambito tenorile, oltre alla dizione estremamente nitida, solo a tratti inficiata da una "esse" strascicata di origine emiliana, e al senso del fraseggio, gli hanno permesso di imporsi al pubblico e alla critica, pur non provvisto di doti naturali propriamente eccezionali. Anche se l'estensione, nel momento di miglior forma vocale, fosse ragguardevole, coprendo la gamma dal LA sotto il rigo fino al RE bemolle sopracuto
fotografia dal celebre tenore, datata 24/2/1952
Ottimo stato
Fotografia; 17x11,5 cm -
Lotto 108 Sergei Yakovlevich Lemeshev (Russo Серге́й Я́ковлевич Ле́мешев; 1902 – 1977)
Lemeshev è nato in una famiglia di contadini e suo padre voleva che diventasse un calzolaio. Nel 1914, lasciò una scuola parrocchiale e fu mandato a fare l'apprendista calzolaio a San Pietroburgo. Nel 1917, si diplomò a Tver, dove ricevette una formazione vocale. Iniziò prima in un club operaio locale e poi si trasferì a Mosca.
Tra il 1921 e il 1925, studia al Conservatorio di Mosca con Nazari Raisky. Nel 1924, cantò nello studio d'opera di Konstantin Stanislavsky. Dal 1926 al 1931, cantò nei teatri di Sverdlovsk, Harbin e Tbilisi.
Nel 1931 Lemeshev fu invitato al Teatro Bolshoi, debuttò e alla fine divenne il solista del teatro. Il suo tenore lirico dal timbro insolitamente morbido e leggero gli portò quasi subito amore e popolarità tra gli ammiratori dell'arte operistica. Tuttavia, Lemeshev era un grande lavoratore e lavorò duramente per sviluppare ogni suo ruolo operistico. Le sue qualità vocali e artistiche, evidenti ad ogni ascoltatore, sono la bellezza del timbro, la musicalità, la semplicità della produzione vocale, l'espressività, la dizione molto chiara e l'incredibile pianissimo. I migliori anni della sua carriera operistica furono dal 1931 al 1942. Fu anche un eccezionale cantante da concerto e un brillante interprete di canzoni popolari tradizionali russe. Nel 1938, divenne il primo artista a cantare tutte le 100 romanze di Tchaikovsky in 5 concerti. Le canzoni popolari trasmesse alla radio suggellarono ulteriormente la sua statura di cantante veramente nazionale.
fotografia dal famoso tenore
Ottimo stato
Fotografia; 14x9 cm -
Lotto 109 Dimitri Alexeyevich Smirnoff (Smirnov) (Russian: Дмитрий Алексеевич Смирнов, 1882 – 1944)
Moscovita, Smirnoff fu allievo di Emiliya Pavlovskaya e Alexander Dodonov. Fece il suo debutto a San Pietroburgo nel 1903 come Gigi in La Camorra di Eugenio Domenico Esposito. La sede era il Teatro dell'Ermitage. Nel 1904, Smirnoff divenne un membro della compagnia del Bolshoi a Mosca, cantando lì fino al 1910. Poi cantò al Teatro Mariinsky, San Pietroburgo, dal 1911 al 1917.
Smirnoff fece il suo debutto francese all'Opéra di Parigi nel 1907. Le sue performance parigine di successo portarono ad un invito per lui ad apparire al Metropolitan Opera, dove cantò nel 1911-12. La concorrenza dei celebri tenori internazionali Enrico Caruso e John McCormack, che cantavano anch'essi al Met a quel tempo, portò Smirnoff a raggiungere un successo limitato con il pubblico di New York. Nel 1914, si esibì nelle "Stagioni russe" al Theatre Royal, Drury Lane di Londra. Non canterà più negli Stati Uniti, tranne che per due rappresentazioni de La regina di picche di Tchaikovsky con la Washington National Opera - una compagnia semi-professionale non legata al suo nome attuale - nel 1926.
Il tenore lasciò la sua terra natale dopo la rivoluzione russa del 1917, preferendo continuare la sua carriera in Occidente. Tra le città che visitò ci furono Berlino, Monte Carlo, Milano, Roma, Madrid e Buenos Aires. Nel 1929 tornò in Unione Sovietica per un tour di concerti. Smirnoff divenne cittadino della Repubblica Estone il 4 febbraio 1932, e prese parte attiva come solista nel teatro d'opera "Estonia". Insegnò canto a Londra e Atene e più tardi si ritirò a Riga, dove morì nel 1944, a 61 anni.
Smirnoff era ugualmente a suo agio nell'eseguire ruoli lirici nell'opera russa, francese o italiana. La sua voce aveva un tono lamentoso con note alte facili, un grande controllo del respiro e un vibrato caratteristico. I principali rivali tenorili di Smirnoff a Mosca e San Pietroburgo prima della rivoluzione del 1917 erano stati Leonid Sobinov (1871-1934) e Ivan Yershov (1867-1943). Yershov intraprese parti eroiche come Siegfried e Otello che Smirnov non tentò mai, ma il repertorio di Sobinov era simile a quello di Smirnoff.
Cartolina autografata dal famoso tenore
Ottimo stato
Cartolina fotografica -
Lotto 110 Lina Pasini Vitale (Roma 1872 – ivi 1959)
Sorella di Camilla Pasini, studiò a Roma prima di debuttare al Teatro Dal Verme di Milano in La tilda'' Cilea. Ottenne i primi successi al Teatro alla Scala di Milano, a Roma, e a Torino cantando Iris e L'amico Fritz di Mascagni. Cantò anche nei ruoli Micaëla in Carmen, Mimì ne La bohème e Gretel . Nel 1897 sposò il direttore d'orchestra Edoardo Vitale . A partire dal 1914 divenne nota per la sua esibizione nelle opere di Richard Wagner, creando Kundry a Buenos Aires per la prima sudamericana di Parsifal nel 1914. Nel 1926 cantò nel ruolo di Brünnhilde a Roma. Nel 1928 interpretò Kundry a Napoli, e in seguito si ritirò dalle scene. Registrò numerosi brani di varie opere durante la sua carriera. Un'altra sorella, Enrica Pasini, ebbe una breve carriera come mezzosoprano. Il figlio di Lina Pasini, Riccardo Vitale, divenne direttore del Teatro dell'Opera di Roma dagli anni '40 agli anni '70. Ritratto fotografico della soprano con dedica autografa alla collega e amica Tina Poli Randaccio.
Ottimo stato
Cartolina fotografica -
Lotto 111 Renzo Minolfi (Palermo 1877 - Milano 1943)
Debuttò nel 1900 al Teatro Nuovo di Napoli nella Lucia di Lammermoor. Dopo il ritiro fondò a Milano una grande agenzia teatrale diventando un abilissimo agente. Ritratto autografo dell’artista datato Milano 16 ottobre 1921.
