ASTA 94 - GRANDI CANTANTI D'OPERA: LA COLLEZIONE LA GUARDIA DI FOTOGRAFIE CON AUTOGRAFO (1890 – ‘2000)
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Lotto 109 Dimitri Alexeyevich Smirnoff (Smirnov) (Russian: Дмитрий Алексеевич Смирнов, 1882 – 1944)
Moscovita, Smirnoff fu allievo di Emiliya Pavlovskaya e Alexander Dodonov. Fece il suo debutto a San Pietroburgo nel 1903 come Gigi in La Camorra di Eugenio Domenico Esposito. La sede era il Teatro dell'Ermitage. Nel 1904, Smirnoff divenne un membro della compagnia del Bolshoi a Mosca, cantando lì fino al 1910. Poi cantò al Teatro Mariinsky, San Pietroburgo, dal 1911 al 1917.
Smirnoff fece il suo debutto francese all'Opéra di Parigi nel 1907. Le sue performance parigine di successo portarono ad un invito per lui ad apparire al Metropolitan Opera, dove cantò nel 1911-12. La concorrenza dei celebri tenori internazionali Enrico Caruso e John McCormack, che cantavano anch'essi al Met a quel tempo, portò Smirnoff a raggiungere un successo limitato con il pubblico di New York. Nel 1914, si esibì nelle "Stagioni russe" al Theatre Royal, Drury Lane di Londra. Non canterà più negli Stati Uniti, tranne che per due rappresentazioni de La regina di picche di Tchaikovsky con la Washington National Opera - una compagnia semi-professionale non legata al suo nome attuale - nel 1926.
Il tenore lasciò la sua terra natale dopo la rivoluzione russa del 1917, preferendo continuare la sua carriera in Occidente. Tra le città che visitò ci furono Berlino, Monte Carlo, Milano, Roma, Madrid e Buenos Aires. Nel 1929 tornò in Unione Sovietica per un tour di concerti. Smirnoff divenne cittadino della Repubblica Estone il 4 febbraio 1932, e prese parte attiva come solista nel teatro d'opera "Estonia". Insegnò canto a Londra e Atene e più tardi si ritirò a Riga, dove morì nel 1944, a 61 anni.
Smirnoff era ugualmente a suo agio nell'eseguire ruoli lirici nell'opera russa, francese o italiana. La sua voce aveva un tono lamentoso con note alte facili, un grande controllo del respiro e un vibrato caratteristico. I principali rivali tenorili di Smirnoff a Mosca e San Pietroburgo prima della rivoluzione del 1917 erano stati Leonid Sobinov (1871-1934) e Ivan Yershov (1867-1943). Yershov intraprese parti eroiche come Siegfried e Otello che Smirnov non tentò mai, ma il repertorio di Sobinov era simile a quello di Smirnoff.
Cartolina autografata dal famoso tenore
Ottimo stato
Cartolina fotografica -
Lotto 110 Lina Pasini Vitale (Roma 1872 – ivi 1959)
Sorella di Camilla Pasini, studiò a Roma prima di debuttare al Teatro Dal Verme di Milano in La tilda'' Cilea. Ottenne i primi successi al Teatro alla Scala di Milano, a Roma, e a Torino cantando Iris e L'amico Fritz di Mascagni. Cantò anche nei ruoli Micaëla in Carmen, Mimì ne La bohème e Gretel . Nel 1897 sposò il direttore d'orchestra Edoardo Vitale . A partire dal 1914 divenne nota per la sua esibizione nelle opere di Richard Wagner, creando Kundry a Buenos Aires per la prima sudamericana di Parsifal nel 1914. Nel 1926 cantò nel ruolo di Brünnhilde a Roma. Nel 1928 interpretò Kundry a Napoli, e in seguito si ritirò dalle scene. Registrò numerosi brani di varie opere durante la sua carriera. Un'altra sorella, Enrica Pasini, ebbe una breve carriera come mezzosoprano. Il figlio di Lina Pasini, Riccardo Vitale, divenne direttore del Teatro dell'Opera di Roma dagli anni '40 agli anni '70. Ritratto fotografico della soprano con dedica autografa alla collega e amica Tina Poli Randaccio.
Ottimo stato
Cartolina fotografica -
Lotto 111 Renzo Minolfi (Palermo 1877 - Milano 1943)
Debuttò nel 1900 al Teatro Nuovo di Napoli nella Lucia di Lammermoor. Dopo il ritiro fondò a Milano una grande agenzia teatrale diventando un abilissimo agente. Ritratto autografo dell’artista datato Milano 16 ottobre 1921.
