ASTA 88 - ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA. Con una sezione dedicata all’arte a Roma tra le due guerre.
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Lotto 133 EMANUELE CAVALLI
Lucera, 1904 - Firenze, 1981
Ritratto di Vera, Anni ‘40
Olio su tavola, 61 x 48 cm
Fima al retro: E. Cavalli
PUBBLICAZIONI ED ESPOSIZIONI: “I Maestri della Scuola Romana”, a cura di A. Statuti, Firenze, 2014, pp. 68-69.
Buone condizioni
Cornice, senza vetro -
Lotto 134 EMANUELE CAVALLI
Lucera, 1904 - Firenze, 1981
Nudo Disteso, 1942
Olio su tavola, 53 x 70 cm circa
PROVENIENZA: Collezione Stefanelli Torossi
PUBBLICAZIONI ED ESPOSIZIONI: “Da Carena a Sironi, pittura figurativa in Italia tra primo e secondo dopoguerra”, Galleria Ricerca d’Arte, Roma, 2005;
“Arte a Roma tra le due guerre: dal Ritorno all’Ordine alla Scuola Romana”, Arco Farnese, Roma, 1997-98.
Buone condizioni
Cornice, senza vetro, con passepartout -
Lotto 135 EMANUELE CAVALLI
Lucera, 1904 - Firenze, 1981
Natura morta con pera, Anni ‘60
Olio su tavola, 26,5 x 26 cm
Firma e dedica al retro: Emanuele Cavalli, “Ad Antonio Russo, con amicizia per augurio” Natale 71
Autentica su foto
Buone condizioni
Cornice, senza vetro, passepartout -
Lotto 136 EMANUELE CAVALLI
Lucera, 1904 - Firenze, 1981
Paesaggio lacustre
Olio su tavola, 43 x 57,5 cm
Firma in basso a destra: E. Cavalli
Timbro al retro della Galleria Russo & Russo, Fiuggi
Buone condizioni
Cornice, senza vetro, con passepartout -
Lotto 137 ERCOLE DREI
Faenza, 1886 - Roma, 1973
Natura morta
Olio su tavola, 38 x 51 cm
Firma in basso a sinistra: Drei
Discrete condizioni, craquelés sparso
Cornice, senza vetro -
Lotto 138 ERCOLE DREI
Faenza, 1886 - Roma, 1973
Studio per “Giuditta”, 1936 circa
Olio su tela, 82 x 60 cm
Firma in basso a destra: Drei
Studio della figura di Giuditta per il grande dipinto “Giuditta e Oloferne” conservato nella Pinacoteca Comunale di Faenza
PUBBLICAZIONI ED ESPOSIZIONI: “Ercole Drei 1886-1973. Trenta disegni inediti, pittura e scultura”, a cura di G. C. de Feo e D.M. Titonel, 27 febbraio - 30 aprile 2008, Nuova Galleria Campo dei Fiori, Roma, p. 40;
"Ercole Drei dalla Secessione al Classicismo del Novecento", Galleria Francesca Antonacci, Roma, 2005 (a piena pagina a colori);
"Ercole Drei Scultore", Faenza Palazzo del Podestá, University Press Bologna, 1986, p. 110 in b/n e p. 215;
"Gli Artisti di Villa Strohl Fern tra Simbolismo e Novecento", Roma, 1983.
PROVENIENZA: Collezione Fabio Benzi;
Collezione privata
Buone condizioni, piccolo restauro al retro
Cornice, senza vetro -
Lotto 139 FAUSTO PIRANDELLO
Roma, 1899 - 1975
Personaggi, 1931
Inchiostro color seppia su carta beige, 30 x 23 cm
Disegno di Fausto Pirandello, circa 1931
Losanti, 15 ottobre 1973
BIOGRAFIA: Figlio del celebre drammaturgo e di Maria Antonietta Portulano, inizia a interessarsi alla pittura nell'ambiente familiare (anche il padre e il fratello Stefano sono pittori dilettanti). Fausto intraprende gli studi classici , interrompendoli nel 1916 per la chiamata alle armi.