Buono stato
Fotografia; 10,5x15,5 cm -
Lotto 112 Mariano Stabile (Palermo 1888 – Milano 1968)
Studiò al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, sotto la guida di Antonio Cotogni, ed esordì nel 1909 nella sua città natale nella Bohème e nell'Aida. Negli anni successivi si esibì sia in Italia sia all'estero ma il grande successo giunse nel 1921 quando Arturo Toscanini lo chiamò alla Scala di Milano per interpretare il ruolo di protagonista del Falstaff verdiano (opera che aveva già interpretato nel 1918 a Buenos Aires, ma nel ruolo di Ford). Proprio Falstaff diventò il suo cavallo di battaglia, impersonato circa 1 200 volte nei teatri di tutta Europa. Il periodo tra le due guerre fu quello di massimo splendore per il baritono siciliano. Tra le sue interpretazioni dell'epoca va anche citata la prima del Belfagor di Respighi, nella stagione 1923 alla Scala. Abbandonò le scene nel 1959 e negli ultimi anni si dedicò all'insegnamento tenendo un corso presso il conservatorio di Pesaro. Ritratto fotografico del celebre baritono con dedica autografa a Tina Poli Randaccio.
Ottimo stato
Fotografia; 17x23 cm -
Lotto 113 Juanita Caracciolo Armani (Ravenna 1888 - Milano 1924)
Si è formata al Conservatorio di Milano con Clelia Sangiorgi. Debutta nel 1908 al Teatro Politeama di Genova come Nedda in "Pagliacci" e vi canta anche in "Le Maschere" di Mascagni. Nel 1911 sposò il direttore d'orchestra Giacomo Armani. Dopo essere apparsa per dodici anni nei teatri provinciali italiani, ebbe nel 1920 un successo sensazionale quando cantò in "Manon Lescaut" di Puccini al Teatro Costanzi di Roma. Lo stesso anno ebbe un altro successo in "Madama Butterfly" come Cio-Cio San, poi come Margherita in "Mefistofele" di Boito e nella prima dell'opera "La via delle finestre" di R. Zandonai. Nel 1919 fu ospite al Teatro Massimo di Palermo, nel 1920 al Teatro Comunale di Bologna (come Manon Lescaut di Puccini) e al Teatro Verdi di Pisa (qui nel ruolo del titolo de "La Wally" di Catalani). Nel 1920 apparve al Teatro Colón di Buenos Aires e al Teatro dell'Opera di Rio de Janeiro come Butterfly e come Octavian nel ''Rosenkavalier'', poi anche al Teatro Real di Madrid. Nel 1922 venne alla Scala di Milano; qui debuttò come Eva in "Die Meistersinger von Nurnberg" di Wagner. Alla Scala cantò anche come Manon in ''Manon Lescaut'' di Puccini, e come Louise nell'opera omonima di Charpentier. Nell'autunno del 1923 si ammalò dopo la nascita di un bambino e morì l'anno successivo all'età di 36 anni. Ritratto fotografico con dedica autografa alla collega e amica Tina Poli Randaccio.
Ottimo stato
Fotografia; 17,5x23 cm -
Lotto 114 Tito Schipa, nato Attilio Amedeo Schipa (Lecce 1888 – New York 1965)
Dopo una lunga routine di formazione nella compagnia operistica di Giuseppe Borboni, trionfò a Napoli nella stagione del 1914 diretta da Leopoldo Mugnone, dove con una Tosca leggendaria il nome d'arte "Tito Schipa" si impose definitivamente alle cronache artistiche e mondane. Con una Manon del 14 gennaio 1918 al Real di Madrid anche il primo trionfo all'estero fu assicurato. Nel 1919 approdò negli Stati Uniti, invitato dal soprano scozzese Mary Garden e dall'impresario Cleofonte Campanini, che insieme gestivano la Civic Opera di Chicago. Qui sposò la soubrette francese Antoinette Michel d'Ogoy, conosciuta a Montecarlo il 27 marzo 1917 in occasione della prima esecuzione assoluta de La rondine di Giacomo Puccini, dove interpretò il personaggio di Ruggero. Da lei avrà due figlie, Elena e Liana. Il 4 dicembre 1919 Schipa debuttò trionfalmente a Chicago con Rigoletto sotto la direzione di Gino Marinuzzi. Fu un trionfo e l'inizio di una permanenza negli Stati Uniti durata oltre quindici anni concessi al pubblico statunitense, curioso di misurare la sua grandezza con quella dell'indimenticabile Caruso. Nell'ottobre del 1932 lasciò Chicago, prendendo il posto di Beniamino Gigli al Metropolitan Opera di New York. Nel 1935 prese parte a Werther a San Francisco. Ma gli effetti della Grande depressione, l'irreparabile crisi con la moglie e la nostalgia per la patria, mai dimenticata, riportarono Schipa in Italia. Dopo una carriera lunga quasi mezzo secolo, negli anni cinquanta Schipa cominciò ad apparire sulle scene sempre più di rado. Il 14 aprile 1955 dette l'addio al palcoscenico con l'Elisir d'amore al Teatro Petruzzelli di Bari, a cui faranno seguito le tournée in Unione Sovietica, nella Repubblica popolare ungherese e negli Stati Uniti.
Ottimo stato; piccolo restauro sul lato destro
Fotografia; 17,6x24 cm -
Lotto 115 Renato Zanelli, nato Zanelli-Morales (Valparaiso 1892 – Santiago del Cile 1935)
Nato in Cile da padre italiano e madre cilena, studiò tra Svizzera e Italia. Tornato in patria per lavorare nella fabbrica di salnitro del padre, venne notato durante una festa dal tenore italiano Angelo Querzé, che lo formò per tre anni come baritono. Con questo registro vocale debuttò in patria nel settembre 1916 come Valentin in Faust. L'anno seguente cantò a Montevideo come Tonio in Pagliacci e come Conte di Luna ne Il trovatore, ruoli che ricoprì nel settembre dello stesso anno anche a Santiago. Nel 1918 si recò a New York, ove un amico del suo maestro, il basso spagnolo Andrés Perelló de Segurola, gli organizzò un'audizione presso il general manager del Metropolitan Opera House, Giulio Gatti Casazza. L'audizione fu un successo, cosicché egli debuttò al Met nel 1919, rimanendo nella metropoli statunitense sino al 1923. Successivamente si recò in Italia per continuare gli studi con Dante Lari e Fernando Tanara passando al registro di tenore. Nella nuova veste debuttò al San Carlo di Napoli come Raoul ne Gli Ugonotti, proseguendo la carriera tra Italia e Sudamerica. Interpretò a Torino per la prima volta l'Otello verdiano nel 1926, ruolo con cui debuttò poi alla Royal Opera House di Londra e che gli diede maggiormente notorietà. Il 29 aprile 1930 cantò nella prima de Lo straniero di Ildebrando Pizzetti al Teatro dell'Opera di Roma. Ritratto fotografico del baritono con dedica autografa a Ruggero Randaccio, datata Napoli, aprile 1928.
