ASTA 88 - ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA. Con una sezione dedicata all’arte a Roma tra le due guerre.
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Lotto 121 CARLO LEVI
Torino, 1902 - Roma, 1975
Scritta ebraica
Pennarello su carta, 32 x 22 cm
Firma in basso a destra: C. Levi
PUBBLICAZIONI ED ESPOSIZIONI: “Mostra di Grafica d’Arte. Un Album di Natalia Gontcharova e i Disegni di Carlo Levi”, Biblioteca Santa Maria Valleverde, 8 - 31 agosto, Celano, 1992
Buone condizioni
Cornice, vetro -
Lotto 122 CARLO LEVI
Torino, 1902 - Roma, 1975
Figura di donna
Matita su carta marroncina, 27,5 x 22 cm
Firma in alto a destra: C. Levi
Autentica al retro dell’Archivio Carlo Levi
PUBBLICAZIONI ED ESPOSIZIONI: “Mostra di Grafica d’Arte. Un Album di Natalia Gontcharova e i Disegni di Carlo Levi”, Biblioteca Santa Maria Valleverde, 8 - 31 agosto, Celano, 1992
Buone condizioni
Cornice, vetro, passepartout -
Lotto 123 CARLO LEVI
Torino, 1902 - Roma, 1975
Autoritratto
Inchiostro su carta, 29,5 x 20,5 cm
Firma in basso a destra: C. Levi
PUBBLICAZIONI ED ESPOSIZIONI: “Mostra di Grafica d’Arte. Un Album di Natalia Gontcharova e i Disegni di Carlo Levi”, Biblioteca Santa Maria Valleverde, 8 - 31 agosto, Celano, 1992
Buone condizioni, leggerissime macchie di umidità
Cornice, vetro e passepartout -
Lotto 124 CARLO LEVI
Torino, 1902 - Roma, 1975
La Sfinge
Carboncino su carta marroncina, 32 x 44 cm
Firma in basso a destra: C. Levi
Buone condizioni
Cornice, vetro -
Lotto 125 CARLO QUAGLIA
Terni, 1903 - Roma, 1970
Natura morta con arance, 1966-69
Olio su faesite, 45 x 60 cm
Firma in basso a destra: Quaglia
Timbro al retro della Galleria La Barcaccia, Roma
Autentica al retro della figlia Valeria Quaglia, 1998
Autentica al retro della moglie Costanza Quaglia
BIOGRAFIA: Compì gli studi a Terni dove si diplomò in ragioneria e in violino all'Istituto musicale Bricciardi. Entrò poi all'Accademia di Modena dove si laureò in Economia e commercio.
Comandato, come ufficiale in Libia, negli anni trenta fu di stanza a Bengasi, Sirte e Derna, dove coltivò le sue passioni, le arti figurative e la musica classica. All'inizio della seconda guerra mondiale, nel 1940, venne fatto prigioniero dagli inglesi e trasferito in India al Campo 27 di Yol alle pendici dell'Himalaya. Trascorse i cinque anni di prigionia dedicandosi allo studio delle arti, esercitandosi nelle prime prove di pittura che lo porteranno ad assumere la decisione di diventare pittore. Al ritorno in Italia si congedò ed iniziò il suo percorso di artista. La sua fu una carriera breve e fortunata che lo portò al successo di critica e di pubblico,
Nella sua pittura si ritrova, a volte, l'amore dei colori della Scuola romana che fu di Scipione, Mario Mafai e Antonietta Raphaël. Quaglia morì a Roma nel 1970.
Tenne mostre personali a Roma, Milano, Terni, Torino, Genova, Livorno, Parigi, New Haven (Università di Yale) e Montréal. partecipa alla Quadriennale di Roma dalla V edizione del 1948 fino alla IX edizione del 1965-1966 [1] e a diverse edizioni della Biennale di Venezia, ha insegnato dal 1955 al 1957 alla "Accademia Roma per Stranieri" insieme a Roberto Melli, ha fatto parte della redazione della rivista "Figura" 1960-1961. Nel 1963, con il testo di Giuseppe Ungaretti, è uscito il volume "La Roma di Quaglia" nelle edizione d'arte di Carlo Bestetti.
