Palazzo Loschi Zileri dal Verme
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Lotto 25 Importante coppia di cassettoni in legno laccato. Torino XVIII secolo Due cassetti sul fronte, montanti stondati intagliati a listelli, così come i fianchi. Gambe rastremate. Piano sagomato lastronato in marmi, W. 155,5 - D. 77 - H. 95 cm, Claudio Fornasieri Antiquario, Torino, Il mobile laccato in Piemonte ha goduto di grande popolarità nel XVIII secolo, risentendo fortemente dell'influenza francese. I depentori dei mobili piemontesi interpretarono in maniera misurata e attenuata il Neoclassicismo francese al quale si ispirarono, proponendo arredi dalle linee eleganti e dai colori sobri, con sfondi spesso color crema o azzurro chiaro., Nella coppia di cassettoni qui presentata si riconoscono alcune caratteristiche di aria torinese, come il delicato accordo del color avorio con l'azzurrino, la linea semplice e gli angoli stondati.
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Lotto 26 Tappeto nord ovest Persia fine XIX inizio XX secolo campo blu con due medaglioni romboidali, W. 600 - D. 340 cm, Pashà, Vicenza
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Lotto 27 Coppia di candelabri in bronzo dorato e patinato. Epoca Carlo X. XIX secolo Sei luci, fusto centrale a colonna scanalata poggiante su piedi leonini, base a plinto, Largh. 25 - Prof. 25 - Alt. 60 cm
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Lotto 28 Coppia di divani da salone imbottiti e lastronati in legno di noce. XIX secolo alto schienale mistilineo e sostegni a cipolla, W. 230 - D. 66 - H. 141 cm
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Lotto 29 Busti degli Imperatori , Traiano (53-117 d.C.), Cesare (100-44 a.C.) Vitellio (15-69 d.C.) Tito (9-79 d.C.) Marmo Arte tardo-rinascimentale Roma, seconda metà del XVI secolo Questo raro insieme di ritratti imperiali, dalla magnifica patina traslucida, bene si identifica nei modelli stilistici del cinquecento, ancora legato alla classicità antica, spesso presa a modello non solo artistico ma anche filosofico e morale., Opere a soggetto mitologico e pagano, ritratti di uomini illustri dell'antichità, servivano ad adornare le dimore ed in seguito i raffinati e raccolti "studioli" di collezionisti, potenti ed intellettuali del XVI secolo, definendo un mondo impregnato da un estetismo profano ma anche attraversato da riflessioni etiche e curiosità storico-scientifiche. , I quattro ritratti, nella loro forma raccolta che fugge una magniloquente funzione puramente decorativa, sembrano invece ispirare ad un dialogo intimo e silenzioso tra passato e presente, altezze cm 50, cm 45, cm 49,5 e cm 52,5, Collezione Barberini - Roma, Guido Bartolozzi Antichità - Firenze, XXVI Biennale Mostra Mercato Internazionale dell'Antiquariato. Firenze., Umberto Allemandi, Firenze, Palazzo Corsini, 26 settembre - 4 ottobre 2009., Torino, 2009, pp. 50 - 51,
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Lotto 30 Merry-Joseph Blondel e Louis Lafitte, Psiche porta a Venere un vaso con l'acqua della Giovinezza; Psiche al bagno; I genitori di Psiche consultano l'oracolo di Apollo; Psiche trasportata da Zefiro; Psiche mostra i gioielli alle sorelle; Psiche tenta di pugnalare Amore addormentato; Psiche abbandonata; Psiche salvata da un pescatore; Psiche va agli Inferi; Psiche torna dagli Inferi; Riconciliazione di Venere e Psiche; Psiche e Amore Dodici papiers peints. Manifattura Dufour, Parigi inizio XIX secolo, Tempera grigia e biacca su carta intelata, 2 pannelli cm 180x212; 2 pannelli cm 180x160; 4 pannelli cm 180x53; 1 pannello cm 180x88; 3 pannelli cm 180x106, Antichità Maurizio Nobile, Bologna, Odile Nouvel-Kammerer, Papiers Peints panoramiques, Musée des Art Decoratifs, Flammarion, Paris 1990, pp 262,263; , H. Clouzot, Le papier peint en France du XVII au XIX siècle, Paris, ed. Van Oest, 