500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA

500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA

giovedì 21 marzo 2024 ore 18:00 (UTC +01:00)
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  • Pier Alessandro Guasco (Torino 1714 - Praga 1780), Finanza - Ancien Régime - Tourton et Baur
    Lotto 87

    Pier Alessandro Guasco (Torino 1714 - Praga 1780)
    Finanza - Ancien Régime - Tourton et Baur
    Lettera autografa firmata
    Tre pagine in-8, su bifolio
    Firma/data: Venise Le 1ier juillet 1774
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Ufficiale al servizio dell'esercito imperiale del Sacro Romano Impero (1742-1780), fratello del famoso scrittore e avventuriero Ottaviano Guasco, nel 1771 fu nominato Feldzeugmeister (generale di artiglieria). Lettera autografa firmata, datata Venise Le 1ier juillet 1774, diretta alla banca parigina Tourton et Baur (fondata nel 1754), su alcune operazioni finanziarie. "L'anné passé si Mr. Durant mon Libraire vous presentait quelques mandats de moi je vous prie de lui en payer le montant...". "Je vous dirai d'avance que j'ai disposé des 13 milles Livres...". Tre pagine in-8, su bifolio. Indirizzo autografo alla quarta.

  • Terenzio Mamiani (Pesaro 1799 - Roma 1885), Progressismo clericale - connubio libertà e religione
    Lotto 88

    Terenzio Mamiani (Pesaro 1799 - Roma 1885)
    Progressismo clericale - connubio libertà e religione
    Tre lettere
    Cinque pagine in-8
    Firma/data: Genova li 4 di Xbre 1853
    Torino, 17 febbraio 1860
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 3

    Tre belle lettere indirizzate a Giovanni Battista Bergamino prete genovese di orientamento mazziniano (Genova 1821 - ivi 1890). Genova li 4 di Xbre 1853. "Il Conte Livio Benintendi (nota: esule a Torino all'indomani del fallimento del moto quarantottesco mantovano) è un ottimo candidato e farà molto onore a cotesto collegio. E' persona agiata ed onesta quindi a nessuno è ligio ed abborre ogni maniera di setta. Ama la libertà vera e la causa italiana e desidera il clero emmendato e non oppresso. Insomma è degno in tutto che voi gli procuriate i suffragi de' parrocchiani vostri. Viva il mio caro prevosto, che intendete sì bene tutti gli uffici di buon pastore dell'anima. Quante volte io vo ripetendo qui fra gli amici che se la più parte de' preti vi assomigliasse, le gran querele tra loro e il mondo sarebbero presto sopite, e vedrebbesi pure compiuto quel connubio desideratissimo della libertà e della religione...". Nella terza lettera risponde al Bergamino che si è congratulato con il Mamiani per la recente nomina a Ministro della Pubblica Istruzione nel terzo governo Cavour.

  • Giacomo Infante (Bari 1881-), Giuseppe Massari - risorgimento
    Lotto 89

    Giacomo Infante (Bari 1881-)
    Giuseppe Massari - risorgimento
    Lettera autografa firmata
    Sei pagine in-4
    Firma/data: Bari 7 gennaio 1934 - XII
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, Bari 7 gennaio 1934 - XII dell’avvocato e scrittore autore di opere sul Risorgimento ("Giuseppe Massari, Uomini di Destra", Bari, G. Laterza, 1934) nella quale scrive al corrispondente su alcune opere dedicate al patriota e uomo politico pugliese Giuseppe Massari (1821 - 1884) trascrivendo una lettera di encomio che ricevette alcuni anni prima da Antonio Salandra sulla sua attività di storico. "Ella non avrà forse dimenticato ch’ebbe la somma fortuna, facendole omaggio del modestissimo suo opuscolo 'Intorno ad una lettera inedita di Giuseppe Massari'di determinarla a scrivere sul 'Corriere della Sera' del 27 febbraio 1931 quel mirabile articolo "Il diario (…) di Giuseppe Massari…". Infante copia in calce una lettera che gli venne spedita da Salandra: "Lo stesso omaggio ebbe anche l’altro onore della seguente lettera di Antonio Salandra: "Roma, 7/5/1931, Egregio Sig. Avvocato, La ringrazio vivamente del suo discorso, così interessante ed eloquente, e della menzione ch'ella vi fa del mio nome, ricollocandolo alla gloriosa tradizione del Risorgimento e alla funzione della Destra Storica…". Sei pagine in-4.

