Asta 82 - Arte asiatica e bonsai
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Lotto 241 PIATTO IN CERAMICA 'BIANCO E BLU'
Vietnam, fine del XV–inizio del XVI secolo
La vivace decorazione mostra al centro un ramo fogliato sul quale si posa un uccellino, sulla parete interna un tralcio fogliato continuo con corolle.
26,2 cm diametro
Provenienza: ambasciatore Gerardo Carante. -
Lotto 242 MANOSCRITTO IN LEGNO E TESSUTO LACCATO E DORATO, KAMMAVACA
Birmania, seconda metà del XIX secolo
Il libro si compone di copertine inferiore e superiore in legno e sette pagine in tessuto, tutti i pezzi laccati e dorati. Le copertine sono finemente decorate con motivi floreali e divinità.
10,7 x 55,8 cm
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
Manoscritti di questo tipo erano commissionati dai fedeli nell'occasione dell'ordinazione di un monaco. Il testo – vergato in Pali - è solitamente quello del Kammavaca, una selezione di testi del Vinaya, che riguarda le regole da seguire da parte dei monaci (R. Isaacs – T.R. Burton, Visions from the Golden Land. Burma and the art of lacquer, Londra 2000, pp. 78-79, n. 10, per un esemplare analogo conservato nel British Museum di Londra). -
Lotto 243 SCENA DI BATTAGLIA DIPINTA SU COTONE
Bali, inizio del XX secolo
L'intera superficie affollata di personaggi umani e mitologici che si affrontano a colpi di spade e frecce, sul lato destro divampa un incendio, cornice in legno.
84 x 236 cm
Provenienza: ambasciatore Gerardo Carante.
Dipinta nel tipico stile di Kamasan, la scena è con ogni probabilità ispirata dal Ramayana, il poema epico indiano che molta diffusione ebbe anche in Indonesia. -
Lotto 244 SCENA DI BATTAGLIA DIPINTA SU COTONE
Bali, inizio del XX secolo
L'intera superficie affollata di personaggi umani e mitologici che si affrontano a colpi di spade e frecce, cornice in legno.
71,5 X 234 cm
Provenienza: ambasciatore Gerardo Carante.
Dipinta nel tipico stile di Kamasan, la scena è con ogni probabilità ispirata dal Ramayana, il poema epico indiano che molta diffusione ebbe anche in Indonesia. -
Lotto 245 RUDOLF BONNET
(1895-1978)
Ritratto di uomo balinese, 1948
Pastelli su carta, 45 x 33,5 cm
Firmato nell'angolo superiore destro: “R. Bonnet”.
Iscritto nell'angolo superiore sinistro: “Bali 1948”.
Provenienza: ambasciatore Gerardo Carante.
Rudolf Bonnet nasce ad Amsterdam dove frequenta la Rijksacademie voor Beeldende Kunst. Dopo aver molto viaggiato, nel 1929 si trasferisce a Bali inserendosi fin da subito nella vivace comunità artistica colà residente e contribuendo in maniera sostanziale a far nascere la moderna pittura indonesiana. Internato in un campo del Sulawesi durante la Seconda Guerra, alla fine del conflitto ritorna a Bali finché, nel 1957, è espulso dal paese per volere del Presidente Sukarno che era stato un suo grande ammiratore. Riesce a ritornare nell'isola solo nel 1972: i suoi sforzi si concentrano allora nella fondazione del Puri Lukisan Museum. -
Lotto 246 WILLEM HOFKER
(1902-1981)
Ni Asoeg in Ardja
Incisione, 25 x 23 cm
Firmato in basso a sinistra: “W.G. Hofker”.
Iscrizione in basso a destra: “Bali”.
Provenienza: ambasciatore Gerardo Carante. -
Lotto 247 ANTONIO MARIA BLANCO
(1912-1999)
Due figure femminili nude (“Cinta”), 1981
Tecnica mista su carta con cornice dell'artista, 63 x 71 cm (compresa la cornice)
Firmato, iscritto e datato in basso a destra: “Antonio Blanco/ Cinta/ 1981”.