1931, tav. XXV-XXVI., Serie completa realizzata dalla manifattura francese Dufour e tratta dai disegni di Louis Lafitte e Merry-Joseph Blondel che, dal 1814 al 1816 a Parigi, collaborano alla realizzazione delle scene degli Amori di Psiche e di Cupido dal romanzo di Jean de La Fontaine, su carta dipinta in camaïeu (chiaroscuro) di grigio o di seppia. , , L’atelier di Joseph Dufour avviò, a inizio XIX secolo, una innovativa decorazione per interni, i papiers peints su grandi fogli, in grado di fare concorrenza alla classica tappezzeria e alle più costose pitture murali. , A tiratura limitata, impresso a mano o con cliché di legno, il prodotto consentiva di realizzare una sorta di panorama continuo sulle pareti delle dimore, con l’intento di una fruizione tutta privata., La carta destinata al rivestimento delle pareti rivelava capacità di messa in scena particolarmente suggestive, per mezzo di fermi-immagine, come nel caso delle “Storie di Amore e Psiche” presentate in questo lotto, caratterizzate da una grande attenzione per la resa dei particolari e da una linea morbida e sinuosa., , L’atelier Dufour inaugurò la serie “Amore e Psiche” nel 1819 alla Exposition des produits de l'industrie francaise di Parigi, riscuotendo immediato successo sia in Francia che all’estero, sulla scia di quello già raggiunto nell’esposizione del 1806 dai panorami di ampia metratura eseguiti dallo stesso atelier e dedicati ai Sauvages de la Mer Pacifique, conosciuti anche come Les Voyages du Capitaine Cook., A differenza del carattere esotico, tipicamente francese dell’inizio del secolo, dei “Selvaggi del Pacifico”, la serie “Amore e Psiche” è ispirata al gusto neoclassico, rimanendo pertanto legata sia alla favola che all’antichità classica., , , Bibliografia: , , ,
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Lotto 31 Eros e la Musa Erato. Marmo bianco. Arte neoclassica del XIX secolo Il suggestivo e imponente gruppo marmoreo raffigura la Musa Erato ispiratrice del canto corale e della poesia amorosa, figlia di Giove e Mnemosyne, avvolta da un lungo peplum mentre poggiando la lira sul ginocchio avvolge un Eros fanciullo in un abbraccio complice e confidente sfiorandone le guance con il dolce reclinare del volto quasi a suggellare l’intrinseco legame che unisce il loro agire., La Musa, che proprio ad Eros deve l’origine stessa del suo nome, è stata variamente raffigurata ed effigiata nell’arte dei secoli passati come testimonia la copia romana (foto 1) tratta da un originale greco, databile tra il 120 ed il 130 d.C., facente parte del ciclo delle Nove Muse rinvenuto nei primi scavi nell’area di Villa Adriana a Tivoli tra 1492 ed il 1503 fatti eseguire da Papa Alessandro VI Borgia., Il ciclo, passato in mano ai Farnese, venne infine ceduto nel 1681 da Rinuccio II Farnese duca di Parma e Piacenza alla regina Cristina di Svezia che ne affido il restauro e le integrazioni allo scultore fiorentino Massimiliano Soldani Benzi (1656-1740) ed è ora conservato presso il museo del Prado a Madrid., La nostra importante opera, magistralmente eseguita nei modi di un neoclassicismo maturo nei primi decenni del XIX secolo, appare tratta da un unico blocco di marmo bianco il cui candore viene ancor più esaltato da un’accurata opera di pulitura delle superfici dalle polveri e dai sedimenti depositati dal tempo e risulta priva di iscrizioni, firma o date che aiutino a individuarne il capace, ma fino ad oggi sconosciuto, autore probabilmente facente parte della nutrita colonia di scultori provenienti da Francia, Germania, Inghilterra o altri paesi europei che soggiornarono in Italia per apprendere e confrontarsi con lo stile, i modelli e le opere del neoclassicismo canoviano., , Base di epoca posteriore, H. 120 cm, Iotti Antichità, Reggio Emilia, L’opera è stata esposta nella Biennale Antiquaria di Palazzo Corsini a Firenze nel 2013.