Ottimo stato
Fotografia; 17,5x23,5 cm -
Lotto 116 Bernardo De Muro (Tempio Pausania 1881 – Roma 1955)
Nella sua città natale aveva preso lezioni dal flautista e direttore di banda Giuseppe Rachel. In seguito, trasferitosi a Roma, all'età di vent'anni iniziò a studiare al Conservatorio Santa Cecilia come baritono. Passò successivamente al registro di tenore sotto la guida di Giovanni Sbriscia, si perfezionò dal 1905 sotto la guida di A. Martino, ed esordì nel 1910 al Teatro Costanzi di Roma (oggi Teatro dell'Opera di Roma) nella Cavalleria rusticana di Mascagni. Giunse al Teatro alla Scala già dalla stagione 1911-12 e debuttò il 20 gennaio 1912 come protagonista nella prima italiana di Isabeau di Mascagni, sotto la direzione di Tullio Serafin. Si affermò successivamente nei maggiori teatri italiani ed esteri, soprattutto spagnoli e sudamericani. Il 2 novembre 1927 a Cristóbal (Panama), sposò la cantante Elena Wait Graham, dalla quale ebbe la figlia Joanna Elena. L'usura della voce lo condusse a un precoce ritiro dalle scene italiane nel 1938, quando diede l'addio cantando ancora una volta Isabeau alle Terme di Caracalla sotto la direzione di Mascagni. Nel 1944 si trasferì definitivamente negli Stati Uniti, dove si era stabilito. Il suo nome si legò soprattutto al repertorio verista: si distinse in opere quali La fanciulla del West di Puccini, Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, Andrea Chénier di Umberto Giordano, Il piccolo Marat e la già citata Isabeau di Mascagni, il cui ruolo di Folco è stato lungamente identificato con il suo nome. Ritratto del tenore in vesti di Don Carlos con dedica autografa all'amica Tina Poli Randaccio, datata Milano 21 febbraio 1913.
Ottimo stato
Fotografia; 23x30,5 cm -
Lotto 117 Giuseppe Borgatti (Cento 1871 – Reno di Leggiuno 1950)
Nasce a Cento il 17 marzo 1871. Grazie all'aiuto del marchese Plattis, suocero della scrittrice Maria Majocchi in arte Jolanda, (1864-1917), studiò al Liceo Musicale di Bologna ed esordì in Faust a Castelfranco Veneto nel 1892. Nel 1894 interpretò Manon Lescaut a Venezia, Lohengrin al Teatro Dal Verme di Milano e cantò nella première nel Teatro Regio di Torino I dispetti amorosi di Gaetano Luporini. Nel 1896 fu il primo protagonista di Andrea Chénier al Teatro alla Scala, ottenendo un trionfo, dopo di che si esibì con Lohengrin e con La Gioconda al Teatro Real di Madrid nel 1895 e a San Pietroburgo nel 1895-1896. Ebbe successo al Cairo nel 1897 interpretando Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, Carmen di Bizet e Proserpina di Camille Saint-Saëns, diretta dall'autore. A Buenos Aires nel 1898 interpretò neel'opera Mefistofele di Arrigo Boito. Nel 1899 canta nella première nel Teatro Argentina di Roma di Il trillo del diavolo di Stanislao Falchi. Al Teatro Costanzi di Roma nel 1899 è Rodolfo ne La bohème. Nel 1902 è a Osaka in Iris di Pietro Mascagni. Nel 1911 canta Sigfrido. Al Teatro alla Scala nel 1900 cantò nella prima rappresentazione di Tosca. Successivamente interpreta Anton di Cesare Galeotti e poi Tristano e Isotta, entrambe dirette da Arturo Toscanini. In seguito si affermò nel repertorio wagneriano in Europa e in America, ricevendo grandi riconoscimenti a Berlino nel 1904. Divenne uno dei migliori interpreti wagneriani di sempre. Cantò Lohengrin e I maestri cantori di Norimberga al Teatro Colón di Buenos Aires nel 1897, Sigfrido al Teatro alla Scala nel 1899, Tannhäuser al Teatro Colón nel 1901, Tristano e Isotta alla Scala nel 1901, L'oro del Reno, in prima esecuzione italiana, nel 1903, Il crepuscolo degli dei al Teatro Comunale di Bologna nel 1909 e infine Parsifal, in prima esecuzione integrale, nel 1914. Nel 1904 era invitato al Festival di Bayreuth, primo cantante di origini latine ad avere questo onore. Nel 1905 cantò nella ripresa nel Teatro Regio (Torino) di Sigfrido diretto da Toscanini. Nel 1906 è stato il primo interprete in Italia della Salomè di Richard Strauss a Torino e nel 1910 il primo a cantare Semirama di Ottorino Respighi a Bologna. Nel Teatro San Carlo di Napoli nel 1907 canta nelle prime rappresentazioni di Tristano e Isotta e nel 1912, L'oro del Reno. Nel 1909 canta nella prima rappresentazione nel Teatro Regio di Parma di "Sigfrido". Ritratto fotografico del tenore in vesti teatrali con dedica autografa a Tina Poli Randaccio, datata Milano 8 dicembre 1929.
Ottimo stato
Fotografia; 22,3x29,5 cm -
Lotto 118 Carlo Galeffi (Malamocco 1884 – Roma 1961)
La grande occasione gli si presentò al Teatro Adriano di Roma nel 1907, quando sostituendo Pasquale Amato in Aida ottenne un grande successo. Cantò al Metropolitan di New York nel 1910, a Chicago nel periodo 1919-21 e in tutti i principali teatri europei e sudamericani. Debutta al Teatro alla Scala il 26 ottobre 1912 in Don Carlo iniziando un sodalizio con il teatro milanese che durò fino al 1940. Fu il primo Fanuel in Nerone di Arrigo Boito e il primo Manfredo ne L'amore dei tre re di Italo Montemezzi. Partecipò alle prime assolute di tre opere di Pietro Mascagni: Amica, Parisina e Isabeau. Fu anche il primo Amfortas italiano e il primo Gianni Schicchi europeo. Particolarmente noto per le sue interpretazioni di Rigoletto, Nabucco, Simon Boccanegra, Renato, Posa, Galeffi fu rinomato baritono verdiano. Celeberrimo Rigoletto di lui Franco Abbiati scrisse: "Qualcosa di tragico, di tragicamente scespiriano si impossessava di lui quando rivestiva i panni dello sciancato buffone del Duca di Mantova (...) Grande indimenticabile artista, non voce d'oro, ma di fuoco.". Voce straordinariamente ricca, estremamente personale e riconoscibile tra mille, valorizzata da una tecnica di fonazione perfetta, Lauri-Volpi la descriveva così: "Era impossibile, infatti, ascoltare una voce più rotonda e espansiva: si dilatava nella sala come se fosse composta di infiniti corpuscoli vibranti che avanzassero a ventaglio e invadessero l'atmosfera fino ad occuparla totalmente." "Voce verdiana per antonomasia: sferica, vellutata, patetica e, a un momento dato, insurrezionale e tonante, da dare l'impressione di una voce plurima. Per quanto pensi a quelle che oggi vanno per la maggiore, non una può compararsi alla voce monumentale di Galeffi." Nella lunghissima carriera, durata quasi mezzo secolo, interpretò una sessantina di ruoli affermandosi come baritono nobile e "aristocratico" dal timbro tendenzialmente chiaro, in contrapposizione all'affermarsi della scuola verista. Dal 1955 al 59 insegnò canto presso il conservatorio di musica di Ankara. Ritratto fotografico dell'artista in vesti teatrali con dedica autografa a Tina Poli Randaccio, datata Genova 6 novembre 1917.