Etichetta metallica in basso al centro: ““Cinta”/ Antonio M, Blanco./ Koleksi: Endro Wardoyo./ (Letnan Satu Polisi)”.
Sul retro autentica firmata dall'artista.
Provenienza: Endro Wardoyo (1935-2003); ambasciatore Gerardo Carante.
Nato a Manila da genitori spagnoli, dopo aver studiato tra l'altro nella National Academy of Art di New York, Antonio Blanco cominciò a viaggiare in tutto il mondo finché nel 1952 raggiunse Bali dove si stabilì definitivamente sposando Ni Ronji, una famosa danzatrice.
La sua pittura, evanescente nella resa formale, si è concentrata in particolar modo sulla figura femminile, indagata nei suoi aspetti più sensuali, ispirata profondamente dalla cultura degli abitanti in cui scelse di vivere gran parte della sua vita.
Questo dipinto appartenne a Endro Wardoyo (1935-2003), pittore giavanese conosciuto soprattutto per i suoi dipinti con temi popolari, Wardoyo fu anche un apprezzato ritrattista. Le sue opere furono collezionate dal Presidente Sukarno. Ha insegnato per molti anni all’Indonesian Institute of Art di Yogyakarta. -
Lotto 248 DONALD FRIEND
(1914-1989)
Il dono
Penna su carta, 51,5 x 32,5 cm
Firmato nell'angolo superiore sinistro: “Donald Friend/ Batudjinbal”.
Iscritto sul margine inferiore: “R... has come down to his kitchen mountain village/ on a visit, because he had …. about my house/ He brings a gift of fruit and a … celadon jar”.
Provenienza: ambasciatore Gerardo Carante.
Nato a Sidney, Donald Friend è una delle figure più controverse dell'arte australiana del Novecento. Disegnatore intuitivo e straordinario scrittore, Friend ha viaggiato intensamente per tutta la sua vita, soggiornando per periodi più o meno lunghi a Londra, in Nigeria, in Italia, nello Sri Lanka e – per oltre un decennio – a Bali. Nel 1990 la Art Gallery of New South Wales – che possiede un nutrito nucleo di sue opere – gli ha dedicato una importante retrospettiva. -
Lotto 249 DONALD FRIEND
(1914-1989)
Ritratto di uomo a mezzo busto (Massimo), 1981
Inchiostro bruno su carta tinta, 49 x 33,5 cm
Intitolato, firmato e datato nell'angolo superiore sinistro: “Massimo. Donald Friend/ '81”.
Provenienza: ambasciatore Gerardo Carante.
Nato a Sidney, Donald Friend è una delle figure più controverse dell'arte australiana del Novecento. Disegnatore intuitivo e straordinario scrittore, Friend ha viaggiato intensamente per tutta la sua vita, soggiornando per periodi più o meno lunghi a Londra, in Nigeria, in Italia, nello Sri Lanka e – per oltre un decennio – a Bali. Nel 1990 la Art Gallery of New South Wales – che possiede un nutrito nucleo di sue opere – gli ha dedicato una importante retrospettiva. -
Lotto 250 I KETUT TAGEN
(1946-)
Faccende nell'aia
Acrilico su tela, 63 x 71 cm
Firmato in basso al centro: “I.K.T. Tagen/Penestanan/ Klod”.
Provenienza: ambasciatore Gerardo Carante.
Allievo di Arie Smit, I Ketut Tagen è uno dei più apprezzati artisti della frizzante scena di Penestanan, Bali, abile a combinare colori vivaci in scene che descrivono la vita quotidiana tradizionale di quel villaggio. Sua specifica caratteristica è l'assenza sui volti di dettagli anatomici. Ha esposto in molti musei, tra cui il Museum of Modern Art di San Francisco (1964), il National Museum di Singapore (1970), il Singapore Art Museum (1994) e il Museum Nasional di Jakarta (1995). -
Lotto 251 VERSATOIO IN CERAMICA CON INVETRIATURA VERDE
Corea (?)