Buono stato
Fotografia; 10,5x15,5 cm -
Lotto 112 Mariano Stabile (Palermo 1888 – Milano 1968)
Studiò al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, sotto la guida di Antonio Cotogni, ed esordì nel 1909 nella sua città natale nella Bohème e nell'Aida. Negli anni successivi si esibì sia in Italia sia all'estero ma il grande successo giunse nel 1921 quando Arturo Toscanini lo chiamò alla Scala di Milano per interpretare il ruolo di protagonista del Falstaff verdiano (opera che aveva già interpretato nel 1918 a Buenos Aires, ma nel ruolo di Ford). Proprio Falstaff diventò il suo cavallo di battaglia, impersonato circa 1 200 volte nei teatri di tutta Europa. Il periodo tra le due guerre fu quello di massimo splendore per il baritono siciliano. Tra le sue interpretazioni dell'epoca va anche citata la prima del Belfagor di Respighi, nella stagione 1923 alla Scala. Abbandonò le scene nel 1959 e negli ultimi anni si dedicò all'insegnamento tenendo un corso presso il conservatorio di Pesaro. Ritratto fotografico del celebre baritono con dedica autografa a Tina Poli Randaccio.
Ottimo stato
Fotografia; 17x23 cm -
Lotto 113 Juanita Caracciolo Armani (Ravenna 1888 - Milano 1924)
Si è formata al Conservatorio di Milano con Clelia Sangiorgi. Debutta nel 1908 al Teatro Politeama di Genova come Nedda in "Pagliacci" e vi canta anche in "Le Maschere" di Mascagni. Nel 1911 sposò il direttore d'orchestra Giacomo Armani. Dopo essere apparsa per dodici anni nei teatri provinciali italiani, ebbe nel 1920 un successo sensazionale quando cantò in "Manon Lescaut" di Puccini al Teatro Costanzi di Roma. Lo stesso anno ebbe un altro successo in "Madama Butterfly" come Cio-Cio San, poi come Margherita in "Mefistofele" di Boito e nella prima dell'opera "La via delle finestre" di R. Zandonai. Nel 1919 fu ospite al Teatro Massimo di Palermo, nel 1920 al Teatro Comunale di Bologna (come Manon Lescaut di Puccini) e al Teatro Verdi di Pisa (qui nel ruolo del titolo de "La Wally" di Catalani). Nel 1920 apparve al Teatro Colón di Buenos Aires e al Teatro dell'Opera di Rio de Janeiro come Butterfly e come Octavian nel ''Rosenkavalier'', poi anche al Teatro Real di Madrid. Nel 1922 venne alla Scala di Milano; qui debuttò come Eva in "Die Meistersinger von Nurnberg" di Wagner. Alla Scala cantò anche come Manon in ''Manon Lescaut'' di Puccini, e come Louise nell'opera omonima di Charpentier. Nell'autunno del 1923 si ammalò dopo la nascita di un bambino e morì l'anno successivo all'età di 36 anni. Ritratto fotografico con dedica autografa alla collega e amica Tina Poli Randaccio.
Ottimo stato
Fotografia; 17,5x23 cm -
Lotto 114 Tito Schipa, nato Attilio Amedeo Schipa (Lecce 1888 – New York 1965)
Dopo una lunga routine di formazione nella compagnia operistica di Giuseppe Borboni, trionfò a Napoli nella stagione del 1914 diretta da Leopoldo Mugnone, dove con una Tosca leggendaria il nome d'arte "Tito Schipa" si impose definitivamente alle cronache artistiche e mondane. Con una Manon del 14 gennaio 1918 al Real di Madrid anche il primo trionfo all'estero fu assicurato. Nel 1919 approdò negli Stati Uniti, invitato dal soprano scozzese Mary Garden e dall'impresario Cleofonte Campanini, che insieme gestivano la Civic Opera di Chicago. Qui sposò la soubrette francese Antoinette Michel d'Ogoy, conosciuta a Montecarlo il 27 marzo 1917 in occasione della prima esecuzione assoluta de La rondine di Giacomo Puccini, dove interpretò il personaggio di Ruggero. Da lei avrà due figlie, Elena e Liana. Il 4 dicembre 1919 Schipa debuttò trionfalmente a Chicago con Rigoletto sotto la direzione di Gino Marinuzzi. Fu un trionfo e l'inizio di una permanenza negli Stati Uniti durata oltre quindici anni concessi al pubblico statunitense, curioso di misurare la sua grandezza con quella dell'indimenticabile Caruso. Nell'ottobre del 1932 lasciò Chicago, prendendo il posto di Beniamino Gigli al Metropolitan Opera di New York. Nel 1935 prese parte a Werther a San Francisco. Ma gli effetti della Grande depressione, l'irreparabile crisi con la moglie e la nostalgia per la patria, mai dimenticata, riportarono Schipa in Italia. Dopo una carriera lunga quasi mezzo secolo, negli anni cinquanta Schipa cominciò ad apparire sulle scene sempre più di rado. Il 14 aprile 1955 dette l'addio al palcoscenico con l'Elisir d'amore al Teatro Petruzzelli di Bari, a cui faranno seguito le tournée in Unione Sovietica, nella Repubblica popolare ungherese e negli Stati Uniti.
