Asta 79 - Dipinti, disegni, sculture e oggetti di antiquariato dal XV al XIX secolo

Asta 79 - Dipinti, disegni, sculture e oggetti di antiquariato dal XV al XIX secolo

giovedì 2 luglio 2020 ore 16:30 (UTC +01:00)
Asta
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Lotti dal 133 al 144 di 281
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  • Veduta del Canal Grande con Palazzo Corner della Ca' Granda
    Lotto 133

    JOHANN ANTON RICHTER (Stoccolma, 1665 - Venezia, 1745), ATTRIBUITO

    Veduta del Canal Grande con Palazzo Corner della Ca' Granda
    Olio su tela, cm. 57x74,5. Con cornice
    Questa deliziosa veduta di Venezia può essere avvicinata alla produzione di Apollonio Domenichini, ma in misura ancora maggiore a quella dello svedese Johann Richter. Giunto a Venezia nel 1697 per restarvi tutto il resto della sua vita, dopo una probabile esperienza presso la bottega di Luca Carlevarijs egli seppe guadagnare un posto di rilievo nell'affermazione del vedutismo veneziano, partecipando attivamente alle sue incontenibili fortune settecentesche. Ritroviamo qui alcune delle sue caratteristiche peculiari, come il gusto macchiettistico delle figurette nelle imbarcazioni, che occupano regolarmente il primo piano delle sue vedute, la pennellata minuta, i colori vivaci e una certa semplificazione nella resa delle architetture. A confronto con la nostra Veduta si possono qui segnalare Il Canal Grande a Santa Lucia (già Stoccolma, Collezione Siren), la Veduta con l'Isola di San Giorgio e quella con l'Isola di San Michele, entrambe al Nationalmuseum di Stoccolma.

    PROVENIENZA: Collezione privata.

  • La Carità cristiana
    Lotto 134

    GREGORIO LAZZARINI (Venezia, 1655 - Villabona Veronese, 1730), ATTRIBUITO

    La Carità cristiana
    Olio su tela, cm. 161,5x120. Con cornice antica
    Questo plastico gruppo di quattro figure offre una rappresentazione dell'Allegoria della Carità, la principale tra le Virtù teologali. Sia il soggetto, sia la composizione con la giovane e florida figura femminile attorniata di fanciulli, uno dei quali con la testa in prossimità del seno di lei (come addormentatosi dopo la l'allattamento), furono particolarmente cari a Lazzarini, che li propose a più riprese con piccole varianti e su misure diverse (Venezia, Galleria dell'Accademia e Esztergom, Museo Cristiano). La soluzione iconografica corrisponde alla tipologia di Carità più diffusa nella pittura sei e settecentesca. Essa deriva dall'Iconologia di Cesare Ripa, che prescrive l'abito rosso per la donna e tre bimbi stretti a lei, di cui uno attaccato al seno. Come nel lotto sucessivo, che ne costituisce il pendant, in questa tela mirabile si riconosce la mano di Gregorio Lazzarini, che qui ci offre un saggio delle qualità che furono magnificate dal suo più antico biografo, Vincenzo Da Canal: "Il primo di lui merito… consisteva nel lavoro delle femmine nude, e pel morbida carnagione, e per l'esattezza del disegno, e per la bella idea de' volti" (Vita di Gregorio Lazzarini, 1732).

    Proprio la purezza degli incarnati, la naturalezza delle posture e la dolcezza delle espressioni appaiono, in effetti, le qualità più spiccate del dipinto, accanto al garbato equilibrio della composizione e al felice brano di paesaggio. Si coglie bene nella tela il riferimento all'arte di Padovanino e Pietro Liberi, confluito in un impianto sapientemente classicista, che guarda attentamente agli esiti della contemporanea pittura bolognese. Ulteriori stringenti termini di paragone si possono ricoscere nell'Allegoria delle tre Virtù Teologali (Budapest, Museo delle Belle Arti) e il Ritrovamento di Mosè di Pommersfelden.

    PROVENIENZA: Collezione privata, Centro-Italia.