Il corpo ovoidale con beccuccio a testa di uccello sulla spalla arrotondata, collo cilindrico con espansione nella sezione mediana, ansa ad anello, l'esterno decorato da una serie di linee orizzontali parallele incise e ricoperto da uno invetriatura verde.
20 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 252 BOTTIGLIA IN CERAMICA INVETRIATA E DIPINTA
Corea, dinastia Goryeo, XII secolo
26 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
Questa bottiglia richiama nella forma alcuni esemplari prodotti nel nord della Cina tra la fine della dinastia Tang (618-907) e il periodo delle Cinque Dinastie (907-979). Tuttavia, la tonalità pastellosa della vetrina céladon e il piglio ispirato con cui è stata condotto l'ornato esemplificano modi che sono tipici della cultura ceramica coreana.
Esemplari simili si trovano nel Minneapolis Institute of Art (inv. 2015.79.480) e nel Philadelphia Museum of Art (inv. F1929-6-483). -
Lotto 253 CIOTOLA IN CERAMICA CON INVETRIATURA CÉLADON
Corea, dinastia Goryeo, XII-XIII secolo
Base circolare e sezione ovaleggiante, l’esterno della parete modellato a rilievo con petali, l’intera superficie rivestita di invetriatura verde.
7,7 x 16,8 x 15,5 cm
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 254 VERSATOIO TRIPODE IN CERAMICA CON INVETRIATURA CÉLADON
Corea, dinastia Goryeo, XIII secolo
13,5 x 16,5 x 14 cm
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
La forma di questo contenitore – rara nell'ambito della ceramica invetriata di epoca Goryeo – si ispira a manufatti arcaici cinesi in bronzo (jue) utilizzati per offerte rituali di bevande alcoliche. -
Lotto 255 CIOTOLA IN CERAMICA CON INVETRIATURA CÉLADON
Corea, dinastia Goryeo, XII-XIII secolo
La parete modellata in sguanci verticali percorsi in orizzontale da una serie di coppie di incisioni che vogliono simulare i nodi del fusto di bambù.
6,5 x 12,5 cm
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
I ceramisti coreani hanno spesso tratto ispirazione dal mondo della natura per le proprie creazioni, tanto che questo genere di vasellame ha una sua specifica definizione, sanghyeong (v. La terre, le feu, l’esprit. Chefs-d’œuvre de la céramique coréene, catalogo della mostra, Parigi 2016, p. 76, n. 37). -
Lotto 256 CINQUE PIATTINI IN CERAMICA CON INVETRIATURA CÉLADON
Corea, dinastia Goryeo, XII-XIV secolo
4 x 12,5 cm il più grande
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 257 CONTENITORE CON COPERCHIO IN CERAMICA CON INVETRIATURA CÉLADON
Corea, dinastia Goryeo
L’esterno del contenitore ornato di incisioni che riproducono foglie di loto appaiate, il coperchio bombato anch’esso vergato da tratti incisi, ha presa a fiammella, l’intera superficie rivestita di invetriatura verde.
12,5 x 10,8 cm
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 258 VASO A BOTTIGLIA IN CERAMICA CON INVETRIATURA CÉLADON
Corea, dinastia Goryeo, XIV secolo
Decoro di tralci fioriti a intarsio di ingobbio bianco.
19 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 259 GRANDE VASO IN PORCELLANA 'BIANCO E BLU' CON DECORO DI DRAGO, MAEBYEONG
Corea, dinastia Joseon, XIX secolo
Di forma slanciata, con il diametro del corpo che aumenta progressivamente fino a diventare massimo nei pressi della spalla per poi repentinamente ridursi verso la piccola bocca, il vaso mostra sul piede una banda di 'teste di lancia' appaiate e sulla spalla una serie di teste di scettro ruyi, sul resto del corpo un potente dragone in volo tra nuvole fiammeggianti.
