Asta N. 428 - Arredi, Dipinti Antichi, Argenti, Historica, Tappeti e Tessuti, Strumenti Musicali

Asta N. 428 - Arredi, Dipinti Antichi, Argenti, Historica, Tappeti e Tessuti, Strumenti Musicali

mercoledì 24 ottobre 2018 ore 15:30 (UTC +01:00)
Lotti dal 145 al 192 di 745
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  • Pescera in argento di forma ovale sagomata con bordura decorata a perle e...
    Lotto 394

    Pescera in argento di forma ovale sagomata con bordura decorata a perle e nastri intrecciati, e tesa incisa con monogramma della famiglia Melzi. Milano, seconda metà secolo XIX, argentiere Francesco Ceppi (cm 81x34,5 ca.) (g 1950 ca.) (lievi difetti)

    -EN

    An oval silver tray. Milan, second-half of the 19th Century. Silversmith Francesco Ceppi (cm 81x34,5 ca.) (g 1950 ca.) (lievi difetti)

  • Ostensorio in argento con base bombata sagomata e fusto a balaustro di...
    Lotto 395

    Ostensorio in argento con base bombata sagomata e fusto a balaustro di sezione ovale, decorati da volute e foglie alternate su fondo zigrinato; raggiera ornata da cherubini sbalzati entro nuvole, tralci d’uva e spighe di grano parzialmente dorati, e cornice ad ovoli. Manifattura ligure, probabilmente Genova, fine secolo XVIII/XIX (h. cm 74 ca.) (difetti) (Cfr. G. Roccatagliata, Argenti Genovesi, Genova 2002, p.43)

    -EN

    A silver monstrance. Ligurian manufacture, probably Genoa, late 18th century - early 19th century (h. cm 74) (defects)

  • Coppa in argento con coperchio: corpo a cratere decorato con fasce di tralci...
    Lotto 396

    Coppa in argento con coperchio: corpo a cratere decorato con fasce di tralci d'uva, baccellate e godronate; prese in figura di serpenti affrontati con attacco a mascherone e cimatura a bocciolo. Iscrizione: The Earl of Plymouth as a testimony of Friendship to the Revd Thomas Blackall. Londra, 1810, W. Storey & William Elliott (h. cm 26,5) (g 1400 ca.) (lievi difetti)

    Provenienza: Sotheby's, Londra, 19 agosto 1996, lotto 99

    -EN

    A silver cup with lid. London, 1810, W. Storey & William Elliott (h. cm 26,5) (g 1400 ca.) (minor defects)

    Provenance: Sotheby's, London, 19 August 1996, lot 99

  • Trumeau laccato a chinoiserie e finta tartaruga. Parte superiore a due ante a...
    Lotto 397

    Trumeau laccato a chinoiserie e finta tartaruga. Parte superiore a due ante a specchio celanti vani, cassettini e segreti lastronati in noce. Cimasa sagomata decorata da pinnacoli e fregi in legno traforato, intagliato e dorato a motivi fogliati. Parte inferiore di forma mossa a tre cassetti e anta ribaltabile con cassettini, scarabattolo e segreti. Piedi a mensola. Veneto, secolo XVIII (cm 108x288x61) (difetti)

    -EN

    A chinoiserie and faux tortoiseshell lacquered bureau-cabinet. Veneto, 18th century (cm 108x288x61) (defects)

  • Stipo architettonico lastronato in avorio decorato con applicazioni in...
    Lotto 398

    Stipo architettonico lastronato in avorio decorato con applicazioni in argento smaltato e quarzo avventurina, intervallate da miniature su avorio, sormontato da gruppo scultoreo a tutto tondo raffigurante Venere e Apollo su triclivio poggiante su un basamento di forma poligonale. Cappello svasato decorato con quarzo avventurina e applicazioni traforate in argento e smalti, di forma ovale raffiguranti putti e profili. Fascia di raccordo sfaccettata con cassetto frontale decorata da dieci miniature rettangolari di dimensioni diverse a raffaellesche centrate da medaglioni figurati in cornici d'argento, fregi smaltati. Cornicione aggettante con dieci sfingi in avorio a tutto tondo in sequenza montate su placche in quarzo avventurina con cornici in argento. Fascia con cassetti in linea, decorati con miniature su avorio a raffaellesche, teste di cherubini, profili muliebri e figure mitologiche. Lesene a cartiglio in argento e smalti policromi con medaglioni in quarzo avventurina. Antine frontali celanti cassettiera; fascia decorata da dieci placchette dipinte raffiguranti scene mitologiche nella maggior parte titolate, in cornici d'argento e smalti intervallati da colonne in quarzo avventurina con capitelli e basi in avorio scolpito. Fascia inferiore con tre cassetti decorati da dieci miniature raffiguranti le stagioni, le fasi della giornata e i quattro elementi tra raffaellesche poggianti su pilastri squadrati recanti dodici miniature in avorio con l'iscrizione dei mesi dell'anno in cornici d'argento. Tavolo d'appoggio sagomato lastronato in avorio di forma ottagonale con cassetto e fasce decorate da dodici placche in avorio scolpito raffiguranti scene mitologiche titolate, contenute in cornici in argento. Montanti con fregi in argento e smalti, quattro gambe mosse decorate da applicazioni in argento e smalti policromi riunite da traverse mosse centrate da vaso in avorio a tutto tondo a due anse figurate e placche in quarzo avventurina. Scarpette cesellate. Austria, secolo XIX (cm 80x178x63) (lievi mancanze)

    -EN

    An ivory veneered architectural cabinet with silver and quartz mounts. Austria, 19th century (cm 80x178x63) (minor losses)

  • JACQUES COURTOIS, DETTO IL BORGOGNONE(Saint-Hyppolite 1621 - Roma...
    Lotto 399

    JACQUES COURTOIS, DETTO IL BORGOGNONE
    (Saint-Hyppolite 1621 - Roma 1676)

    (attr.)

    Battaglia
    Olio su tela cm 53,5x116,5
    In cornice in legno intagliato e dorato (lievi difetti)

    -EN

    (attr.)

    Battle
    Oil on canvas 53,5x116,5 cm.
    In a carved and giltwood frame (minor defects)

  • Calamaio in argento con vassoio di forma sagomata e cesellato a volute e...
    Lotto 400

    Calamaio in argento con vassoio di forma sagomata e cesellato a volute e fiori, piedi a rocaille. Vaschette per inchistro a forma di vasi con coperchio. La parte centrale tripode sorretta da cigni, coperchio con putto a tutto tondo. Bottega di Francesco Ceppi, Milano, 1855/1860 (g 700 ca.) (cm 27x21x20) (difetti)

    -EN

    A silver inkwell. Circle of Francesco Ceppi. Milan, 1855-60 (g 700 ca.) (cm 27x21x20) (defects)

  • Coppia di teche in legno intagliato e dorato a volute e pendenti di foglie...
    Lotto 401

    Coppia di teche in legno intagliato e dorato a volute e pendenti di foglie contenenti due profili di gentiluomini in avorio scolpito in rilievo. Germania, secolo XVIII (cm 35x22) (usure)

    -EN

    A pair of giltwood cases containing two ivory high-relief profiles of gentlemen. Germany, 18th century (cm 35x22) (wear)

  • Quattordici piatti in argento di forma circolare sagomata con bordura...
    Lotto 402

    Quattordici piatti in argento di forma circolare sagomata con bordura decorata a perle e nastri intrecciati,
    e tesa incisa con lo stemma della Famiglia Melzi. Tredici marcati Odiot à Paris ed uno con marchi del
    Regno Lombardo-Veneto, zecca di milano e dell’argentiere Francesco Ceppi. Seconda metà secolo XIX
    (d cm 6) (g tot 7060 ca.) (lievi difetti)

