ASTA 94 - GRANDI CANTANTI D'OPERA: LA COLLEZIONE LA GUARDIA DI FOTOGRAFIE CON AUTOGRAFO (1890 – ‘2000)
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Lotto 97 Nicola Filacuridi (Alessandria d'Egitto 1920 – Sydney, 2009)
Scopertosi un precoce talento musicale, studiò canto ad Alessandria con il maestro Ettore Cordone, debuttando nel 1945 al Teatro dell'Opera del Cairo in Cavalleria rusticana. L'anno seguente partì per l'Italia per continuare gli studi con Federico Del Cupolo, esordendo nel 1949 a Savona ne La traviata. L'anno successivo fu Teatro dell'Opera di Roma in Adriana Lecouvreur, cantando successivamente a Trieste, Venezia, Parma, Torino, Firenze, Napoli.
Debuttò alla Scala di Milano nel 1953 nell'opera contemporanea Leonore 40/45 di Rolf Liebermann, prendendo parte anche, nel 1957, alla prima rappresentazione de I dialoghi delle Carmelitane. Ancora del repertorio moderno interpretò nel 1958 Mathis der Maler di Paul Hindemith. Sempre negli anni cinquanta, registrò alcune opere per la televisione italiana: Lucia di Lammermoor, La traviata, Adriana Lecouvreur, Un ballo in maschera, Madama Butterfly. Le apparizioni in TV contribuirono ad assicurargli una notevole popolarità.
In campo internazionale apparve alla Monte Carlo Opera, al Teatro La Monnaie di Bruxelles, alla Opera di Stato di Vienna, alla Royal Opera House di Londra e ai festival lirici di Aix-en-Provence e Glyndebourne. Cantò anche in Spagna, Portogallo, Argentina, Brasile, a Dallas e alla Sydney Opera House. Nel 1964 si trasferì con la famiglia in Australia, dove fece le ultime esibizioni alla "Elizabethan Theatre Trust Opera" di Sydney, apparendo anche in Nuova Zelanda.
Interpretò circa sessantacinque ruoli: oltre ai titoli già citati, Rigoletto, La bohème, Tosca, Les contes d'Hoffmann, Louise, Werther, Idomeneo, Lohengrin. Contribuì inoltre a "creare" i ruoli de Il furioso all'isola di San Domingo di Donizetti, Il cappello di paglia di Firenze di Rota, La guerra di Rossellini.
Fotografia autografa del celebre tenore
Ottimo stato
Fotografia; 14,6x12,5 cm -
Lotto 98 Galliano Masini (Livorno 1896 – Livorno 1986)
Intorno ai diciotto anni entrò, inizialmente come baritono, nella società corale cittadina Costanza e Concordia. Poco dopo, allo scoppio della grande guerra, partì per il servizio militare. Rientrato a Livorno, continuò a cantare nel coro finché, nel 1920, l'indisposizione d'un tenore gli consentì di affrontare una piccola parte in Lodoletta.
Il successo fu tale che Masini decise di recarsi a studiare a Milano sotto la guida del maestro Giovanni Laura. Il debutto ufficiale avvenne il 24 dicembre 1924 in Tosca al Teatro Goldoni di Livorno.
Due anni dopo, alla fine del 1926, cantò ne L'amico Fritz a Firenze, sotto la direzione di Pietro Mascagni. Nonostante questa esperienza non fu delle più felici, anche a causa di dissapori con il compositore conterraneo, gli fece guadagnare rapidamente la stima di compositori e direttori d'orchestra come Riccardo Zandonai, Gino Marinuzzi, Umberto Giordano. Il sodalizio con Zandonai lo condusse ad esibirsi nel 1929 in Giuliano al Teatro Carlo Felice di Genova e in Francesca da Rimini a Pisa Fu l'inizio della sua grande stagione, e nel novembre di quell'anno apparve al Teatro Adriano di Roma in Lucia di Lammermoor, La bohème, Madama Butterfly e La traviata.