47 cm altezza
Provenienza: collezione privata italiana.
Il tema del drago è ben diffuso come decoro delle porcellane coreane fin dal XVIII secolo, così come da tempi precedenti, almeno dalla dinastia Goryeo, era nota ai ceramisti della penisola la forma maebyeong, diretta derivazione del meiping cinese.
Vasi in porcellana coreana di grandi dimensioni, decorati in blu di cobalto con ornato di drago e nella forma maebyeong, come questo esemplare, sono piuttosto rari. -
Lotto 260 GIARA GLOBULARE IN CERAMICA INVETRIATA
Corea, dinastia Joseon, XVIII-XIX secolo
27 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 261 BOTTIGLIA IN CERAMICA INVETRIATA
Corea, dinastia Joseon, XIX secolo
19 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 262 BOTTIGLIA IN CERAMICA INVETRIATA
Corea, dinastia Joseon, XIX secolo
30 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 263 BOTTIGLIA IN CERAMICA INVETRIATA
Corea, dinastia Joseon, XIX secolo
18,5 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 264 VASO IN CERAMICA INVETRIATA
Corea, dinastia Joseon, XIX secolo
24 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 265 GIARA ANSATA IN CERAMICA INVETRIATA
Corea, dinastia Joseon, XIX secolo
33 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 266 CINQUE ALZATE PER OFFERTE IN CERAMICA INVETRIATA
Corea, dinastia Joseon, XIX secolo
6,5 x 12,5 cm la più grande
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 267 CIOTOLA IN CERAMICA INVETRIATA
Corea, dinastia Joseon, XIX secolo
6,5 x 12,5 cm
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 268 DUE CONTENITORI CON COPERCHIO IN BRONZO
Corea, dinastia Goryeo, XII-XIV secolo
14 x 14,6 e 11 x 16 cm
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 269 SCALDINO IN METALLO
Corea, dinastia Joseon, XIX secolo
12 x 19 cm
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 270 COPERCHIO OTTAGONALE IN BRONZO
Corea, dinastia Goryeo, XII-XIV secolo
All'esterno di ognuno degli spicchi una figura di divinità in rilievo.
12 x 16,5 cm
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 271 ARMATURA COMPLETA
Giappone, periodo Momoyama, fine del XVI secolo
L'armatura si compone di elmo (kabuto) di tipo ko boshi con sessantaquattro piastre unite da una moltitudine di rivetti, l'apice tehen kanamono è in ferro, la visiera mabizashi è anch'essa in ferro laccato, paracollo shikoro di tipo hineno a cinque lame unite con fettucce verdi allacciate in stile kebiki, grandi fukigaeshi e vistoso maedate dorato, la maschera menpō in ferro rossiccio con collare yodarekake in maglia di metallo, la corazza dō e i gessan a cinque lame si costituiscono di piastre di ferro con fettucce in seta allacciate in stile kebiki, i para-avambracci kote sono in maglia di metallo con piastrine in ferro laccato, gli spallacci sode a sei lame in ferro sono allacciati in seta, la protezione per le cosce haidate a cinque piastre in ferro laccato, i parastinchi tsuneate sono in cuoio laccato, cassa di contenimento.
Provenienza: collezione Fabrizio Savi, acquistata nel 2000 presso Nihonto di Fred Weissberg.