    -EN

    Fourteen cirular silver plates, thirteen marked Odiot à Paris. Second-half of the 19th Century (d cm 6) (tot. g 7060 ca.) (minor defects)

  • Maestro veneto del secolo XVIIICapriccio veneto con edificio palladianoOlio...
    Lotto 403

    Maestro veneto del secolo XVIII

    Capriccio veneto con edificio palladiano
    Olio su tela cm 56x73
    (difetti e restauri)

    Capriccio
    Olio su tela cm 56x73
    (difetti e restauri)

    -EN

    Venetian Master, 18th Century

    Venetian Capriccio with Palladian edifice
    Oil on canvas 56x73 cm.
    (defects and restorations)

    Capriccio
    Oil on canvas 56x73 cm.
    (defects and restorations)

  • Lorenzo Ghiberti (Firenze 1378 - 1455)Bottega di"Madonna col Bambino"...
    Lotto 404

    Lorenzo Ghiberti (Firenze 1378 - 1455)

    Bottega di
    "Madonna col Bambino" 1410/1420 ca.
    Altorilievo in stucco dipinto e dorato;
    cm 65x45 (la base solidale alta cm 11) (difetti restauri)

    -EN

    Workshop of
    "Madonna with Child" 1410/1420 ca.
    polychrome stucco high relief;
    cm 65x45 (defects and restorations)

  • Giacomo Ceruti (Milano 1698 - 1767), bottega diSera sulla piazzaOlio su tela...
    Lotto 405

    Giacomo Ceruti (Milano 1698 - 1767), bottega di

    Sera sulla piazza
    Olio su tela cm 178x239
    (difetti e restauri)

    La composizione riprende con assoluta aderenza la nota tela di Ceruti, conservata a Torino al Museo Civico.
    Già reso noto da Testori (Il Ghislandi, il Ceruti e i veneti, in “Paragone”, 1954, numero 57, p. 33, nota 3, tav. 14), il quadro di Torino faceva parte di un ciclo commissionato da Boniforte Busseti intorno al 1750 e, in seguito, spostato da Piacenza a Tortona, nel palazzo di famiglia. Il gruppo di quadri è stato disperso in vendite successive.
    La grande tela, sicuramente la più significativa del gruppo, non poteva passare inosservata sia per la qualità pittorica che per l’innovativo approccio che mostra, alla pittura di genere. Come d’abitudine nelle opere di Ceruti, il mondo pauperistico è raccontato con la partecipazione di chi condivide le miserie del terzo stato e l’artista lo nobilita in un racconto quasi aristocratico nella serena pacatezza e nell’accettazione della propria indigenza che i personaggi cerutiani mostrano. La vita nella piazza è narrata quale cronaca di un giorno qualsiasi: quando il lavoro è giunto al termine, i giovani garzoni con le ceste ancora sulle spalle si concedono il divertimento delle carte, la contadina riprende i buoi per avviarli alla stalla e una mamma con in braccio il figlioletto richiama il figlio maggiore.
    Che uno sconosciuto committente, visto il dipinto di Torino, ne abbia richiesto uno analogo, è più che probabile considerando anche che della stessa tela ne esiste una variante più ampia e con considerevoli aggiunte, pubblicata da Mina Gregori, Mercato in piazza di ubicazione sconosciuta (M. Gregori, Giacomo Ceruti, 1982, p. 465, n. 194, fig. 194) a dimostrazione del successo che la Sera sulla Piazza aveva suscitato.
    I particolari del quadro in catalogo mostrano, nella precisione dei dettagli, uno studio accurato dell’opera del Ceruti, i calzari dei portaroli sono resi con nitida precisione e aderenza agli esiti del maestro; la testa del bovino offre ombre trattate con mano sicura e la profondità della scena è resa in perfetto accordo con quanto immaginato dal maestro.
    Considerazioni queste che rendono il ritrovamento del presente quadro un importante tassello per aumentare il già considerevole credito che Ceruti merita.

    -EN

    Giacomo Ceruti (Milano 1689 - 1767), workshop of

    Sera sulla piazza
    Oil on canvas 178x239 cm.
    (defects and restorations)

  • Frans Wouters (Lier 1612 - Anversa 1659)Allegoria della VistaOlio su tavola...
    Lotto 406

    Frans Wouters (Lier 1612 - Anversa 1659)

    Allegoria della Vista
    Olio su tavola cm 56x89
    In cornice (difetti)

    Provenienza
    Antique Gemalde Salon, Joseph Kuba a Mons. Cesare V. Adda, Karlsbad, 18/08/1935.
    Vendita dell'Eredità Achille D'Adda ad opera di Rodolfo Manfredini a Artaki Gurjian, Alessandria d'Egitto, 12/12/1951

    Expertise
    Gustav Gluck, Vienna 1934 (attribuito a Jan Brueghel il Giovane).
    Klaus Ertz, Lingen 2016 (attribuito a Frans Wouters).

    -EN

    Allegory of Sight
    Oil on panel 56x89 cm.
    Framed (defects)

    Provenance
    Antique Gemalde Salon, Joseph Kuba to Mons. Cesare V. Adda, Karlsbad, 18/08/1935.
    Sale of the Achille D'Adda's legacy by Rodolfo Manfredini to Artaki Gurjian, Alexandria, Egypt 12/12/1951

    Expertise
    Gustav Gluck, Vienna 1934 (attribuito a Jan Brueghel il Giovane).
    Klaus Ertz, Lingen 2016 (attribuito a Frans Wouters).

  • Frans Wouters (Lier 1612 - Anversa 1659)Allegoria del GustoOlio su tavola cm...
    Lotto 407

    Frans Wouters (Lier 1612 - Anversa 1659)

    Allegoria del Gusto
    Olio su tavola cm 56x89
    In cornice (difetti)

    Provenienza
    Antique Gemalde Salon, Joseph Kuba a Mons. Cesare V. Adda, Karlsbad, 18/08/1935.
    Vendita dell'Eredità Achille D'Adda ad opera di Rodolfo Manfredini a Artaki Gurjian, Alessandria d'Egitto, 12/12/1951

    Expertise
    Gustav Gluck, Vienna 1934 (attribuito a Jan Brueghel il Giovane).
    Klaus Ertz, Lingen 2016 (attribuito a Frans Wouters).

    -EN

    Allegory of Taste
    Oil on panel 56x89 cm.
    Framed (defects)

    Provenance
    Antique Gemalde Salon, Joseph Kuba to Mons. Cesare V. Adda, Karlsbad, 18/08/1935.
    Sale of the Achille D'Adda's legacy by Rodolfo Manfredini to Artaki Gurjian, Alexandria, Egypt 12/12/1951

    Expertise
    Gustav Gluck, Vienna 1934 (attribuito a Jan Brueghel il Giovane).
    Klaus Ertz, Lingen 2016 (attribuito a Frans Wouters).

  • Frans Wouters (Lier 1612 - Anversa 1659)Allegoria del TattoOlio su tavola cm...
    Lotto 408

    Frans Wouters (Lier 1612 - Anversa 1659)

    Allegoria del Tatto
    Olio su tavola cm 56x89
    In cornice

    Provenienza
    Antique Gemalde Salon, Joseph Kuba a Mons. Cesare V. Adda, Karlsbad, 18/08/1935.
    Vendita dell'Eredità Achille D'Adda ad opera di Rodolfo Manfredini a Artaki Gurjian, Alessandria d'Egitto, 12/12/1951

    Expertise
    Gustav Gluck, Vienna 1934 (attribuito a Jan Brueghel il Giovane).
    Klaus Ertz, Lingen 2016 (attribuito a Frans Wouters).

