Lotto 53 | Margherita di Savoia (Torino 1851 - Bordighera 1926), Regina d'Italia

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500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA Sessione unica
giovedì 21 marzo 2024 ore 18:00 (UTC +01:00)

Margherita di Savoia (Torino 1851 - Bordighera 1926), Regina d'Italia

Margherita di Savoia (Torino 1851 - Bordighera 1926)
Regina d'Italia
Note bibliografiche
Due pagine in-8
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1

Note bibliografiche, senza firma, della Regina d'Italia, in tedesco e francese a testimonianza della sua vasta cultura. Due pagine in-8. "Japon geselrichlich...", "Série des grandes hommes d’Etat...". Altre annotazioni autografe similari. Margherita di Savoia fu consorte di Re Umberto I e la prima Regina consorte d'Italia. Negli anni in cui fu al fianco di Umberto esercitò una notevole influenza sulle scelte del marito e un grande fascino sulla popolazione. Cattolica, fieramente attaccata a Casa Savoia e profondamente reazionaria, fu una nazionalista convinta e sostenne la politica imperialista di Francesco Crispi. A corte gestì un circolo culturale settimanale e i balli che celavano spesso un piano diplomatico per assicurare una mediazione con l'aristocrazia "nera", rimasta fedele allo Stato della Chiesa e al pontefice dopo la presa di Roma. Ci furono molti omaggi popolari e poetici tributati a Margherita: dalla pizza Margherita alla celebre ode di Carducci 'Alla regina d'Italia'. Figlia di Ferdinando di Savoia-Genova, primo duca di Genova, e di Elisabetta di Sassonia, rimase orfana di padre all'età di quattro anni; con la madre e il fratello minore Tommaso, duca di Genova passò l'infanzia e l'adolescenza nel Palazzo Chiablese. La madre fu confinata da Vittorio Emanuele II nella villa di Stresa, come punizione per avere sposato clandestinamente un borghese, Nicola Rapallo. L'intercessione di Giovanni di Sassonia e di Aleksandra Fëdorovna, zarina madre, portò alla riabilitazione di Elisabetta e all'accettazione del matrimonio. Il rapporto con la madre fu piuttosto difficile, dal momento che la bambina non sopportava le sue confidenze con il nuovo marito. L'educazione di Margherita fu affidata all'istitutrice Rosa Arbesser, la quale occupò un posto di primo piano nella vita della Regina d'Italia. Rosa instaurò con lei un legame strettissimo. Sviluppò un amore sincero per la poesia e per l'arte e, quindicenne, scrisse un poemetto d'argomento medievale intitolato 'Le Gantelet'. C'erano poi le settimanali lezioni di ballo, cui prendeva parte anche il duca d'Aosta Amedeo, fratello del futuro sposo di Margherita. Molto si è discusso circa un amore adolescenziale maturato in queste occasioni tra i due e gli studiosi hanno sostanzialmente avallato l'ipotesi, pur nell'assenza di prove concrete. Nel 1868 Margherita e Umberto si unirono in matrimonio. Il viaggio di nozze prevedeva di scendere lungo tutta la penisola per far conoscere a tutta l'Italia i futuri sovrani. Nel 1869 nacque Vittorio Emanuele III, primo parto della monarchia sabauda dopo l'Unità d'Italia. Se la popolazione aveva manifestato il proprio calore per l'evento, assecondata dalle autorità civili, i rapporti con la Chiesa erano tesi al punto che l'arcivescovo di Napoli Sisto Riario Sforza si rifiutò di benedire il neonato. Nel 1878 Margherita ascese al trono come Principessa di Piemonte, diventando la prima Regina d'Italia. Era nota soltanto a una strettissima cerchia di corte la realtà del fallimento del matrimonio tra Umberto e Margherita. Umberto infatti era legato dal 1864 alla duchessa Eugenia Attendolo Bolognini Litta che amerà tutta la vita. All'inizio del matrimonio Margherita avrebbe voluto separarsi, ma poi decise di resistere alimentando la finzione di un matrimonio felice. Da Regina promosse le arti e la cultura, introdusse la musica da camera in Italia, fondò il quintetto d'archi di Roma. Fu grazie a una borsa di studio da lei concessa che, dal 1880 al 1883, poté studiare al Conservatorio di Milano Giacomo Puccini. Nel 1900 i sovrani erano in visita a Monza ma dei colpi di pistola posero fine alla vita del secondo sovrano d'Italia. Secondo una leggenda popolare, il giorno dell'attentato, Margherita avrebbe avvertito un tragico presentimento e tentato di dissuadere il consorte dal prendere parte all'impegno serale. L'11 agosto del 1900 divenne Re Vittorio Emanuele III. In veste di Regina madre, Margherita si dedicò a opere di beneficenza e all'incremento delle arti e della cultura. Nel 1904 il vivaio belga 'Soppelt & Notting' dedicò alla regina una rosa molto rara. Durante la Prima Guerra Mondiale Margherita trasformò in ospedale la sua residenza romana e fu tra le prime utilizzatrici delle automobili e convinta sostenitrice del nuovo mezzo di locomozione, fu promotrice dell'industria automobilistica italiana, nel primo decennio del XX secolo.