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Lotto 32 Fauno danzante (Fauno Medici). Alabastro. Arte del XIX secolo. Firma incisa Abel La scultura prende ispirazione dal fauno danzante che suona i cimbali, copia romana del III secolo dC. da un originale ellenistico conservato presso la tribuna della Galleria degli Uffizi a Firenze., Il fauno, che reca la firma Abel sulla sommità del cippo, potrebbe ragionevolmente essere ascritto all'opera dello scultore francese Abel Dimire (1794-1864), non nuovo a soggetti di gusto classicheggiante come il cavatore di spine, scultura in marmo conservata presso il Museo di Belle Arti di Lione databile al 1829 o il bassorilievo raffigurante "Enea ferito guarito da Venere" con cui vinse nel 1819 il prix de Rome e gli valse la possibilità di ottenere un soggiorno di studio all'Accademia francese di Roma dal 1919 al 1824. , , H. 61 cm, Leone Pasquale, Napoli
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Lotto 33 Dieci vasi Napoli, XIX secolo Terracotta. Marca: assente. Dimensioni: da cm 23 a cm 51. Conservazione: ottima; un vaso con una piccola sbeccatura alla base; un vaso con due anse in parte rincollate; un vaso rotto in più frammenti ricomposto in restauro, , , altezze da cm 25 a cm 51, Questi vasi appartengono a una vasta produzione ottocentesca di copie dall’antico delle fabbriche napoletane. In seguito al grande successo dei ritrovamenti di Pompei, Ercolano e Italia meridionale si imita la ceramica archeologica con riproduzioni, ma pure rielaborazioni, di vasi greco-italici, moda questa che ha le sue origini già nel periodo Neoclassico. Eseguiti in terracotta o terraglia opaca presentano figure rosse su fondo nero, figure nere su fondo rosso oppure interamente in terracotta bronzata, , Per ceramiche di questa tipologia cfr. ad esempio quelle conservate a Napoli, Museo di San Martino e pubblicate da T.Fittipaldi, Ceramiche Castelli, Napoli, altre fabbriche, Napoli 1992, pp. 276-281, 292-296, 298-299; per i vasi bronzati vedi pp. 321-325
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Lotto 34 Narciso. Bronzo fuso e patinato. Fonditore italiano del XIX-XX secolo altezza cm 62
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Lotto 35 Tripode di gusto pompeiano in bronzo patinato. Inizio XX secolo Sostegni a forma di Arpie montate su zampe leonine e braciere a cilindro, altezza cm 28, diametro cm 18
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Lotto 36 Mercurio del Giambologna in bronzo patinato. Fonditore del XIX secolo Montata su base in marmo rosso di Verona, altezza cm 38,5, Galleria de Munari, Vicenza
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Lotto 37 Testa dell'Imperatore Marco Aurelio in terracotta.Plasticatore italiano, probabile XVI-XVII secolo H. 35 cm, Leone Pasquale, Napoli
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Lotto 38 Fauno danzante. Bronzo fuso, cesellato, patinato e dorato. Fonditore del XIX secolo L’opera prende modello dalla scultura del II secolo e rinvenuta a Pompei agli inizi del XIX secolo, W. 28 - D. 14 - H. 52 cm, Galleria Mossini, Mantova
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Lotto 39 Coppia di candelieri in bronzo patinato. Nei modi di Massimiliano Soldani Benzi (Montevarchi, 1656 - 1740). Toscana XVIII-XIX secolo Raffiguranti Fauno e Faunessa nell’atto di sorreggere una bobeche a guisa di vaso, poggianti su base a semicolonna scanalata, H. 26 cm, Antichità Maurizio Nobile, Bologna
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Lotto 40 Coppia di satiri in bronzo e corno. Inizio XIX secolo Basi ottagonali in marmo, H. 27 cm
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Lotto 41 Cavallo in corvetta. Bronzo fuso, cesellato e patinato. Fonditore rinascimentale toscano, XVI secolo La vigorosa figura, ispirata ai paradigmi della classicità antica e caratterizzata da una patina indotta di gusto archeologico, appartiene alla produzione di cavalli in posa rampante di gusto rinascimentale collocabili tra il XVI e XVII secolo derivanti da modelli leonardeschi. Per molti di questi lavori, come spiega Luca Siracusano nella scheda critica che descrive l'opera, "[...] nell'ultimo secolo si è proposto il nome di Giovan Francesco Rustici (Firenze 1475 - Tours 1554), autore delle famose zuffe del Museo Nazionale del Bargello e del Musee do Louvre o di uno scultore parimenti attivo in Francia come Lorenzo Naldini [...]" e porsegue " Il nostro cavallo ha una criniera tagliata molto corta, pettinata in un ciuffo sopra la fronte e lasciata cadere liberamente presso il garrese. Forse la suggestione leonardesca si mescola qui a certe memorie dell'antico, desunte da opere come il cavallino ellenistico del Museo Archeologico Nazionale di Firenze [...]" e così conclude: "[...] Il nostro esemplare invece in virtù del carattere ruvido della fusione, quasi priva di rinettatura, sembra rinviare a una cultura più arcaica, ancora cinquecentesca [...]", , W. 19 - D. 7 - H. 24 cm, CFR: "Die Italienischen Bronzestatuetten der Renaissance" Wilhelm Bode, Berlino 1922; "Donatello e il suo tempo. Il bronzetto a Padova nel quattrocento e nel cinquecento" ed. Skira, Padova 2001.