  • Gesù Cristo benedicente circondato da angeli
    Lotto 135

    GREGORIO LAZZARINI (Venezia, 1655 - Villabona Veronese, 1730), ATTRIBUITO

    Gesù Cristo benedicente circondato da angeli
    Olio su tela, cm. 161,5x120. Con cornice antica
    Gregorio Lazzarini è stato un protagonista indiscusso della scena artistica veneziana a cavallo tra Sei e Settecento. La sua considerazione odierna è però ben lontana da quella che lo accompagnò in vita, anche per la mancanza di un affidabile studio monografico moderno, ed egli si trova oggi più spesso citato come maestro di Giambattista Tiepolo che per i propri notevolissimi meriti di pittore. In questa circostanza si propongono due tele inedite senz'altro da riferire all'artista e che testimoniano eloquentemente le sue inconfondibili qualità. Rifulge qui l'elegante e limpido classicismo che caratterizza in particolare la maniera matura del Lazzarini, a partire dall'ultimo decennio del Seicento. La chiarezza strutturale e il pieno dominio del disegno conferiscono massimo risalto alla figura plastica e grandiosa del Cristo che, assiso sulla nuvola, conquista tutto il primo piano della scena. Si ammirano qui la grazia equilibrata della composizione, le gamme cromatiche fredde e delicate e l'accurata levigatezza della pennellata. L'alto magistero accademico rende chiara, da un lato, la matrice veneta e la vicinanza con l'amico Antonio Bellucci, ma ancor più, dall'altro, l'estrema attenzione di Lazzarini nei confronti della pittura bolognese di secondo Seicento (in particolare Cignani e Franceschini). Come termini di confronto per la nostra tela, in origine probabilmente destinata, come il suo pendant lotto 134, all'altare di una cappella privata, possiamo citare lo Sposalizio mistico di santa Caterina da Siena (Treviso, Museo Civico) e l'Allegoria del Merito (Venezia, Palazzo Ducale, e Polesello, Villa Morosini).

    PROVENIENZA: Collezione privata, Centro-Italia.

  • Effige del generale tebano Epaminonda
    Lotto 136

    LORENZO TIEPOLO (Venezia, 1736 - Madrid, 1776), ATTRIBUITO

    Effige del generale tebano Epaminonda
    Olio su tela, cm. 59,5x48. Con cornice
    Iscrizione a pennello in alto a sinistra: "EPAMINONDAS".

  • Capriccio con figure
    Lotto 137

    GIACOMO GUARDI (Venezia, 1764 - 1835), ATTRIBUITO

    Capriccio con figure
    Olio su tela, cm. 29x21. Con cornice
    Il dipinto è accompagnato da un'expertise del Prof. Giuseppe Maria Pilo.

    Figlio, discepolo e imitatore del padre Francesco, Giacomo Guardi improntò la propria produzione pittorica, in particolar modo quella giovanile, all’elaborazione personale dei modelli paterni che tanto contribuirono allo sviluppo della poetica del “Capriccio”. L’opera qui proposta, pur vicinissima ai modi di Francesco, può essere riferita piuttosto a Giacomo, esemplificandone al meglio i caratteri di scioltezza e vivacità pittorica. Tra i molteplici confronti possibili menzioniamo l’Arco rovinato e tempietto sullo sfondo della National Gallery di Londra, l’Arco trionfale e sfondo di città dell’Accademia Carrara di Bergamo o ancora l’Arco rovinato e mura di paese del Musée Nissim de Camondo, Parigi, ma soprattutto il disegno raffigurante l’Assunta di collezione E. Hanfstaengl, Monaco di Baviera, che ripropone il medesimo particolare della villa, nella nostra tela realizzata in basso a destra (cfr. A.Morassi, Tutti i disegni di Antonio, Francesco e Giacomo Guardi, Venezia, Alfieri, 1975, p. 104, cat. N. 143, ill. 142).

  • Adorazione dei pastori
    Lotto 138

    GIROLAMO TROPPA Rocchetta in Sabina, Rieti, 1636 - Roma, post 1710)

    Adorazione dei pastori
    Olio su tela, cm. 206x299. Con cornice
    Ringraziamo il Dott. Francesco Petrucci che su base fotografica ha riconosciuto in questa tela un inedito dipinto autografo di Girolamo Troppa.


    Questa tela monumentale rappresenta una significativa aggiunta al catalogo di Girolamo Troppa. In essa trovano espressione i punti di riferimento abituale della sua arte (Mola, Baciccio, Brandi, Giuseppe Ghezzi), ma spicca in modo particolare l'influsso di Carlo Maratti e di opere come la Natività di S. Giuseppe dei Falegnami a Roma e l'Adorazione dei pastori dell'Ermitage di San Pietroburgo. Troppa, però, abbassa drasticamente il tono aulico e classicista connaturato all'arte marattesca e lo riporta su un registro più umile, di una grazia semplice e rustica, al limite del vernacolare, forse più congeniale alla sua maniera e certamente funzionale al racconto evangelico. Uno stringente termine di confronto è costituito dall'Adorazione dei pastori nella Chiesa di Santa Maria del Glorioso di San Severino Marche.

