Lotto 37 | Carlo Carrà (1881-1966) Il sifone Firmato e datato C. Carrà 956 in basso a...

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Asta N. 72 - Arte Moderna e Contemporanea, Oggetti di Design Sessione Unica - dal lotto 1 al lotto 299
giovedì 28 maggio 2015 ore 18:00 (UTC +01:00)

Carlo Carrà (1881-1966) Il sifone Firmato e datato C. Carrà 956 in basso a...

Carlo Carrà (1881-1966) Il sifone Firmato e datato C. Carrà 956 in basso a sinistra Olio su tela cm 50x40 Eseguito nel 1956 Provenienza: Galleria dell'Annunciata, Milano; Reale Mutua, Torino
Esposizioni: Carrà - Milano, Galleria Annunciata, 11 dicembre 1968 - 16 gennaio 1969, catalogo 10 (illustrato); Carlo Carrà - Palermo, Galleria La Tavolozza, 5 - 20 novembre 1970, catalogo 15; Il Novecento, I Maestri. Rassegna - Savona, a cura di Vittorio Sgarbi, La piccola galleria, 24 marzo - 10 maggio 1995, catalogo 3, copertina (illustrato) e pagina 20 (illustrato); Il Novecento & Oltre. Percorso tra figure e paesaggi di ieri e di oggi, Bari, L'immagine Galleria d'Arte Contemporanea, 3 - 26 Marzo 2001, catalogo della mostra, pagina 14 (illustrato); Prestiti di pittura. La natura morta, Galleria Tornabuoni, Pietrasanta, 2 agosto - 5 settembre 2003, catalogo della mostra a cura di Luigi Cavallo, catalogo 7 (illustrato); Prestiti di pittura. La natura morta, Galleria Il Ponte, Firenze, 15 novembre - 31 dicembre 2003, catalogo a cura di Luigi Cavallo, catalogo 7 (illustrato) Bibliografia: Massimo Carrà, Carrà, tutta l'opera pittorica, volume III, 1951-1966; L'Annunciata / La Conchiglia, Milano, 1968, pagina 245, numeri 22/56; Luigi Cavallo, Pagine per Franco Russoli, in occasione della mostra, Galleria Arte Borgogna, Milano, 28 gennaio - 16 marzo 1998, pagina 24 «Carrà - scrisse nel 1962 Massimo Valsecchi - è senza dubbio un pittore che al pari di Picasso, Braque e Matisse, ha determinato situazioni pittoriche senza le quali la pittura moderna sarebbe stata un’altra cosa, e senz’altro più grigia». Il dipinto Il Sifone, datato 1956, appartiene al periodo in cui l’arte di Carrà, superata la fase futurista, sta già muovendo da quella metafisica vera e propria a quella “novecentesca”, periodo caratterizzato da un realismo lirico personalissimo e di grande forza espressiva nonché da una fascinosa semplificazione delle forme. Un realismo che Carrà riformulò in modi e tonalità diverse a partire dagli anni Cinquanta fino alla morte, mantenendo sempre una qualità pittorica elevatissima. La composizione è classica, semplicissima e ridotta all’essenziale. La materia pittorica è densa e ricca e consente contrasti cromatici di notevole forza espressiva, che accentuano l’intensità degli oggetti ritratti. Fortemente espressiva è la monumentalità delle forme ed il minimalismo dell’ambientazione limitata all’essenziale. La suggestione dei luoghi in cui sono posti gli oggetti, d’altronde, sono per Carrà solo dei punti di partenza, un pretesto. Per lui si tratta di creare una sintesi dialettica tra forme ritratte ed elemento mentale, architettura del disegno e libertà del colore, razionalità e sentimento. Del resto, dipinti pregevoli come quello qui presentato, caratterizzati da tratti essenziali e prevalenza di vuoti, da un’atmosfera sospesa e senza tempo, danno vita ad un universo pittorico autonomo dove il riferimento non è limitato alle forme dipinte ma principalmente alla rievocazione della memoria. Come afferma lo stesso Carrà nella sua autobiografia: «Principio fondamentale delle mie ricerche era di fermare la commozione suscitata nel mio animo dalla contemplazione del paesaggio».