Arte Africana: una prestigiosa collezione svizzera

Arte Africana: una prestigiosa collezione svizzera

mercoledì 14 ottobre 2020 ore 17:30 (UTC +01:00)
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Lotti dal 37 al 48 di 77
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  • Ogoni, regione del delta del Niger  (Nigeria)
    Lotto 37

    Ogoni, regione del delta del Niger (Nigeria)

    H 18,5 cm
    Legno dipinto in bianco e nero
    Maschera a mandibola mobile:
    Località di raccolta: distretto di Bonny, estremità orientale del delta fiume.
    In questo esemplare una corda tiene ancora unite le due parti. Nella parte interna della mandibola è presente una lunga fila di sottili lamelle vegetali, della lunghezza di 5 cm, infisse nel legno in guisa di denti. Scarificazioni a quadretti verticali, dipinte di nero, sono visibili sulle tempie.

    PROVENIENZA
    - Ex collezione Serge Brignoni (Chiasso 1903 - Berna 2002) vedi lotto 43;
    - Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 74a;


    - EYO EKPO “Two thousand years Nigerian Arts”, Lagos 1977, pagina 196 e 212;
    - FAGG WILLIAM “Masques d’Afrique dans les Collections du Musée Barbier-Mueller”, Genève1980, pag. 88; 

    Gli Ogoni costituiscono un piccolo gruppo etnico - tra di loro si chiamano Kana - che vive nell'area del delta del fiume Niger a est di Port Harcourt nel River State. Sono legati culturalmente al grande gruppo Ibibio col quale condividono lo stesso idioma e molte tradizioni indigene. Le maschere di questi gruppi, normalmente di piccole dimensioni, sono caratterizzate dalla mandibola mobile. Utilizzate nelle cerimonie di commemorazione degli antenati, erano indossate sopra la testa del danzatore nascosto alla vista dei presenti sotto un mantello di fibre.

  • Ogoni, regione del delta del Niger  (Nigeria)
    Lotto 38

    Ogoni, regione del delta del Niger (Nigeria)

    H 20,5 cm
    Legno a patina scura crostosa
    Maschera a mandibola mobile.
    Località di raccolta: distretto di Bonny, estremità orientale del delta.
    Maschera indossata sulla testa del danzatore che portava un cappuccio di tela per trattenerla.Viso diviso in due settori con la mandibola mobile legata con corda. Labbra orlate ben scolpite, naso regolare, occhi a fessura, orecchie stilizzate, pettinatura complessa segnata al centro con due chignon cilindrici. Scarificazioni su fronte e tempie come segni indicativi del clan di appartenenza.

    PROVENIENZA
    - Ex collezione Serge Brignoni (Chiasso 1903 - Berna 2002) vedi lotto 43;
    - Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 74b;


    - HAHNER-HERZOG IRIS & KECSKESI MARIA & VAJDA LASZLO “L’Autre Visage: Masques africains de la collection Barbier-Mueller” Genève 1997, pag. 136;



  • Ogoni, regione del delta del Niger (Nigeria)
    Lotto 39

    Ogoni, regione del delta del Niger (Nigeria)

    H 21 cm
    Legno dipinto in bianco e nero
    Maschera a mandibola mobile.
    Località di raccolta: distretto di Bonny, estremità orientale del delta.
    Maschera riservata alle danze allegoriche dipinta con un impasto di vernice biancastra e decorazioni nere. Un naso regolare divide le fessure degli occhi tagliate ad ogiva. La bocca, a labbra dilatate, è divisa nei due settori che rendono la mandibola disarticolata e mobile. Una corda di rafia tiene ancora legate le due parti. Il mento e le tempie sono segnati con i simboli caratteristici del clan. L’elaborata pettinatura nera è divisa in piccole ciocche segnate da incisioni a linee parallele. Quella centrale, più grande, si distingue per una serie di bottoni dipinti di bianco.

