Lotto 56 | PIATTOVenezia, Mastro Jacomo, “1540” Maiolica dipinta in...

Pandolfini Casa d'Aste - Borgo degli Albizi (Palazzo Ramirez-Montalvo) 26, 50122 Firenze
Importanti Maioliche Rinascimentali Sessione Unica - lotti 1 - 62
martedì 28 ottobre 2014 ore 17:00 (UTC +01:00)

PIATTOVenezia, Mastro Jacomo, “1540” Maiolica dipinta in...

PIATTO
Venezia, Mastro Jacomo, “1540
 
Maiolica dipinta in turchino, blu di cobalto e bianco
alt. cm 3; diam. cm 24,5; diam. piede cm 10
Sul fronte due iscrizioni: in cartiglio “Propertio” e, all’interno di uno scudo pelta, “1540
 
Intatto, sbeccatura sul retro e lievi sbeccature all’orlo.
 
Corredato da attestato di libera circolazione
 
Earthenware, painted in turquoise, cobalt blue, and white
H. 3 cm; diam. 24.5 cm; foot diam. 10 cm
On the front, two inscriptions: ‘Propertio’, in a cartouche, and ‘1540’, in a shield
 
In very good condition; chip on the back and minor chips to rim
 
An export licence is available for this lot
 
Il piatto, quasi apodo, presenta un profondo cavetto e una larga tesa leggermente inclinata.
Sul recto vi è una decorazione a grisaille nei toni del grigio-azzurro su fondo blu: l’ornato a trofei si estende su tutta la tesa, mentre il centro del cavetto racchiude un ritratto romano posto di profilo con cartiglio recante la scritta “Propertio”. Il busto classico laureato, raffigurato di profilo al centro del cavetto, ritrae in modo ideale il poeta latino Sesto Properzio, autore delle celebri “Elegie Romane” nel 28 a.C. dedicate anche a soggetti politici e civili. Sulla tesa cinque gruppi di oggetti militari con elmi, armature, scudi tondi, ovali e a mezzaluna (tipico delle amazzoni), faretre e spade, asce, accompagnati da flauti e lituo decorano la tesa. Tra questi uno scudo ovale, verso cui è rivolto lo sguardo del poeta, è decorato con un volto maschile urlante che pare possedere la vita, mentre nella pelta amazzonica spicca la data “1540”.
Il retro presenta una decorazione “alla porcellana” a punta di pennello tracciata in blu attorno al basso anello di appoggio, su fondo di smalto appena azzurrato.
L’ornato di questo piatto appartiene alla decorazione “all’antica” detta “a trofei”: fortunato motivo delle maioliche rinascimentali a Venezia e in tutt’Italia, molto diffuso attraverso le incisioni. Il decoro del nostro piatto vede forte affinità con stampe coeve (celebri quelle di Enea Vico).
La formula pittorica vede lo smalto chiaro azzurrato, dal tono leggermente grigiastro, rimanere riservato nella stesura di un fondo a pennellate di un blu di cobalto forte, di tonalità brillante. Con una tecnica pittorica sapiente un sottile disegno blu imposta il decoro, il modellato dei volumi realizzato con leggere stesure più scure e arricchito con un tessuto di fini pennellate in blu cobalto e bianco stannifero.
Un riscontro calzante col nostro si trova in un piatto con trofei con armi, spartiti musicali, Luna antropomorfa e con, al centro, un ritratto all’antica di profilo circondato da panoplie: la composizione e i caratteri disegnativi sono quasi sovrapponibili ai nostri. Il pezzo di confronto, allora appartenente alla collezione J.C., fu segnalato da Joseph Chompret con attribuzione a una manifattura di Padova e pubblicato nel suo repertorio di maioliche rinascimentali nel Répertoire de la majolique italienne del 1949; anche il retro di questo esemplare (purtroppo non visibile in fotografia) sembra corrispondere a quello del piatto in esame.
Come ormai è noto è invece in Mastro Ludovico, attivo a Venezia proprio in quegli anni, che è comunemente riconosciuto, in base al carattere stilistico e materico con l’autore di questa formula ceramica con cui troviamo le affinità maggiori, tanto nella qualità del ritratto quanto nella formula pittorica.