Nella scheda di accompagnamento, a proposito di questa armatura Fred Weissberg mette in rilievo soprattutto la lavorazione del kabuto e la rarità dei tsuneate che a suo parere potrebbero anche essere più antichi rispetto al resto dell'armatura. -
Lotto 272 ARMATURA COMPLETA
Giappone, periodo Momoyama, fine del XVI secolo
L'armatura si compone di elmo (kabuto) di tipo Saiga con piastre con rivetti rilevati, shikoro di tipo hineno a cinque lame unite con fettucce allacciate in stile kebiki, piccoli fukigaeshi laccati come la visiera mabizashi e ornati dell'emblema araldico (kamon) che compare più volte sul resto dell'armatura, al centro della parte anteriore dell'elmo maedate a forma di sole, alla maschera menpō in ferro laccato si attacca collare yodarekake a quattro lame di odoshi kozane, la corazza dō e i gessan a cinque lame si costituiscono di piastre di ferro odoshi kozane con fettucce in seta allacciate in stile kebiki, i para-avambracci kote sono in maglia di metallo con piastrine in ferro laccato, gli spallacci kosode a sei lame in ferro sono allacciati in seta, la protezione per le cosce haidate è anch'essa a maglia di metallo con piastrine in ferro cucita a tessuto, i parastinchi tsuneate a grandi placche in ferro legate da maglia metallica, due casse di contenimento.
Provenienza: collezione Fabrizio Savi, acquistata nel 2000 presso Nihonto di Fred Weissberg.
In base a quanto riportato da Fred Weissberg nella scheda di accompagnamento, questa preziosa armatura sarebbe stata offerta in dono da Toyotomi Hideyoshi (1536-1598) al grande signore feudale (daimyō) Gamō Ujisato (1557-1595) per aver supportato Tokugawa Ieyasu (1543-1616) nelle operazioni militari nel Tōhoku, regione settentrionale della grande isola di Hōnshū. -
Lotto 273 ARMATURA COMPLETA
Giappone, periodi Momoyama-Edo, XVI-XVIII secolo
L'armatura si compone di elmo (kabuto) a dodici piastre in ferro firmato Yoshitsugu, tehen kanamono a due livelli in rame, visiera mabizashi in ferro, paracollo shikoro a cinque lame, fukigaeshi lavorati a giorno con l'emblema araldico (kamon) del proprietario (una palla centrale circondata da otto palle più piccole), al centro della parte anteriore dell'elmo maedate a forma di Fudō Myōō, il Buddha della Conoscenza nel suo aspetto terrifico, maschera menpō in ferro laccato con baffi in pelo di animale, la corazza dō si costituisce di quattro placche in ferro sul davanti e sul retro di un numero maggiore di placche, i para-avambracci kote sono a maglia di metallo con piastrine in ferro, gli spallacci sode a cinque lame in ferro sono allacciati in seta, la protezione per le cosce haidate sono in maglia in metallo con piastre in ferro, i parastinchi tsuneate a grandi placche in ferro con tessuto in seta e lana, bandiera in tessuto celeste e bianco con emblema araldico corrispondente, antica cassa di contenimento.
Provenienza: collezione Fabrizio Savi, acquistata presso Andy Mancabelli tra il 1995 e il 2000.
Secondo il dettagliato expertise di Andrew Mancabelli, questa armatura è piuttosto rara poiché l'elmo e la corazza – che presentano diversi segni di arma da fuoco – risalgono al periodo Momoyama. In seguito essa fu completata con l'aggiunta di nuovi pezzi e il riadattamento di quelli più antichi. -
Lotto 274 ARMATURA COMPLETA
Giappone, periodo Edo, XVIII secolo
L'armatura si compone di elmo (kabuto) a diciotto piastre rivettate, paracollo shikoro a cinque lame unite con fettucce in seta blu, grandi fukigaeshi laccati e importante maedate dorato a forma di luna crescente, alla maschera menpō in ferro laccato con folti baffi in pelo di animale si attacca paragola yodarekake a cinque lame, la corazza dō a grandi piastre di ferro laccato in stile Yukinoshita, i parabraccia sode a maglia di metallo e piastre di ferro, i parastinchi tsuneate a grandi placche in ferro, cassa di contenimento.
Provenienza: collezione Fabrizio Savi, acquistata nel 2000 presso Nihonto di Fred Weissberg.