Ottime condizioni
Cornice, senza vetro, con passepartout -
Lotto 126 CARLO SOCRATE
Mezzanabigli, 1889 - Roma, 1967
Natura morta con pesci, 1951
Olio su tela, 30 x 40 cm
Firma e data in basso a destra: C. Socrate, 51
Autentica su foto dell’Archivio della Scuola Romana, Roma
PUBBLICAZIONI ED ESPOSIZIONI: “I Maestri della Scuola Romana”, a cura di A. Statuti, Firenze, 2014, p. 50.
BIOGRAFIA: Figlio di attori, vive in Argentina fino all'età di nove anni. Tornato in Italia, frequenta a Firenze la scuola libera del nudo, e nel 1914 è a Roma, dove un anno dopo prende lo studio a Villa Strohl-Fern. In questa prima fase è attento a Cézanne, che può vedere alle esposizioni della Secessione, e guarda a Spadini, figura importante nella cultura pittorica romana di quegli anni. Nel 1917 lavora nella compagnia dei Balli Russi di Diaghilev, collabora alle scenografie de Las Meninas (musica di Fauré, coreografie di Massine) e appresta le scene di Léon Bakst per Les femmes de bonne humeur. In questo periodo conosce Picasso, che segue a Parigi , collaborando con lui alle scene di Parade (musica di Satie, libretto di Cocteau, coreografie di Massine). Durante il soggiorno parigino incontra Derain e altri esponenti dell'ambiente culturale. Con Picasso si reca a Barcellona e a Madrid, dove insieme visitano il Prado Ritornato in Italia, nel 1918 espone alla Casina Valadier al Pincio la Natura morta col piatto di mele e le cipolle, che suscita perplessità nell'ambiente romano per via del personale "neoclassicismo" museale ma attento alla situazione europea di quegli anni, come ancora dimostra, nel 1920, Pesci, che sa coniugare in modo singolare un taglio di tipo cubista a sperimentazioni neocaravaggesche. Nel 1926 Roberto Longhi gli dedica una monografia, Bagnanti, Venere Dormiente, Torso femminile, tutte dipinte nei primissimi anni Venti, sono opere esemplari del clima di "rappel à l'ordre", tanto in termini di idee che di pittura, applicato dai giovani romani -oltre a Socrate, Donghi, Trombadori, Francalancia- nel secondo decennio del secolo. Manet, Courbet, Ingres, Tiziano, Caravaggio s'intrecciano in una trama complessa di riferimenti per fissarsi in un'immobile, magica atemporalità. Dopo Portatrice di frutta (1924), che è tra i suoi capolavori, alla mostra milanese del Novecento italiano espone i Cacciatori (1925), dipinto di particolare impegno. Fino alla morte la sua opera tenderà a ripetere, alleggerendoli, gli stessi motivi caratteristici, perdendo quella tensione che aveva stimolato la sua ricerca precedente. Negli anni compresi tra le due guerre Socrate espone soprattutto in mostre pubbliche: con il gruppo di "Valori Plastici" è presente alla "Primaverile fiorentina" del 1922 (presentato in catalogo da Alberto Savinio).E' invitato nelle varie mostre del "Novecento Italiano", nel 1931 è presente con una vasta personale alla prima edizione della Quadriennale. Vale la pen di segnalare anche la sua attività di critico d'arte per il "Corriere Padano", talvolta con lo pseudonimo di Carlo Lerrate.
BIBLIOGRAFIA: R. Longhi, "Storia di Carlo Socrate", Roma 1926;
F. Benzi, scheda in cat. "Gli artisti di Villa Strohl-Fern", Roma, 1983;
"Scuola Romana artisti tra le due guerre", catalogo della mostra a cura di M.Fagiolo, V. Rivosecchi con la collaborazione di F. R. Morelli , 1988;
"Carlo Socrate", a cura di M. Quesada, testi di G. Briganti, A. Trombadori, Roma 1988;
"Realismo magico", catalogo della mostra a cura di M. Fagiolo, contributi di V. Rivosecchi, A. Trombadori, F. R. Morelli, Verona- Milano 1988-'89;
AA. VV., "Roma anni Venti", catalogo della mostra, Roma 1990;
Catalogo generale della Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea, a cura di G. Bonasegale , Roma 1995.