    PROVENIENZA
    - Ex collezione Serge Brignoni (Chiasso 1903 - Berna 2002) vedi lotto 43;
    - Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 74c;

  • Baga  (Guinea Conakry)
    Lotto 40

    Baga (Guinea Conakry)

    H 83 cm
    Legno a patina scura brillante, bullette di metallo
    Maschera giogo.
    Regione della costa atlantica.
    Rappresenta la dea della fecondità (Nimba) protettrice delle donne incinte e invocata da quelle sterili. Esce in processione nelle manifestazioni dei rituali organizzati per ottenere, tramite la sua forza evocativa, auspici per la fertilità dei campi nella raccolta di riso e grano. Il volto sarebbe un’interpretazione fantastica del viso femminile della dea madre mentre il naso a becco dovrebbe rappresentare il simbolo maschile.Chiamata anche maschera da spalla questo modello sembra un unicum, un’invenzione stilistica che non ha riscontri nella produzione dei tanti gruppi africani.Questo esemplare, in particolare, è scolpito secondo stilemi atipici rispetto agli esemplari della tradizione classica Baga: infatti le varie parti della testa e del corpo presentano raccordi a profili ricurvi che invece, nelle opere tradizionali più diffuse, risultano a spigoli vivi. Qui il peso e le dimensioni sono a misura d’uomo. Il volto è organizzato su piani sfalsati e il naso a becco sovrasta il mento allungato a punta. La bocca e gli occhi sono assenti, le orecchie sporgenti a forma della lettera C portano appesi orecchini ad anello, la pettinatura è una grande ciocca che si raccorda alla curva del cranio.Tutta la testa è decorata con una serie di incisioni a motivi geometrici e la faccia è abbellita con capsule di ferro di fattura europea. I seni abbondanti e cadenti ricordano l’immagine dalla donna africana che ha allattato per lungo tempo perché ha avuto il dono della fertilità. Ampie rotture del legno e segni di prolungato utilizzo testimoniano l’indiscussa anzianità di questo esemplare.

    PROVENIENZA
    - Antica collezione Ralph Nash (*) acquistata alla Berkeley Gallery di Londra negli anni ‘40;
    - Antica collezione Helmut Gernsheim (Castagnola di Lugano);
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 571);
    - Ex collezione privata (Lugano);


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 77;

    - LAMP FREDERICK “Art of the Baga” The Museum for African Art, New York 1996;
    - BERLINER DAVID “Mémoires religieuses Baga” Musée Barbier-Mueller, Genève 2013;
    - CHRISTIE’S “Arts d’Afrique et d’Océanie” Paris, asta del 22 novembre 2017, lotto 39;


    (*) Ralph Nash. Nato in Germania nel 1928 è stato un famoso designer stilista che si è affermato nel creare calzature femminili di alta moda. Ancora giovane aprì una ditta in Sud Africa e fece molti viaggi in Europa e negli USA a New York. Nel 1961 si trasferì a Londra e sviluppò i suoi interessi anche per l’arte africana. Commerciò con i maggiori mercanti europei e americani,in particolare, acquistò opere africane dal famoso gallerista John Klejman (1906-1995), Madison Avenue, New York. Nel 1924 acquistò dal famoso gallerista Paul GuiIlaume (1891-1934) una maschera Dan che il 22 novembre 2017 Christie’s ha proposto all’asta di Parigi a 400.000 / 600.000 euro (lotto 39).

