Lotto 56 | Vittorio Emanuele II di Savoia (Torino 1820 - Roma 1878), Primo Re d'Italia

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500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA Sessione unica
giovedì 21 marzo 2024 ore 18:00 (UTC +01:00)

Vittorio Emanuele II di Savoia (Torino 1820 - Roma 1878), Primo Re d'Italia

Vittorio Emanuele II di Savoia (Torino 1820 - Roma 1878)
Primo Re d'Italia
Firma autografa su frammento
(cm 26x13,5)
Firma/data: Torino addì 18 Ottobre 1863
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 2

Firma autografa di Vittorio Emanuele II su frammento di un documento con sigillo a secco. Sono presenti firme di alcuni funzionari. Vittorio Emanuele II di Savoia primo Re d'Italia (dal 1861 al 1878) è ricordato anche con l'appellativo di Re galantuomo, perché dopo la sua ascesa al trono non ritirò lo Statuto Albertino promulgato da suo padre Carlo Alberto. Grazie al ruolo svolto per realizzare l'Unità d'Italia, viene indicato come Padre della Patria. Nel 1822 Vittorio Emanuele sopravvisse a un incendio scoppiato nella casa fiorentina del nonno materno, in cui morì la sua nutrice. Questo evento, insieme alla scarsa somiglianza fisica e caratteriale tra Vittorio Emanuele e i genitori, contribuì alla nascita e alla fortuna della diceria secondo la quale il vero Vittorio Emanuele sarebbe morto bambino durante l'incendio e quindi sostituito con il figlio di un macellaio fiorentino. Nel 1831 il padre Carlo Alberto ritornò a Torino per succedere a Carlo Felice di Savoia. Vittorio Emanuele lo seguì a Torino e fu affidato al conte Cesare Saluzzo di Monesiglio. Gli sforzi dei precettori ebbero scarso effetto sulla refrattarietà agli studi di Vittorio Emanuele che di gran lunga preferiva dedicarsi ai cavalli e alla caccia. Nel 1842 sposò la cugina Maria Adelaide d'Austria. Nonostante l'amore che legava Maria Adelaide a suo marito e il sincero affetto che questi nutriva per lei, Vittorio Emanuele ebbe varie relazioni extraconiugali. Nel 1847, incontrò per la prima volta Rosa Vercellana che sarà la sua compagna per tutta la vita.
Carlo Alberto, concesso lo Statuto Albertino il 4 marzo 1848 e dichiarata guerra all'Austria, apriva il lungo periodo del Risorgimento. Carlo Alberto firmò la sua abdicazione. Ottenuta un'attenuazione delle condizioni contenute nell'armistizio, Vittorio Emanuele II diede assicurazione di voler agire con la massima determinazione contro il partito democratico, al quale il padre aveva consentito notevole libertà e che l'aveva condotto verso la guerra contro l'Austria. Tuttavia, Vittorio Emanuele, malgrado le pressioni dell'Austria, si rifiutò di revocare lo Statuto, unico sovrano in tutta la Penisola a conservarla. Cavour divenne il 4 novembre 1852 Presidente del Consiglio del Regno. Fra i due non corse mai grande simpatia, anzi Vittorio Emanuele più volte ne limitò le azioni. Nel luglio del 1858 Cavour si diresse a Plombières, in Francia, dove incontrò segretamente Napoleone III. Gli accordi verbali che ne seguirono e la loro ufficializzazione nell'alleanza sardo-francese del gennaio 1859, prevedevano la cessione alla Francia della Savoia e di Nizza in cambio dell'aiuto militare francese, cosa che sarebbe avvenuta solo in caso di attacco austriaco. Napoleone concedeva la creazione di un Regno dell'Alta Italia, mentre voleva sotto la sua influenza l'Italia centrale e meridionale. A Plombières Cavour e Napoleone decisero anche il matrimonio tra il cugino di quest'ultimo, Napoleone Giuseppe Carlo Paolo Bonaparte, e Maria Clotilde di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele. Alla volontà di Garibaldi di partire con volontari alla volta della Sicilia, il governo pareva molto scettico, per non dire ostile. C'erano, è vero, apparenti segni di amicizia tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi, che sembravano stimarsi a vicenda. Nonostante l'appoggio del Re, ebbe la meglio Cavour, che privò in questo modo la campagna garibaldina dei mezzi necessari. Che il Re avesse, infine, approvato la spedizione, non si può sapere. Certo è che Garibaldi trovò a Talamone, quindi ancora nel Regno di Sardegna, i rifornimenti di cartucce. L'incontro con Garibaldi, passato alla storia come incontro di Teano, avvenne il 26 ottobre 1860: veniva riconosciuta la sovranità di Vittorio Emanuele II su tutti i territori dell'ex Regno delle Due Sicilie. Il Re Vittorio Emanuele assume il titolo di Re d'Italia - 17 marzo 1861. "Viva Verdi": questo era stato il motto delle insurrezioni anti-austriache nel Nord Italia quando i patrioti non intendevano tanto esaltare la figura del grande musicista quanto propagandare il progetto unitario nazionale nella persona di Vittorio Emanuele II (Viva V.E.R.D.I. = Viva Vittorio Emanuele Re D'Italia). Il 17 marzo 1861 il parlamento proclamò la nascita del Regno d'Italia.