  • Stefano Jacini (Casalbuttano ed Uniti 1826 - Milano 1891), Senatore del Regno d'Italia
    Lotto 90

    Stefano Jacini (Casalbuttano ed Uniti 1826 - Milano 1891)
    Senatore del Regno d'Italia
    Righi autografi su biglietto da visita listato di nero
    Una pagina
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Righi autografi su biglietto da visita listato di nero dell'economista e uomo politico, ministro dei Lavori Pubblici dal 1864 al 1866 e senatore del Regno d'Italia dal 1870.

  • Agostino Lascaris di Ventimiglia (Torino 1776 - Saint Vincent 1838), Marchese di Ventimiglia
    Lotto 91

    Agostino Lascaris di Ventimiglia (Torino 1776 - Saint Vincent 1838)
    Marchese di Ventimiglia
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-8
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, datata "vendredi soir" dell'uomo politico, Marchese di Ventimiglia e sindaco di Torino nel 1818, in cui si scusa con il corrispondente per una dimenticanza. "C'été avec un bien vif regret qu'en rentrant chez moi j'ai trouvé dans ma poche la clef que vous avez eu la bonté de me consigner ainsi que le billet. Peu habitué à aller au Théatre, l'engagement que j'avais pris, m'a completement passé de mémoire...". Una pagina in-8.

  • Terenzio Mamiani (Pesaro 1799 - Roma 1885), Conferimento Medaglia d’oro da Re Umberto I
    Lotto 92

    Terenzio Mamiani (Pesaro 1799 - Roma 1885)
    Conferimento Medaglia d’oro da Re Umberto I
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-4
    Firma/data: Roma, 4 aprile 1878
    Stato di conservazione: buono (bruniture della carta)
    Numero componenti del lotto: 1

    Interessante lettera autografa firmata, indirizzata a Saverio Nurisio, Segretario particolare di Umberto I. Nella lettera, listata a lutto, il Mamiani ringrazia per il conferimento di una medaglia d’oro che il Re ha voluto inviargli tramite il suo segretario. L’anziano senatore si propone di chiedere udienza al Re per ringraziarlo personalmente. Il "2 aprile mi fu consegnata una cassetta con entrovi la medaglio d'oro che S. Maestà il Re si è compiaciuta donarmi, onorando la mia persona molto di là da ogni mio merito e per isplendido atto di sua bontà e cortesia veramente regale. Avrò carissimi e preziosissimo il presente di Sua Maestà per tutta la vita". Una pagina in-4 grande.

  • Ernesto Nathan (Londra 1845 - Roma 1921), Massoneria
    Lotto 93

    Ernesto Nathan (Londra 1845 - Roma 1921)
    Massoneria
    Due lettere autografe firmate
    Tre pagine in-8
    Firma/data: Una sola recante data: 14 ottobre 1862
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 2

    Due lettere giovanili autografe firmate, (una sola recante data: 14 ottobre 1862) dell'uomo politico, sindaco di Roma dal 1907 al 1913 e Gran Maestro della Massoneria, relative ad una serie di lettere commerciali di presentazione per un viaggio di lavoro in Francia: "domande de lettres que vous m'aviez, si gracieusement offert pour Marseille, Toulon et Nice". Nell’agosto 1859 la morte di Moses Nathan produsse una svolta nella vita della famiglia di Ernesto, che decise di trasferirsi in Italia, dapprima a Pisa, dove si iscrisse come uditore all’Università. La madre, che si immerse progressivamente nell’azione politica e cospirativa a fianco di Mazzini, pensò di avviare Ernesto alla carriera commerciale e lo fece entrare come apprendista presso i banchieri e commercianti di seta milanesi Warchez Garavaglia e C. Nell’autunno del 1862, quindi alla data della presente lettera, Nathan si recò in Sardegna, dove si impegnò in una società per la coltivazione del cotone e la vendita di prodotti sardi che non ebbe esito fortunato e a Caprera ebbe anche modo di incontrare per la prima volta Garibaldi. Tre pagine in-8 (una vergata a matita).

  • Terenzio Mamiani (Pesaro 1799 - Roma 1885), Ministro della Pubblica Istruzione del Regno d'Italia
    Lotto 94

    Terenzio Mamiani (Pesaro 1799 - Roma 1885)
    Ministro della Pubblica Istruzione del Regno d'Italia
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-8, su bifolio
    Firma/data: Genova li 16 9bre 1855
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, datata Genova li 16 9bre 1855 diretta "al Signor Dottore Padova". "Il presentatore di queste due righe è degnissimo della sua bontà e cortesia. A bocca vedrà da lui le sue strane vicende. Non chiede nulla salvo che un qualche indirizzo...". Una pagina in-8, su bifolio. Indirizzo autografo alla quarta. Nota a matita di altra mano alla terza e alla quarta pagina.