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Lotto 42 Coppia di vasi biansati in bronzo, XIX secolo Corpo a cratere con anse a volute centrate da volto femminile in stile classico. Base a semicolonna scanalata., altezza cm 50,5, diametro cm 32
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Lotto 43 Coppia di putti reggitorcia. Legno scolpito, laccato e dorato. Scultore del XVIII secolo H. 37 cm
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Lotto 44 Profilo virile. Marmo. Scultore veneto del XVIII secolo. Ambito di Antonio Bonazza (Padova 1698 - 1762) diametro cm 16,5, cornice totale cm 37,5
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Lotto 45 Coppia di grandi vasi con coperchio in ferro dipinto a finto porfido. Roma XVIII-XIX secolo Pigna stilizzata in bronzo dorato sulla sommità, H. 136 cm, Francesco Piva, Milano, Manuel Longo, Milano, XXIII Biennale 2003, Mostra Mercato Internazionale dell'Antiquariato, Firenze, Palazzo Corsini. Qui presentati come "Coppia di vasi in ferro dipinto, Europa settentrionale, Svezia o Russia, 1825 ca."
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Lotto 46 Amazzone ferita. Marmo bianco. Scultore italiano neoclassico, Roma, XVIII-XIX secolo La statua, che raffigura una donna guerriera dal seno scoperto, vestita da un corto chitone nell’atto di impugnare l’estremità superiore dell’arco mentre ai suoi piedi sono disposti l’elmo, lo scudo e l’ascia, prende a modello quasi palmare dell’esemplare di epoca romana nei musei capitolini a Roma derivato da un originale greco del quinto secolo eseguito per il Santuario di Artemide ed Efeso., L’opera proveniente da Villa d’Este a Tivoli dopo che nel 1753 venne donata al Museo da Papa Benedetto XIV fu sottoposta ad una serie di consistenti interventi di restauro e rifacimenti per mano dello scultore Bartolomeo Cavaceppi (Roma 1717 - 1799) tali da renderla un modello sincretico tra l’originale di Fidia e l’Amazzone di Policleto a cui si ispita nella parte della testa., H. 80 cm, Cfr.: , - Bartolomeo Cavaceppi, scultore romano (1717-1799), Ed. Palombi, Roma 1999, - Roma e l’antico, realtà e visione del’700. C.Brook, V.Curzi, Ed. Skira 2010
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Lotto 47 Pallade Atena. Marmo bianco statuario. Arte neoclassica XVIII-XIX secolo La statua prende modello dalla celebre Minerva Giustiniani, copia romana del V-IV secolo derivata da un originale greco, ritrovata a Roma sul Colle Esquilino nel XVII secolo e appartenuta al nobile Vincenzo Giustiniani, banchiere e collezionista d’arte, ora conservata ai Musei Vaticani, H. 84 cm
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Lotto 48 Coppia di grandi vasi a cratere "Medici". Gesso modellato a calco. Arte neoclassica italiana del XIX secolo I due vasi sono derivati in forma ridotta dal monumentale cratere marmoreo neoattico, alto circa 170 cm, conservato già dal '500 nelle collezioni di antichità della Villa Medici a Roma ed è decorato con scene che probabilmente raffigurano guerrieri achei a convegno a Delfi prima di intraprendere la guerra di Troia nel 1780 venne infine trasferito nelle gallerie degli Uffizi dove è tuttora custodito., altezza cm 75, diametro cm 58, Galleria Mossini, Mantova