Dopo il 1918, dietro suggerimento del padre, frequenta per un certo periodo lo studio dello scultore Sigismondo Lipinski. Nel 1920 frequenta la scuola libera del nudo. Le prime opere note sono alcuni disegni realizzati intorno al 1920 in uno stile vagamente secessionista e alcune incisioni datate 1921, anno in cui inizia a frequentare Felice Carena, che segue anche ad Anticoli. I primi dipinti datati sono del 1923.
Esordisce nel 1925 alla III Biennale romana Nel 1926 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia. Nel momento in cui Pirandello si trasferisce a Parigi (1927) il suo carattere pittorico è già ampiamente formato. Sono comunque importanti i contatti con il gruppo degli italiani di Parigi (Severini, Tozzi, de Chirico, Savinio, Campigli, Paresce, Magnelli, De Pisis) e la conoscenza diretta delle opere di Cèzanne e dei Cubisti. Nel 1929 tiene la sua prima personale alla Galerie Vildrac di Parigi.
Nei primi mesi del 1931, dopo una sosta a Berlino e una mostra a Vienna (Galleria Bakum) Pirandello è di nuovo a Roma . Notevole, nel 1931, la personale alla Galleria di Roma, che inaugura una intensa stagione espositiva. Negli anni seguenti partecipa alle Sindacali romane (1932, 1936, 1937) alla Biennale di Venezia, alle Quadriennali.
Alla Quadriennale del 1935 ha una personale di 17 opere, che presenta in catalogo con uno scritto teorico. Dalla metà degli anni Trenta inizia il periodo più maturo di Pirandello, segnato da una forte drammaticità esistenziale e da una serie memorabile di opere, caratterizzata da una forte componente materica e da una originalissima impaginazione delle scene, che riflette la sua esperienza della avanguardie europee e il suo amore per gli antichi . Le sue principali mostre in questi anni si tengono alla III Quadriennale (1939), nell'ambito del Premio Pittsburgh (1939). Tra la fine degli anni Trenta e i primi Quaranta, Pirandello , con la sua forte vena realista e espressionista è certamente tra le voci più ascoltate nel panorama della giovane pittura italiana. Notevole, in questo contesto, la sua partecipazione all’attività di "Corrente".
Nel 1938 tiene una personale di disegni alla "Galleria della Cometa", presentato da Corrado Alvaro; nel 1942 espone alla Galleria di Roma e presso la galleria di Ettore Gian Ferrari a Milano, iniziando un rapporto di collaborazione che durerà per tutta la vita. Altra mostra importante è quella alla "Galleria del Secolo" di Roma nel 1944.
Dopo il 1945 anche Pirandello vive la difficile fase di travaglio che coinvolge tutta la pittura italiana, tra "realismo" e "neocubismo". La sua pittura va in cerca di una nuova definizione in cui si avverte molto forte il riferimento a una sintassi "cubista" nelle tassellature del colore e nelle composizioni in cui il dato narrativo perde via via importanza. Tra le occasioni espositive del dopoguerra possiamo ricordare la vasta antologica all'Ente Premi Roma nel 1951, la personale del '55 alla Catherine Viviano Gallery di New York e la personale alla "Nuova Pesa " di Roma nel 1968.
BIBLIOGRAFIA: "Fausto Pirandello 1899-1975", catalogo della mostra a cura di G. Appella e G. Giuffrè, Macerata 1990 (con bibliografia precedente);
C.Gian Ferrari, "Fausto Pirandello", Roma 1991;
Guttuso, "Pirandello, Ziveri, Realismo a Roma 1938-1943", catalogo della mostra a cura di F. D’Amico, apparati critici F.R. Morelli, Roma 1995;
"Fausto Pirandello", catalogo della mostra a cura di G. Gian Ferrari, testi di. M. Fagiolo, F. Matitti, F. Gualdoni, M. Quesada, Milano 1995.