    -EN

    Allegory of Touch
    Oil on panel 56x89 cm.
    Framed

    Provenance
    Antique Gemalde Salon, Joseph Kuba to Mons. Cesare V. Adda, Karlsbad, 18/08/1935.
    Sale of the Achille D'Adda's legacy by Rodolfo Manfredini to Artaki Gurjian, Alexandria, Egypt 12/12/1951

    Expertise
    Gustav Gluck, Vienna 1934 (attribuito a Jan Brueghel il Giovane).
    Klaus Ertz, Lingen 2016 (attribuito a Frans Wouters).

  • VITTORE GHISLANDI, DETTO FRA GALGARIO(Bergamo 1655 - 1743)Ritratto di giovane...
    Lotto 409

    VITTORE GHISLANDI, DETTO FRA GALGARIO
    (Bergamo 1655 - 1743)

    Ritratto di giovane uomo con berretta rossa
    Olio su tela cm 62x53,5
    In cornice in legno parzialmente dorato (difetti e restauri)

    Il dipinto ritrae un giovane a mezzo busto che indossa una veste scura arricchita da una mantella, drappeggiata sulla spalla, di tessuto rosso in accordo con il colore del copricapo. Quest'ultimo si qualifica quale berretta "da camera", indumento utilizzato in casa per sostituire le ingombranti parrucche e che si ritrova costantemente nei ritratti di Fra Galgario, come ad esempio nel Ritratto di Filippo Marenzi, eseguito nel 1720-1725 e conservato all'Accademia Carrara di Bergamo.
    Nella resa del volto dell'effigiato si concentrano le caratteristiche tipiche dell'operare di Vittore Ghislandi. L'accurata indagine psicologica propone un volto di giovane uomo pacatamente sfrontato nello sguardo che senza mezzi termini rivolge allo spettatore, pur mantenendo un approccio intimo e confidenziale. La materia densa crea un effetto quasi sfocato nella resa dell'incarnato, eliminando rigidi contorni, a rendere una personalissima verità "umana".
    L'opera si può datare nella seconda metà della produzione dell'artista, entro il 1730, prima del periodo che vede Fra Galgario abbandonare completamente la stesura tradizionale del colore per utilizzare una materia maggiormente sgranata.
    Il dipinto si può ben confrontare con il Ritratto di giovane scultore di collezione privata (F. Mazzini, Fra Galgario e il Settecento a Bergamo, catalogo della mostra, Palazzo della Ragione, Bergamo, luglio - settembre 1995, p. 37, fig. 37) o con il noto Ritratto di ragazzo, Milano, collezione Scaglia (D. Garstag, in Colnaghi, Master Painting 1400-1850. Winter 1991 – 1992, Londra 1991, pp. 94-95), entrambi prossimi al dipinto in oggetto.

    -EN

    Potrait of a young man with red hat
    Oil on canvas cm 62x53,5
    In a parcel-guilt frame (defects and restorations)

  • Giovanni Ghisolfi (Milano 1623 - Roma 1683)(attr.)Scena biblica con...
    Lotto 410

    Giovanni Ghisolfi (Milano 1623 - Roma 1683)

    (attr.)

    Scena biblica con rovine
    Olio su tela cm 60x77
    In cornice (difetti e restauri)

    Expertise
    Prof. Giulio Grondona, Genova 25 settembre 1962, con attribuzione a Giovanni Ghisolfi

    -EN

    (attr.)

    Biblical scene with ruins
    Oil on canvas 60x77 cm.
    Framed (defects and restorations)

    Expertise
    Prof. Giulio Grondona, Genova 25 settembre 1962, con attribuzione a Giovanni Ghisolfi

  • Cristo crocifisso in bronzo dorato su pannello lastronato in lapislazzuli...
    Lotto 411

    Cristo crocifisso in bronzo dorato su pannello lastronato in lapislazzuli entro cornice in bronzo dorato di forma mossa terminante con nastro centrato da cherubino. Secolo XVIII (cm 31x19) (difetti)

    -EN

    A 18th-century bronze Christ on lapis lazuli veneered panel (cm 31x19) (defects)

  • Scultore del secolo XVIII. Busto di figura femminile in vesti classiche in...
    Lotto 412

    Scultore del secolo XVIII. Busto di figura femminile in vesti classiche in marmo bianco e porfido poggiante su base in marmo giallo (h. cm 38) (difetti)

    -EN

    18th-century sculptor. A marble and porphyry female bust (h. cm 38) (defects)

  • Vassoio biansato in argento con bordo decorato a motivi concatenati e greche....
    Lotto 413

    Vassoio biansato in argento con bordo decorato a motivi concatenati e greche. Cavetto inscritto e dedicato al capitano Hugh Mac Kay, caduto nella battaglia di Assaye 23/9/1803. Argentieri Robert and Samuel Hennel (g 3900 ca.)

    -EN

    A doulbe-handled silver tray. Inscribed and dedicated to the Captain Hugh Mac Kay. Silversmith Robert and Samuel Hennel (g 3900 ca.)

  • Scuola del secolo XVIIRitratto di Arpocrate, Dio del SilenzioOlio su tela cm...
    Lotto 414

    Scuola del secolo XVII

    Ritratto di Arpocrate, Dio del Silenzio
    Olio su tela cm 77x59
    In cornice (difetti)

    Bibliografia
    Catalogo della Galleria di Quadri Antichi già del Signor G.e B.o Carpano, n 38, registrato come: "Pittaco e Talete due grandi teste colossali, opere di Michelangelo Buonarotti".

    Il presente lotto, insieme ai lotti 676, 791, 811, apparteneva alla collezione di Giuseppe Bernardino Carpano (1821-1888) e venne venduto all’asta organizzata un anno dopo la sua morte da Giuseppe Tonta, genero dell’inventore del Vermouth. Nel cataloghino redatto per l’occasione era accoppiato con un altro ritratto ed erroneamente registrato come: “Pittaco e Talete due grandi teste colossali, opere di Michelangelo Buonarotti” (in Catalogo della Galleria di Quadri Antichi già del Signor G.e B.o Carpano, n 38). In effetti da Michelangelo si era certamente ispirato Jan Muller, inventore della stampa che ebbe larga fortuna, dalla quale il nostro dipinto è tratto (1593). La figura di Arpocrate che con l’indice destro sulla bocca e una testa di volpe sul capo ammonisce al silenzio appare sullo sfondo del disegno di Michelangelo intitolato appunto la Madonna del Silenzio (Welbeck Abbey, Coll. Duke of Portland). La figura del dio greco Arpocrate si ispirò al dio egizio Horus che con il suo dito teso verso la bocca ammoniva appunto al rispetto del silenzio in funzione dei riti religiosi. In seguito il signum harpocraticum (il famoso “Shh”) venne ad indicare il rispetto per le virtù del silenzio filosofico così come è stato rappresentato da Vincenzo Cartari nelle Imagini degli Dei Antichi (1556) che è anche il termine post quem per l’opera di Michelangelo (K. Langedijk, Silentium, in “Nederlands Kunsthistorisch Jaarboek”, 15, 1964, pp.3-18). Ancora oggi tale segno viene utilizzato per invitare al silenzio le persone irrispettose: ecco che la nostra opera è quanto mai ‘moderna’.

    -EN

    17th Century School

    Portrait of Harpocrates, God of Silence
    Oil on canvas 77x59 cm.
    Framed (defects)

    Literature
    Catalogo della Galleria di Quadri Antichi già del Signor G.e B.o Carpano, n 38, registrato come: "Pittaco e Talete due grandi teste colossali, opere di Michelangelo Buonarotti".

