Lotto 162 | Pieretto Bianco(Trieste 1875 - Bologna 1937)LO SCIALLE SPAGNOLOolio su tela,...

Pandolfini Casa d'Aste - Borgo degli Albizi (Palazzo Ramirez-Montalvo) 26, 50122 Firenze
Importanti Dipinti del Secolo XIX Seconda Sessione - dal lotto 121 al lotto 270
mercoledì 16 aprile 2014 ore 17:00 (UTC +01:00)

Pieretto Bianco(Trieste 1875 - Bologna 1937)LO SCIALLE SPAGNOLOolio su tela,...

Pieretto Bianco
(Trieste 1875 - Bologna 1937)
LO SCIALLE SPAGNOLO
olio su tela, cm 230x111
firmato in basso a destra e datato: "Roma 1922 24 35"
sul retro: firmato e datato "Roma 1924 35"
 
Esposizioni:
Mostra Italiana di Birmingham
 
Pieretto Bianco (vero nome Pietro Bortoluzzi), allievo di Umberto Veruda, si formò nell'ambito delle prime Biennali Veneziane, in contatto con i maggiori critici e pittori del tempo (da Ugo Ojetti a G. A. Sartorio).
Allo scoppio della I° guerra mondiale Pieretto Bianco partì per New York, dove divenne scenografo al Metropolitan Opera Theatre. Qui strinse fraterna amicizia con il famoso tenore Caruso.
Nel 1921 rientrò in Italia con un contratto per realizzare scenografie al teatro La Scala di Milano.
Nel 1922 si trasferì a Roma, partecipò alla Secessione, fornendo i cartoni per i mosaici del Mausoleo di Villa Doria Pamphili, e continuò la sua carriera di scenografo al Teatro dellOpera di Roma. La sua capacità di comporre in grande va oltre gli abituali confini del lavoro teatrale: l'artista dipinge con tratti incisivi carichi di colore, ma la sua creatività necessita di sempre nuovi stimoli con l'obiettivo mirato di raggiungere sorprendenti risultati. Anche per questo si reca in Spagna in occasione della realizzazione scenica della Conchita di Riccardo Zandonai (1930). Là studia il folklore del paese iberico. L'opera di Pieretto Bianco è una miscela di elementi: colore, luminosità calore, realismo, tutti assemblati con grazia ed eleganza, come in questo Scialle Spagnolo (o Manton de Manila, nome che gli spagnoli danno ai loro scialli tradizionali), che nell'immaginario esotico si associano soprattutto al Flamenco ed ai movimenti delle Bailaora, che vengono resi ancora più sensuali dal volteggiare dello scialle. Molto verosimilmente il nostro dipinto, iniziato nel 1922/24, fu portato a termine nel 1935, dopo che l'artista aveva eseguito le scenografie della Carmen di Bizet (Roma, Teatro dell'Opera 1934).