Nella scheda di accompagnamento, Fred Weissberg descrive questa armatura come di tipo 'Nanban', ovvero realizzata a ispirazione delle armature europee del Cinquecento; il dō, in particolare, era concepito esplicitamente per resistere ai colpi di arma da fuoco, caratteristica che molto apprezzata dai samurai al servizio di Date Masamune (1567-1636), signore feudale (daimyō) di Sendai, area nella quale si può collocare anche questa armatura, per la quale si notano – soprattutto negli tsuneate e nello shikoro - riferimenti stilistici a armature del XIV secolo. -
Lotto 275 ARMATURA COMPLETA
Giappone, periodo Edo, XVIII secolo
L'armatura si compone di elmo (kabuto) di tipo suji a trentadue piastre, laccato all'interno, tehen kanamono a quattro livelli in rame, visiera mabizashi in ferro rivestita di pelle di daino, paracollo shikoro in stile manju a cinque lame unite con fettucce in seta, sui fukigaeshi emblema araldico (kamon) del proprietario dell'armatura, al centro della parte anteriore dell'elmo vistoso maedate in legno dorato a forma di testa di demone con corna, alla maschera menpō in ferro laccato con baffi in pelo animale e pizzetto si attacca collare yodarekake, la corazza dō in ferro nello stile Yukinoshita ornata con un potente dragone in argento, sette gessan a cinque lame in ferro, para-avambracci kote in maglia di metallo con piastre in ferro laccato, gli spallacci sode a sei lame in ferro con allacci in seta, la protezione per le cosce haidate è anch'essa a piastrine in ferro laccato, i parastinchi tsuneate a grandi placche in ferro, cassa di contenimento.
Provenienza: collezione Fabrizio Savi, acquistata nel 2000 presso Nihonto di Fred Weissberg.
Nella scheda di accompagnamento, Fred Weissberg rileva che questa armatura mostra caratteristiche stilistiche affine a quelle predilette da Date Masamune (1567-1636), signore feudale daimyō della provincia del Sendai; esalta dunque l'elmo che ritiene più antico rispetto al resto dell'armatura, e la forza della decorazione con drago sulla corazza. Sul tessuto interno compare un'iscrizione che fa riferimento al sesto anno dell'era Shōhei (1346-1370), ovvero il 1351-2. -
Lotto 276 Fujiwara Kunitomo
(attivo inizio del XVII secolo)
Wakizashi
Acciaio, 38,5 cm (50 cm con il codolo)
Firmata 藤原國儔 (Fujiwara Kunitomo) sul codolo.
Provenienza: collezione Fabrizio Savi, acquistata alla fine degli anni 1990 presso un collezionista privato americano.
Allievo di Kunihiro e attivo nel primo quarto del Seicento, Kunitomo proveniva dalla provincia di Yamashiro a sud di Kyoto. -
Lotto 277 Minamoto Morishige
(attivo nel periodo Tenbun, 1532-1555)
Yari
Acciaio, 29,7 cm (72,7 cm con il codolo)
Firmata 源盛重作 (Minamoto Morishige tsukuru) sul codolo.
Provenienza: collezione Fabrizio Savi, acquistata nel 2000 presso Fred Weissberg.
La yari è corredata di certificato di autenticità del 2000 rilasciato dalla Nihon Token Hokonzai, nel quale si specifica che l'autore è Kongōbyōe (Minamoto) Morishige attivo nella provincia di Chikuzen nell'isola del Kyūshū. -
Lotto 278 Fujiwara Tsuguhiro
(attivo seconda metà del XVII secolo)
Wakizashi
Acciaio, 47,5 cm (61,8 cm con il codolo)
Firmata 近江守藤原継廣 (Omi no Kami Fujiwara Tsuguhiro) sul codolo.
Provenienza: collezione Fabrizio Savi, acquistata alla fine degli anni 1990 presso un collezionista privato americano.
La lama è corredata di ricca montatura più tarda consistente in elsa tsuba quadrilobata con profilo ad arabesco, impugnatura tsuka rivestita di pelle di pesce e treccia di filo di seta, menuki in metallo parzialmente dorato a forma di cane, kashira e fuchi in metallo parzialmente dorato con motivi vegetali e uccelli, fodero in legno laccato, coltellino ko-gatana con decoro a rilievo di uccelli e piante sull'impugnatura, la lama firmata a tre caratteri incisi.