Buone condizioni
Cornice, vetro e passepartout -
Lotto 140 FAUSTO PIRANDELLO
Roma, 1899 - 1975
Flauto solo, 1946 circa
Olio su tavola, 34,5 x 24,5 cm
Firma in basso a sinistra: Pirandello
Etichetta e timbro al retro della Galleria Gian Ferrari, Milano
Etichetta e timbro della Galleria del Secolo, Roma
Autentica su foto della Galleria Gian Ferrari, Milano, 1978
PUBBLICAZIONI ED ESPOSIZIONI: “Fausto Pirandello”, Catalogo generale a cura di Claudia Gian Ferrari, Electa, 2009, p. 150, n° 330;
“Maestri del Novecento”, 1997, p. 109;
“Pirandello alla Galleria del Secolo”, Galleria del Secolo, 9 - 28 febbraio 1947, Roma, n° 3.
Buone condizioni, leggero craquelé
Cornice, senza vetro -
Lotto 141 FERRUCCIO FERRAZZI
Roma, 1891 - 1978
Ritratto di bambina
Encausto, 32,5 x 24 x 3 cm
Firma in basso a destra: Ferrazzi
BIOGRAFIA: Suo padre, Stanislao, è uno scultore che lo inizia all’arte. Ferruccio è il fratello maggiore di altri tre figli: Riccardo (che diventerà pittore con il nome di Benvenuto, in ricordo del Cellini), Adele e Maria. Tra il 1904 e il 1905 frequenta lo studio di Francesco Bergamini, allievo di Michele Cammarano; mentre tra il 1906 e il 1908 si iscrive contemporaneamente alla scuola Libera del Nudo e a quella serale dell'Accademia di Francia. . Sorprende l'ambiente artistico romano esordendo nel 1907, a soli sedici anni, nella LXXVII Esposizione di Belle Arti, dove espone un Autoritratto in cui il colore è liberamente steso con la spatola. L'anno successivo vince la borsa di studio nell'Istituto Catel, che gli permette finalmente di dedicarsi completamente all'arte. Viene infatti posto sotto la tutela artistica di Max Roeder, paesaggista di ascendenze boeckliniane, che lo introduce nella colonia degli artisti tedeschi. Nel 1910 è ammesso alla IX Biennale di Venezia, dove la sua opera è collocata nella "Sala della gioventù" Nel 1911 la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma gli acquista il dipinto Focolare esposto nell'esposizione internazionale di Roma.. Finalmente alla fine dello stesso anno vince il Pensionato Artistico Nazionale . Agli inizi dell'anno nuovo è già a Parigi insieme al padre per studiare nei musei le rotazioni della luce negli antichi e moderni pittori, tra i quali innanzitutto Georges Seurat. . In questo periodo l'artista alterna così opere di ascendenza futurista (è amico di Filippo Tommaso Marinetti) ad altre di influenza cézanniana. . Sperimenta nuove ricette pittoriche e frequenta il Gabinetto delle Stampe. Egli inoltre appare ben inserito nel milieu artistico ed intellettuale della capitale: è molto amico di Federico Tozzi, militare a Roma, di Luigi Trifoglio, Roberto Melli, Giacomo Balla e Mario Broglio. Tra l'agosto 1915 e il febbraio 1916 si iscrive all'istituto di musica.