  • Andrea Molinari (Bergamo 1816 - Milano 1899), Abolizione pena di morte e corporazioni religiose
    Lotto 95

    Andrea Molinari (Bergamo 1816 - Milano 1899)
    Abolizione pena di morte e corporazioni religiose
    Lettera autografa firmata
    Tre pagine in-8, su bifolio
    Firma/data: Torino li 11 Gennaio 1865
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, datata "Torino li 11 Gennaio 1865" dell'uomo politico bergamasco, deputato al Parlamento d'Italia, diretta ad un collega, circa alcune iniziative politiche che intende proporre. "Mentre in tutte le città d'Italia per mezzo di assemblee pubbliche o in forma di petizioni si sollevan voci generose ad invocare dal Parlamento l'abolizione della pena di morte e quella delle Corporazioni religiose perché la sola Bergamo dovrebbe restare mutola ed inoperosa?...". Tre pagine in-8, su bifolio, carta intestata azzurrina.

  • Niccolò Pasotti Friedenberg, XVIII secolo, Diplomazia di Antico Regime
    Lotto 96

    Niccolò Pasotti Friedenberg, XVIII secolo
    Diplomazia di Antico Regime
    Carteggio costituito da diciassette lettere autografe firmate
    61 pagine
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1717

    Ampio carteggio costituito da diciassette lettere autografe firmate, risalenti all'arco cronologico 1700-1707 di un certo Niccolò Pasotti Friedenberg, della famiglia Pasotti originaria di Tuenno, elevata alla nobiltà episcopale nel 1643 dal Principe Vescovo Carlo Madruzzo e alla nobiltà imperiale nel 1726 dall'Imperatore Carlo VI con il predicato di 'Friedenberg'. Le missive, per un totale di 61 pagine in vario formato, sono ricchissime di informazioni sull'azione diplomatica austriaca durante la guerra di successione spagnola. Riportiamo un passo a puro titolo esemplificativo. "In genere di nuove non ho da aggiungere altro all'Ill.ma se non la sicurezza datasi dall'Inghilterra di voler stringere aleanza co' questa Aug.ma Casa non dubitandosi più ch'anco l'Olanda sia per far l'istesso non ostante l'offerte fattesi dalla med.ma di riconoscere il Duca d'Angiò...".

  • Silvio Pellico (Saluzzo 1789 - Torino 1854), Poesia d'amore
    Lotto 97

    Silvio Pellico (Saluzzo 1789 - Torino 1854)
    Poesia d'amore
    Componimento poetico
    Una pagina in-16
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Componimento poetico dello scrittore e patriota Silvio Pellico, noto come autore de 'Le mie prigioni'. Giovane entusiasta della poesia neoclassica, frequentò Vincenzo Monti e Ugo Foscolo, legandosi in particolare a quest'ultimo. Pellico e molti dei suoi amici facevano parte della setta segreta dei cosiddetti "Federati". Scoperti dalla polizia austriaca furono arrestati. A Venezia fu letta pubblicamente il 21 febbraio 1822 la sentenza del celebre Processo Maroncelli-Pellico condotto dal magistrato Antonio Salvotti. I due imputati furono condannati alla pena di morte, successivamente la pena fu commutata a venti anni per Maroncelli, quindici per Pellico. A fine marzo furono condotti nello Spielberg. La dura esperienza carceraria costituì il soggetto del libro di memorie "Le mie prigioni", scritto dopo la scarcerazione. Pellico ebbe due storie d'amore importanti nella sua vita. La prima, con l'attrice Carlotta Marchionni: la relazione, contrastata dalla famiglia di Pellico (che non voleva vederlo unito a un'attrice) e sofferta (perché all'inizio non ricambiata), si concluse bruscamente a causa dell'arresto dello scrittore. La seconda fu con la nobildonna Cristina Archinto Trivulzio, della quale Pellico si innamorò. Ella sposò nel novembre dello stesso anno il conte milanese Giuseppe Archinto. Dovettero passare 11 anni prima che i due innamorati si ritrovassero definitivamente. Il componimento "Sospiro". Incipit: "Amore è sospiro/d'un core gemente/che solo si sente/che brama pietà...". Su pagina in-16, fittamente vergata su due colonne. Nella primavera del 1837 Silvio Pellico pubblicò presso la tipografia Chirio e Mina di Torino due volumi di "Poesie inedite". Il primo volume contiene una serie di componimenti autobiografici, mentre il secondo volume raccoglie sette cantiche di ambientazione medievale. Nella nota al lettore che apre il primo volume Pellico giustifica così la scelta di raccontare la propria vita, unendo il bisogno di narrare gli eventi per una necessità interiore, ai valori etici che cerca di condividere attraverso i suoi scritti, da quando è uscito dal carcere ed ha avuto la possibilità di ricominciare a pubblicare.