Ottimo stato
Fotografia; 18,5x23,5 cm -
Lotto 119 Nell Rankin (Montgomery 1924 – New York 2005)
Studiò con Karin Branzell al Conservatorio di Birmingham e con Jeanne Lorraine a New York, dove debuttò in concerto alla Town Hall nel 1947, per poi esordire in campo operistico come Amneris a Brooklyn con la Salmaggi Opera Company, affiancando la sorella Ruth nel ruolo principale. Nel 1948 interpretò Ortrud all'Opernhaus di Zurigo, diventandone un membro fisso per i due anni successivi. Nel 1950 fu Amneris e Dalila a Basilea e vinse un concorso a Ginevra che le schiuse le porte dei maggiori teatri internazionali. A partire dal 1951 si esibì alla Scala (Aida, Messa di requiem, Les Troyens), alla Wiener Staatsoper, alla Royal Opera House di Londra (dove partecipò ad un concerto in occasione dell'incoronazione della Regina Elisabetta II) e in particolare al Metropolitan Opera, che fu per oltre un ventennio la sede principale della sua attività e dove apparve in 162 rappresentazioni. Dopo una lunga carriera, si ritirò dalle scene nel 1976 con una serie di recite de La Gioconda al Met. Ritratto fotografico della celebre mezzosoprano con dedica autografa.
Ottimo stato
Fotografia; 20,8x25,5 cm -
Lotto 120 Giuseppe Taccani (Milano 1885 – ivi 1959)
Studia a Milano con il grande baritono Lelio Casini e debutta nel 1904 al Sociale di Lecco in "Manon Lescaut". Nel 1905 apparve al Politeama Azeglio di Bologna come Milio in "Zaza". Poi fu ospite all'Avana. Ebbe una carriera di successo in Italia. Nel 1908 cantò al Teatro Regio di Torino e al Teatro San Carlo di Napoli. Nel 1906 apparve a Genova nella prima dell'opera ''Hermes'' di Attilio Parelli. Nel 1908 si esibì al Politeama Argentino di Buenos Aires, nel 1910 al Teatro Khevidiale del Cairo. Nella stagione 1908-1909 fece parte dell'ensemble della Manhattan Opera House di New York. Nel 1911 fece un'apparizione al Teatro Regio di Parma come Enzo ne ''La Gioconda'' di Ponchielli. Nel 1913 si esibisce al Teatro Costanzi di Roma nelle prime delle opere "L'Arabesca" di Domenico Monleone e "La Leggenda delle sette Torri" di Alberto Gasco. Nel 1923 apparve al Teatro San Carlo di Napoli nella prima dell'opera "Morenita" di Mario Persico. Nel 1930 fu ospite in Olanda; nel 1929 si esibì al Teatro San Carlo di Napoli nella prima dell'opera ''Don di Giovanni'' di Felice Lattuada. Nonostante il suo grande successo in tutti i maggiori palcoscenici d'Italia non cantò mai alla Scala di Milano. Solo nel 1931 vi cantò, alternandosi con Francesco Merli il ruolo di Radames nell'Aida di Vedi. Nella seconda parte della sua carriera apparve anche nel repertorio wagneriano (Tannhäuser, Siegfried). Già nel 1925 apparve al Teatro San Carlo di Napoli come Tannhäuser, nel 1933 a Venezia, al Teatro La Fenice come Sigfrido nel "Sigfrido" di Wagner. Ebbe una lunghissima carriera che terminò nel 1949 con una rappresentazione di ''Cavalleria Rusticana'' al Sociale di Savigliano. Dopo il ritiro ha aperto una scuola di canto. Ritratto del celebre tenore con dedica autografa ai coniugi Randaccio.
Ottimo stato
Fotografia; 21x34 cm -
Lotto 121 Luigi Montesanto (Palermo 1887 – Milano 1954)
Dopo avere studiato nella sua città con il maestro Nino Santoro, esordi in Carmen a Conegliano Veneto nel 1909 e con la stessa opera debuttò alla Scala nella stagione 1912-13. Primo interprete de Il tabarro di Giacomo Puccini nel 1918 al Metropolitan, svolse una brillante carriera internazionale, cantando anche a Lisbona, Mosca, Madrid, Parigi, Prague, Buenos Aires, Chicago. In Italia cantò in vari teatri, tra cui Firenze, Genova e Palermo, dove al Teatro Massimo, tra il 1909 e il 1936, interpretò La bohème, Tristano e Isotta, La Gioconda, Rigoletto, Un ballo in maschera, Andrea Chénier, Otello. Ritratto fotografico dell’artista con dedica autografa a Ruggero Randaccio, datata Milano 11 maggio 1911.
Ottimo stato
Fotografia; 25,5x35 cm -
Lotto 122 Ramón Vinay (1911 – 1996)
Ricordato come il più famoso Otello verdiano del secondo dopoguerra insieme a Mario Del Monaco, ebbe in repertorio anche altri importanti ruoli, in particolare del melodramma italiano e wagneriano. Ritratto autografo del celebre tenore cileno raffigurato in abito civile e in due costumi di scena, con dedica autografa.
Ottimo stato
Fotografia; 18x13 cm -
Lotto 123 Mario Sammarco (Palermo 1868 – Milano 1930)
Sammarco fu attivo in un'epoca affollata di baritoni italiani di eccezionale abilità. Fu un risultato non da poco per lui ritagliarsi una carriera internazionale con buoni guadagni, di fronte alla forte concorrenza di artisti come Mattia Battistini, Antonio Magini Coletti, Giuseppe Campanari, Mario Ancona, Giuseppe Pacini, Antonio Scotti, Eugenio Giraldoni, Riccardo Stracciari, Titta Ruffo, Domenico Viglione Borghese, Pasquale Amato e Carlo Galeffi. Ritratto del baritono con dedica autografa datata 5 marzo 1927.
Ottimo stato
Cartolina fotografica -
Lotto 124 José Carreras (Barcellona 1946)
Celebre tenore spagnolo, molto apprezzato per i ruoli ricoperti specialmente nel repertorio del melodramma donizettiano, verdiano e pucciniano. Una parte della fama che ha ottenuto in tutto il mondo è dovuta anche alla partecipazione ai concerti dei Tre Tenori, accanto a Luciano Pavarotti e a Plácido Domingo. Ritratto autografato dell'artista.