Tsuguhiro fa parte di quel gruppo di spadai che intorno alla metà del XVII secolo si spostarono da Seki nella provincia di Mino verso Echizen. Lavorò anche a Edo. -
Lotto 279 Katana
Giappone, 1400 circa
Acciaio, 67 cm (82,2 cm con il codolo)
Provenienza: collezione Fabrizio Savi, acquistata alla fine degli anni 1990 presso un collezionista privato americano.
La lama è corredata di ricca montatura più tarda consistente in elsa tsuba circolare in ferro con decoro a rilievo di ventagli pieghevoli aperti, impugnatura tsuka rivestita di pelle di pesce e treccia di filo di seta, menuki in metallo parzialmente dorato a forma di tartaruga minogame con foglie di bambù, fuchi in metallo parzialmente dorato con tamburo, gallina, pulcino e fiore. -
Lotto 280 Yoshimitsu (?)
XIII secolo
Wakizashi
Acciaio, 36,8 cm (47,5 cm con il codolo)
Firmata … 光 (Yoshimitsu ?) sul codolo, solo parzialmente leggibile.
Provenienza: collezione Fabrizio Savi, acquistata alla fine degli anni 1990 presso un collezionista privato americano.
La lama è corredata di ricca montatura più tarda consistente in bella elsa tsuba circolare in metallo con decoro a rilievo con ageminature in argento con due figure e un bufalo in un paesaggio con cascata, foglie d'acero e capanno, impugnatura tsuka rivestita di pelle di pesce e treccia di filo di seta, menuki in metallo parzialmente dorato a forma di drago, fuchi e kashira in metallo con arabesco fitomorfo inciso. -
Lotto 281 Ikkanshi Tadatsuna
XIX secolo
Wakizashi
Acciaio, 53 cm (67,5 cm con il codolo)
Firmata 一竿子忠綱 (Ikkanshi Tadatsuna) sul codolo.
Provenienza: collezione Fabrizio Savi, acquistata nel 2000 presso Fred Weissberg.
La lama ha su un lato un decoro di origini buddhiste di tipo kurikara, con un drago che attorciglia le sue spire intorno a un vajra. E' corredata di ricca montatura consistente in elsa tsuba quadrilobata in metallo parzialmente dorato con tralci di crisantemo a rilievo, impugnatura tsuka rivestita di pelle di pesce e treccia di filo di seta, menuki in metallo parzialmente dorato a forma di crisantemi, fuchi e kashira in metallo con fiori e un cinghiale tra le erbe autunnali, il fodero saya di tipo 'giorno e notte', da un lato a fondo di lacca nera con crisantemi a oro in maki-e, dall'altro a oro con applicazione in metallo a forma di mantide. -
Lotto 282 Fujiwara Kunikiyo, attribuita
(attivo seconda metà del XVII secolo)
Katana
Acciaio, 69,5 cm (88,5 cm con codolo)
Provenienza: collezione Fabrizio Savi, acquistata a Tokyo alla fine degli anni 1990 presso Japan Sword.
La katana è corredata di certificato di autenticità del 1971 rilasciato dalla Nihon Bijutsu Tōken Hozon Kyōkai. -
Lotto 283 Moriie
(attivo tra il XV e il XVI secolo)
Wakizashi
Acciaio, 39,8 cm (54 cm con il codolo)
Firmata 備州長船守家 (Bishū Osafune Moriie) sul codolo.
Provenienza: collezione Fabrizio Savi, acquistata alla fine degli anni 1990 presso un collezionista privato americano.
La lama è corredata di ricca montatura consistente in elsa tsuba all'incirca quadrata in metallo parzialmente dorato decorata lungo l'orlo con motivo di cucitura, impugnatura tsuka rivestita di pelle di pesce e treccia di filo di seta, menuki in metallo parzialmente dorato a forma di fiore stilizzato, fuchi e kashira in metallo parzialmente dorato con motivi floreali.