  • Sebastiano Ricci (Belluno 1659 - Venezia 1734) e Marco Ricci (Belluno 1676 -...
    Lotto 415

    Sebastiano Ricci (Belluno 1659 - Venezia 1734) e Marco Ricci (Belluno 1676 - Venezia 1730), cerchia di

    Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia
    Olio su tela cm 156x207

    Le due tele riprendono i due monumentali teleri custoditi alla Galleria Sabauda di Torino commissionate e destinate al "Gabinetto Giallo" del Castello di Rivoli intorno al 1725.
    La collaborazione con Marco Ricci è verosimile per la descrizione del paesaggio in cui si denota un’ispirazione preneoclassica tipica dell’artista, esecuzione comunque documentata nelle due grandi tele Sabaude, tra il 1725 ed il 1726 ( cfr. Gabrielli N., La galleria Sabauda, 1971,nn. 584, 598)

    -EN

    Sebastiano Ricci (Belluno 1659 - Venezia 1734) and Marco Ricci (Belluno 1676 - Venice 1730), circle of

    Moses extracts water from rocks
    oil on canvas cm 156x207

  • Sebastiano Ricci (Belluno 1659 - Venezia 1734) e Marco Ricci (Belluno 1676 -...
    Lotto 416

    Sebastiano Ricci (Belluno 1659 - Venezia 1734) e Marco Ricci (Belluno 1676 - Venezia 1730), cerchia di

    Susanna davanti a Daniele
    Olio su tela (cm 156x207)

    Le due tele riprendono i due monumentali teleri custoditi alla Galleria Sabauda di Torino commissionate e destinate al "Gabinetto Giallo" del Castello di Rivoli intorno al 1725.
    La collaborazione con Marco Ricci è verosimile per la descrizione del paesaggio in cui si denota un’ispirazione preneoclassica tipica dell’artista, esecuzione comunque documentata nelle due grandi tele Sabaude, tra il 1725 ed il 1726 ( cfr. Gabrielli N., La galleria Sabauda, 1971,nn. 584, 598).

    -EN

    Sebastiano Ricci (Belluno 1659 - Venezia 1734) and Marco Ricci (Belluno 1676 - Venice 1730), circle of

    Susan facing Daniel
    oil on canvas cm 156x207

  • Carlo Francesco Nuvolone (Milano 1609 - Milano 1661)Figura femminileOlio su...
    Lotto 417

    Carlo Francesco Nuvolone (Milano 1609 - Milano 1661)

    Figura femminile
    Olio su tela cm 88x69
    In cornice del secolo XIX (difetti)

    Bibliografia: inedito

    Spesso gli artisti propongono, per l’intero arco di attività, un prototipo femminile di poco variato, come se il tempo non avesse potere sulla modella prescelta, ritratta all’occorrenza in vesti differenti, ma sempre giovane, sensuale, accattivante. Propensione che diventa di grande rilevanza nell’operare dei due fratelli Nuvolone, Carlo Francesco e Giuseppe (San Gimignano, 1619 - Milano, 1703) considerando che, entrambi, utilizzano, quale protagonista delle proprie tele, la stessa giovane donna dalle caratteristiche inconfondibili: forme generose, collo importante, corto naso delicato, grandi occhi espressivi, lunghi capelli morbidi ma, soprattutto, una piccola bocca dal particolare labbro superiore.
    A partire dalle prime Madonne eseguite intorno al 1630 da Carlo Francesco, la modella si ritrova, a distanza di più di vent’anni, in affreschi sulle pareti delle cappelle dei Sacri Monti di Varese e di Orta, dopo essere stata, variando appena il colore della folta capigliatura, Maddalena, Ester, Sofonisba, Santa Cecilia, Sant’Agata, e qualunque personaggio l’artista le imponesse di rappresentare. E ancora, docile, la donna si offre al pennello di Giuseppe quando questi, titolare della bottega dopo la morte del fratello maggiore, quasi un omaggio a Carlo Francesco, la dipingerà con metodica insistenza nei suoi quadri preservando intatta, per decenni, la sua armoniosa bellezza.
    Ed è lei, indiscutibilmente, la protagonista della composizione in esame, da attribuirsi a Carlo Francesco Nuvolone per riscontri stilistici e per confronti con opere note (1). Infatti qualificano la mano del maggiore dei Nuvolone sia la resa dell’incarnato che, nonostante alcune lacune conservative della tela, mostra una delicatissima intonazione madreperlacea che scurisce al collo per accendersi animando le gote della giovane, che le lumeggiature del tessuto della gonfia manica risolta con l’abituale eleganza formale che accosta colori apparentemente stridenti, il cupo rosa carico della manica (2) allo squillante turchese del corsetto e al giallo ocra del gonfio mantello in un risultato di raffinata ricercatezza cromatica.
    La postura della giovane donna, le mani al petto, il capo volto verso l’angolo superiore della tela, ritorna nella Santa con libro visitata da un angioletto di collezione privata (3) e, variata, nella Didone abbandonata di collezione privata I in quest’ultima tela la protagonista afferra un lembo del mantello accartocciato, stringendolo al corpo, gesto condiviso dalla giovane donna tratteggiata nella nostra scena.
    Stabilire il ruolo della protagonista del quadro in questione non è agevole mancando attributi determinanti che abitualmente qualificano eroine, personaggi biblici o Sante e, pur, mantenendo, un generico e prudente riferimento come Figura femminile, l’identità della postura con la sopracitata Didone, potrebbe qualificare la nostra protagonista come la sfortunata regina di Cartagine che, abbandonata da Enea, stringe al petto il mantello del perduto amore.
    L’intimismo, la soffusa sensualità che il quadro offre sono segno distintivo della raggiunta maturità di Carlo Francesco Nuvolone e della sua totalmente lombarda adesione al mondo barocco.

    Maria Silvia Proni

    1. Ringrazio Filippo Maria Ferro che, con la consueta gentilezza, ha confermato l’attribuzione.
    2. La stessa, particolarissima soluzione cromatica, si ritrova nel mantello che orna la Ester di collezione privata (F. M. Ferro, Nuvolone una famiglia di pittori nella Milano del ‘600, Soncino, 2003, p. 88, tav. XL)
    3. La tela è stata resa nota da Castellotti (B. Castellotti, La pittura lombarda del ‘600, Milano, 1984, n. 396).

  • Giovanni Battista Langetti (Genova 1625 - Venezia 1676)Giuseppe interpreta i...
    Lotto 418

    Giovanni Battista Langetti (Genova 1625 - Venezia 1676)

    Giuseppe interpreta i sogni
    Olio su tela cm 144,5x196
    (difetti e restauri)