Credits: Netta Vespignani, Francesca F.R. Morelli, Valerio Rivosecchi
Buone condizioni, piccolo strappo sulla tela in basso a destra
Cornice, senza vetro -
Lotto 127 CARLO SOCRATE
Mezzanabigli, 1889 - Roma, 1967
Volto di donna, 1941
Olio su tela, 40 x 30 cm
Firma e data in basso a destra: Socrate 1941
Buone condizioni, leggero craquelé
Cornice dorata e intagliata a palmette, XIX secolo -
Lotto 128 CORRADO CAGLI
Ancona, 1910 - Roma, 1976
Ritratto di Ebe, 1936-37
Olio su tavola, 52 x 40 cm
Firma in basso a sinistra: Cagli
Autentica su foto dell’Archivio Corrado Cagli, Roma, 2019
PUBBLICAZIONI ED ESPOSIZIONI: “Cagli. La collezione Ebe Cagli Seidenberg”, a cura di G. Di Genova, Edizioni Bora, p. 54 n° 12
BIOGRAFIA: Nel 1915 si trasferisce con la famiglia a Roma. Compiuti gli studi classici, si iscrive all’Accademia e frequenta lo studio dell’anziano maestro Paolo Paschetto. Nel 1927 esordisce con una pittura murale a tempera in un locale in via Sistina, seguita l’anno successivo da un altro murale, questa volta a tempera magra, in un salone in via del Vantaggio. Seguendo con entusiasmo la sua vocazione "murale", nel 1930 ad Umbertide realizza otto quadri ad affresco nella casa Maravelli-Reggiani. A Umbertide è anche direttore artistico della fabbrica di ceramiche Rometti, alle quali dà un’impronta moderna e qualitativa. Fin dagli inizi dimostra di possedere una personalità vivace ed irrequieta, animata da un’intelligenza fantasiosa e critica. Imposta la sua indagine su un persistente sperimentalismo tecnico ed espressivo. Secondo Cagli l’artista è colui che si esprime attraverso un concetto globale dell’arte e che congiunge e giustifica la sua specifica operatività all’interno di un contesto culturale e ideologico.
Nel 1932 tiene la sua prima mostra
personale insieme ad Adriana Pincherle nella "Galleria d’Arte di Roma". Tra le altre cose, espone fotomontaggi di soggetto sportivo. Nello stesso anno si avvicina a Giuseppe Capogrossi ed Emanuele Cavalli. Formato insieme il gruppo della "Nuova pittura Romana", alla fine del 1932 a Roma, i tre artisti espongono nella "Galleria d’Arte di Roma" e nel 1933 a Milano nella galleria "Il Milione". Verso la fine dell’anno mentre stilano il "Manifesto del Primordialismo Plastico", da pubblicarsi in occasione della loro mostra a Parigi nella "Galerie Bonjean" (dicembre 1933), litigano a causa di divergenze teoriche e questioni pratiche e sciolgono definitivamente il sodalizio.
In quegli anni a Roma, nonostante sia appena ventenne, è considerato l’esponente di punta della nuova generazione artistica ("Cagli svegliò i morti in questi anni" scriverà Guttuso nel 1951). Anima un gruppo di artisti giovanissimi : Mirco, Afro, Ziveri, Guttuso, Fazzini, che gravita intorno alla galleria di Dario Sabatello, anch’egli giovanissimo. Esercita anche un’intensa attività teorica e critica dalle pagine di importanti riviste, tra cui quella di architettura razionalista "Quadrante", diretta da Pier Maria Bardi e da Massimo Bontempelli (zio dell’artista). Vi annuncia, ancora fiducioso ed entusiasta del Regime, "un’alba di primordio" in cui "la fantasia rivive tutti gli stupori e trema di tutti i misteri" (Anticipi sulla scuola di Roma, 1933). Sempre dalle colonne di "Quadrante" partecipa al dibattito sulla pittura murale e invoca la "collaborazione delle arti" (architettura e pittura) e il bisogno di "farsi i muscoli per un’arte ciclica e polifonica" (Muri ai pittori, 1933). Esegue tra le altre imprese murali : un affresco per la V Triennale (1933), quattro pannelli per la II Quadriennale (1935), un grande ciclo intitolato Trionfo di Mussolini, per l’Esposizione Internazionale di Parigi (1937), definendo una nuova funzione mitologica e sociale della pittura. Dal 1935 al 1938 è l’animatore, nel ruolo di consigliere, della "Galleria della Cometa" , diretta da Libero de Libero e inauguratasi con una sua mostra di cinquanta disegni (1935). Nel 1936 vi tiene una personale di pittura e nel 1937 e nel 1938 espone nella sede della "Cometa" a New York.