Ottimo stato
Fotografia cm -
Lotto 125 José Carreras (Barcellona 1946)
Celebre tenore spagnolo, molto apprezzato per i ruoli ricoperti specialmente nel repertorio del melodramma donizettiano, verdiano e pucciniano. Una parte della fama che ha ottenuto in tutto il mondo è dovuta anche alla partecipazione ai concerti dei Tre Tenori, accanto a Luciano Pavarotti e a Plácido Domingo. Ritratto autografato dell'artista con dedica datata Teatro Alla Scala, 1995.
Ottimo stato
Fotografia cm -
Lotto 126 Joan Pons Álvarez (Ciutadella de Menorca 1946)
Il suo repertorio comprende i maggiori ruoli di baritono, da Falstaff, nuovamente cantato al Teatro alla Scala nel 1983 sotto la direzione di Riccardo Muti, in occasione del centenario della prima esecuzione dell'opera, ai più noti ruoli verdiani nelle opere Il trovatore, Ernani, Un ballo in maschera, Rigoletto, La forza del destino, La traviata, Simon Boccanegra, e Macbeth. Fra le opere di altri autori si ricordano Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni e Tosca, Gianni Schicchi, Il tabarro, La fanciulla del West e Madama Butterfly di Giacomo Puccini. È stato più volte protagonista all'apertura delle stagioni del Teatro Metropolitan di New York, dove ha cantato per più di quindici anni di seguito. Ritratto dell'artista in vesti di Rigoletto, con dedica autografa datata 1993.
Ottimo stato
Fotografia cm -
Lotto 127 Luciano Pavarotti (Modena 1935 – ivi 2007)
Luciano Pavarotti è ricordato tra i dieci tenori più grandi di tutti i tempi, dalla voce squillante negli acuti e ricca nel mezzo, con un fraseggio chiaro e timbro limpido. Con Carlo Bergonzi, Enrico Caruso, Franco Corelli, Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano, Beniamino Gigli e Tito Schipa, permane uno dei tenori italiani "storici" di notorietà mondiale. Con il Pavarotti & Friends e le sue numerose collaborazioni (fra le quali è da ricordare in particolare la costituzione del gruppo dei Tre Tenori, con Plácido Domingo e José Carreras), ha consolidato una popolarità che gli ha dato fama mondiale anche al di fuori dell'ambito musicale. Con oltre 100 milioni di copie vendute nel mondo, si stima sia, anche per vendite, fra i primissimi cantanti di ogni genere musicale, nonché il cantante italiano di maggior successo a livello internazionale. Ritratto fotografico ufficiale del famosissimo tenore con autografo datato 1992.
Ottimo stato
Fotografia; cm -
Lotto 128 Lucia Aliberti (Messina 1959)
Considerata una specialista nel repertorio di Bellini: Norma, La sonnambula, Il pirata, I puritani, I Capuleti e i Montecchi, Beatrice di Tenda, La straniera. Gli altri più importanti compositori de repertorio sono Donizetti, Rossini e Verdi. È stata la Guest Star nei Gala-Concert internazionali dell'UNESCO e dell'UNICEF ed ha cantato per Papa Giovanni Paolo II in Vaticano, in occasione del giubileo mondiale per le famiglie. Musicista e compositrice, contemporaneamente al canto si è dedicata allo studio del pianoforte e di altri strumenti musicali (chitarra, fisarmonica, violino, mandolino, ecc.). Ha composto molti brani per pianoforte, clarinetto, flauto e voce. Ritratto autografo dell'artista in vesti di scena della Traviata.
Ottimo stato
Fotografia; 16,5x23 cm -
Lotto 129 Lucia Aliberti (Messina 1959)
Considerata una specialista nel repertorio di Bellini: Norma, La sonnambula, Il pirata, I puritani, I Capuleti e i Montecchi, Beatrice di Tenda, La straniera. Gli altri più importanti compositori de repertorio sono Donizetti, Rossini e Verdi. È stata la Guest Star nei Gala-Concert internazionali dell'UNESCO e dell'UNICEF ed ha cantato per Papa Giovanni Paolo II in Vaticano, in occasione del giubileo mondiale per le famiglie. Musicista e compositrice, contemporaneamente al canto si è dedicata allo studio del pianoforte e di altri strumenti musicali (chitarra, fisarmonica, violino, mandolino, ecc.). Ha composto molti brani per pianoforte, clarinetto, flauto e voce. Ritratto autografo dell'artista.
Ottimo stato
Fotografia; 16,5x23 cm -
Lotto 130 Lucia Aliberti (Messina 1959)
Considerata una specialista nel repertorio di Bellini: Norma, La sonnambula, Il pirata, I puritani, I Capuleti e i Montecchi, Beatrice di Tenda, La straniera. Gli altri più importanti compositori de repertorio sono Donizetti, Rossini e Verdi. È stata la Guest Star nei Gala-Concert internazionali dell'UNESCO e dell'UNICEF ed ha cantato per Papa Giovanni Paolo II in Vaticano, in occasione del giubileo mondiale per le famiglie. Musicista e compositrice, contemporaneamente al canto si è dedicata allo studio del pianoforte e di altri strumenti musicali (chitarra, fisarmonica, violino, mandolino, ecc.). Ha composto molti brani per pianoforte, clarinetto, flauto e voce. Ritratto autografo dell'artista.
Ottimo stato
Fotografia; 16,5x23 cm -
Lotto 131 Adelina Scarabelli (1953)
Ritratto fotografico dell'artista con dedica autografa, datata 24 marzo 1995.
Ottimo stato
Fotografia; 12,5x18 cm -
Lotto 132 Giovanna Casolla (Napoli 1945)
Si è diplomata in canto e pianoforte presso il Conservatorio San Pietro a Majella e successivamente ha continuato a studiare canto con il maestro Michele Lauro e con il maestro Walter Ferrari. Giovanissima entra a fare parte del Coro del Teatro San Carlo di Napoli. Il suo debutto avviene con la prima mondiale dell'opera Napoli milionaria del Maestro Nino Rota al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1977 con la regia del grande Eduardo De Filippo. Il maestro Rota propone alla Casolla la parte della madre, pensata per Maria Callas. Questo successo la porta velocemente a debuttare nei prestigiosi teatri italiani. È Tosca di Giacomo Puccini al Teatro Coccia di Novara, al Teatro Verdi di Trieste si presenta nel ruolo di Magda nell'opera La campana sommersa di Respighi, sostenendo successivamente il ruolo di Maria nell'opera Mazepa (in lingua italiana) e il ruolo di Silvana nell'opera La Fiamma. Successivo è il debutto al Teatro Regio di Torino con il ruolo di Judith nell'opera Il castello di Barbablù di Bartók in lingua italiana e interpretando successivamente Giorgetta nell'opera Il Tabarro. Ritratto della soprano in vesti di scena per l'opera Cavalleria Rusticana, Teatro Verdi di Trieste. Dedica autografa.