  • [Silvio Pellico (Saluzzo 1789 - Torino 1854)], Fondo Pellico - Battaglia di Custoza e capitalazione italiana
    Lotto 98

    [Silvio Pellico (Saluzzo 1789 - Torino 1854)]
    Fondo Pellico - Battaglia di Custoza e capitalazione italiana
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-8, su bifolio
    Firma/data: Chieri 15 aprile 1863
    Stato di conservazione: buono (piccolo foro, non lede testo)
    Numero componenti del lotto: 2

    Lettera autografa firmata di Giuseppina Pellico (sorella del celebre patriota), datata "Chieri 15 aprile 1863" diretta a "Donna Luigia Cima" alla quale comunica di voler donare "tutte le lettere e manoscritti del fu mio fratello Silvio (...) colla sola condizione che non li rendano di pubblica ragione mentre io vivo". "Unirò ai detti autografi una nota testamentaria in data 16 maggio 1862, dalla quale si vede che fin d'allora tale era il mio intendimento...". Una pagina in-8, su bifolio, indirizzo autografo, timbri postali alla quarta. E' unita lettera autografa firmata del patriota Teobaldo Roggiero datata 8 agosto 1848 al fratello Carlo Pietro, relativa alle concitate fasi successive alla sconfitta di Custoza dell'esercito sabaudo contro gli Austro-Ungarici. "La causa d'Italia è perduta. La capitolazione fatta da Radetzky col nostro Re...". Tre pagine in-8, su bifolio.

  • Luigi Pianciani (Roma 1810 - Spoleto 1890), Camera di commercio
    Lotto 99

    Luigi Pianciani (Roma 1810 - Spoleto 1890)
    Camera di commercio
    Lettera autografa firmata
    Due pagine in-16
    Firma/data: 4 giugno 1873
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, datata '4 giugno 1873' del patriota e politico Luigi Pianciani. Il conte Pianciani nacque a Roma da famiglia patrizia di origine spoletina legata alla curia romana. Giovane, reagì alla tradizione conservatrice dell'ambiente domestico e simpatizzò presto per la Giovine Italia di Mazzini. Si laureò in legge nel 1830 e nel 1847 venne eletto gonfaloniere di Spoleto. Nel 1848 fu ufficiale delle milizie combattenti nel Veneto e prese parte alla difesa di Venezia. Partecipò alla campagna meridionale del 1860 guidando una spedizione, che prese il suo nome, di circa 8.940 uomini a sostegno delle truppe garibaldine. La spedizione sarebbe dovuta sbarcare nel nord del Lazio e muovere verso l'Umbria, dove doveva congiungersi con altri uomini provenienti dalla Toscana,e i due gruppi si sarebbero congiunti con altri volontari provenienti dalla Romagna verso le Marche, puntando verso sud e sconfiggendo l'esercito borbonico in una manovra a 'tenaglia'. Il piano non fu attuato in quanto Cavour indirizzò la spedizione verso la Sardegna e poi verso Sud. Nella terza guerra di indipendenza del 1866, come soldato semplice del corpo delle Guide a cavallo fu aggregato al comando della 1ª brigata del Corpo Volontari Italiani del generale Ernesto Haug e nella battaglia di Bezzecca comportandosi valorosamente, tanto che fu insignito della croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia. Massone e anticlericale, fu membro del consiglio dell'ordine del Grande Oriente d'Italia, di cui fu Gran maestro onorario ad vitam.
    Nel 1865 fu eletto deputato al parlamento italiano e sindaco di Roma. Pianciani fu uno dei primi sindaci di Roma operativi dopo l'Unità d'Italia, tra il 1872 e il 1874 e di nuovo nel 1881-1882. Tra il 1872 e il 1874 su iniziativa di Pianciani furono installate le prime fontanelle pubbliche romane. In questa veste sostenne, inoltre, la costruzione di un impianto crematorio presso il cimitero del Verano, che fu a lungo uno dei pretesti degli scontri tra clericali e anticlericali. Quando il conte morì a Spoleto, nel 1890, il suo corpo fu cremato, e le ceneri deposte al Verano, come egli aveva richiesto. La missiva, redatta durante uno dei suoi due mandati come Sindaco di Roma, come attesta il marchio impresso in alto al centro della lettera, è probabilmente diretta al politico Pasquale Stanislao Mancini. L'argomento verte su questioni politiche: "E' vero che siete voi che con difficoltà perfettamente legali ritardate la proposizione e risoluzione sul progetto di legge per la cessione alla nostra camera di commercio...". Due pagine in-16, su carta intestata.