Approdò successivamente alla Scala, al Teatro dell'Opera di Roma e all'Arena di Verona, divenendone una presenza fissa per molti anni. Nel 1928 ottenne il primo contratto all'estero con La bohème a Lisbona. Fu presente inoltre al Teatro Colón di Buenos Aires (esordio in Cavalleria rusticana il 25 maggio 1930), al Metropolitan Opera (Lucia di Lammermoor, Tosca e Aida nella stagione 1938-39), Parigi, Chicago.
Alla fine degli anni trenta anche il cinema notò il suo volto ruvido e penetrante, offrendogli una partecipazione in Regina della Scala (1936), a cui seguì due anni dopo un ruolo da protagonista in Stella del mare, che lo lanciò anche come interprete di canzoni.
Nel dopoguerra diradò gli impegni, ma rimase comunque sulla breccia ancora a lungo, tanto che il 16 aprile 1955 si decise a debuttare in Otello a Livorno. Si ritirò definitivamente dalle scene nel 1957 eseguendo, sempre nella sua città, Tosca e Pagliacci.
Morì nella sua casa di Livorno una settimana dopo aver festeggiato il novantesimo compleanno.
Fotografia autografa del celebre tenore datata 1959
Ottimo stato
Fotografia; 14,6x12,5 cm -
Lotto 99 Alvinio Misciano (Narni 1915 – Milano 1997)
Dopo aver studiato a Roma all'Accademia nazionale di Santa Cecilia con Gino Scolari e alla Scuola dell'Opera con Mario Basiola, debuttò nel 1945 nella Fanciulla del West di Giacomo Puccini al Teatro dell'Opera di Roma. Aggregatosi a una compagnia italiana, fece esperienza all'estero toccando il Sudafrica e l'Australia rientrando in Italia nei primi anni cinquanta .
Nel 1956 interpretò Mephisto alla Scala ne L'angelo di fuoco di Prokofiev e nel 1957 il Padre Confessore nei Dialoghi delle Carmelitane di Francis Poulenc. Nel 1958 si esibì a Chicago, a Londra e alla Piccola Scala di Milano nel ruolo di Fadinard ne Il cappello di paglia di Firenze che Nino Rota adattò da omonima farsa di Eugène Labiche [1].
Il decennio successivo fu quello più attivo per Alvinio Misciano. Dopo aver cantato a Genova, Brescia, Spoleto, Atene e Firenze, fu scritturato presso il Théâtre des Champs-Élysées a Parigi per interpretare l'Opera di Aran composta da Gilbert Bécaud sulla base della sceneggiatura del film L'uomo di Aran di Robert J. Flaherty. Interprete preferito da Strehler per le sue regie liriche, fu attivo in un ampio repertorio di opere, soprattutto del periodo settecentesco
Negli stessi anni sessanta conobbe un giovane e ancora sconosciuto Luciano Pavarotti che lo ha sempre considerato il suo maestro. Oltre a esibirsi nei più prestigiosi teatri del mondo, partecipò a molte riduzioni televisive di opere liriche fino al 1977, quando improvvisamente decise di ritirarsi dopo la perdita della madre, che in trent'anni di carriera lo aveva sempre seguito .
La sua unica figlia, Maria Cristina, sposò il conduttore Cino Tortorella (che allo Zecchino d'Oro lanciò alcuni personaggi dello spettacolo, come Cristina D'Avena e Topo Gigio). Nel 1997, in un periodo di depressione, morì precipitando dalla finestra del quarto piano della sua casa di Milano[2].
Nel 2013 è stata celebrata una commemorazione in suo onore promossa dall'Associazione "Repubblica di Narni" per i 60 anni trascorsi dall'ultima recita che fece nel Teatro Comunale di Narni, Tosca e Bohème di Giacomo Puccini.
Sempre nel 2013 Marco Piantoni biografo storico del Tenore, ha scritto un libro biografico in onore del Maestro Alvinio Misciano.