Ottimo stato; piccolo restauro sul lato destro
Fotografia; 17,6x24 cm -
Lotto 115 Renato Zanelli, nato Zanelli-Morales (Valparaiso 1892 – Santiago del Cile 1935)
Nato in Cile da padre italiano e madre cilena, studiò tra Svizzera e Italia. Tornato in patria per lavorare nella fabbrica di salnitro del padre, venne notato durante una festa dal tenore italiano Angelo Querzé, che lo formò per tre anni come baritono. Con questo registro vocale debuttò in patria nel settembre 1916 come Valentin in Faust. L'anno seguente cantò a Montevideo come Tonio in Pagliacci e come Conte di Luna ne Il trovatore, ruoli che ricoprì nel settembre dello stesso anno anche a Santiago. Nel 1918 si recò a New York, ove un amico del suo maestro, il basso spagnolo Andrés Perelló de Segurola, gli organizzò un'audizione presso il general manager del Metropolitan Opera House, Giulio Gatti Casazza. L'audizione fu un successo, cosicché egli debuttò al Met nel 1919, rimanendo nella metropoli statunitense sino al 1923. Successivamente si recò in Italia per continuare gli studi con Dante Lari e Fernando Tanara passando al registro di tenore. Nella nuova veste debuttò al San Carlo di Napoli come Raoul ne Gli Ugonotti, proseguendo la carriera tra Italia e Sudamerica. Interpretò a Torino per la prima volta l'Otello verdiano nel 1926, ruolo con cui debuttò poi alla Royal Opera House di Londra e che gli diede maggiormente notorietà. Il 29 aprile 1930 cantò nella prima de Lo straniero di Ildebrando Pizzetti al Teatro dell'Opera di Roma. Ritratto fotografico del baritono con dedica autografa a Ruggero Randaccio, datata Napoli, aprile 1928.
Ottimo stato
Fotografia; 17,5x23,5 cm -
Lotto 116 Bernardo De Muro (Tempio Pausania 1881 – Roma 1955)
Nella sua città natale aveva preso lezioni dal flautista e direttore di banda Giuseppe Rachel. In seguito, trasferitosi a Roma, all'età di vent'anni iniziò a studiare al Conservatorio Santa Cecilia come baritono. Passò successivamente al registro di tenore sotto la guida di Giovanni Sbriscia, si perfezionò dal 1905 sotto la guida di A. Martino, ed esordì nel 1910 al Teatro Costanzi di Roma (oggi Teatro dell'Opera di Roma) nella Cavalleria rusticana di Mascagni. Giunse al Teatro alla Scala già dalla stagione 1911-12 e debuttò il 20 gennaio 1912 come protagonista nella prima italiana di Isabeau di Mascagni, sotto la direzione di Tullio Serafin. Si affermò successivamente nei maggiori teatri italiani ed esteri, soprattutto spagnoli e sudamericani. Il 2 novembre 1927 a Cristóbal (Panama), sposò la cantante Elena Wait Graham, dalla quale ebbe la figlia Joanna Elena. L'usura della voce lo condusse a un precoce ritiro dalle scene italiane nel 1938, quando diede l'addio cantando ancora una volta Isabeau alle Terme di Caracalla sotto la direzione di Mascagni. Nel 1944 si trasferì definitivamente negli Stati Uniti, dove si era stabilito. Il suo nome si legò soprattutto al repertorio verista: si distinse in opere quali La fanciulla del West di Puccini, Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, Andrea Chénier di Umberto Giordano, Il piccolo Marat e la già citata Isabeau di Mascagni, il cui ruolo di Folco è stato lungamente identificato con il suo nome. Ritratto del tenore in vesti di Don Carlos con dedica autografa all'amica Tina Poli Randaccio, datata Milano 21 febbraio 1913.