  • Maurizio Quadrio (Chiavenna 1800 - Roma 1876), Terme di Acqui e amicizia con Brusco Onnis
    Lotto 100

    Maurizio Quadrio (Chiavenna 1800 - Roma 1876)
    Terme di Acqui e amicizia con Brusco Onnis
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-16
    Firma/data: 25 Luglio Acqui
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, senza anno, 'datata 25 Luglio Acqui' di Maurizio Quadrio, patriota, segretario del triumvirato Mazzini-Saffi-Armellini della Repubblica Romana (1849) e direttore del foglio repubblicano 'L'Unità italiana' (1859-1871). Quadrio nasce a Chiavenna nella famiglia che vantava una lunga e gloriosa storia, annoverando tra i propri avi Stefano Quadrio, condottiero del XV secolo. Maurizio Quadrio frequenta l'Università di Pavia e durante gli studi inizia ad avere i primi contatti con l'associazione segreta carbonara dei 'Federati'. Nel 1820 viene imprigionato per la prima volta per aver manifestato a favore dei moti nel Napoletano. Il 16 marzo 1821 si arruola nel 'Battaglione della Minerva' e accorre in Piemonte dove nel frattempo erano scoppiati i moti liberali. A seguito del fallimento delle sollevazioni, è costretto all'esilio e si trasferisce a Genova dove incontra Giuseppe Mazzini. Da Genova passa alla Spagna, poi alla Francia e infine alla Svizzera. Torna in Lombardia per poi fuggire nuovamente grazie ad un passaporto falso. La sua vita lo porta quindi ad Odessa in Russia, attuale Ucraina, dove lavora dando lezioni private e come precettore di nobili. Dopo un breve soggiorno in Svizzera rientra in Italia per consegnarsi agli austriaci e viene condannato a morte, ma la pena viene commutata in sei mesi di carcere dalle autorità austriache. Scontata la pena e ancora sotto la sorveglianza austriaca si sposta a Chiuro, il paese dei suoi avi, dove nel 1836 si rende utile assistendo i colpiti dal colera che infieriva in Valtellina. Quando nel marzo 1848 la notizia dello scoppio delle Cinque giornate di Milano giunge in Valtellina, si reca immediatamente a Milano, dove il governo provvisorio lo elegge commissario per la Valtellina. Dopo questa esperienza polita fugge a Lugano, in Svizzera, dove incontra nuovamente Mazzini e collabora alla preparazione della insurrezione della Val d'Intelvi dell'ottobre 1848. Nel gennaio del 1849 a Roma viene nominato segretario privato del triumvirato (Mazzini, Armellini e Saffi). Nel 1859 divenne direttore del giornale repubblicano-mazziniano 'L'unità italiana' fino al 1871 e l'anno seguente dirigere il giornale 'L'emancipazione', altro storico giornale mazziniano. La missiva scritta durante un periodo di guarigione, probabilmente alle terme di Acqui Terme, è diretta ad un "Caro Signor Ferdinando". Quadrio, oltre a spiegare le sue condizioni di salute chiede al destinatario se può mandare ad un certo Bellini e/o a Vincenzo Brusco Onnis, giornalista e patriota italiano. Brusco Onnis durante il periodo da pubblicista presso il giornale 'La Democrazia', inercalò l'attività con viaggi in Svizzera durante i quali ebbe modo di conoscere Quadrio: "Sono qui ai fanghi per tentare di guarire: non so se riuscirò. Approfitto della di lei gentilezza e la prego di rimettere a Bellini e/o? a Brusco l'acclusa lettera...". Brusco Onnis lavorò con Quadria come condirettore del giornale 'L'unità Italiana'. Una pagina in-16 obl. Nota di altra mano al verso.