Nel 2014, in suo onore, a Narni viene organizzata la prima edizione del "Festival Alvinio Misciano", manifestazione promossa dall'Associazione “Talenti d'Arte” in collaborazione con la Associazione “Repubblica di Narni”, Associazione Musicanimus e il Comune di Narni: l'evento si articola in tre concerti (sabato 5 aprile e sabato 31 maggio al Teatro comunale “Giuseppe Manini” e il 29 giugno all'Auditorium San Domenico) eseguiti dall'Orchestra “Talenti d'Arte” (venticinque professionisti con esperienze pluriennali in formazioni orchestrali e solistiche) diretta dal maestro Marco Gatti.
Fotografia autografa del celebre tenore
Ottimo stato
Fotografia; 17,6x11,5 cm -
Lotto 100 Giorgio Casellato Lamberti ( Adria 1938)
È cresciuto a Bolzano e si è formato al conservatorio locale. Nel 1964 fece il suo debutto a Roma come Arrigo nell'opera I vespri siciliani di Verdi.
Ha avuto particolare successo quando ha sostituito Franco Corelli all'Arena di Verona nel 1970 come Don José nell'opera Carmen di Bizet. La sua carriera lo ha portato nei teatri d'opera di Chicago, Baltimora e Cairo, al Teatro alla Scala di Milano, all'Opera di Stato di Vienna, all'Opera di Stato Bavarese di Monaco e alla Deutsche Oper di Berlino.
Nel 1996 ha concluso la sua carriera con una performance di Samson et Dalila di Saint-Saëns all'Opera di Zurigo.
Fotografia con firma autografa delcelebre tenore ne in Madama Butterfly nel teatro S. Carlo
Ottimo stato
Fotografia; 17,9x12 cm -
Lotto 101 Gastone Limarilli (Nervesa della Battaglia 1927 – Caerano di San Marco 1998)
Studiò a Pesaro con il maestro Arturo Melocchi, al quale era stato mandato da Mario Del Monaco, suo primo insegnante e a sua volta allievo del maestro Melocchi. Il debutto fu nel 1955 al "Teatro Nuovo" di Milano come Canio in Pagliacci, cui seguirono il debutto all'Opera di Vienna nel 1958 e il precoce esordio al Teatro alla Scala il 23 dicembre 1959 in Fedra di Ildebrando Pizzetti. Si esibì sui principali palcoscenici italiani e in alcuni prestigiosi teatri internazionali, tra cui il Covent Garden di Londra, la Staatsoper di Vienna e il Teatro dell'Opera di Montecarlo. Importante fu anche la frequente presenza nelle arene estive, come l'Arena di Verona, lo Sferisterio di Macerata e le Terme di Caracalla, per le quali la voce era particolarmente adatta. Il repertorio comprendeva circa cinquanta titoli, con prevalenza di quelli verdiani (compreso il primo Verdi) e pucciniani, per i quali è maggiormente noto. Interpretò anche il repertorio dell'opera contemporanea, oltre a Pizzetti di compositori come Franco Alfano ed Ennio Porrino. Era dotato di voce limpida e timbrata di tenore lirico spinto, con grande facilità e squillo, soprattutto nel registro acuto. Dopo il ritiro dalle scene si dedicò all'insegnamento. Affetto da malattia invalidante, morì suicida. Ritratto fotografico del tenore con dedica autografa
Ottimo stato
Fotografia; 17,7x14,7 cm -
Lotto 102 Umberto Borsò (La Spezia 1923 – Roma 2018)
Segue il debutto con Manon Lescaut di Giacomo Puccini a Torino (18 settembre 1953), poi con Tosca al Gran Teatro La Fenice di Venezia con Maria Caniglia e Tito Gobbi. Nel 1953 e 1954 si esibisce nel ruolo di aio nella prima assoluta di Medea di Pietro Canonica diretto da Ottavio Ziino con Maria Pedrini al Teatro dell'Opera di Roma il 12 maggio 1953 ed al Teatro Massimo di Palermo. L'esordio decisivo è l'8 maggio del 1956 quando sostituisce Mario Del Monaco in Andrea Chénier con Renata Tebaldi.