I risultati dei suoi sforzi si possono vedere già nel 1916 alla LXXXV Esposizione Società Amatori e Cultori di Belle Arti, dove allestisce personalmente la sala che gli viene assegnata come l'interno di un prisma, dove i quadri e i frammenti pittorici riportano delle sagome irregolari, sghembe, legate alle complesse concezioni prospettiche delle stesse opere. Mentre l'ambiente romano grida allo scandalo e gli viene tolto il Pensionato, il cui regolamento vieta di esporre, i coniugi Signorelli, mecenati di Armando Spadini, gli acquistano dei lavori, tra cui una scultura, Pietà. Ricava allora un nuovo studio dove già abita con tutta la famiglia, nell'area archeologica della Domus Aurea. Nel frattempo, Walter Minnich, medico svizzero appassionato collezionista d'arte ed in particolare degli espressionisti tedeschi (specialmente di Max Pechstein, suo amico), rimane molto colpito dalle opere di Ferrazzi agli Amatori e Cultori, al punto che ne acquista diverse. Inoltre lo invita a soggiornare nella casa di Montreux sulle rive del Lemano. Nel 1917 espone alla Kunsthaus di Zurigo (aprile 1917), leggendo nella ricca biblioteca di Minnich (tra gli altri Ferrero, Bergson). Tali letture si vanno ad unire a tante altre delle quali l'artista continuamente si nutre: Novalis, Eschilo, Sofocle, Peguy.
Ritornato a Roma tra maggio e settembre 1917, alla fine dell'anno è chiamato ad assolvere gli obblighi del servizio militare in Sardegna.. Nel 1919, ancora in parte coinvolto dalle suggestioni futuriste, espone nella Grande Esposizione Nazionale Futurista, che si tiene a Palazzo Cova di Milano (poi a Firenze, Genova e Mosca). Nel 1921 tiene la sua prima personale nella Casa d'Arte Italiana diretta da Enrico Prampolini e Mario Recchi di area futurista. Vi espone due olii su carta, acquerelli e disegni, molti realizzati in Svizzera e in Sardegna, che vengono criticati da Cipriano Efisio Oppo su "L'idea Nazionale" (21 gennaio 1921), perché di ascendenza "nordica". In primavera partecipa alla Prima Biennale Romana.
Nel luglio del 1922 sposa Horitia, figlia di Francesco Randone, maestro ceramico, cultore di filosofie ermetiche ed animato da principi di socialismo umanitario. Da questa unione nasceranno tre figlie: Fabiola, Metella e Ilaria. Nel 1923 la personale alla Seconda Biennale Romana lo indica definitivamente quale punto di riferimento nel panorama artistico romano, innanzitutto per la nuova generazione. Tra i suoi collezionisti e mecenati spiccano i coniugi Signorelli, Emanuele Fiano e i coniugi Ottolenghi, più tardi Alfredo Casella.Tra il 1925 e il’27 studia Piero della Francesca a Firenze e Arezzo, nello stesso periodo in cui avvia gli studi per il tempietto commissionatogli dagli Ottolenghi ad Acqui Terme, architettonicamente realizzato da Marcello Piacentini. Ferrazzi ricerca in Piero stretti e assoluti principi di composizione, capaci di ordinare l'aspetto emotivo della figurazione, che nel ciclo decorativo del Mausoleo degli Ottolenghi è ispirata a temi escatologici. Nel frattempo nel 1926 partecipa all'Exhibition of Modern Italian Art allestita al Gran Central Art Galleries di New York.
Alla fine dell'anno gli viene conferito il prestigioso Premio Carnegie che, presieduto in questa edizione da Pierre Bonnard, per la prima volta viene assegnato ad un italiano. Dal 1929 occupa la cattedra di decorazione pittorica all'Accademia di Belle Arti di Roma. Gli viene inoltre dedicata la prima monografia sulla sua arte nella preziosa collana "Arte italiana Moderna", diretta da Giovanni Scheiwiller per la casa editrice Hoepli di Milano.