  • Regno d'Italia 1805-1814, Ordine della Corona di Ferro
    Lotto 101

    Regno d'Italia 1805-1814
    Ordine della Corona di Ferro
    Documento manoscritto
    Una pagina in-8, su bifolio
    Firma/data: Roma il 10 febbrajo 1816
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Documento manoscritto datato 'Roma il 10 febbrajo 1816', firmato da alcuni "ufficiali superiori già al servizio del cessato Regno d'Italia", tra i quali il Maggiore Luigi Delpinto. Nel documento si certifica che il Sig. Andrea Nicoletti, Cavaliere della 'Corona di Ferro' già Tenente nel Reggimento di Linea: "ha sempre dato prova non solamente di una esemplare condotta e moralità ma anche di zelo ed attaccamento al servizio...". 'Ordine della Corona Ferrea' o 'Corona di Ferro' è un ordine cavalleresco istituito il 5 giugno 1805,a Milano, da Napoleone I Bonaparte nella qualità di Re d'Italia, incoronato il precedente 26 maggio 1805, con l'intento di ricompensare i valorosi soldati battutisi in Italia, nonché illustri personalità. L'Ordine prende il nome dall'antica 'Corona ferrea', la corona con cui erano stati tradizionalmente incoronati i Re d'Italia e che era diventata l'emblema del Regno d'Italia. Tuttavia nelle insegne la corona figura nella foggia raggiata solare disegnata da Andrea Appiani su idea di Napoleone. Nel corso del 1815, circa un anno dopo l'ingresso in Milano delle truppe del generale austriaco Bellegarde, venne istituito un nuovo 'Ordine della Corona Ferrea' per l'Impero austriaco, a decorrere dal 1º gennaio 1816, dall'imperatore Francesco II, re del neonato Regno Lombardo-Veneto, retto dalla monarchia asburgica. La data non fu casuale, dal momento che coincise con l'entrata in vigore degli statuti del nuovo regno, con la nomina del regio governo per la Lombardia presieduto dal Saurau e l'entrata in vigore dei codici civile e penale austriaci, il tutto alla presenza del nuovo imperatore d'Austria, Francesco II entrato a Milano il 31 dicembre 1815. L'Ordine venne da allora concesso nei suoi tre gradi ai nobili: i borghesi potevano, comunque, richiedere all'amministrazione imperiale un diploma che confermasse i loro quarti di nobiltà. Anche dopo la perdita del Regno Lombardo-Veneto da parte dell'Austria nel 1859, gli imperatori continuarono a conferire tale onorificenza sino al crollo dell'Impero austro-ungarico, i cui conferimenti cessarono nel 1918. Secondo la tradizione, la lamina di ferro inserita lungo la superficie interna della 'Corona ferrea' sarebbe stata ottenuta da uno dei chiodi utilizzati durante la crocifissione di Gesù; tale chiodo sarebbe stato portato in Italia da Elena, madre dell'imperatore Costantino, che in Gerusalemme avrebbe scoperto la reliquia della Santa Croce. Secondo una variante tradizionale, il ferro di questo chiodo sarebbe stato fuso assieme a quello del rostro dell'aratro con cui Romolo tracciò il solco durante il rito fondativo di Roma. Probabilmente la corona, di fattura tardo romana, forgiata per Costantino I Imperatore, fu poi il diadema regale che Teodolinda donò al Duomo di Monza, dove si trova tuttora. Essa venne utilizzata per l'incoronazione di Carlo Magno come reggente al trono di Lombardia nel 774, e poi per l'incoronazione dei Re d'Italia. Il legame che unisce la corona a chi la utilizza è non solo un gesto regale, ma anche un simbolo di consacrazione regia per merito divino. Essa conferiva un potere particolare proprio perché le prime consacrazioni con questa corona erano avvenute diversi secoli prima e con approvazione pontificia, il che legittimava una vera e propria presa di possesso dei territori lombardi con il suo utilizzo. Sarà questo uno dei motivi che spingeranno Napoleone a utilizzare questa corona come suo simbolo in Italia, e così faranno anche gli imperatori d'Austria sino a giungere ai re d'Italia che la utilizzeranno come corona nazionale. Questa rientrerà però in Italia solo a partire dal 1866, dopo che l'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria l'aveva fatta trasferire a Vienna nel 1859, all'avanzata dei piemontesi nel milanese. Il ritorno della corona, quindi, coincise anche con la presa totale di sovranità dei Savoia sull'Italia. Nell'Ordine italiano la decorazione consiste in un'aquila imperiale, sovrastante una corona sei punte smaltata di grigio-azzurro o in blu, con il ritratto di Napoleone di profilo in oro; alla base della corona, il motto "DIO ME LA DIEDE".

  • Francesco Saverio Salfi (Cosenza 1759 - Parigi 1832), Carpaccio e Bronzino
    Lotto 102

    Francesco Saverio Salfi (Cosenza 1759 - Parigi 1832)
    Carpaccio e Bronzino
    Due schede bibliografiche
    Due pagine
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 2

    Letterato, politico e librettista italiano. Assunse l'incarico di segretario del governo provvisorio della Repubblica napoletana. Nel febbraio 1799, dopo la sostituzione di Carlo Lauberg con Ignazio Ciaia alla guida della Repubblica napoletana, andò in Francia dove, dalle pagine della "Biographie universelle" della "Revue encyclopédique" fece soprattutto opera di diffusione della letteratura italiana. Tornato in Italia nel 1800, dopo la battaglia di Marengo, fu insegnante di logica e metafisica, e poi di storia e diritto nel ginnasio di Brera. Massone, membro della loggia di Brescia Amalia Augusta, fondata nel 1806 e Maestro venerabile della loggia milanese Gioseffina nel 1808, fu consigliere di Gioacchino Murat.
    Due schede bibliografiche autografe. 1. (Apologues, Sables) (Carpaccio): "Les Apologues de Carpaccio sont en nombre de 92...". 2. Beaufaits: "Le Bronzino fut bon peintre...". Le schede sono vergate al verso di lettere manoscritte indirizzate al letterato, politico e librettista Francesco Saverio Salfi da due diversi corrispondenti. Due pagine.

