Lotto 59 | VASO A BOCCIA “BOMBOLA”Sciacca, bottega dei fratelli Lo Bue,...

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Importanti Maioliche Rinascimentali Sessione Unica - lotti 1 - 62
martedì 28 ottobre 2014 ore 17:00 (UTC +01:00)

VASO A BOCCIA “BOMBOLA”Sciacca, bottega dei fratelli Lo Bue,...

VASO A BOCCIA “BOMBOLA”
Sciacca, bottega dei fratelli Lo Bue, “1629”
 
Maiolica decorata in policromia con verde ramina, blu di cobalto molto sordo, rosso ferraccia, giallo antimonio, arancio cupo e bruno di manganese su smalto stannifero molto povero
alt. cm 29; diam. cm 10,9; diam. piede cm 11,9
Sul corpo in cartigli “S.P.Q.R.” e la data “1629
Sotto il piede un appunto manoscritto: “ceramica di Sciacca”; etichetta del negozio “Daneu Palermo
 
Fenditura incollata al collo
 
Earthenware, covered with a very poor tin glaze and painted in copper green, dull cobalt blue, iron red, antimony yellow, dark orange, and manganese
H. 29.7 cm; diam. 10.9 cm; foot diam. 11.9 cm
Inscriptions in cartouches on body: ‘S.P.Q.R.’ and ‘1629’
On the bottom, hand-written inscription ‘ceramica di Sciacca’; shop printed label ‘Daneu Palermo’
 
Hairline crack to neck, consolidated
 
Il vaso a bombola ha orlo piano, con labbro arrotondato ed estroflesso, e corto collo leggermente troncoconico che scende su una spalla arrotondata. La pancia del vaso ha forma ovoidale e si stringe in un calice, che termina in un piede con base a disco ed estroflesso, dal profilo leggermente angolato.
Sul corpo, entro una cornice baccellata, costituita da due volute combacianti e su fondo interamente dipinto in giallo, è raffigurata Santa Rosalia dalla corona di rose, dipinta con formula molto corriva, nell’atto di adorare la Croce. Il resto del vaso è ornato da un motivo a trofei a risparmio su fondo blu, con scudi, else di spade, faretre e strumenti musicali disegnati in blu e colorati con ampie pennellate acquarellate, uno scudo tondeggiante è decorato da una faccia di luna sorridente, mentre in un secondo scudo si legge la data “1629” e in un cartiglio compare la sigla “S.P.Q.R.”. Un sottile tralcio continuo di foglie d’acanto su fondo arancio corre sulla spalla, mentre il collo e il calice del piede sono decorati con larghe foglie stilizzate, accompagnate da un motivo a corona anch’essa stilizzata. Il collo e la parte del calice del piede sono decorati con una fascia di cunei con larghe foglie stilizzate, ripetute anche sul piede e accompagnate ancora da un motivo a corona stilizzata.
La tipologia decorativa di questo vaso ha le sue radici nella produzione faentina grazie a Geronimo Lazzaro, attivo a Palermo all’inizio del secolo XVII. Il modello si diffuse nelle botteghe palermitane, e di qui in tutta l’isola con formule di qualità tecnico-stilistica diversa: dai pezzi confondibili con i faentini fino a formule ben più corsive, come nel caso del nostro vaso.
La qualità dell’oggetto, messa a confronto con quella dei manufatti posteriori al 1625, è certamente superiore alla media. La comparazione con esemplari saccensi conservati al Museo del Castello Sforzesco di Milano ci porta a soffermarci sul raffronto con una boccia con cartiglio “Facta a Axacca 1610” attribuita al pittore palermitano Andrea Pantaleo e a un’eventuale presenza dell’artista in un’officina saccense. La sua qualità pittorica nel decoro del collo e quello della spalla e la qualità stilistica nei dettagli dei trofei e nella loro disposizione, l’avvicinano al vaso in esame, il cui pittore è ancora influenzato dallo stile palermitano.
Un vaso simile, con Cristo che regge la croce e decoro a trofei, è conservato al National Museum of Fine Arts de la Valletta a Malta: il vaso è morfologicamente affine, ma di fattura meno accurata, e ha una datazione più avanzata.