La stampa riporta: Non sapremmo pensare un canto migliore, specialmente nella chiusa della “Mamma morta” che le ha procurato battimani, fiori e un bis..[…] Successo pieno, con oltre quaranta chiamate. (Il Messaggero – 19 maggio 1956)
Una serata importante, che segnerà la sua affermazione internazionale: la coppia Borsò – Tebaldi ripeterà l’Andrea Chénier varie volte anche in America (Miami 1961), e si esibisce in Manon Lescaut (Barcellona 1959), in Adriana Lecouvreur (L'Havana 1959) e Aida.
L'Aida con Renata Tebaldi al Liceu di Barcellona (dicembre 1956) ebbe risvolti nella storia della lirica: in teatro un giovane rimase impressionato dall'interpretazione della coppia Borsò - Tebaldi, e capì che un giorno avrebbe calcato il palcoscenico. Quel giovane era José Carreras.
Oltre che nei principali teatri italiani, riscontra un successo immediato in vari teatri degli Stati Uniti USA (Boston, Filadelfia, Hartford, Miami, New Orleans, Pittsburg) debuttando al Metropolitan con La Gioconda il 16 aprile del 1962. Le esibizioni in Sudamerica lo portano dal Mexico (Mexico City, Monterrey, Guadalajara), in Cile ove culminano nella rappresentazione di Otello a Santiago nel 1969 con Ramón Vinay nel ruolo di Jago.
In Europa è per vari anni il tenore più richiesto dal Gaiety di Dublino, e canta a Londra (Covent Garden), in vari teatri in Germania (Augsburg, Amburgo, Mannheim, Colonia), a Vienna, al Liceu di Barcellona, a Malaga e Valencia. In Australia riscuote i maggiori successi concessi a cantanti europei (Sydney, Melbourne, Canberra negli anni 1955, 1970, 1972), attestati dal critico australiano John Cargher.
Oltre che in Giappone (Tokyo e Kyoto) e al Bolshoi di Mosca si esibisce fino agli anni 1980 nei maggiori teatri della ex Jugoslavia. Il compositore Stjepan Šulek scrive Oluja (La Tempesta) per Borsò che la inaugura cantando in croato a Zagabria nel novembre del 1969.
Il tardo esordio al Teatro alla Scala di Milano (marzo 1963 con Il trovatore) ed al Comunale di Firenze (come Mario in Tosca, con Magda Olivero e Ettore Bastianini, gennaio 1965) è il segnale di una “strada in salita” che caratterizza il difficile rapporto dell'artista con l'establishment dell'Opera lirica italiana nonostante la luminosa carriera intrapresa dal tenore nei maggiori teatri d'Italia e del mondo. Basti ricordare che proprio a Firenze il successo è tale che il pubblico pretende il bis di Lucevan le stelle, contro il veto dei bis imposto dalle regole del teatro. L'ultimo era stato concesso nel 1948 da Beniamino Gigli.[5]
È stato nominato uno dei più notevoli interpreti di Otello, nel quale ha debuttato a fiume il 6 novembre 1954, esibendosi in seguito in 39 recite a Fermo, Malaga, Adria, Asti, Santiago del Cile (settembre 1969) e in Australia (Sydney, Melbourne, Adelaide, Canberra).
Ha cantato insieme ai più grandi interpreti (Renata Tebaldi, Magda Olivero, Maria Caniglia, Marcella Pobbe, Gertrude Grob-Prandl (Turandot), Montserrat Caballé, Birgit Nilsson, Tito Gobbi, Giangiacomo Guelfi (Aida, Fenice di Venezia), sotto la direzione di dirigenti come Napoleone Annovazzi, Arturo Basile, Oliviero De Fabritiis, Gianandrea Gavazzeni, Franco Patané, Tullio Serafin, e con registi come Luchino Visconti (Trovatore, 25.9.1963, Mosca).
Fotografia autografa del celebre tenore
Ottimo stato
Fotografia; 18,2X13 cm -
Lotto 103 Guido Agnoletti (?)