  • Silvio Spaventa (Bomba 1822 - Roma 1893), Congratulazioni
    Lotto 103

    Silvio Spaventa (Bomba 1822 - Roma 1893)
    Congratulazioni
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-8
    Firma/data: 5 Xbre 1891
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, datata '5 Xbre 1891' dell'uomo politico e patriota Silvio Spaventa. Fu senatore del Regno d'Italia dalla XVI legislatura. Nel febbraio del 1848, dopo la concessione della Costituzione, fondò il quotidiano 'Il Nazionale', il cui primo numero uscì il 1º marzo 1848: il giornale divenne presto punto di riferimento della borghesia liberale, ma venne apprezzato anche dagli ambienti più conservatori e filoborbonici. Dopo che Ferdinando II di Borbone il 15 maggio 1848 revocò la Costituzione che aveva concesso poco tempo prima, Silvio Spaventa, accusato di aver sostenuto la resistenza del generale Guglielmo Pepe, venne arrestato nel 1849 e rinchiuso nel carcere di San Francesco. Riconosciuto colpevole di cospirazione contro la sicurezza interna dello Stato venne condannato a morte per impiccagione ma ebbe poi la pena commutata in ergastolo; rimase nel carcere di Santo Stefano per sei anni, durante i quali si dedicò agli studi politici e filosofici; l'11 gennaio 1859 la pena venne nuovamente commutata in esilio perpetuo. Il piroscafo Stewart, che doveva condurlo insieme ad altri 68 condannati politici in America, in seguito all'ammutinamento organizzato dal figlio di Luigi Settembrini (Raffaele Settembrini) ufficiale della marina mercantile britannica, lo condusse in Irlanda (6 marzo 1859) presso Queenstown, nella Baia di Cork; da qui raggiunse Londra e quindi Torino, dove entrò in contatto con Cavour divenendo uno dei fedeli seguaci e uno dei principali fautori della sua politica. Sedette nella Camera dei deputati ininterrottamente dal 1861 al 1889, tra le file della Destra storica. Fu ministro dei lavori pubblici nel secondo governo Minghetti (dal luglio 1873 al marzo 1876): in tal veste, fu l'autore del progetto di legge che prevedeva la nazionalizzazione della rete ferroviaria, la quale alienò al suo governo il sostegno dei deputati toscani e causò la caduta del governo e la fine della Destra storica, nel marzo 1876. Nominato Senatore del Regno nel 1889, per interessamento di Francesco Crispi divenne anche presidente della IV sezione del Consiglio di Stato. La missiva è diretta ad un amico: "Caro Marco, lascia che mi congratuli...". Una pagina in-8, su carta intestata 'Consiglio di Stato'.

  • Istanza al Senato (1684), Canale Muzza
    Lotto 104

    Istanza al Senato (1684)
    Canale Muzza
    Istanza
    Una pagina su bifolio
    Firma/data: 23/24 febbraio 1684
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Istanza al Senato, datata '23/24 febbraio 1684', in merito ad una controversia tra un contadino di Lodi e il Regio Fisco per causa del Canale Muzza.

  • Francesco Castiglione (XVII secolo), Ottavio I Gonzaga di Vescovato
    Lotto 105

    Francesco Castiglione (XVII secolo)
    Ottavio I Gonzaga di Vescovato
    Lettera con firma e poscritto autografi
    Una pagina in-4
    Firma/data: Milano il 29 gennaio 1642
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera datata 'Milano il 29 gennaio 1642' postillata dal feudatario di Conzano, Francesco Castiglione, molto legato ai Gonzaga (nel 1621 aveva ottenuto il feudo dal duca di Mantova Ferdinando). Il documento menziona il "Signor Marchese Ottavio Gonzaga" ed una importante affare di "4mila ducatoni d’entrata et se ve ne parte sopra il Venetiano, come ancora se mi potrà favorire di farmi sapere in fatti la quantità de’ debiti et con chi, essendo questo negotio che molto mi preme". Molto divertenete il saluto: "li baccio con ogn'affetto le mani". La postilla di Francesco Castiglione è in inchiostro nero.
    Una pagina in-4.