    I Baga sono un piccolo gruppo di circa 50.000 individui insediati lungo il litorale della costa atlantica. Divisi in numerosi sotto gruppi abitano in Guinea Bissao, Guinea Conakry, Sierra Leone e Liberia, tutte regioni lagunari di difficile approdo. Queste sculture Baga a quattro gambe erano indossate come maschere giogo. Il portatore entrava e con il suo corpo ne sosteneva il peso aiutandosi anche con le mani per reggersi ai bastoni infilati nei fori delle gambe. Nei grandi esemplari l’altezza raggiunge i 125 cm ed il peso arriva anche a 60 kg. Perché il portatore possa vedere vi sono delle fessure al centro dei seni. Un lungo mantello di stoffa e rafia, legato dietro il collo, ricopriva tutta la scultura in modo da nascondere il portatore. I presenti alla cerimonia dovevano vedere solo la testa ed i seni. La scultura è divisa in due parti distinte: la testa enorme ed il corpo a quattro gambe, il grosso collo cilindrico unisce le due parti. L’aspetto estetico di queste opere è impressionante. Nella tradizione che si è affermata dalla metà del 1800 la testa aggettante diventa enorme, così come i seni e le orecchie. Una lunga pettinatura a doppia cresta riprende la curva del cranio. Tutto il corpo è segnato da incisioni a motivi geometrici evidenziati dalla presenza di bullette di ferro di tipo europeo.

  • Lobi, regione di Bouna  (Burkina Faso)
    Lotto 41

    Lobi, regione di Bouna (Burkina Faso)

    H 65 cm
    Legno duro a patina crostosa
    Figura femminile di antenata.
    Scultura femminile scolpita secondo la tradizione della statuaria Lobi. Il corpo, in posizione frontale, è ripreso con braccia staccate, ombelico prominente e gambe di proporzioni esagerate. La testa, sostenuta da un collo possente, è segnata da capelli rasati secondo la moda della regione. La bocca lascia intravedere un piattello labiale, un segno distintivo arcaico. Il legno molto duro e pesante è ricoperto con una densa patina crostosa.

    PROVENIENZA
    - Ex collezione Edmond Morlet (Bruxelles) (*);
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 416);
    - Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 78;

    - HOLAS B. “Arts de la Cote d’Ivoire: Les trésors du Musée d’Abidjan” Vevey 1969, pag. 162;
    - KERCHACHE JAQUES “Scultura Africana: Omaggio a André Malraux” Roma 1986, pagg. 90-105;
    - ANTONGINI GIOVANNA & SPINI TITO “Il cammino degli antenati: I Lobi dell’Alto Volta” Bari 1981;
    - BOGNOLO DANIELA “Visions d’Afrique: Lobi” Milano 2007;
    - SKOUGSTAD NORMAN "Traditional Sculpture from Upper Volta " New York The African American Institute 1978, pag. 30;
    - GOY BERTRAND “Cote d’Ivoire - Premieres regards sur la sculpture - 1850 / 1935” Parigi 2012, pag. 135;

    I Lobi sono un popolo di 250.000 individui insediati tra il Ghana, la Costa d’Avorio ed il Burkina Faso. Sono coltivatori ed allevatori di bestiame e vivono divisi in villaggi e grandi famiglie. Ogni villaggio possiede un santuario nel quale vengono conservate le sculture. Anche nell'ambito familiare, i Lobi praticano culti dove il ruolo prevalente si richiama agli antenati protettori. Ogni casa è costruita con laterizi a terrazze ed è abitata da più famiglie associate. Prevede un ambiente sotterraneo destinato a santuario. E’ lì che l’anziano del clan compie dei sacrifici rivolti ai defunti per sollecitarne i favori e per cercare di abbattere le sofferenze della vita quotidiana. Le statue, lì conservate, svolgono la funzione di proteggere la casa. Esse sono il tramite tra gli spiriti e gli uomini e rappresentano fantasmi dei defunti o spiriti della boscaglia. La loro altezza media varia tra i 30 e gli 80 cm. Durante questi rituali le statue sono oggetto di sacrifici di animali. Il loro contatto diretto con il terreno umido del sottosuolo procura al legno vistosi danni soprattutto nelle parti inferiori. Nella statuaria Lobi esiste anche una rappresentazione della figura umana eseguita in forma asimmetrica, cioè interpretata secondo posizioni insolite degli arti e delle varie parti del corpo. Questa attitudine è una prerogativa rara nel panorama delle arti africane.