Nel 1938, di fronte all’incalzare delle persecuzioni razziali, essendo di origini ebraiche,si rifugia a Parigi e poi a New York (1939), dove apre uno studio. Nel 1941, diventato cittadino americano, si arruola nell’esercito e partecipa alla guerra in Europa. In Germania entrato nel campo di concentramento di Buchenwald, esegue una serie di drammatici disegni.
Nel 1947 a Roma lo "Studio d’Arte Palma", diretto da Bardi allestisce una mostra delle sue nuove opere non figurative. Nascono dal suo amore per la geometria non euclidea, dalla quale ricava motivi spaziali e strutturali che definisce "mondo della ennesima dimensione", frutto però di un’"immaginazione lirica" (Bontempelli 1947). Nel 1948 ritorna definitivamente a Roma., Da questo momento, secondo il suo metodo di ricerca multipla, sperimenta diverse tecniche e linguaggi espressivi fortemente astrattizzanti o non figurativi (neometafisica, neocubismo, informale, ecc.).Lavora anche in campo teatrale. Vince il Premio Guggenheim (1946) e il Premio Marzotto (1954).
BIBLIOGRAFIA : E. Crispolti, G. Marchiori, "Corrado Cagli", Torino 1964 ;
"I percorsi di Cagli", catalogo della mostra a cura di E. Crispolti, Napoli 1982;
"Il Cagli Romano", catalogo della mostra a cura di E.Crispolti, Siena, 1985;
"Scuola romana", catalogo della mostra a cura di M. Fagiolo, V. Rivosecchi, collaborazione F. R. Morelli;
"Corrado Cagli anni Cinquanta", catalogo della mostra a cura di M. Fagiolo, collaborazione F.R. Morelli, Roma 1989.
Buone condizioni
Cornice, senza vetro, passepartout -
Lotto 129 DEIVA DE ANGELIS
Gubbio, 1884 - Roma, 1925
Paesaggio romano, 1923
Olio su tela, 45 x 55 cm
Firma e data in basso a destra: Deiva De Angelis, 1923
PUBBLICAZIONI ED ESPOSIZIONI: “I Maestri della Scuola Romana”, a cura di A. Statuti, Firenze, 2014, p. 97;
“L’Arte delle Donne. Dal Rinascimento al Surrealismo”, a cura di B. Sgarbi, Palazzo Reale, Federico Motta Editore, Milano, 2007, p. 229.
PROVENIENZA: Collezione Antonello Trombadori
BIOGRAFIA: A Roma, dove si è trasferita per lavorare come modella e fioraia poco prima dello scoppio della guerra, si lega a un pittore inglese con il quale compie un viaggio di istruzione in Europa. Più tardi sposa l’avvocato De Angelis, dal quale presto si separa. Conosce Cipriano Efisio Oppo, al quale si lega sentimentalmente. Inizia la sua attività di pittrice ed espone per la prima volta alla I Mostra della Secessione romana (1913), alla quale sarà presente con tre opere anche nell'edizione del 1916. La collettiva alla Casina del Pincio, nel 1918 - in cui espongono, fra gli altri, anche Oppo, Spadini, Ferrazzi, Pasquarosa, Bertoletti, Socrate - rivela all'ambiente romano il suo forte temperamento di pittrice. Lo stesso anno con l’altra pittrice - modella Pasquarosa Bertoletti, tiene una personale al Circolo Artistico. Negli anni Venti partecipa all’attività della Casa d’Arte Bragaglia,vi allestisce una personale nel 1920 e pubblica disegni sulla rivista "Cronache di Attualità". Nel 1923 è invitata alla II Biennale romana. Affetta da un male incurabile, sposa in punto di morte il pittore Bepi Fabiano, suo compagno negli ultimi anni. Artista per lungo tempo dimenticata, anche a causa della dispersione di molte opere, ha conosciuto un rinnovato interesse a partire dalla mostra fiorentina "Arte moderna in Italia 1915-1935" (1967).