Ottimo stato
Fotografia; 12,5x18 cm -
Lotto 133 Mirella Freni, Mirella Fregni (Modena 1935 – ivi 2020)
Fu una "bambina prodigio", essendosi esibita in pubblico già all'età di dieci anni in un concorso EIAR cantando Un bel dì vedremo da Madama Butterfly. Aveva cominciato ad amare la musica in famiglia e a cantare da voce bianca le arie d'opera popolari, mentre uno zio materno le aveva insegnato a leggere le prime note. Beniamino Gigli, dopo averla ascoltata in un'audizione privata a Roma, le consigliò di dedicarsi in maniera sistematica allo studio del canto. Come insegnante ebbe il baritono, noto nel primo Novecento, Gigi Bertazzoni, accompagnato al pianoforte dal maestro Leone Magiera, che ne divenne il preparatore musicale per i primi venticinque anni di carriera. Dopo qualche anno di studio, debuttò con grande successo il 3 febbraio 1955 al Teatro Comunale di Modena come Micaela in Carmen. Subito dopo il brillante esordio, la Freni interruppe la carriera in seguito al matrimonio col maestro Magiera e alla nascita della figlia Micaela, riprendendo soltanto tre anni dopo, quando, dopo l'affermazione al "Concorso internazionale Giovanni Battista Viotti" a Vercelli, cantò nel ruolo di Mimì al Teatro Regio di Torino. Seguirono gli esordi a Glyndebourne nei ruoli mozartiani di Susanna e Zerlina e al Covent Garden in Nannetta nel 1961. Nel 1962, ancora con Falstaff, esordì alla Scala di Milano. Il primo grande successo scaligero da protagonista fu nel 1963 nella celebre edizione de La bohème diretta da Herbert von Karajan, del quale divenne ben presto una delle cantanti preferite in assoluto. Nello stesso anno debuttò, ancora come Mimì, alla Staatsoper di Vienna, dove interpretò il suo personaggio prediletto in trentatré rappresentazioni, fino al 1992. Altro importante debutto fu al Metropolitan nel 1965, ancora in Bohème, accanto al pure esordiente Gianni Raimondi. Seguirono apparizioni negli altri principali teatri statunitensi e poi in tutti i più grandi teatri del mondo, prevalentemente in ruoli squisitamente lirici o lirico-leggeri. Ritratto fotografico in vesti di Adriana Lecouvreur, con dedica autografa, datata 1993.
Ottimo stato
Fotografia; 12,5x18 cm -
Lotto 134 Giusy Devinu (Cagliari 1960 – ivi 2007)
Interprete - nel registro di soprano - di numerose opere liriche, si è esibita nei più importanti teatri del mondo interpretando ruoli e repertori diversi. Vincitrice di prestigiosi concorsi internazionali, ha cantato in opere del repertorio del melodramma italiano ottocentesco, da Rossini, a Donizetti, a Verdi, a Bellini, a Puccini. Ritratto del soprano italiano con dedica autografa.
Ottimo stato
Fotografia; 12,5x18 cm -
Lotto 135 Norma Fantini (Cuneo 1980)
Ha calcato i palcoscenici dei più importanti teatri del mondo, fra i quali Teatro alla Scala, RHO Covent Garden di Londra, Metropolitan Opera di New York, San Francisco Opera, Wiener Staatsoper, Opernhaus di Zurigo, Bayerische Staatsoper di Monaco, Staatsoper di Berlino, Staatsoper di Amburgo, Semperoper di Dresda, Liceu de Barcelona, Teatro Real di Madrid, Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles, New National Theatre di Tokyo, Teatro Mikhailovsky di San Pietroburgo, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Regio di Parma e Teatro San Carlo di Napoli. Ha lavorato con direttori d’orchestra quali Daniel Barenboim, Christian Thielemann, Lorin Maazel, Zubin Mehta, Antonio Pappano, Simon Yang, Nello Santi, Fabio Luisi, Stéphane Denève, Daniele Gatti, Pichas Steinberg, e con registi quali Hugo de Ana, Luca Ronconi, Graham Vick, Bob Wilson, Franco Zeffirelli. Ritratto fotografico con dedica autografa.
Ottimo stato
Fotografia; 12,5x18 cm -
Lotto 136 Anna Moffo (Wayne 1932 – New York 2006)
Nata da genitori italiani (Nicola Moffo e Regina Cinti, emigrati da Ascoli Piceno), frequentò il Curtis Institute of Music di Filadelfia. Nel 1955 vinse una borsa di studio Fulbright e poté recarsi a studiare dapprima a Venezia e poi al Conservatorio Santa Cecilia a Roma, debuttando nello stesso anno a Spoleto in Don Pasquale, in seguito alla vittoria del concorso Teatro lirico sperimentale Adriano Belli. Successivamente fu selezionata dalla Rai per il ruolo di Cio-Cio-San in un'edizione televisiva di Madama Butterfly trasmessa il 24 gennaio 1956 con la produzione e la regia di Mario Lanfranchi, che divenne suo marito nel 1957. Il '57 fu anche l'anno del debutto alla Scala, al Festival di Salisburgo e all'Opera di Stato di Vienna (in tutti e tre i casi come Nannetta in Falstaff diretto da Herbert von Karajan) e, ancora per la televisione, de La sonnambula. Continuò a esibirsi a Vienna fino agli anni Settanta, interpretando Rigoletto, Manon, Faust, Micaela in Carmen, Mimi ne La bohème, La traviata. Particolare successo ebbe ne La sonnambula. Esordì al Metropolitan Opera House di New York nel 1959 nel ruolo di Violetta e vi ritornò nella stagione 1960-1961 per interpretare Gilda, Adina e Liù. Apparve regolarmente al Met fino al 1976, comprese tournée del teatro in altre città, per un totale di oltre 200 recite. Grazie anche all'avvenenza, ottenne diverse scritture cinematografiche anche in film non musicali, come La battaglia di Austerlitz (1960) con Rossano Brazzi, Ménage all'italiana (1965) con Ugo Tognazzi, Il divorzio (1970) con Vittorio Gassman. Nel 1969 una scena nel film Una storia d'amore, in cui sembrava apparire nuda, provocò un certo scandalo, ma Moffo dichiarò poi che in quella scena non era completamente senza vestiti. Nel 1970 offrì però un mezzo nudo nel giallo italiano Concerto per pistola solista. Alla televisione italiana apparve anche come ospite in spettacoli di varietà e condusse per due stagioni la trasmissione "Anna Moffo Show", nel 1964 e nel 1967. Alla televisione tedesca apparve nel 1971 in una versione filmata de La principessa della ciarda. Verso la fine degli anni '70 affrontò titoli verdiani più drammatici, come Il trovatore e Stiffelio, ma la carriera di cantante, nonostante fosse poco più che quarantenne, poteva considerarsi conclusa, anche a causa di un'attività molto intensa (all'apice della popolarità era arrivata a cantare in un anno ben 12 nuovi ruoli) che aveva provocato un progressivo deterioramento vocale: nel 1976 la sua interpretazione di Violetta al Met fu accolta piuttosto freddamente. Ritratto fotografico con dedica autografa.