    (*) Edmond Morlet (Bruxelles). E’ stato un mercante belga già operativo a Bruxelles prima della seconda guerra mondiale. Nel 1930 ha viaggiato nell'ex Congo Belga dove ha raccolto, tra l’altro, alcune opere del gruppo Yombe. Nel 1935 una sua maschera Wobé è entrata nel Museo Etnografico di Ginevra (MEG). L’opera più importante, una statua Mbole, figura di un impiccato (Ofika), dopo vari passaggi nelle collezioni, nel 1955 è stata acquisita dal Metropolitan Museum of Art di New York (MET).

  • Dan, regione di Toulépleu  (Costa d’Avorio)
    Lotto 42

    Dan, regione di Toulépleu (Costa d’Avorio)

    H 25 cm
    Legno a patina crostosa chiara
    Maschera.
    Maschera con lineamenti fortemente accentuati ricoperta con un impasto di fango e caolino biancastro. Svolgeva la funzione del ruolo di “cantante” durante le feste organizzate allo scopo di divertire il pubblico. Effettivamente la grande bocca aperta ricorda l’atteggiamento di un individuo che sorride o canta.

    PROVENIENZA
    - Antica collezione George F. Keller (Berna) (Inv. G.F.K. 47);
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
    - Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Berna 1980, Musée des Beaux Arts;


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - MORIGI PAOLO “Raccolta di un amatore d’arte primitiva” Magliaso, Lugano & Kunstmuseum Berna, Svizzera 1980, tav. 96, pag. 98;

  • Dan (Costa d’Avorio), regione di Man al confine con la Liberia
    Lotto 43

    Dan (Costa d’Avorio), regione di Man al confine con la Liberia

    H 23 cm
    Legno a patina crostosa che nasconde tracce di pittura rossa
    Maschera.
    E’ scolpita in un atteggiamento che trasmette emozione. La bocca aperta sembra indicare una voce nell’atto di emettere un suono. La funzione di questa maschera era di proteggere il proprietario e la sua famiglia.La piattina di ferro infissa sulla fronte era un elemento importante nei rituali di divinazione: infatti, il proprietario, per attivare lo spirito che faceva da tramite tra il mondo dei vivi e l’aldilà, al momento di chiedere la sua protezione, cospargeva tutt'intorno al ferro un impasto di sostanze magiche. Questa attività, ripetuta negli anni, ha lasciato i segni sulla superficie del legno e testimonia il lungo utilizzo rituale di questo esemplare. Tutt'intorno al bordo vi sono fori a sezione quadrata che si trovano in altre maschere Dan prodotte nel 19° secolo. Sotto il mento è rimasto un frammento della barba di fibre vegetali.

    PROVENIENZA
    - Ex collezione Serge Brignoni (*) collezionata prima degli anni ‘40;
    - Ex collezione privata (Lugano)


    BIBLIOGRAFIA
    - FISCHER EBERHARD & HIMMELHEBER HANS “Die Kunst der Dan” Rietberg Museum Zurich 1976;
    - GIANINAZZI CLAUDIO & GIORDANO CHRISTIAN “Culture Extraeuropee: Collezione Serge e Graziella Brignoni” Edizioni Città di Lugano 1989;
    - MUSEE DE L’HOMME “Arts primitifs dans les ateliers d’artistes: Serge Brignoni” Paris 1967;