Gli anni Trenta si aprono con la partecipazione alla Mostra del Novecento italiano organizzata da Margherita Sarfatti a Buenos Aires , dopo che nel 1926 delle incomprensioni gli avevano fatto decidere di non esporre alla prima mostra di "Novecento italiano" (1926). Nel 1931 Cipriano Efisio Oppo, nuovo "arbitro" delle arti sotto il Regime, gli assegna una sala personale nell'ambito della Prima Quadriennale d'Arte Nazionale di Roma. Gli viene assegnato un terzo premio. Inizia le prime sperimentazioni d'encausto, suggestionato dagli affreschi ritrovati nella Villa dei Misteri di Pompei da Amedeo Maiuri. Questo decennio vede Ferrazzi pienamente partecipe al dibattito centrale sulla pittura murale, che ha i suoi "arditi" in Mario Sironi, Achille Funi, Gino Severini, Corrado Cagli, Carlo Carrà e Massimi Campigli e coinvolge figure internazionali come Le Corbusier. Ferrazzi è fermamente convinto che le arti figurative debbano entrare nella "funzione organica" svolta dall'architettura. Intanto è incaricato da Marcello Piacentini per il Ministero delle Corporazioni di realizzare i sette grandi Arazzi delle Corporazioni per il Palazzo delle Corporazioni, progettato dallo stesso Piacentini e da Antonio Vaccaro. è questa per Ferrazzi la prima grande commissione pubblica, che lo vede insieme a Mario Sironi (incaricato di una vetrata istoriata), autore di un intervento non pittorico.
Nella primavera del 1933 si trasferisce nella casa-studio che si è costruito in via di Villa Emiliani, nel quartiere Parioli, sopra la vallata del Tevere. In aprile, nonostante non sia iscritto al Partito Nazionale Fascista, viene eletto Accademico d'Italia per la classe delle Arti, scelto in una terna con Mario Sironi ed Ardengo Soffici. Mediante tale carica potrà sollecitamente adoperarsi in favore di giovani artisti (Guttuso, Ziveri, Cagli, Mafai), come dimostrano alcuni documenti conservati nell'Archivio Ferrazzi. In questi anni partecipa al Premio Carnegie, alle Biennali di Venezia , alle Sindacali e a molte mostre estere. Nel 1936 le forze intellettuali italiane e molte straniere si ritrovano al VI Convegno Volta, promosso dalla Reale Accademia d'Italia per discutere sui "Rapporti dell'architettura con le arti figurative". Oltre a Ferrazzi vengono convocati: Le Courbusier, Paul Fierens, Massimo Bontempelli, Henri Matisse, Armando Brasini, Carlo Carrà, Giuseppe Pagano, Cipriano Efisio Oppo, Marcello Piacentini, Felice Casorati, André Lhote. . Nel 1937 è nominato membro della commissione ordinatrice della Mostra d'Arte italiana all'Esposizione Universale di Parigi. Alla fine dell'anno si reca negli Stati Uniti per fare parte della giuria del Premio Carnegie che si tiene a Pittsburgh. A New York visita attentamente le gallerie, i musei soffermandosi con molta attenzione sulla collezione del Fayum conservata al Metropolitan. Prende parte ad uno degli ultimi grandi cantieri pittorici promossi dal Regime nel Palazzo di Giustizia di Milano, opera di Marcello Piacentini.