BIBLIOGRAFIA: G. Sprovieri, in Arte moderna in ltalia 1915-1935, cat. mostra, Firenze 1967; L. Vergine, L'altra metà dell'avanguardia 1910-1940, cat. mostra, Roma 1980; G. Sprovieri, F. Benzi, scheda in cat. Gli artisti di Villa Strohl-fern, Roma 1983; scuola romana, artisti tra le due guerre, catalogo della mostra, a cura di M. Fagiolo, V. Rivosecchi, collaborazione F.R.Morelli, Milano 1988.
Buone condizioni
Cornice, senza vetro -
Lotto 130 DEIVA DE ANGELIS
Gubbio, 1884 - Roma, 1925
Ritratto di neonata, 1921
Olio su tavoletta, 30 x 26 cm
Firma e data n basso a destra: Deiva De Angelis, 1921
Etichetta al retro della Mostra VI Biennale Donna, Palazzo dei Diamanti, 8 maggio - 3 luglio 1994, Galleria Civica di Arte Moderna, Ferrara
Ottime condizioni
Cornice, vetro -
Lotto 131 EDITA BROGLIO
Smiltene, 1886 - Roma, 1977
Paesaggio toscano, 1947
Matita su carta, 45 x 54 cm
Firma in basso a sinistra: Edita
PUBBLICAZIONI ED ESPOSIZIONI: “Edita Walterowna Broglio”, a cura di G. Appella, M. Quesada, A. M. Sauzeau Boetti, 15 giugno - 29 settembre, Palazzo Ricci, Macerata, De Luca, 1991, n° 150.
BIOGRAFIA: Proveniente da una nobile famiglia baltica, nel 1908 è all’Accademia di Könisberg ,dal 1910 a Parigi . Nel 1912 si stabilisce definitivamente a Roma, entrando in contatto con Olga Resnevic Signorelli che la introduce nel suo salotto, frequentato da Melli, Spadini, Ferrazzi, Ivan Mestrovic. Nel 1913 esordisce alla I Mostra della Secessione , con due opere ispirate alle Nourritures terrestres di Gide.
Nel 1917 incontra Mario Broglio, proprio nel momento di elaborazione della rivista "Valori Plastici" (lo sposerà nel 1927) . Edita avrà un ruolo molto importante nella rivista e ancor più nell'attività editoriale. Con il gruppo di "Valori Plastici" espone alla Fiorentina primaverile (1922), presentata da Savinio. In questo periodo la sua pittura è ricca di suggestioni internazionali, dalla cultura dell’avanguardia russa, al Blaue Reiter al primitivismo. Più tardi compie una decisa svolta aderendo alla corrente del "Realismo magico". Negli anni Trenta la sua attività espositiva non è molto intensa. Edita apre dopo il ‘35 un atelier insieme al marito. E’presente alla III Quadriennale (1939) con lo pseudonimo di "Rocco Canea". Nel dopoguerra prosegue la sua ricerca con coerenza .
BIBLIOGRAFIA: Edita Walterowna Broglio, catalogo della mostra, a cura di G. Appella, M. Quesada, A.M. Sauzeau Boetti, Spoleto 1991, con bibliografia precedente.