Ottimo stato
Fotografia; 23x30,5 cm -
Lotto 117 Giuseppe Borgatti (Cento 1871 – Reno di Leggiuno 1950)
Nasce a Cento il 17 marzo 1871. Grazie all'aiuto del marchese Plattis, suocero della scrittrice Maria Majocchi in arte Jolanda, (1864-1917), studiò al Liceo Musicale di Bologna ed esordì in Faust a Castelfranco Veneto nel 1892. Nel 1894 interpretò Manon Lescaut a Venezia, Lohengrin al Teatro Dal Verme di Milano e cantò nella première nel Teatro Regio di Torino I dispetti amorosi di Gaetano Luporini. Nel 1896 fu il primo protagonista di Andrea Chénier al Teatro alla Scala, ottenendo un trionfo, dopo di che si esibì con Lohengrin e con La Gioconda al Teatro Real di Madrid nel 1895 e a San Pietroburgo nel 1895-1896. Ebbe successo al Cairo nel 1897 interpretando Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, Carmen di Bizet e Proserpina di Camille Saint-Saëns, diretta dall'autore. A Buenos Aires nel 1898 interpretò neel'opera Mefistofele di Arrigo Boito. Nel 1899 canta nella première nel Teatro Argentina di Roma di Il trillo del diavolo di Stanislao Falchi. Al Teatro Costanzi di Roma nel 1899 è Rodolfo ne La bohème. Nel 1902 è a Osaka in Iris di Pietro Mascagni. Nel 1911 canta Sigfrido. Al Teatro alla Scala nel 1900 cantò nella prima rappresentazione di Tosca. Successivamente interpreta Anton di Cesare Galeotti e poi Tristano e Isotta, entrambe dirette da Arturo Toscanini. In seguito si affermò nel repertorio wagneriano in Europa e in America, ricevendo grandi riconoscimenti a Berlino nel 1904. Divenne uno dei migliori interpreti wagneriani di sempre. Cantò Lohengrin e I maestri cantori di Norimberga al Teatro Colón di Buenos Aires nel 1897, Sigfrido al Teatro alla Scala nel 1899, Tannhäuser al Teatro Colón nel 1901, Tristano e Isotta alla Scala nel 1901, L'oro del Reno, in prima esecuzione italiana, nel 1903, Il crepuscolo degli dei al Teatro Comunale di Bologna nel 1909 e infine Parsifal, in prima esecuzione integrale, nel 1914. Nel 1904 era invitato al Festival di Bayreuth, primo cantante di origini latine ad avere questo onore. Nel 1905 cantò nella ripresa nel Teatro Regio (Torino) di Sigfrido diretto da Toscanini. Nel 1906 è stato il primo interprete in Italia della Salomè di Richard Strauss a Torino e nel 1910 il primo a cantare Semirama di Ottorino Respighi a Bologna. Nel Teatro San Carlo di Napoli nel 1907 canta nelle prime rappresentazioni di Tristano e Isotta e nel 1912, L'oro del Reno. Nel 1909 canta nella prima rappresentazione nel Teatro Regio di Parma di "Sigfrido". Ritratto fotografico del tenore in vesti teatrali con dedica autografa a Tina Poli Randaccio, datata Milano 8 dicembre 1929.
Ottimo stato
Fotografia; 22,3x29,5 cm -
Lotto 118 Carlo Galeffi (Malamocco 1884 – Roma 1961)
La grande occasione gli si presentò al Teatro Adriano di Roma nel 1907, quando sostituendo Pasquale Amato in Aida ottenne un grande successo. Cantò al Metropolitan di New York nel 1910, a Chicago nel periodo 1919-21 e in tutti i principali teatri europei e sudamericani. Debutta al Teatro alla Scala il 26 ottobre 1912 in Don Carlo iniziando un sodalizio con il teatro milanese che durò fino al 1940. Fu il primo Fanuel in Nerone di Arrigo Boito e il primo Manfredo ne L'amore dei tre re di Italo Montemezzi. Partecipò alle prime assolute di tre opere di Pietro Mascagni: Amica, Parisina e Isabeau. Fu anche il primo Amfortas italiano e il primo Gianni Schicchi europeo. Particolarmente noto per le sue interpretazioni di Rigoletto, Nabucco, Simon Boccanegra, Renato, Posa, Galeffi fu rinomato baritono verdiano. Celeberrimo Rigoletto di lui Franco Abbiati scrisse: "Qualcosa di tragico, di tragicamente scespiriano si impossessava di lui quando rivestiva i panni dello sciancato buffone del Duca di Mantova (...) Grande indimenticabile artista, non voce d'oro, ma di fuoco.". Voce straordinariamente ricca, estremamente personale e riconoscibile tra mille, valorizzata da una tecnica di fonazione perfetta, Lauri-Volpi la descriveva così: "Era impossibile, infatti, ascoltare una voce più rotonda e espansiva: si dilatava nella sala come se fosse composta di infiniti corpuscoli vibranti che avanzassero a ventaglio e invadessero l'atmosfera fino ad occuparla totalmente." "Voce verdiana per antonomasia: sferica, vellutata, patetica e, a un momento dato, insurrezionale e tonante, da dare l'impressione di una voce plurima. Per quanto pensi a quelle che oggi vanno per la maggiore, non una può compararsi alla voce monumentale di Galeffi." Nella lunghissima carriera, durata quasi mezzo secolo, interpretò una sessantina di ruoli affermandosi come baritono nobile e "aristocratico" dal timbro tendenzialmente chiaro, in contrapposizione all'affermarsi della scuola verista. Dal 1955 al 59 insegnò canto presso il conservatorio di musica di Ankara. Ritratto fotografico dell'artista in vesti teatrali con dedica autografa a Tina Poli Randaccio, datata Genova 6 novembre 1917.
