Lotto 40 | TANCREDI PARMEGGIANI Feltre 1927 – Roma 1964 SENZA TITOLO, 1958 olio su tela,...

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Asta N. 87 - Arte Moderna e Contemporanea, Design e Arti Decorative Del ‘900, La Collezione Otto Bantele Sessione Unica - dal lotto 1 al lotto 360
mercoledì 23 maggio 2018 ore 17:30 (UTC +01:00)

TANCREDI PARMEGGIANI Feltre 1927 – Roma 1964 SENZA TITOLO, 1958 olio su tela,...

TANCREDI PARMEGGIANI Feltre 1927 – Roma 1964 SENZA TITOLO, 1958 olio su tela, cm 70x60. Dedicato al verso: Tancredi a Jolanda con affetto 59. Autentica su foto dell’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna firmata da Rinaldo Rotta in data: Milano, 2 luglio 1990. Numero di repertorio: 2043/90/M. Provenienza: Parma, Galleria Centro Steccata; Merate, collezione privata; Collezione privata. Esposizioni: Milano, Tancredi. 430a Mostra del Naviglio, Galleria del Naviglio, 29 settembre – 8 ottobre 1965; Bibliografia: G. Ballo, Tancredi. 430a Mostra del Naviglio, catalogo della mostra, Milano, Galleria del Naviglio 1965; M. Dalai Emiliani con la collaborazione di S. Mascheroni e C. Scatturin, Tancredi. I dipinti e gli scritti, Volume primo, Umberto Allemandi & C. Torino 1996, p. 261 (cit.), Volume secondo, tav. 744 (ill.) Il percorso artistico di Tancredi può essere descritto come un’intensa e incessante ricerca: partendo dalla figurazione dei primi ritratti a matita, egli passa all’assoluta astrazione dove il punto e il colore determinano lo spazio della tela, fino a trascendere completamente il medium pittorico e riflettere sul gesto stesso. Questo climax ascendente è tanto intenso, quanto repentino: Tancredi infatti morirà a soli 37 anni suicida, pochi giorni dopo il suo compleanno, lanciandosi nelle gelide acque del Tevere. È ancor più significativo che in alcune delle sue pagine di diario datate poche settimane prima del tragico epilogo lasci come ultimo pensiero “la vita è ancora tutta da scoprire”, segno che la sua ricerca, pur nel grigiore della depressione, non stentava ancora a cessare. La tela presentata per consonanze stilistiche è ascrivibile al 1958, anche se la data al verso (1959) è autografa e si riferisce presumibilmente al momento della dedica (cfr. M. Dalai Emiliani, op. cit., p. 261). In questa opera il gesto esalta il segno disponendo il colore nella tela esaltandone l’aspetto materico, quasi a formare un mosaico di campiture dalle possibilità cromatiche nuove e inesplorate