    14.500

  • Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia
    Lotto 139

    CORRADO GIAQUINTO (Molfetta, 1703 - Napoli, 1765), ATTRIBUITO

    Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia
    Olio su tela, cm. 63,5x47,5
    La tela raffigura uno dei miracoli compiuti da Mosè durante il pellegrinaggio verso la Terra Promessa. Per la mancanza d'acqua, gli israeliti lo accusarono di averli portati nel deserto. Allora Mosè, accompagnato da Aronne, chiese aiuto a Dio, che gli ordinò di portare il suo popolo davanti a una roccia e colpirla con una verga. Mosè obbedì e dalla roccia zampillò l'acqua, con cui la gente e il suo bestiame poterono dissetarsi (Numeri 20,1-11). Il nostro dipinto è strettamente legato all'affresco di Corrado Giaquinto nella parete absidale della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma, che assieme a quello adiacente raffigurante Mosè e il serpente di bronzo, costituì una delle commissioni più prestigiose di Giaquinto a Roma. Come d'abitudine all'interno della sua bottega, Giaquinto, tra bozzetti, modelli e derivazioni, realizzò varie versioni di questa celebre e ammirata opera. Se ne conservano esemplari alla National Gallery di Londra, al Museé Magnin di Dijón, al Museo del Prado di Madrid. La nostra tela raffinata si aggiunge a queste altre versioni e per la

  • Scena di Banchetto
    Lotto 140

    SCUOLA VENETA, SECONDA META’ DEL XVIII SECOLO

    Scena di Banchetto
    Olio su tela, cm. 27,5x64. Con cornice
    Il dipinto raffigura una scena di banchetto all’interno di un grande ambiente particolarmente spoglio, riconoscibile come l'atrio di un palazzo monumentale. Le ombre e i toni scuri impiegati per la descrizione degli elementi architettonici (volte e pilastri in primo piano, scalinate e parapetti sullo sfondo) accentuano per contrasto le lunghe tavolate di commensali, descritte con rapidi e decisi colpi di colore e una luce baluginante e filamentosa che restituisce, illuminandola, la vivacità del convivio. Questa teletta è un esempio della pittura di tocco settecentesca - rapida, abbreviata e virtuosistica - i cui maggiori rappresentanti furono Alessandro Magnasco, Antonio Marini e naturalmente Francesco Guardi. Per la scioltezza e libertà di pennellata, nonché per la sprezzata sinteticità nella definizione delle forme, il dipinto si richiama soprattutto ai modi di quest'ultimo e alle sue più tarde rappresentazione di interni affollati, come il Concerto delle dame nella sala dei Filarmonici dell'Alte Pinokothek di Monaco e la Cena e ballo di San Beneto, della coll. Getty a San Francisco, ma con un sovrappiù di rapidità e noncuranza esecutiva che forse si deve alla sua natura di bozzetto.

  • Natività della Vergine
    Lotto 141

    GAETANO LAPIS (Cagli, 1706 - Roma, 1773)

    Natività della Vergine
    Olio su tela, cm. 147x98,5. Con cornice
    La bella tela che qui si illustra costituisce un'altra versione autografa, in tutto analoga, del dipinto di Gaetano Lapis appartenente alla collezione Fabrizio e Fiammetta Lemme, oggi confluito nel Museo del Barocco in Palazzo Chigi ad Ariccia. Pubblicato nel 1994 da Giancarlo Sestieri, il dipinto Lemme fu ritenuto dallo studioso (e le sue considerazioni ovviamente valgono anche per il nostro esemplare) particolarmente rappresentativo della personalità artistica di Lapis, "in sottile equilibrio tra barocchetto e classicismo". La tela Lemme venne situata da Sestieri intorno alla metà del secolo, quando l'iniziale slancio barocco del pittore appare ormai temperato in senso classicista, sull'esempio dei grandi bolognesi Domenichino e Annibale Carracci, con esiti che sembrano già allinearsi alle novità del nascente neoclassicismo di Mengs e Von Maron.