Nel 1941 porta a compimento due grandi encausti La scuola e L 'aurora sulla rotazione delle terre nella Sala del Galilei dell'Università di Padova. Nel 1943 allestisce una personale nella Galleria di Roma che raccoglie centoquarantatrè lavori oltre disegni e pastelli realizzati a partire dal 1908. . Si inaugura nel febbraio 1946 una personale di Ferrazzi, che sulle pareti della Galleria San Marco dispone un nuovo nucleo di quadri sul tema dell'Apocalisse, comprendente anche le recenti immagini della bomba di Hiroshima. La mostra è promossa dall'"Art Club". Partecipa nuovamente alle Quadriennali, Biennali e all'ultima edizione del Premio Carnegie, avvenuta nel 1950, dove invia un capolavoro proprio di questi anni: La stanza. In questo periodo si concentra soprattutto su cicli pittorici religiosi, come gli affreschi nel Santuario di Santa Rita da Cascia e nella Basilica di Santo Eugenio a Roma, realizzati entrambi nel 1951. . Nel 1954 conclude il grande mosaico, Apocalisse, che svolge sulle pareti della cripta del Mausoleo Ottolenghi. Da questo decennio trascorre molto del suo tempo nella nuova casa che si affaccia sul mare a Santa Liberata sull'Argentario. Qui si dedica principalmente alla scultura sbozzando le pietre naturali infisse nel terreno e i blocchi di nenfro delle cave di Canino, che poi completa con la pittura. Tale complesso scultoreo, che riprende tanti temi trattati lungo l'intero arco della sua attività, comprende il suggestivo Teatro della vita, che racchiude e completa idealmente il suo lungo cammino nell'arte.
BIBLIOGRAFIA: Ferrazzi, monografia con autopresentazione dell'artista, Milano 1929; C.L. Ragghianti, J. Recupero, Ferrazzi., Roma 1974; E. CARli, Ferrazzi. scultore, Firenze 1974;Ferruccio Ferrazzi dal 1916 al 1946, catalogo della mostra, a cura di B. Mantura, Spoleto 1989; I miti di Ferrazzi, catalogo della mostra a cura di V. Rivosecchi, testo di M. Quesada, biografia di F.R. Morelli, Roma 1992; Ferruccio Ferrazzi, il disegno, catalogo della mostra a cura di F. D’Amico, W. Guadagnini, G. Roganti, Modena 1993; Venezia e la Biennale, i percorsi del gusto, catalogo della mostra a cura di F. Scotton, Venezia 1995.
Buone condizioni, leggere cadute di colore -
Lotto 142 FERRUCCIO FERRAZZI
Roma, 1891 - 1978
Carrettiere romano, 1936
Olio su tavola, 20 x 14 cm
Firma e dedica in basso a destra: “A Emilio Cecchi, con amicizia”, Ferrazzi
Autentica su foto dell’Archivio Ferrazzi, Roma, 2010
Buone condizioni, piccola fêlure in alto a sinistra
Cornice, senza vetro, passepartout -
Lotto 143 FERRUCCIO FERRAZZI
Roma, 1891 - 1978
Tevere da Piazza delle Muse, 1945
Acquerello su carta, 30 x 45 cm
Firma, titolo e data in basso a destra: Ferrazzi Tevere da Piazza delle Muse, 1945
Etichetta al retro della Galleria La Scaletta, San Polo di Reggio Emilia
Autentica su foto di Fabiola Ferrazzi
Buone condizioni
Cornice, vetro e passepartout
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Lotto 144 FERRUCCIO FERRAZZI
Roma, 1891 - 1978
Il Piccolo Pescatore, 1944
Olio su tavola, 74 x 47 cm
Al retro vi sono degli studi di teste con appunti sulle colorazioni
Firma e data in basso a sinistra: Ferrazzi 1944
Etichetta al retro della Galleria Trimarchi Arte Moderna, Bologna, 1991
Etichetta della XXVI Biennale d’Arte di Venezia, 1952, n° 622
Etichetta al retro della XXVI Biennale de Venise / Exposition d'Art Italien Moderne a Athenes et Dans l'Orient Mediterraneen
PUBBLICAZIONI ED ESPOSIZIONI: “I Maestri della Scuola Romana”, a cura di A. Statuti, Firenze, 2014, pp. 78-79;
“I miti di Ferrazzi”, a cura di V. Rivosecchi, Edizioni Netta Vespignani, Roma, 1992, p. 18;
“Ferruccio Ferrazzi”, a cura di M. Quesada, Trimarchi Arte Moderna, Milano, 1991, n° 6.
Buone condizioni
Cornice, senza vetro