Il nome Moriie, associato a Osafune nella provincia di Bizen, identifica un certo numero di spadai attivi tra il XIII e il XVI secolo. -
Lotto 284 Konōmaru Kuniyoshi
(attivo fine XII – inizio XIII secolo)
Tachi
Acciaio, 71 cm (88 cm con il codolo)
Firmata 國吉作 (Kuniyoshi tsukuru) sul codolo.
Provenienza: collezione Fabrizio Savi, acquistata alla fine degli anni 1990 presso Fred Weissberg.
Questa rara lama riporta una firma che si può riferire ad uno spadaio della scuola Yamato Senjuin attivo tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo. E' stata ritemprata, quasi certamente nel XIV secolo. -
Lotto 285 COLTELLO CAMUFFATO DA VENTAGLIO, SHIKOMI TESSEN
Giappone, seconda metà del XX secolo
Lama in acciaio, impugnatura e fodero in legno laccato fondo nero e decoro a oro di passeri e fiori.
30 cm lunghezza
Provenienza: collezione privata italiana.
Un coltello molto simile a questo – considerato dote di donne guerriere - è conservato nel Museo Stibbert di Firenze (Guerriere del Sol Levante, catalogo della mostra, Torino 2019, n. 26). -
Lotto 286 PIATTO IN LEGNO LACCATO DI TIPO 'NEGORO'
Giappone, periodo Muromachi, XIV secolo
Di forma circolare (marubon), presenta sul retro un motivo di petali.
23 cm diametro
Provenienza: collezione privata italiana.
Gli oggetti laccati di questo tipo – caratterizzati dal colore rosso superficiale che col tempo e l'usura lascia trasparire il fondo nero sottostante – sono noti come 'Negoro', dal nome di un tempio nella provincia di Izumi che costituiva il principale centro di produzione di questa tipologia. La predilezione per manufatti che mostrano i segni del tempo è uno dei principi cardine dell'estetica giapponese legata allo Zen, noto con il termine wabi. -
Lotto 287 PIATTO IN LEGNO LACCATO DI TIPO 'NEGORO'
Giappone, periodo Muromachi, XVI secolo
Di forma quadrata (oshiki) e con gli angoli tagliati, il fondo di lacca nera si intravede da quello rosso più superficiale per effetto del trascorrere del tempo e dell'usura.
29 x 30 cm
Provenienza: collezione privata italiana.
Gli oggetti laccati di questo tipo – caratterizzati dal colore rosso superficiale che col tempo e l'usura lascia trasparire il fondo nero sottostante – sono noti come 'Negoro', dal nome di un tempio nella provincia di Izumi che costituiva il principale centro di produzione di questa tipologia. La predilezione per manufatti che mostrano i segni del tempo è uno dei principi cardine dell'estetica giapponese legata allo Zen, noto con il termine wabi. -
Lotto 288 BACILE IN LEGNO LACCATO E METALLO DORATO
Giappone, periodo Edo, XVII secolo
A sezione circolare, posa su basamento rivestito di metallo dorato lavorato a incisione con motivi vegetali, su due lati prese orizzontali e sagomate, l'intera superficie del contenitore con fondo 'a buccia di pera' (nashiji) sul quale si dispone un fine decoro in maki-e (“pittura a oro spruzzata”) con gru, tartarughe, alberi di pino, bambù e aranci, tutti simboli di longevità, tra i quali si vede più volte simbolo araldico (kamon) a forma di fiore stilizzato (umebachi).
32 x 27 x 15 cm
Provenienza: collezione privata italiana.
Questo genere di contenitore è noto con il termine mimidarai per la caratteristica forma delle prese che ricorda le orecchie. Era utilizzato prevalentemente nella pratica dell'annerimento dei denti (ohaguro), in voga fin da tempi molto antichi in Giappone. L'emblema araldico che compare più volte sulla sua superficie si può associare al clan Maeda.