Lotto 166 | Niccolò Cannicci(Firenze 1846 - 1906)GREGGE AL PASCOLOolio su tela, cm...

Pandolfini Casa d'Aste - Borgo degli Albizi (Palazzo Ramirez-Montalvo) 26, 50122 Firenze
Dipinti del Secolo XIX Sessione Unica - dal lotto 101 al lotto 171
mercoledì 26 novembre 2014 ore 17:30 (UTC +01:00)

Niccolò Cannicci(Firenze 1846 - 1906)GREGGE AL PASCOLOolio su tela, cm...

Niccolò Cannicci
(Firenze 1846 - 1906)
GREGGE AL PASCOLO
olio su tela, cm 68x43
sul retro: firmato
 
"La valle ancora avvolta nelle nebbie del mattino, come in Armonia mattutina, o nelle ultime luci del tramonto, come in Scende la sera, sono i momenti prediletti da Cannicci, specie negli anni tardi. Anche la stagione, col cielo coperto da una coltre spessa di nubi, accresce quel sentimento d’incertezza e di mistero di cui l'artista avvolge i suoi soggetti, e riflette una maniera particolare d'avvicinarsi alla sensibilità della poetica simbolista, che non insiste su allusioni a significati ulteriori o velate allegorie care invece a Segantini. Di quest'ultimo Cannicci dovette tuttavia aver ben presente alcune tele del nono decennio, tra cui Ritorno all'ovile, specie nella pittura giocata su una gamma finissima di toni evanescenti, leggera e rapida, mentre la resa del cielo potrà ricordare la maniera di Plinio Nomellini, in opere come Sole e nubi.
Ma simili ambientazioni fumose ed indefinite appaiono sempre più ricorrenti, dopo il grande precedente di Whistler, nelle immagini del tempo: dalle acqueforti di Fantin-Latour ai dipinti di Cazin, di Levy-Dhurmer (astraendo i modi di quest’ultimo dai temi simbolisti) o di Henri Le Sidaner, ed in Italia specie in ambito romano da Cabianca a Costa, Ricci, De Maria; espressioni consone agli animi colmi di incertezze e assetati di spiritualità della fine del secolo, cui l’impressionismo appariva "realismo minuzioso e falsissimo" (N. Costa). Quanto al motivo della sosta nel campo, così sovente trattato dal Cannicci, si potrà avvicinare queste composizoni a Sosta di una vergheria del 1901, esposto alla Biennale di Venezia, e di cui già l'artista aveva dipinto versioni analoghe sin dal 1887".
(L. Lombardi, Niccolò Cannicci, Soncino (Cr) 1995, p. 110)