  • Natura morta di caccia
    Lotto 142

    PITTORE FRANCESE, PRIMA META’ DEL XVIII SECOLO

    Natura morta di caccia
    Olio su tela, cm. 194x130. Con cornice antica
    La tipologia della natura morta con scene di caccia, o trofei di caccia, si affermò nei Paesi Bassi nel corso del XVII secolo con artisti come Frans Snyders, Jan Fyt e Willem Van Aelst e trovò nel Settecento il suo più alto sviluppo in area francese, dove fu particolarmente richiesta e promossa dalla committenza reale. I suoi esponenti principali furono senza dubbio dapprima Alexandre-Francçois Desportes e Jean Baptiste Oudry, e poi Jean-Baptiste Simeon Chardin. E’ certamente in questo contesto che va collocato il nostro raffinato dipinto, che esemplifica al meglio le virtù pittoriche richieste dal genere: equilibrio compositivo, abilità nella rappresentazione degli animali vivi (il superbo cane che punta l’uccello adagiato sul piedistallo) e morti (volatili e selvaggina), efficace organizzazione della componente simbolica (legata al contenuto di vanitas) ed eleganza coloristica, con una paletta che insiste sui toni chiari, prediletti da tutti e tre i grandi maestri francesi succitati.
    In particolare il dipinto può essere accostato a Jean-Baptiste Oudry, che fu mirabile animalista e dal 1724 divenne pittore di corte reale, specializzato proprio nella raffigurazione di temi legati alla caccia. Interessanti paragoni possono essere istituiti fra la nostra tele e opere di Oudry come il Cane che fa la guardia alla cacciagione del Metropolitan Museum di New York, Due cani da caccia con volatili e salvaggina passato in asta da Sotheby’s Paris il 26 giugno 2014 (l. 40) il Trofeo di caccia del Nationalmuseum di Stoccolma: opere nelle quali si ritrovano molti degli elementi principali dell’opera qui in oggetto, dal fucile sul plinto all’architettura di marmo su cui è poggiato (forse una fontana), dal cane alla cacciagione, sino alle presenze floreali e al luminoso paesaggio.

  • Paesaggio con cascatella, due lavandaie e un cavaliere sullo sfondo
    Lotto 143

    FRANCESCO ZUCCARELLI (Pitigliano, 1702 - Firenze, 1788)

    Paesaggio con cascatella, due lavandaie e un cavaliere sullo sfondo
    Olio su tela, cm. 55,5x40,5. Con cornice
    Questo squisito autografo di Francesco Zuccarelli presenta chiarissme affinità con altri due celebri e tipici paesaggi di fantasia del pittore, rispettivamente conservati all'Accademia Carrara di Bergamo e al museo di Ca' Rezzonico a Venezia. In tutte e tre le tele si ritrovano, infatti, i motivi della cascatella che sgorga da una roccia, della lavandaia, del cane e del cavaliere sullo sfondo.

    PROVENIENZA: Collezione privata.

  • Maria Vergine (?)
    Lotto 144

    SCUOLA TOSCANA, FINE XV / INIZIO XVI SECOLO

    Maria Vergine (?)
    Scultura lignea, tracce di policromia, cm. 133x39x38,5

Lotti dal 133 al 144 di 281
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Asta 79 - Dipinti, disegni, sculture e oggetti di antiquariato dal XV al XIX secolo

Dipinti, disegni, sculture e oggetti di antiquariato dal XV al XIX secolo

Sessioni

  • 2 luglio 2020 ore 16:30 Sessione unica (1 - 281)

Esposizione

Tutti i lotti saranno visibili PREVIO APPUNTAMENTO dal 25 giugno 2020 al 1 luglio 2020

dalle 10:30 alle 14:00 e dalle 15:00 alle 18:30 presso Bertolami Fine Arts in Piazza Lovatelli 1, 00186 Roma.

Condizioni di vendita

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Commissioni

Diritti D'asta: 26%

Rilanci

  • da 0 a 100 rilancio di 5
  • da 100 a 200 rilancio di 10
  • da 200 a 500 rilancio di 20
  • da 500 a 1000 rilancio di 50
  • da 1000 a 2000 rilancio di 100
  • da 2000 a 5000 rilancio di 200
  • da 5000 a 10000 rilancio di 500
  • da 10000 a 20000 rilancio di 1000
  • da 20000 a 50000 rilancio di 2000
  • da 50000 in avanti rilancio di 5000