    (*) Serge Brignoni (Chiasso 1903 - Berna 2002). Pittore e scultore, nato a Chiasso nel 1903, Serge Brignoni si appassiona all'arte dei "Mari del Sud" che dagli inizi del 1900 si cominciava ad intravedere in Europa. Rimane colpito dalle sculture create dai popoli dell'Estremo Oriente, dell'India, del Sud-Est Asiatico, dell'Indonesia e dell'Oceania, soprattutto par la loro creatività nel rappresentare un mondo fantastico e surreale. Dagli anni 1930-80 raccoglie sul mercato antiquario europeo una quantità di sculture della cosiddetta arte "primitiva". La curiosità che prova nell'osservare i tanti oggetti provenienti dall'Oceania orienta la sua attività artistica verso l’esperienza del Surrealismo e dell’arte metafisica. Nel 1925 scopre anche l’arte africana. Durante un viaggio a Parigi, visita le tante gallerie antiquarie che in quegli anni offrivano oggetti provenienti dalle colonie francesi in Africa. Entra così in contatto anche con la scultura africana di cui ammira le stilizzazioni e la purezza delle forme. Da allora inizia la sua brillante carriera di collezionista ed intenditore d'arte etnica. Ma la sua attività di scultore continua senza sosta e le sue opere lo collocano tra i protagonisti del surrealismo a livello internazionale. Negli anni la città di Lugano gli dedica molte iniziative culturali che presentano opere della sua produzione artistica. Sono numerose le mostre dedicate a Brignoni come collezionista d’arte primitiva: esposizioni suggestive presentate al pubblico di Lugano nel Palazzo delle culture Extraeuropee (Museo di villa Ciani). E’ a questo Museo che Brignoni nel 1985 dona la sua vasta collezione di opere d’arte primitiva.

  • Dan (Costa d’Avorio), regione di Man al confine con la Liberia
    Lotto 44

    Dan (Costa d’Avorio), regione di Man al confine con la Liberia

    H 23 cm
    Legno a densa patina scura
    Maschera.
    Esemplare scolpito in uno stile arcaico con naso di tipo realista che, dalla radice, prosegue con una linea mediana in rilievo fino alla fronte dove è infisso un ferro rituale. Gli occhi sporgenti, di forma circolare, sono evidenziati da dischi metallici fissati con un impasto di resine. La grande bocca socchiusa lascia intravedere una fila di denti - terminali di piume di volatile - che spuntano dal labbro superiore. La barba è una composizione di pelle e tessuti indigeni che rende l’aspetto di questa maschera fantastico e surreale.La lunga attività, legata ai rituali di divinazione, ha lasciato su tutta la superficie del legno segni evidenti di sostanze magiche.

    PROVENIENZA
    - Antica collezione galleria Maria Wyss (Basilea);
    - Ex collezione privata (Lugano);

  • Dan (Costa d’Avorio), regione di Man al confine con la Liberia
    Lotto 45

    Dan (Costa d’Avorio), regione di Man al confine con la Liberia

    H 16 cm
    Legno a patina scura, barba di fibre
    Maschera in miniatura.
    Appartiene ai modelli diffusi tra i gruppi Dan, Mano, Yacouba, Guerzè, che vivono nella regione forestale ai confini di Costa d’Avorio, Guinea e Liberia.Il viso è scolpito in un ovale perfetto dove l’asse verticale in rilievo lo divide in due settori simmetrici. La bocca è formata da due grosse labbra socchiuse, il naso regolare divide la zona dei grandi occhi circolari, la barba di fibre intrecciate completa la silhouette della maschera. Sulla testa è presente un grosso impasto di materiale associato alle pratiche divinatorie del proprietario. Questi continui trattamenti hanno lasciato tracce evidenti sulla superfice del legno.

    PROVENIENZA
    - Ex collezione galleria Michel Dermigny (Paris);
    - Ex collezione privata (Lugano);

  • Lwalwa (Repubblica Democratica del Congo), regione meridionale del Congo
    Lotto 46

    Lwalwa (Repubblica Democratica del Congo), regione meridionale del Congo

    H 33 cm
    Legno leggero dipinto in rosso bruno, bianco e nero
    Maschera di danza.
    Il viso è diviso in due parti dal lungo naso ad angolo diedro, bocca a tubo, occhi a fessura rettangolare, mento a punta, orecchie appena accennate: una forma che noi definiamo “stile cubista”.