    Giovanni Battista Langetti trattò il tema di Giuseppe che interpreta i sogni ai due funzionari del Faraone in varie occasioni (1). Egli come è noto appartenne alla setta dei Tenebrosi che si sviluppò a Venezia negli anni appena successivi al grande trauma della peste del 1629-30 ed era caratterizzata dall'adesione a una spiritualità mistica e a una morale di tipo stoico-cinico. Nei pittori che appartenevano a questa setta l'uso dei colori materici e soprattutto della luce che emerge dalle ombre (le tenebre appunto) non è casuale. Anche la scelta e l'interpretazione delle Scritture sono soggette a questo tipo di elaborazione. Nel caso di Langetti, e di Giuseppe che interpreta (o spiega) i sogniin particolare: ''due esistenze fino a ieri parallele sono sospese ad un momento nel quale si annunciano due opposti destini profeticamente enunciati''(2). Infatti la storia narrata è quella di Giuseppe, incarcerato a causa delle vicende con Putifarre, che ispirato da Dio che lo aveva dotato di un talento raro, predice con un sogno i destini dei suoi compagni di cella. Siamo nell'attimo esatto nel quale Giuseppe, illuminato dalla fonte luminosa annuncia ai due cosa li aspetterà: un destino fausto per il coppiere, a sua volta avvolto dal fascio luminoso, e infausto per il panettiere in ombra con le braccia levate in atto di costernazione. Lo spiccato interesse di Langetti per la sofferenza umana causata dalla consapevolezza della morte è qui interpretata in senso estremamente drammatico (così come in numerosi soggetti più volte ripresi come Apollo e Marzia, Tizioecc…) e rimanda alla precarietà delle esistenze che è un tema eternamente moderno. Nelle varie versioni identificate la nostra si avvicina all'impianto spaziale della versione di Sibiu (Museo Brukental) ma è più estesa in senso orizzontale, non a caso è una delle opere più grandi come dimensioni fra tutte le versioni esistenti. Le dimensioni sono, inoltre, quasi identiche a quelle di un altro lotto presente in questa vendita, il lotto n. 365, dove è rappresentato Giuseppe venduto dai fratellima che è opera di un altro pittore.

    1. In ibidem sono reperibili le varie versioni: Greenville Bob Jones University in n. 62, p. 175-176, tav. XXIII; Budapest Museo di Belle Arti n. 63, p. 176-177, tavo XXIV; Isola Bella Collezione Borromeo, n. 64, pp. 177-178, fig. 45; Genova Palazzo Durazzo Pallavicini Giustiniani n. 119, pp. 212-213 tav. LII; Sibiu in Romania, Museo Brukenthal (inv. 425) n. 120, pp. 213-214, tav. LIII,; Roma già Galleria Lampronti n. 157, p. 237, fig. 96.
    2. M. Stefani Mantovelli, Giovanni Battista Langetti, Il principe dei tenebrosi, Soncino (CR) 2011 p. 46.

    -EN

    Joseph interpreting dreams
    Oil on canvas 144.5x196 cm.
    (defects and restorations)

    Giovanni Battista Langetti trattò il tema di Giuseppe che interpreta i sogni ai due funzionari del Faraone in varie occasioni. Egli come è noto appartenne alla setta dei Tenebrosi che si sviluppò a Venezia negli anni appena successivi al grande trauma della peste del 1629-30 ed era caratterizzata dall'adesione a una spiritualità mistica e a una morale di tipo stoico-cinico. Nei pittori che appartenevano a questa setta l'uso dei colori materici e soprattutto della luce che emerge dalle ombre (le tenebre appunto) non è casuale. Anche la scelta e l'interpretazione delle Scritture sono soggette a questo tipo di elaborazione.

  • Giovanni Bordone (1582 - 1613)Ecce HomoOlio su tela cm 129x159Firmato in...
    Lotto 419

    Giovanni Bordone (1582 - 1613)

    Ecce Homo
    Olio su tela cm 129x159
    Firmato in basso a destra: "IOANES BORDON F.e"
    In cornice (difetti e restauri)

    Il presente dipinto costituisce un importante ritrovato per gli studi storici artistici perché risulta essere la prima opera firmata dal figlio di Paris Bordon, Giovanni. Come "Zuanne quondam Paris Bordon 1582-1612" appare iscritto nella Fraglia pittorica di Venezia (in E. Favaro, L'arte dei Pittori in Venezia e i suoi statuti, Firenze 1975, p. 154). "Zuanne" ovvero "Ioannes Bordon", morì nella casa del padre il 16 giugno 1613. Ne ereditò la bottega e l'unica sua opera certa, documentata da Boschini (M. Boschini, Le miniere della pittura Veneziana, Venezia 1664, p. 185), è una pala con "Daniele tra i leoni, e l'angelo che conduce il profeta (Habacuc) per i capelli" un tempo conservata a Venezia presso la chiesa di Santa Maria Formosa (L. Moretti in Paris Bordon e il suo tempo. Atti del convegno internazionale di studi, Treviso, 28-30 ottobre 1985, pp. 160-162). Varie sono le versioni conosciute derivate dal prototipo del padre che è conservato a Monaco (Monaco, Montecarlo, Maison d'Arts). Questa nostra si avvicina a quella di Padova presso la cappella dei Canonici nella Cattedrale di Santa Maria Assunta ed è stilisticamente vicinissima a quella della collezione Koelliker (Milano) che secondo il relatore del catalogo ragionato di Paris Bordon è opera di bottega (in A. Donati, Paris Bordon: catalogo ragionato, Soncino 2014, pp. 267-269), mentre Pulini nello schedare la collezione la ritiene opera di Paris (in Luce e ombra nella pittura italiana tra Rinascimento e Barocco. Da Tiziano a Bernini, a cura di V. Sgarbi, Milano 2006, n. 10, p. 28-29 e p. 100). Quest'ultima in particolare ha forti corrispondenze con la nostra versione, nella balaustra marmorea che corre lungo il lato inferiore e nell'aureola della figura di Cristo. Differiscono nella risoluzione della mano di Pilato che nel nostro dipinto sfiora delicatamente la mano di Cristo mentre nell'altra appoggia sulla balaustra e per i due sgherri sullo sfondo, assenti nel nostro dipinto. Ad una osservazione diretta dell'opera oggetto della vendita, si è poi notata la presenza di alcuni punti (probabilmente lo spolvero) che riportano il cartone preparatorio dal quale deriverebbero le varie versioni.

    -EN

    Ecce Homo
    Oil on canvas 129x159 cm.
    Signed lower right: "IOANES BORDON F. e"
    Framed (defects and restorations)

    Il presente dipinto costituisce un importante ritrovato per gli studi storici artistici perché risulta essere la prima opera firmata dal figlio di Paris Bordon, Giovanni. Come "Zuanne quondam Paris Bordon 1582-1612" appare iscritto nella Fraglia pittorica di Venezia (in E. Favaro, L'arte dei Pittori in Venezia e i suoi statuti, Firenze 1975, p. 154). "Zuanne" ovvero "Ioannes Bordon", morì nella casa del padre il 16 giugno 1613. Ne ereditò la bottega e l'unica sua opera certa, documentata da Boschini (M. Boschini, Le miniere della pittura Veneziana, Venezia 1664, p. 185), è una pala con "Daniele tra i leoni, e l'angelo che conduce il profeta (Habacuc) per i capelli" un tempo conservata a Venezia presso la chiesa di Santa Maria Formosa (L. Moretti in Paris Bordon e il suo tempo. Atti del convegno internazionale di studi, Treviso, 28-30 ottobre 1985, pp. 160-162). Varie sono le versioni conosciute derivate dal prototipo del padre che è conservato a Monaco (Monaco, Montecarlo, Maison d'Arts).