  • Aubin Louis Millin (Parigi 1759 - ivi 1818), Grand Tour
    Lotto 106

    Aubin Louis Millin (Parigi 1759 - ivi 1818)
    Grand Tour
    Lettera autografa firmata
    Due pagine in-4
    Firma/data: Florence 15 aout 1813
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Aubin Louis Millin fu arecheologo e botanico francese. Conservatore del Cabinet des médailles et des antiques della Bibliothèque nationale, poi professore di archeologia, membro dell’Institut, direttore del 'Magasin encyclopédique'. Tra il 1807 e il 1811 pubblicò i volumi e l’atlante illustrato del 'Voyage dans les départements du Midi de la France' e poco dopo nacque l’idea di intraprendere un lungo viaggio attraverso l’Italia monumentale per ampliare il tradizionale itinerario del Grand Tour, che, dopo il nord e il centro dell’Italia, convergeva verso Roma e Napoli, toccando solo sporadicamente via mare la Sicilia. Millin fu il primo ad avventurarsi nelle regioni inesplorate del Mezzogiorno, come la Calabria e la Puglia. Bella lettera autografa firmata, datata 'Florence 15 aout 1813' diretta ad un Marchese (probabilmente Girolamo d’Adda), circa alcuni disegni di monumenti italiani che intende offrirgli: "J'ai cependant conservé uniquement pour vous le dessins de quelques beaux monuments de sculpture du moyen age ou de la renaissance que j'ai faitì faire à Naples avec un trés grand soin...".Due pagine in-4. Timbro postale e traccia di sig. alla quarta.

  • Federico Torre (Benevento 1815 - Roma 1892), Condoglianze
    Lotto 107

    Federico Torre (Benevento 1815 - Roma 1892)
    Condoglianze
    Lettera autografa firmata
    Due pagine in-8
    Firma/data: Torino 25 8bre 1863
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Patriota, uomo politico e lessicografo, fu ufficiale durante la prima e la seconda guerra d'Indipendenza, collaboratore al Dizionario della lingua italiana portato a termine dal Tommaseo (1861-1879) e senatore del Regno dal 1884. Lettera autografa firmata datata 'Torino 25 8bre 1863', di condoglianze, per la morte di un giovane:"...mancare ai suoi, alla sua carriera, ad un bello avvenire così immaturamente! Che le sue ossa riposino in pace accanto a quelle dell'illustre genitore...". Due pagine. in-8, su carta intestata.

  • Alvise Giustiniani (XVI secolo), Un 'fantastico' dolore alla testa
    Lotto 108

    Alvise Giustiniani (XVI secolo)
    Un 'fantastico' dolore alla testa
    Lettera autografa firmata
    Firma/data: 1522
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera del 1522 in elegante grafia corsiva di un membro del ramo veneto della famiglia Giustiani (non il magistrato alle biade Giovanni Alvise Giustinian, deceduto nel 1521). Divertente il contenuto che cita “un fantastico dolore alla testa” ed una visita ad un singolare conte.

  • Alvise Garzoni (XVI secolo), Guerra d’Italia
    Lotto 109

    Alvise Garzoni (XVI secolo)
    Guerra d’Italia
    Lettera interamente autografa firmata
    Una pagina
    Firma/data: 6 ottobre 1558
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera interamente autografa del patrizio veneto Alvise Garzoni, datata 6 ottobre 1558 e inviata al cugino Agostino Tiepolo. Il documento ci restituisce un’interessantissima testimonianza sull’andamento della guerra in corso nei Paesi Bassi contro l'impero spagnolo a sostegno del Re di Francia Enrico II durante la Guerra d’Italia che nel 1559 si concluse con la famosa pace di Cateau-Cambrésis.
    "Essendo hora qui al campo mi paria far ingiuria..." Il documento accenna ai capi militari e alla condizione della cavalleria e della artiglieria.

  • Atto notarile, Famiglia Vaccari
    Lotto 110

    Atto notarile
    Famiglia Vaccari
    Lettera
    Firma/data: Nonantola, 1594
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Atto notarile relativo al lascito dei coniugi Alessandro e Margherita Vaccari ai figli Camillo e Romano. Segni notarili ai margini ed elegante clausola con timbro a secco.

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500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA

La parte prima di una selezione di oltre trecento autografi, con rilevanti nuclei risorgimentale e del novecento italiano. Tra gli altri, documenti emessi dalla cancelleria papale, su privilegi e Inquisizione.

Sessioni

  • 21 marzo 2024 ore 18:00 Sessione unica (2 - 158)

Esposizione

Presso la sede di Bonino di Roma, su appuntamento da prendere alla email matteo.smolizza@bonino.us

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Rilanci

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  • da 100000 a 200000 rilancio di 10000
  • da 200000 a 400000 rilancio di 20000
  • da 400000 a 800000 rilancio di 40000
  • da 800000 a 1000000 rilancio di 50000
  • da 1000000 in avanti rilancio di 75000