    PROVENIENZA
    - Antica collezione Georges Stoecklin (Cagnes-sur-mer) (*);
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 243);
    - Ex collezione privata (Lugano);


    BIBLIOGRAFIA
    - FELIX MARC LEO "100 Peoples of Zaire and their sculpture: Lwalwa pagg. 94-95" Bruxelles 1987;
    - FELIX MARC LEO & AUTORI VARI “Congo Masks – Masterpieces from Central Africa” Bruxelles 2018, Edited by Marc Leo Felix, pagg. 140-145;
    - AUTORI VARI "Face of the Spirits: Masks from the Zaire Basin" Anversa 1993, pagg. 97-105;
    - Huguette Van Gelewe in FRY JAQUELINE "Twenty-five African Sculptures" National Gallery of Canada, Ottawa 1978, pagg. 82-87;
    - CORNET JOSEPH "Art de l'Afrique noire au pays de fleuve Zaire" Bruxelles 1972, pag. 183;
    - FAGG WILLIAM "Masques d'Afrique dans les Collections du Musée Barbier-Muller" Genève 1980, pagg. 132 e 133

    I Lwalwa costituiscono una popolazione di circa 20.000 individui che vivono nel triangolo formato dal fiume Kasai ed il suo affluente la Lueta, nel sud ovest dell’antica provincia del Kasai, al confine con l’Angola. Le maschere di questo piccolo gruppo appartenevano ai membri della società segreta Ngongo. Erano indossate durante i rituali per calmare gli spiriti sacri ed incrementare il successo nelle attività della caccia. Uscivano anche nelle danze organizzate per celebrare i funerali e per le nomine dei dignitari di rango. Vi sono maschere di tipo maschile e anche di tipo femminile come questo esemplare (Mushika). I Lwalwa usano un sistema singolare per tenere la maschera aderente al viso durante le danze: fanno passare una cordicella di fibre nel foro praticato sotto il naso bloccandola con un nodo. Il danzatore tiene la corda con i denti facendo aderire la maschera al viso. Questo è il motivo per cui le maschere di questo gruppo sono prive dei i fori lungo il bordo.

    (*) Georges Stoecklin (1937-1997). E’ stato un mercante d’arte africana operativo in Francia negli anni ’50.Era il genero di Roger Bédiat (1897-1958) che negli anni ’20 si installò nella regione di Abidjan per organizzare nella colonia francese una piantagione di caffè. La Costa d’Avorio all’epoca era ancora poco accessibile e la brousse diventava impraticabile dopo le piogge. Bédiat si interessò alla cultura indigena e l’incontro a Parigi con Charles Ratton all’Esposizione Coloniale del 1931 gli offrì la possibilità di iniziare una collaborazione come fornitore di opere tribali. Così, trovò importanti capolavori raccolti nella regione, alcuni dei quali oggi sono presenti nei musei.
    Elementi bibliografici su : GOY BERTRAND “Cote d’Ivoire - Premieres regards sur la sculpture - 1850 / 1935” Parigi 2012, pag. 206(Roger Bédiat) e, Georges Stoecklin, pag. 215;

  • Wurkun (Nigeria Nigeria settentrionale), regione del nord est
    Lotto 47

    Wurkun (Nigeria Nigeria settentrionale), regione del nord est

    H 53,5 cm
    Legno duro a patina nera
    Scultura a mezzo busto sostenuta da un vecchio ferro.
    Figura filiforme stilizzata con tronco a mezzo busto su base circolare. Corpo slanciato con braccia lungo il tronco, ombelico presente, viso appena segnato da elementi geometrici, tracce di sostanze sacrificali.