  • Giuseppe Nuvolone (San Gimignano 1619 - Milano 1703)Madonna del rosario con...
    Lotto 420

    Giuseppe Nuvolone (San Gimignano 1619 - Milano 1703)

    Madonna del rosario con Bambino e San Domenico
    Olio su tela cm 160x120
    In cornice laccata e dorata (difetti e restauri)

    Bibliografia
    Filippo Maria Ferro, Nuvolone. Una famiglia di pittori nella Milano del ‘600, Edizioni dei Soncino, Soncino 2003, pp. 258-259, fig. 128b

    L’opera è già stata pubblicata da Filippo Maria Ferro nella sua importante monografia sui Nuvolone. Lo studioso la riferisce a Giuseppe, figlio di Panfilo e fratello di Carlo Francesco, membri di una famiglia di artisti attivi prevalentemente a Milano nel corso del Seicento, la cui produzione si pone come tassello imprescindibile nella storia della pittura lombarda di questo secolo.
    La composizione si ritrova in una celebre tela dello stesso Giuseppe, La Madonna del Rosario adorata dai santi Domenico e Caterina da Siena, conservata a Milano nella chiesa di Santa Maria della Passione dove adorna la quinta cappella della navata di destra insieme a un’altra tela dello stesso autore raffigurante Ester e Assuero; le due tele sono databili al 1671 (C. Torre, Il ritratto di Milano, seconda edizione, Milano 1714).
    La nostra opera presenta qualche variazione rispetto alla versione della chiesa milanese; più piccola nel formato, mostra il solo San Domenico inginocchiato di fronte alla Vergine, la quale cinge dolcemente con la mano il Bambino che tiene in grembo; ad assistere alla scena un solo angelo mascherato dalle nuvole che densamente riempiono la rappresentazione.
    Data la stretta connessione con il quadro della chiesa di Santa Maria della Passione, il dipinto non si può che collocare attorno all’ottavo decennio del secolo XVII e, nonostante il non perfetto stato di conservazione dovuto ad abrasioni e consunzioni, la tela offre il tocco pittorico tipico dell’autore che emerge nella resa leggiadra del volto della protagonista, nell’intensità dell’atteggiamento adorante del santo e nello sfondo dorato che aumenta la dimensione sacra della scena.

    -EN

    The Virgin of the Rosary with the Child and Saint Dominic
    Oil on canvas 160x120 cm.
    In a lacquered and gilt wood frame (defects and restorations)

    Bibliography
    Filippo Maria Ferro, “Nuvolone. Una famiglia di pittori nella Milano del ‘600”, Soncino 2003, pp. 258-259, fig. 128b

  • Ambito di Antonello da Messina, fine secolo XVCristo portacroceOlio su tavola...
    Lotto 421

    Ambito di Antonello da Messina, fine secolo XV

    Cristo portacroce
    Olio su tavola cm 39x31
    In cornice (difetti e restauri)

    Bibliografia
    inedito

    L'opera proposta rimanda molto probabilmente a un prototipo di Antonello da Messina oggi disperso. L'episodio dell'Andata al Calvario è isolato in un'immagine a scopo devozionale con la figura di Cristo portacroce in primo piano. Il medesimo soggetto è stato ripreso in più occasioni dai nipoti di Antonello: i fratelli Antonello de Saliba (1466/67-1535) e Pietro da Messina (fine secolo XV, inizi XVI), e direttamente da suo figlio Jacobello da Messina (Messina ? 1455 circa - post 1480 ante 1488), eredi della sua bottega.
    Nell'opera più nota della serie conservata nella collezione Cagnola, Varese, Cristo sorregge sulla spalla destra la Croce e sullo sfondo appare un paesaggio con due alberelli, il motivo dei due alberi si ripete tra la Croce e la manica del Cristo (fig. 1). Quest'opera è stata attribuita da Ciardi, e Boskovits-Fossaluzza a Pietro da Messina, mentre appare nella fototeca Zeri con l'attribuzione ad Antonello de Saliba (R.P. Ciardi, La Raccolta Cagnola. Dipinti e sculture, 1965, n. 21; Fototeca Zeri 21333, busta 0253; M. Boskovits - G. Fossaluzza, La collezione Cagnola. I dipinti dal XIII al XIX secolo, 1998, pp. 146-147). Un'altra versione, oggi dispersa, (fig. 2) ma con alcune varianti nello sfondo, nei capelli e nelle pieghe della veste di Cristo era appartenuta al mercante Paolo Paolini (1935), fu attribuita da Berenson a Jacobello da Messina (B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Venetian School, 1957, vol. I, p. 8.). Anche Previtali evidenziandone la qualità ribadiva l'attribuzione a Jacobello ma con l'intervento di Antonello da Messina (G. Previtali, Da Antonello da Messina a Jacopo di Antonello. Il 'Cristo deposto' del Museo del Prado, in ''Prospettiva'', n. 21 (Aprile 1980), pp. 55-56). Di recente, Teresa Pugliatti ha ascritto interamente l'opera alla mano di Jacobello (Ancora su Jacobello di Antonio, fiulius non humani pictori, in Palazzo Ciampoli tra arte e storia (a cura di) G. Musolino, 2016, p. 177). L'opera già della collezione Delaroff, apparsa sul mercato parigino nel 1914 che è invece di qualità alquanto modesta, è priva di sfondo paesistico e Cristo sostiene una Croce dal taglio piuttosto improbabile (fig. 3). La difficile lettura della fotografia in bianco e nero dell'opera della collezione Delaroff, non permette un confronto del tutto esaustivo tra le due tavole. L'opera in oggetto, inedita, risulta molto vicina a quest'ultima versione e potrebbe esserne addirittura il prototipo (purtroppo tra i fascicoli di Antonello da Messina e del suo ambito nella fototeca del Kunsthistorisches di Firenze al n. 23997 non è stato più possibile reperire un'ulteriore versione segnalata da Boskovitz in ibidem, 1998). Lo sfondo è del tutto scuro mentre le ciocche dei capelli di Cristo spiccano con le bellissime lumeggiature in giallo di Napoli e l'espressione del volto è dolce e intensa. Tali riferimenti all'opera pittorica del maestro dovrebbero essere sufficienti per datare l'opera agli anni appena successivi alla sua morte avvenuta nel 1479 quando la bottega continuava a riproporre schemi consolidati e quindi richiesti dalla committenza dell'epoca.

    -EN

    Circle of Antonello da Messina, late 15th Century

    Christ Carrying the Cross
    Oil on panel 39x31 cm.
    Framed (defects and restorations)

    Literature
    inedito

    L'opera proposta rimanda molto probabilmente a un prototipo di Antonello da Messina oggi disperso.

  • Bottega di Zanino di Pietro (attivo tra il 1389 e il 1437)Madonna dell'Umiltà...
    Lotto 422

    Bottega di Zanino di Pietro (attivo tra il 1389 e il 1437)

    Madonna dell'Umiltà e due angeli
    Tempera e oro su tavola cm 64,5x47
    (difetti e restauri)

    Etichetta sul retro: "A. Moretti Antichità" e altre due con i numeri: "253" e "52"

    Expertise
    Professor Aldo Galli, attribuzione alla bottega di Zanino di Pietro

    -EN

    Workshop of Zanino di Pietro (active between 1389 and 1437)

    Madonna of Humility with two angels
    Tempera and gold on panel 64.5x47 cm.
    (defects and restorations)

    On the back label "A. Moretti Antichità" and other two with the numbers: "253" e "52"

    Expertise
    Professor Aldo Galli, attribuzione alla bottega di Zanino di Pietro

  • Antonio Calza (Verona 1658 - 1725)Adunata di cavalieri con trombettieri a...
    Lotto 423

    Antonio Calza (Verona 1658 - 1725)

    Adunata di cavalieri con trombettieri a cavallo e battaglia ai piedi di una torre
    Olio su tela cm 96x130
    In cornice (lievi difetti)

    Battaglia tra Cristiani e Turchi ai piedi di un castello con cavalli bianchi riversi
    Olio su tela cm 96x130
    In cornice (lievi difetti)

    -EN

    Gathering of knights with trumpeters on horseback and battle near a tower
    Oil on canvas 96x130 cm.
    Framed (minor defects)

    Battle between Christian and Turkish near a castle with white horses
    Oil on canvas 96x130 cm.
    Framed (minor defects)