Ottimo stato
Fotografia; 18,5x23,5 cm -
Lotto 119 Nell Rankin (Montgomery 1924 – New York 2005)
Studiò con Karin Branzell al Conservatorio di Birmingham e con Jeanne Lorraine a New York, dove debuttò in concerto alla Town Hall nel 1947, per poi esordire in campo operistico come Amneris a Brooklyn con la Salmaggi Opera Company, affiancando la sorella Ruth nel ruolo principale. Nel 1948 interpretò Ortrud all'Opernhaus di Zurigo, diventandone un membro fisso per i due anni successivi. Nel 1950 fu Amneris e Dalila a Basilea e vinse un concorso a Ginevra che le schiuse le porte dei maggiori teatri internazionali. A partire dal 1951 si esibì alla Scala (Aida, Messa di requiem, Les Troyens), alla Wiener Staatsoper, alla Royal Opera House di Londra (dove partecipò ad un concerto in occasione dell'incoronazione della Regina Elisabetta II) e in particolare al Metropolitan Opera, che fu per oltre un ventennio la sede principale della sua attività e dove apparve in 162 rappresentazioni. Dopo una lunga carriera, si ritirò dalle scene nel 1976 con una serie di recite de La Gioconda al Met. Ritratto fotografico della celebre mezzosoprano con dedica autografa.
Ottimo stato
Fotografia; 20,8x25,5 cm -
Lotto 120 Giuseppe Taccani (Milano 1885 – ivi 1959)
Studia a Milano con il grande baritono Lelio Casini e debutta nel 1904 al Sociale di Lecco in "Manon Lescaut". Nel 1905 apparve al Politeama Azeglio di Bologna come Milio in "Zaza". Poi fu ospite all'Avana. Ebbe una carriera di successo in Italia. Nel 1908 cantò al Teatro Regio di Torino e al Teatro San Carlo di Napoli. Nel 1906 apparve a Genova nella prima dell'opera ''Hermes'' di Attilio Parelli. Nel 1908 si esibì al Politeama Argentino di Buenos Aires, nel 1910 al Teatro Khevidiale del Cairo. Nella stagione 1908-1909 fece parte dell'ensemble della Manhattan Opera House di New York. Nel 1911 fece un'apparizione al Teatro Regio di Parma come Enzo ne ''La Gioconda'' di Ponchielli. Nel 1913 si esibisce al Teatro Costanzi di Roma nelle prime delle opere "L'Arabesca" di Domenico Monleone e "La Leggenda delle sette Torri" di Alberto Gasco. Nel 1923 apparve al Teatro San Carlo di Napoli nella prima dell'opera "Morenita" di Mario Persico. Nel 1930 fu ospite in Olanda; nel 1929 si esibì al Teatro San Carlo di Napoli nella prima dell'opera ''Don di Giovanni'' di Felice Lattuada. Nonostante il suo grande successo in tutti i maggiori palcoscenici d'Italia non cantò mai alla Scala di Milano. Solo nel 1931 vi cantò, alternandosi con Francesco Merli il ruolo di Radames nell'Aida di Vedi. Nella seconda parte della sua carriera apparve anche nel repertorio wagneriano (Tannhäuser, Siegfried). Già nel 1925 apparve al Teatro San Carlo di Napoli come Tannhäuser, nel 1933 a Venezia, al Teatro La Fenice come Sigfrido nel "Sigfrido" di Wagner. Ebbe una lunghissima carriera che terminò nel 1949 con una rappresentazione di ''Cavalleria Rusticana'' al Sociale di Savigliano. Dopo il ritiro ha aperto una scuola di canto. Ritratto del celebre tenore con dedica autografa ai coniugi Randaccio.
Ottimo stato
Fotografia; 21x34 cm