Dopo alcuni anni di carriera nell'operetta, provò a cantare arie d'opera e nel 1919 fece il debutto operistico al Teatro Nazionale di Roma in Traviata.
Un anno dopo preferì tornare a cantare l'operetta, tornando infine all'opera, soprattutto come comprimario per l'EIAR.
Il suo repertorio operistico comprendeva: Alfredo, Loris, Duca, Prunier, Parpignol, Shuisky, Fool, Desiré, Rouvel, Danieli, Famiglio (Madonna Imperia di Alfano), Dauro (La corsaresca di La Rotella), Gastone, Pinkerton, Gherardo, Cogiro (Namiko-san di Franchetti), ...
Cartolina autografata dal celebre artista e datata 25/11/24
Ottimo stato
Cartolina fotografica -
Lotto 104 Gianni Raimondi (Bologna 1923 – Pianoro 2008)
Studiò canto a Mantova con Gennaro Barra-Caracciolo e a Bologna con Antonio Melandri, debuttando a Budrio il 10 settembre 1947 come Duca di Mantova in Rigoletto. L'anno successivo interpretò Ernesto in Don Pasquale al Teatro Comunale di Bologna.
Cantò successivamente in molti teatri italiani e stranieri, tra cui il Covent Garden e l'Operà di Parigi e nel 1954 fu scelto per le prime mondiali di Il contrabbasso di Valentino Bucchi al Teatro della Pergola di Firenze e di Resurrezione e vita (Ego sum resurrectio et vita) di Virgilio Mortari al Teatro Verdi dell'Isola di San Giorgio Maggiore per il Teatro La Fenice di Venezia.
La prima grande affermazione coincise con il debutto alla Scala nel 1956, ne La traviata accanto a Maria Callas, nella storica edizione con la regia di Luchino Visconti. Sempre alla Scala, accanto alla "Divina", fu Edgardo in Lucia di Lammermoor e Percy nella celebre ripresa di Anna Bolena nel 1957. Seguirono, per quasi un ventennio, innumerevoli apparizioni nel teatro milanese, in particolare in diverse altre importanti riprese di opere desuete, come Mosè, Semiramide, Lucrezia Borgia, I vespri siciliani. Una citazione a parte merita il suo Rodolfo de La bohème, di cui rimane storica l'edizione del 1963 con la direzione di Herbert Von Karajan. Cantò in 270 recite alla Scala fino al 1975.
Altri debutti importanti furono negli Stati Uniti (San Francisco) e a Vienna nel 1957 (alla Staatsoper ritornerà regolarmente fino al 77), a Buenos Aires nel 59 e al Metropolitan nel 65, accanto alla pure debuttante nel teatro newyorkese Mirella Freni.
Non ebbe una grande fortuna discografica. La sua testimonianza più nota è probabilmente la versione filmata della già citata Bohème diretta da Karajan, con la regia di Franco Zeffirelli, rappresentata alla Scala e poi a Vienna. Nel 1990 gli fu conferito il "Premio Caruso".
fotografia dal celebre artista e datata 1954
Ottimo stato
Fotografia; 18X12,3 cm -
Lotto 105 Giacinto Prandelli (Lumezzane 1914 – Milano 2010)
Studiò con Grandini a Brescia e Fornarini a Roma, debuttando nel 1940 ne Il Mito di Caino di Franco Margola al Teatro Donizetti di Bergamo, dove ritornò due anni dopo ne La bohème.
Seguirono l'esordio al Teatro dell'Opera di Roma in Traviata nel 1943 e apparizioni a Firenze, Bologna, Genova, Palermo. Nel 1948 cantò alla Scala nel concerto commemorativo di Arrigo Boito, diretto da Arturo Toscanini, eseguendo una selezione di Mefistofele e la Nona sinfonia di Beethoven. Sempre alla Scala, nel 1950, ancora con Toscanini, apparve nella Messa di requiem di Verdi e nel 1951 ne La traviata, con Renata Tebaldi e la direzione di Victor De Sabata.