Ottimo stato
Fotografia; 14,5x18,5 cm -
Lotto 137 Giuseppe Krismer (Salerno 1876 - Pozzuoli 1946)
Nato in una nobile famiglia studiò con il maestro Abramo Petillo. Debuttò nel 1902 al Malibran di Venezia in Favorita. Si ritirò intorno al 1922 continuando ad incidere dischi. Ritratto fotografico con dedica autografa ai coniugi Poli Randaccio.
Ottimo stato
Fotografia; 17x24,5 cm -
Lotto 138 Mary Violet Leontyne Price (Laurel 1927)
Nel 1960 debuttò alla Scala con Aida, che interpretò anche a Filadelfia, rifiutando il debutto nello stesso ruolo al Metropolitan di New York solo perché "non possedeva il costume adatto". Il debutto al Met avvenne comunque ne Il trovatore, contemporaneamente all'esordio americano di Franco Corelli, il 27 gennaio 1961, anniversario della morte di Giuseppe Verdi. Nello stesso anno al Met interpretò Aida, Madama Butterfly, Liù in Turandot, Donna Anna nel Don Giovanni, La Fanciulla del West, divenendo rapidamente una stella del massimo teatro statunitense, al quale resterà legata per quasi 25 anni. Nel 1967 ne inaugurò la nuova sede al Lincoln Center con Antony and Cleopatra di Samuel Barber. Sempre negli anni sessanta, durante i quali raggiunse il pieno della maturità artistica, fece tour in Europa interpretando opere di Puccini e Verdi. Memorabile in particolare l'interpretazione della Messa di Requiem verdiana nel 1967, in occasione del decennale della morte di Arturo Toscanini, con i complessi della Scala guidati da Herbert von Karajan. Con Karajan aveva già collaborato qualche anno prima incidendo Carmen, lasciando un'importante testimonianza, rimasta solo su disco, avendo sempre rifiutato di interpretare tale ruolo in teatro. La collaborazione col grande direttore austriaco continuò fino al 1978, quando interpretò Il trovatore a Salisburgo. Negli anni successivi si assentò per qualche tempo dal palcoscenico per dedicarsi allo studio intensivo di compositori moderni, come Gershwin e Poulenc, dei quali eseguì vari lavori. Verso la fine della carriera si dedicò anche alla musica cameristica, specie di compositori russi, fra cui Stravinskij, e suoi connazionali come il già citato Samuel Barber, di cui è considerata una delle migliori esecutrici. Nel 1985 si congedò dal pubblico del Met e dai palcoscenici operistici interpretando ancora una volta Aida; complessivamente cantò in 204 rappresentazioni nel massimo teatro americano. Proseguì l'attività concertistica, ritirandosi definitivamente nel 1997. Nell'ottobre 2001, a 74 anni, partecipò a un concerto alla Carnegie Hall in memoria delle vittime della strage dell'11 settembre. Ritratto fotografico della soprano con firma autografa.
Ottimo stato
Fotografia; 17,4x24 cm. La fotografia è incollata su una cartellina di cartone. -
Lotto 139 Margherita Carosio (Genova 1908 – ivi 2005)
Nel 1924, all'età di 16 anni, debuttò nell'opera a Novi Ligure come protagonista di Lucia di Lammermoor. Nel 1928, a 19 anni, grazie anche alla raccomandazione del soprano irlandese Margaret Sheridan, fu Musetta ne La bohème e Feodor in Boris Godunov alla Royal Opera House di Londra, dove ritornò solo dopo la fine della seconda guerra mondiale. Divenne rapidamente famosa in Italia, esibendosi in tutti i principali teatri in ruoli di soprano di coloratura: Amina, Norina, Konstanze, Oscar, ruolo con cui esordì al Teatro alla Scala nel 1929. Alla Scala si esibì con successo in diversi ruoli, ma il suo cavallo di battaglia fu Rosina ne Il barbiere di Siviglia. Interpretò inoltre parti più desuete, come Zerlina in Fra Diavolo, la regina di Shemakhan in Il gallo d'oro, Volkhova in Sadko, il ruolo di protagonista in Le rossignol di Stravinskij, Aminta nella prima esecuzione italiana de La donna silenziosa, Egloge nel Nerone mascagnano. Più avanti nella carriera si cimentò in ruoli lirici più spinti, fra i quali Mimì e Violetta. Nel 1946, in tournée col Teatro San Carlo di Napoli, ritornò a Londra interpretando La traviata e L'elisir d'amore, eseguito poi anche alla Scala e inciso per la EMI. Nel 1949, sempre alla Scala, fu protagonista de La bohème con la direzione di Victor De Sabata (di cui esiste una ristretta selezione dal vivo) e nel 1954 interpretò la parte principale in Amelia al ballo, che registrò poi su disco. Fin dagli anni '30 iniziò anche una piccola carriera cinematografica, in film musicali o dove la musica era una componente principale. Tra questi Regina della scala (1936) di Camillo Mastrocinque, Angeli sulla terra (1942), dove interpreta la parte del soprano Adelina Patti, L'elisir d'amore (1947) di Mario Costa. Lavorò inoltre come musicista nel film drammatico di Giorgio Walter Chili Ripudiata (1954). Si ritirò dai palcoscenici nel 1959 e nei successivi quarant'anni seguì quel mondo a lei tanto caro come giornalista e critica musicale. Si spense nella sua Genova alla veneranda età di 96 anni. La sua voce ci è stata tramandata in numerose registrazioni realizzate prima e dopo l'avvento del microsolco. Ritratto autografo della artista con dedica a Ilia Comesani.
Ottimo stato
Fotografia; 17,7x26 cm -
Lotto 140 Alexander Sved (Alessandro De Sved) (Budapest 1906 - Vienna 1979)
Prima ha ricevuto la sua educazione come violinista all'Accademia di Musica Franz Liszt. Poi ha studiato canto sotto Fritz Feinhals a Berlino. Più tardi andò a Milano e perfezionò la sua tecnica vocale con Mario Sammarco e Riccardo Stracciari. Debutta nel 1928 all'Opera Nazionale di Budapest come conte di Luna ne "Il Trovatore". Ritratto fotografico del famoso baritono con autografo.
Ottimo stato
Fotografia; 11x17,5 cm -
Lotto 141 Cesare Valletti (Roma 1922 – Genova 2000)
Cominciò ad acquisire notorietà interpretando Il turco in Italia nel 1950 al Teatro Eliseo di Roma, nella storica ripresa dell'opera rossiniana diretta da Gianandrea Gavazzeni, con Maria Callas e Mariano Stabile. Seguì, nello stesso anno, il debutto con Falstaff alla Scala, dove apparve regolarmente fino al 55, anno in cui, ancora con la Callas, partecipò a una storica edizione de La sonnambula, diretta da Leonard Bernstein con la regia di Luchino Visconti. Sempre accanto alla Callas cantò in Traviata alla Royal Opera House di Londra nel 1958. In Europa fu presente inoltre a Vienna, Salisburgo, Glyndebourne. Apparve anche in Messico e Argentina. Del 1953 fu il debutto negli Stati Uniti, alla San Francisco Opera, in Werther accanto a Giulietta Simionato, e dello stesso anno l'esordio al Metropolitan in Don Giovanni. Fu presente regolarmente al Met fino al 1960 con svariati titoli, tra cui Il flauto magico, Il barbiere di Siviglia, L'elisir d'amore, Don Pasquale. Il divorzio dal massimo teatro statunitense avvenne in modo piuttosto traumatico in seguito a incomprensioni con il sovrintendente Rudolf Bing, che ne decise la sostituzione durante le prove di un'edizione de L'elisir d'amore. Successivamente non accettò più di tornare al Met continuando la carriera prevalentemente in Italia, con una predilezione per il Maggio Musicale Fiorentino, e ritirandosi ufficialmente dalle scene nel 1967, ma apparendo per l'ultima volta l'anno successivo al "Festival Caramoor" di New York ne L'incoronazione di Poppea. Ritratto fotografico dell'artista con dedica autografa, datata Roma 1949.