    PROVENIENZA
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 667);
    - Ex collezione privata (Lugano);


    BIBLIOGRAFIA
    - DAGAN ESTHER A. "African dolls for play and magic" Montreal, Canada 1990, pag. 90, fig. 23.2;
     - ROBBINS M. WARREN & NOOTER NANCY INGRAM “African art in American Collections” 2004 Atglen, PA-USA, pag. 298, n° 771 (1009);

    Queste figure a carattere magico divinatorio erano utilizzate in coppia. Venivano piantate con la punta di ferro nel terreno all'interno di una nicchia dentro le abitazioni o all'ingresso dei villaggi. Avevano la funzione di proteggere i raccolti dei campi coltivati e di salvaguardare i contadini dai morsi dei serpenti velenosi. Gli esemplari piantati nei campi erano ricoperti di terra rossa. Quelle tenute all'interno delle case ricevevano offerte sacrificali con abluzioni di olio di palma. I Wurkun costituiscono un piccolo gruppo, insediato nel nord est della Nigeria, che culturalmente è legato agli Jukun loro vicini. Per entrambi i gruppi queste figure divinatorie sono chiamate rispettivamente “tau-kenda” quella femminile e, “tau-wandoa” quella maschile.

  • Hemba  (Repubblica Democratica del Congo)
    Lotto 48

    Hemba (Repubblica Democratica del Congo)

    H 34 cm
    Legno duro a patina crostosa
    Figura magica bifronte.
    Regione sud-orientale del Congo delimitata dai corsi dei fiumi Lualaba e Lomami.
    Figura janus a carattere magico religioso. Nome d’origine: Kabeja. Rappresenta un insieme di personaggi scolpiti di schiena, uno maschile (con barba) e uno femminile, ripresi in posizione simmetrica in piedi su base circolare.

    PROVENIENZA
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 385);
    - Ex collezione privata (Lugano);


    BIBLIOGRAFIA
    - NEYT FRANCOIS & DE STRYCKER LOUIS "Approche des arts Hemba" Villiers-le Bel, Francia 1975 pagg. 38 - 40:

    Il carattere propiziatorio di questi oggetti era conferito dalle sostanze magiche inserite nel piccolo foro posto all'apice della pettinatura.Queste sculture, diffuse tra i Luba, gli Hemba e i Tabwa, appartenevano al capo famiglia ed erano associate al culto degli antenati. La loro funzione era quella di proteggere la coppia contro la sterilità, tutelare i figli dal pericolo di malattie, trovare un marito alle giovani da sposare, ecc.

Lotti dal 37 al 48 di 77
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Arte Africana: una prestigiosa collezione svizzera

MILANO

Via Paolo Sarpi, 6



TORNATA UNICA (lotti 1-77)

Mercoledì 14 ottobre 2020

ore 17:30

Sessioni

  • 14 ottobre 2020 ore 17:30 Arte Africana: una prestigiosa collezione svizzera (1 - 77)

Esposizione

MILANO

Via Paolo Sarpi, 6


Da lunedì 14 settembre fino a mercoledì 14 ottobre

dalle ore 10:00 alle 18:00

Condizioni di vendita

Scarica il documento di Condizioni di Vendita

Commissioni

Al Prezzo del lotto sarà aggiunta una Commissione di acquisto che l’Acquirente è tenuto a pagare quale parte dell’Importo totale dovuto.


La Commissione di acquisto è stabilita nella misura del:

VENTITRE PERCENTO (18,86 + IVA) DEL PREZZO DEL LOTTO

Rilanci

  • da 0 a 100 rilancio di 10
  • da 100 a 500 rilancio di 20
  • da 500 a 1000 rilancio di 50
  • da 1000 a 2000 rilancio di 100
  • da 2000 a 5000 rilancio di 200
  • da 5000 a 10000 rilancio di 500
  • da 10000 a 20000 rilancio di 1000
  • da 20000 a 50000 rilancio di 2000
  • da 50000 a 100000 rilancio di 5000
  • da 100000 a 200000 rilancio di 10000
  • da 200000 in avanti rilancio di 20000