Dagli anni cinquanta iniziò la carriera internazionale apparendo a Lisbona, Barcellona, Monte Carlo, Buenos Aires. Del 1951 fu il debutto al Metropolitan di New York, seguito dalla San Francisco Opera nel 54 e dalla Lyric Opera di Chicago nel 56.
Si distinse come tenore lirico nel repertorio italiano (Edgardo, Duca di Mantova, Alfredo, Rodolfo, Pinkerton, Faust) e francese (Werther, Des Grieux, Faust), con puntate nel campo del lirico spinto (Manon Lescaut, La Gioconda, Adriana Lecouvreur). Affrontò inoltre il repertorio moderno di autori come Wolf Ferrari, Alfano, Menotti, Respighi.
Nel 1976 diede l'addio alle scene volendosi esibire una volta a Brescia, sua città capoluogo, dove interpretò Francesca da Rimini al Teatro Grande.
fotografia dal celebre tenore, datata Bologna 1955
Ottimo stato
Fotografia; 17,9x13,1 cm -
Lotto 106 Franco Corelli, nome d'arte di Dario Corelli (Ancona 1921 – Milano 2003)
Fotografia raffigurante il tenore Franco Corelli , con firma autografa estesa del cantante. Datata 1955
Ottimo stato
Fotografia; 14,9x10,5 cm -
Lotto 107 Carlo Bergonzi (Vidalenzo di Polesine Parmense 1924 – Milano 2014)
La voce chiara e con inflessioni brunite nel medium, di volume buono, ma non debordante, e sorretta da un'eccellente preparazione tecnica, forse la più raffinata del periodo in ambito tenorile, oltre alla dizione estremamente nitida, solo a tratti inficiata da una "esse" strascicata di origine emiliana, e al senso del fraseggio, gli hanno permesso di imporsi al pubblico e alla critica, pur non provvisto di doti naturali propriamente eccezionali. Anche se l'estensione, nel momento di miglior forma vocale, fosse ragguardevole, coprendo la gamma dal LA sotto il rigo fino al RE bemolle sopracuto
fotografia dal celebre tenore, datata 24/2/1952
Ottimo stato
Fotografia; 17x11,5 cm -
Lotto 108 Sergei Yakovlevich Lemeshev (Russo Серге́й Я́ковлевич Ле́мешев; 1902 – 1977)
Lemeshev è nato in una famiglia di contadini e suo padre voleva che diventasse un calzolaio. Nel 1914, lasciò una scuola parrocchiale e fu mandato a fare l'apprendista calzolaio a San Pietroburgo. Nel 1917, si diplomò a Tver, dove ricevette una formazione vocale. Iniziò prima in un club operaio locale e poi si trasferì a Mosca.
Tra il 1921 e il 1925, studia al Conservatorio di Mosca con Nazari Raisky. Nel 1924, cantò nello studio d'opera di Konstantin Stanislavsky. Dal 1926 al 1931, cantò nei teatri di Sverdlovsk, Harbin e Tbilisi.
Nel 1931 Lemeshev fu invitato al Teatro Bolshoi, debuttò e alla fine divenne il solista del teatro. Il suo tenore lirico dal timbro insolitamente morbido e leggero gli portò quasi subito amore e popolarità tra gli ammiratori dell'arte operistica. Tuttavia, Lemeshev era un grande lavoratore e lavorò duramente per sviluppare ogni suo ruolo operistico. Le sue qualità vocali e artistiche, evidenti ad ogni ascoltatore, sono la bellezza del timbro, la musicalità, la semplicità della produzione vocale, l'espressività, la dizione molto chiara e l'incredibile pianissimo. I migliori anni della sua carriera operistica furono dal 1931 al 1942. Fu anche un eccezionale cantante da concerto e un brillante interprete di canzoni popolari tradizionali russe. Nel 1938, divenne il primo artista a cantare tutte le 100 romanze di Tchaikovsky in 5 concerti. Le canzoni popolari trasmesse alla radio suggellarono ulteriormente la sua statura di cantante veramente nazionale.
fotografia dal famoso tenore
Ottimo stato
Fotografia; 14x9 cm