  • Francesco Londonio (Milano 1723 - 1783)Presepe con pastoriOlio su tela cm...
    Lotto 424

    Francesco Londonio (Milano 1723 - 1783)

    Presepe con pastori
    Olio su tela cm 107x150
    Firmato in basso al centro "F. Londonio"
    In cornice del secolo XVIII in legno intagliato a foglie, frutti e tralci di vite, laccata e dorata (lievi difetti)

    -EN

    The nativity with the shepards
    Oil on canvas 107x150 cm
    Signed at the bottom "F. Londonio"
    In an 18th century carved, lacquered and gilt wooden frame with foliate motif (minor defects)

  • Giuseppe Nuvolone (San Gimignano 1619 - Milano 1703)San Girolamo e...
    Lotto 425

    Giuseppe Nuvolone (San Gimignano 1619 - Milano 1703)

    San Girolamo e l'angelo
    Olio su tela cm 130x100
    In cornice in legno intagliato e dorato (difetti)

    Si ringraziano Filippo Maria Ferro, Alessandro Morandotti e Maria Silvia Proni per aver confermato individualmente l’attribuzione a Giuseppe Nuvolone.
    Il dipinto rappresenta San Girolamo, seminudo, con un drappo rosso nella parte inferiore del corpo mentre si percuote il petto con la pietra, affiancato dal leone (al quale tolse la spina) e volge lo sguardo a destra, verso l’Angelo del Giudizio. Questi apparve al Santo suonando il corno mentre egli stava traducendo la Bibbia dall’ebraico al latino ovvero la Vulgata che è rappresentata alla sua sinistra, considerato l’unico testo riconosciuto dalla Chiesa Cattolica in epoca Controriformistica. Girolamo è appunto il patrono dei traduttori (ma anche dei Bibliotecari, degli Archeologi e degli studiosi in genere). Il tema è tratto da una lettera di Gerolamo nella quale il santo racconta delle frequenti apparizioni in tebaide dell’angelo che lo ammonisce a essere più ‘cristiano’. La rappresentazione di questo episodio particolare rimanda quindi alla lotta, perenne tra umano e divino, forma e contenuto.
    I prototipi iconografici sono reperibili in Jusepe de Ribera, Guercino, ma è comunque un tema largamente trattato nel corso del Seicento. Il padre di Giuseppe, Panfilo Nuvolone eseguì un San Girolamo e l’Angelo per la chiesa di San Nazaro in Brolo a Milano. Così come Giuseppe lo realizzò per San Sisto a Piacenza e lo studio preparatorio del Santo è conservato a Milano (Milano, Pinacoteca Ambrosiana F 235, N. 1121).
    Giuseppe come è noto collaborò con Carlo Francesco dal 1646 (con la sua prima opera firmata) fino alla morte del fratello maggiore avvenuta nel 1661. L’opera in oggetto dovrebbe proprio essere di mano prevalente di Giuseppe. Infatti la figura principale, dallo sguardo intenso e languido (1) dal volto fortemente realistico (2), è modellata in saldi volumi scultorei. L’angelo ripropone un modello fisionomico già riscontrato in altre opere di Giuseppe come nell’angelo di destra nell’opera S. Virgilio martire in gloria e due angeli, (Londrino, S. Virgilio) (3) o in uno dei bimbi della Carità, (Milano ubicazione ignota) (4). Pur rifacendosi all’insegnamento di artisti del primo Seicento come Francesco Cairo, l’opera sembra rappresentare quella pienezza formale e quel tono solenne della piena maturità di Giuseppe ed è databile agli anni Settanta del Seicento quando il pittore nella sua maturità artistica, aderì pienamente agli stilemi barocchi (5).

    1. I confronti sono con il San Giovanni Evangelista di collezione privata pubblicato da F. M. Ferro, Postille a Carlo Francesco e Giuseppe Nuvolone, fig. 14 p. 37 in: “Piacenza terra di frontiera: pittori lombardi e liguri del Seicento”, Piacenza 2010.
    2. Realtà secondo le parole di Mina Gregori in Giuseppe Nuvolone pittore della realtà, in “Paragone”, 56, 2005, Ser. 3, 59, pp. 78-79.
    3. Si veda F. M. Ferro, Nuvolone una famiglia di pittori nella Milano del ‘600, Soncino 2003, p. 459, fig. 141d.
    4. In ibidem p. 373, fig. 55.
    5. Si veda l’articolo di M. C. Terzaghi, Per Giuseppe Nuvolone, pittore convinto e accademico reticente in “Arte Lombarda del secondo millennio”, Milano 2000, pp. 187-194.

    -EN

    Saint Jerome and the Angel
    Oil on canvas 130x100 cm.
    In a carved and giltwood frame (defects)

  • Donatello (Firenze 1386 - 1466) o Luca della Robbia (Firenze 1399/1400 -...
    Lotto 426

    Donatello (Firenze 1386 - 1466) o Luca della Robbia (Firenze 1399/1400 - 1482) e bottega
    "Madonna col Bambino, del tipo detto Madonna Massimo" 1425/30 ca. Bassorilievo centinato in stucco dipinto (cm 62,5x45) Tabernacolo architettonico in legno dipinto (cm 90x73,5x12,5) (lievi difetti)

    Provenienza: Collezione Van Marle, Perugia

    -EN

    Donatello (Florence 1386 - 1466) or Luca della Robbia (Florence 1399/1400 - 1482) and workshop.
    "The Virgin and Child" polychrome-painted stucco bas-relief (cm 62,5x45) Tabernacle (cm 90x73,5x12,5) (minor defects)

    Provenance: Van Marle Collection, Perugia

  • VITTORE GHISLANDI, DETTO FRA GALGARIO( Bergamo 1655 - 1743)Ritratto di uomo a...
    Lotto 427

    VITTORE GHISLANDI, DETTO FRA GALGARIO
    ( Bergamo 1655 - 1743)

    Ritratto di uomo a mezzo busto
    Olio su tela cm 62x53,5
    In cornice in legno parzialmente dorato (difetti)

    L'abituale malinconia che avvolge i ritratti di Fra Galgario si ritrova qui, nel delicato sorriso di un giovane gentiluomo. Dalla marsina spunta la candida sciarpa a illuminare il volto dell'effigiato, particolare che, pur in osservanza alla moda del tempo, diventa espediente cromatico di sicura resa. Il ritratto dell'uomo è nobilitato da un prezioso copricapo di pelliccia.
    Fin dai suoi due lunghi soggiorni a Venezia, che lo videro allievo di Sebastiano Bombelli, il pittore bergamasco coltivò una forte predilezione per la ritrattistica, fino a diventare uno dei principali esponenti di questo genere non solo nella Lombardia del Settecento ma in tutta Europa, raggiungendo esiti pittorici unici.
    Il ritratto in oggetto ben si inserisce nel repertorio di questo maestro. Inoltre il volto del gentiluomo sembra essere già noto all'interno del catalogo di Fra Galgario. Non è da escludere, infatti, che possa trattarsi del conte Gian Battista Vailetti, ritratto dal pittore nel celebre dipinto conservato alle Galleria dell'Accademia di Venezia, molto simile, per caratteristiche somatiche, all'effigiato dell'opera in oggetto. Il Ritratto del conte Giovan Battista Vailetti di Venezia è chiaramente un'opera più aulica con l'effigiato colto in un’ambientazione sfarzosa a rendere lo stato sociale del personaggio, del quale si sa solamente che è citato come "Deputato alla Cappella" nella stipula del contratto con Giovanni Battista Tiepolo per le Storie di Giovanni Battista nella Cappella Colleoni a Bergamo.
    Il ritratto qui presentato si può datare nel terzo decennio del secolo XVIII, non lontano dal Ritratto del Dottor Bernardi di collezione privata, firmato e datato 1727, e già citato dal Tassi (F. M. Tassi, Vite dei Pittori, Scultori e Architetti bergamaschi, volume II, Bergamo 1793, p. 62).