Ottimo stato
Cartolina fotografica -
Lotto 142 Giuseppe Valdengo (Torino 1914 – Aosta 2007)
Studiò violino privatamente ed oboe e canto al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Intrapresa la carriera di cantante lirico, dopo alcune apparizioni in ruoli secondari dette inizio a una prestigiosa carriera, apparendo nel 1936 a Parma come Figaro ne Il barbiere di Siviglia ed esordendo nel 1938 alla Scala ne La traviata. La carriera dovette subire però una precoce interruzione dovuta agli obblighi militari, riprendendo soltanto nel 1942 con La bohème, ancora a Parma. Nel 1946, con una rappresentazione di Madama Butterfly alla New York City Opera, iniziò l'importante attività internazionale e, l'anno successivo, il lungo rapporto col Metropolitan, ove debuttò come Tonio in Pagliacci e dove apparve regolarmente fino al 1954. Fu presente anche a Philadelphia e San Francisco, in importanti sedi europee, come Parigi e Glyndebourne, e nei maggiori teatri italiani, tra i quali ancora La Scala (1953). Le non comuni doti interpretative e musicali e la pronuncia perfetta, che consentiva di capire ogni parola, lo portarono a specializzarsi nel repertorio verdiano, diventando il baritono preferito di Arturo Toscanini, con cui eseguì a New York per la N.B.C. Otello, Aida e Falstaff, dei quali rimangono le registrazioni. Pubblicò il volume autobiografico Ho cantato con Toscanini (Pietro Cairoli 1962). Cartolina fotografica, tratta dal libro di Giuseppe Valdengo "Scusi, conosce Toscanini?" con dedica autografa dell'artista, datata 30 ottobre 1986.
Ottimo stato
Cartolina fotografica; 17,5x11,5 cm -
Lotto 143 Maria Carbone Rossini (Castellammare di Stabia 1908 – Roma 2002)
Nel 1929 ha debuttato al Teatro San Carlo di Napoli nel Mefistofele di Boito, e subito dopo in Micaela nella Carmen e in Mimì ne La bohème. È stata un grande soprano mascagnano, del quale ha interpretato praticamente tutti i ruoli principali da soprano (nel Guglielmo Ratcliff, Lodoletta, Pinotta, Le maschere, Parisina, Isabeau, Il Piccolo Marat, le ultime due negli anni 1932-40). Era una fine musicista, e il suo vasto repertorio prevedeva anche le opere dei contemporanei: Maria Egiziaca e Lucrezia di Ottorino Respighi, Fra Gherardo, Debora e Jaele e Lo straniero di Ildebrando Pizzetti e il Cyrano de Bergerac di Franco Alfano. Ha preso parte anche ad alcune prime rappresentazioni, tra cui Antonio e Cleopatra di Malipiero (al Maggio Musicale Fiorentino nel 1938), Turandot di Busoni del 1940, Ecuba di Malipiero (Opera di Roma nel 1941), Lo stendardo di San Giorgio di Peragallo (Genova 1941). Ha cantato anche spesso all'estero in importanti tournée. Ritratto fotografico con autografo.
Ottimo stato
Fotografia; 17x26 cm -
Lotto 144 Giannina Russ (Lodi 1873 – Milano 1951)
Per l'anagrafe, Giovanna Cerri era figlia di Paolo e di Luigia Pellizzani. La famiglia Cerri nel 1885 si trasferì a Milano, dove nel 1894 Giannina sposò Carlo Russ, del quale assunse il cognome con cui divenne celebre. Giannina studiò canto e pianoforte al Conservatorio di Milano (oggi Conservatorio Giuseppe Verdi), sotto la guida del maestro Alberto Leoni. A maggio 1903 debuttò in concerti, al Circolo della Stampa di Milano, cantando in duetti con Francesco Tamagno. Nello stesso anno sostenne, al Politeama D'Azeglio di Bologna, la parte di Mimì ne La bohème di Giacomo Puccini, poi quella di Amelia in Un ballo in maschera; al Teatro Dal Verme di Milano cantò ne L'Africana di Giacomo Meyerbeer e nel ruolo di Leonora de Il trovatore. Scritturata al Teatro San Carlo di Lisbona, nella stagione 1903-1904, cantò nella Semiramide di Rossini, nel Nabucco nel ruolo di Abigaille e ne I vespri siciliani. Nel 1904 si esibì al Royal Opera House di Londra, nella parte di Aida e in Un ballo in maschera, a fianco di Enrico Caruso. Al Politeama di Palermo cantò nel ruolo di Paolina nel Poliuto di Gaetano Donizetti, nell'Ernani e ne La forza del destino e fu Musetta ne La bohème. La sua voce, allora definita di soprano drammatico d'agilità, aveva grande volume, una lucentezza argentea e una versalità vocale che le permettevano di assumere vari registri e d'interpretare ruoli diversi: ricopriva così sia parti da soprano drammatico, sia quelli da soprano lirico e leggero. Eppure, Giannina Russ era di temperamento freddo e di limitate capacità sceniche, per cui il suo ricordo non rimase stampato nell'immaginario collettivo. In Sud America fece una tournée nel 1905 e cantò al Teatro Solis di Montevideo; al Teatro Colón di Buenos Aires cantò in Edgar di Puccini e nel Rigoletto. Al Cairo, nel 1906, cantò nell'Asrael di Alberto Franchetti e ne La Wally di Catalani; a New York, al Manhattan Opera Company, nel 1907, cantò nel Don Giovanni, sostenendo la parte di Donna Anna. A Firenze, nel 1908, ricoprì il ruolo principale della Norma, che divenne un suo cavallo di battaglia. Alla Scala di Milano, nel 1912, si esibì nel Don Carlo di Verdi, nell'Oberon di Weber e nel Mosè di Rossini nella parte di Anaide. Durante la Grande guerra, nella stagione nel 1916-1917 fece una tournée in Australia. Dopo il ritiro dalle scene, che avvenne nel 1922, insegnò canto. Tra le sue allieve: Margherita Grandi, la cantante ungherese Mária Németh e Clara Petrella. Ritratto dell'artista con dedica autografa su cartolina postale.
Ottimo stato
Cartolina fotografica