Discrete condizioni, carta leggermente increspata e piccola fêlure
Cornice, vetro e passepartout -
Lotto 132 EMANUELE CAVALLI
Lucera, 1904 - Firenze, 1981
Il Pastore, 1968
Olio su tavola, 46 x 45 cm
Firma in basso a destra: E. Cavalli
Firma, titolo e data al retro: E. Cavalli, Il Pastore, 1968
Firma e timbro al retro della Galleria La Vite, Roma
BIOGRAFIA: Proveniente da una famiglia di possidenti, nel 1921 si trasferisce a Roma. Dopo i primi studi all'istituto artistico industriale, entra nella scuola del pittore Felice Carena. Importanti per la sua formazione di pittore anche i lunghi soggiorni ad Anticoli Corrado, luogo di vivace attività culturale. . Nel 1926 tre sue opere sono accolte dalla giuria della biennale di Venezia (da questo momento la sua partecipazione a questa rassegna sarà pressoché continua). Esordisce nel 1927, con Capogrossi e F. Di Cocco espone presso la pensione Dinesen, suscitando un notevole interesse. Nel 1928 si reca in Francia, dove è introdotto dall'amico O. Martinelli nell'ambiente degli Italiens de Paris (De Pisis, De Chirico, Savinio ecc.). A Parigi il C. espone al Salon Bovy insieme a Pirandello e Di Cocco. Nel 1930 è nuovamente a Roma. Gli anni 1931-33 sono fondamentali per l'elaborazione e l'affermazione del tonalismo, indirizzo estetico e pittorico che trova in Cavalli uno degli interpreti più raffinati e anche più consapevoli dal punto di vista teorico. Importanti, per l’affermazione della corrente una serie di mostre: alla Galleria di Roma (maggio e dicembre 1932: due collettive in cui sono già presenti, accanto al C., Cagli e C.Capogrossi), alla galleria milanese Il Milione (febbraio I933: espongono nuovamente Cagli, Capogrossi e il C.), alla galleria parigina J. Bonjean (dicembre 1933). In questa brillante serie di mostre il gruppo ha l'appoggio dei galleristi P.M. Bardi (Galleria di Roma) e V. Ghiringhelli (Il Milione) nonché dello scrittore M. Bontempelli, zio di Cagli e teorico del "realismo magico" , tendenza letteraria che ha più di un punto di contatto con la pittura dei giovani tonalisti. Notevole è anche l'apporto di R. Melli, sia come pittore sia come critico.
Nel 1933 Capogrossi, Cavalli e Melli (in veste di critico) stilano insieme il "Manifesto del Primordialismo plastico" in cui esprimono le loro idee sul della pittura tonale, con una forte accentuazione del lato spirituale e astratto dell'operazione pittorica. Nel 1935 Cavalli espone un gruppo di opere alla II Quadriennale. Con il tempo Cavalli sviluppa il tema del rapporto pittura- musica: in occasione della Quadriennale del 1943, presenta una serie di nove figure femminili abbigliate ognuna in una tonalità differente, e spiega il suo lavoro in termini di "sensibilità contrappuntistica" , paragonandolo ad una "raccolta di preludi e fughe nei toni maggiori e minori"
Questi anni di intensa e feconda attività furono coronati da due importanti personali (alla galleria Leonardo da Vinci di Firenze nel 1939 e allo Zodiaco di Roma nel 1945) e dalla vittoria nel concorso per la cattedra per la pittura presso l'Accademia di belle arti di Firenze (1945). In questa città l'artista si trasferisce con la moglie Vera Haberfeld (nipote dello psicanalista Edoardo Weiss) che aveva sposato nel 1935 .
Il 1949, con il mancato rinnovo dell'incarico di insegnamento, segna l'inizio di una profonda crisi, a cui non è estraneo l'orientamento in senso astrattista che i suoi antichi compagni di strada, Cagli e Capogrossi, iniziavano allora a seguire.
BIBLIOGRAFIA: F.Benzi, "Tonalismo ed esoterismo nella pittura di Emanuele Cavalli" (catal., galleria Arco Farnese), Roma 1984 ;
F. Benzi - R. Lucchese, "Emanuele Cavalli", Roma 1984; Catalogo della mostra Roma 1934 a cura di F. D'Amico, G. Appella in Roma , Modena -Roma 1986.
Buone condizioni
Cornice, vetro, con passepartout