    -EN

    Half-length portrait of a man
    Oil on canvas 62x53,5 cm.
    In a parcel-guilt frame (defects)

  • Maestro lombardo del secolo XVIIMaddalenaOlio su tela cm 78x63In cornice...
    Lotto 428

    Maestro lombardo del secolo XVII

    Maddalena
    Olio su tela cm 78x63
    In cornice (restauri)

    -EN

    Lombard Master, 17th Century

    Mary Magdalene
    Oil on canvas 78x63 cm.
    Framed (restorations)

  • Scuola lombarda del secolo XVIIIAgar e l'Angelo Olio su tela cm 79x61.5 In...
    Lotto 429

    Scuola lombarda del secolo XVIII

    Agar e l'Angelo
    Olio su tela cm 79x61.5
    In cornice

    Cristo incontra i discepoli sulla via di Emmaus
    Olio su tela cm 79x62
    In cornice

    Giaele e Sisara
    Olio su tela cm 79x61
    In cornice

    L'Angelo appare ad Elia
    Olio su tela cm 79x61.5
    In cornice

    -EN

    Lombard School, 18th Century

    Agar and the Angel
    Oil on canvas 79x61,5
    framed

    Christ meet two disciples on the way to Emmaus
    Oil on canvas 79x62
    Framed

    Jael and Sisera
    Oil on canvas 79x61
    Framed

    The Angel visits Elijah
    Oil on canvas 79x61,5
    Framed

  • Piccola alzatina di forma circolare in argento dorato decorata a motivi...
    Lotto 430

    Piccola alzatina di forma circolare in argento dorato decorata a motivi fogliati e stilizzati (d. cm 12,5x7,5) (g 195 ca.) (lievi difetti)

    -EN

    A circular golden silver stand (d. cm 12,5x7,5) (g 195 ca.) (minor defects)

  • Coppia di fioriere in toile peinte decorate a chinoiserie (h. cm 13)...
    Lotto 431

    Coppia di fioriere in toile peinte decorate a chinoiserie (h. cm 13) (difetti)

    -EN

    A pair of toile peinte flower pots (h. cm 13) (defects)

  • Manifattura del secolo XVIII "Putto" scultura in porcellana policroma (h. cm...
    Lotto 432

    Manifattura del secolo XVIII "Putto" scultura in porcellana policroma (h. cm 12) (difetti e mancanze)

    -EN

    18th-century manufacture "Putto" polychrome porcelain sculpture (h. cm 12) (defects and losses)

  • Coppia di doppieri in argento decorati in stile barocchetto a volute mosse,...
    Lotto 433

    Coppia di doppieri in argento decorati in stile barocchetto a volute mosse, con base circolare mistilinea.
    Manifattura europea, secolo XX (h. max 26 cm) (g tot. 1750 ca.)

    -EN

    A pair of silver candelabras . European manufacture, 20th Century. (max h. 26 cm) (tot. g. 1750 ca.)

  • Scatola a finto libro in pelle impressa in oro con ghiere in argento. Secolo...
    Lotto 434

    Scatola a finto libro in pelle impressa in oro con ghiere in argento. Secolo XIX (difetti)

    -EN

    A 19th-century leather-covered fake book box with silver mounts (defects)

  • Vaso biansato in argento con corpo a balaustro fesonato, decorato a fasce di...
    Lotto 435

    Vaso biansato in argento con corpo a balaustro fesonato, decorato a fasce di foglie, motivi floreali
    applicati e cabochons in pietra dura. Italia, inizi secolo XX (h. cm 18 ca.) (g 690 ca.) (lievi difetti)

    -EN

    A double-handled silver vase. Italy, early 20th Century (h. cm 18 ca.) (g 690 ca.) (minor defects)

  • Manifattura veneto-emiliana, fine secolo XVIII. Due gruppi plastici in...
    Lotto 436

    Manifattura veneto-emiliana, fine secolo XVIII. Due gruppi plastici in terraglia raffiguranti personaggi popolari (h. cm 16 e cm 15) (mancanze e restauri)

    -EN

    Manufacture of Veneto-Emilia, late 18th century. Two terraglia groups with figures (h. cm 16 and h. cm 15) (losses and restorations)

  • Vaso portafiori in argento con corpo a balaustro sagomato a fasce verticali...
    Lotto 437

    Vaso portafiori in argento con corpo a balaustro sagomato a fasce verticali baccellate, con superficie liscia e zigrinata alternata, e decorato da applicazioni e bordure a motivo floreale. Italia, metà secolo XX (h. cm 24,5 ca.) (g 710 ca.) (lievi difetti)

    -EN

    A silver vase. Italy, mid-20th Century (h. cm 24,5 ca.) (g 710 ca.) (minor defects)

  • Scatola in argento di forma ovale polilobata con superficie decorata a motivi...
    Lotto 438

    Scatola in argento di forma ovale polilobata con superficie decorata a motivi floreali su fondo zigrinato e
    pietra dura incastonata a giorno sul coperchio. Italia, anni '30/'40, marchio del Fascio (cm 16x14x14,5 ca.)
    (g 465 ca.) (difetti)

    -EN

    A silver box. Italy, 1930s - 1940s. Fascio Hallmark (cm 16x14x14,5 ca.) (g 465 ca.) (defects)

  • Manifattura francese, seconda metà del secolo XVIII. Rinfrescatoio biansato...
    Lotto 439

    Manifattura francese, seconda metà del secolo XVIII. Rinfrescatoio biansato in maiolica decorato a motivi vegetali stilizzati in rosso, blu e oro (h. cm 18) (difetti)

    -EN

    French manufacture, second half of the 18th century. A polychrome majoilica cooler (h. cm 18) (defects)

  • Eugenio Bellosio (Milano 1847 - Magreglio 1927)"Dante" scultura in argento...
    Lotto 440

    Eugenio Bellosio (Milano 1847 - Magreglio 1927)

    "Dante" scultura in argento (h. cm 10) Poggiante su base in marmo Verde Alpi di forma sagomata. Firmata e locata "Milano" al retro

    -EN

    "Dante" silver sculpture (h. cm 10) On marble Verde Alpi. Signed and located

  • Antica scultura in bronzo raffigurante Venere (h. cm 18) Poggiante su base in...
    Lotto 441

    Antica scultura in bronzo raffigurante Venere (h. cm 18) Poggiante su base in alabastro (difetti)

    -EN

    An antique bronze sculpture representing Venus (h. cm 18) On alabaster base (defects)

Lotti dal 145 al 192 di 745
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Asta N. 428 - Arredi, Dipinti Antichi, Argenti, Historica, Tappeti e Tessuti, Strumenti Musicali

Esposizione:
19, 20, 21 ottobre 2018
(10/13 - 14.30/18.30)

Sessioni

  • 24 ottobre 2018 ore 15:30 Seconda Sessione - dal lotto 250 al lotto 429 (250 - 429)
  • 25 ottobre 2018 ore 10:30 Terza Sessione - dal lotto 430 al lotto 608 (430 - 608)
  • 25 ottobre 2018 ore 15:30 Quarta Sessione - dal lotto 609 al lotto 811 (609 - 811)
  • 26 ottobre 2018 ore 15:30 Quinta Sessione - dal lotto 812 al lotto 989 (812 - 989)